venerdì 6 giugno 2014

Ma non dovevano portarlo in Italia due giorni fa?



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Inchiesta Mose, il pizzino con i soldi a Davide Zoggia (Pd) e Lia Sartori (Pdl). - Marco Lillo


Nelle carte dell'indagine la contabilità delle elargizioni della coop Coveco, impegnata nell'appalto. Il deputato democratico ed ex presidente della Provincia di Venezia, non indagato, chiarisce al Fatto: "Soldi registratati per la campagna elettorale e per una consulenza come commercialista".


Soprattutto nell’elenco spicca un politico di livello nazionale: Davide Zoggia, già presidente della Provincia di Venezia, ma poi nominato nel 2009 (fino all’avvento di Renzi) responsabile enti locali del Pd, infine eletto deputato e divenuto celebre come uno dei fedelissimi di Pierluigi Bersani. Sul foglio sono riportati tre pagamenti nei suoi confronti: “40. 000 euro contributo volontario candidato Zoggia” e poi due fatture da 7. 428, 72 euro ciascuna e pagate a Davide Zoggia che dovrebbero esser e state pagate il 28 luglio 2009. È stato trovato a casa dei genitori di Elena Scacco, una dipendente del Consorzio Nuova Venezia, che lo aveva scritto su richiesta di Pio Savioli, l’uomo che si occupava dei pagamenti per conto della cooperativa rossa che fa parte del CVN, il Coveco.
Secondo le testimonianze raccolte quelle somme provenivano dalle sovrafatturazioni per operazioni inesistenti fatte da Coveco al CVN. I manager avevano dato disposizione che fosse scritto tutto su “carta mangiabile” però gli investigatori l’hanno trovato. I pm contestano solo i 25 mila euro alla Sartori anche se nell’elenco ci sono versamenti più ampi (ma probabilmente esclusi dagli accertamenti penali perché registrati e legali) come per esempio i 100 mila euro dati alla Fondazione Studium Marcianum creata dall’allora Patriarca di Venezia Angelo Scola. A prescindere dalla loro qualificazione da parte dei pm i versamenti ai politici del Pd sono politicamente sensibili. Reolon al Fatto dice: “Non ricordo quel versamento di 10 mila euro e non mi risulta tra quelli registrati. Anche i contributi per le provinciali devono essere registrati. Quindi sarà stata un’intenzione del Coveco poi non attuata. Comunque il Mose non c’entra perché non potevo fare nulla per loro. Io ho lavorato alla Lega delle Cooperative e Coveco fa parte della Lega”.
Così Zoggia risponde al Fatto: “I contributi delle provinciali non vanno denunciati a differenza di quelli per l’elezioni della Camera. I 40 mila euro mi sono stati dati con delibera del CoVeCo. per la campagna elettorale delle provinciali del 2009. Sono stati registrati ovviamente anche nel conto corrente della campagna. Quanto alle due fatture, io dal giugno 2009 al dicembre 2009 ho continuato a svolgere l’attività di commercialista perché non ero più presidente della Provincia ma solo consigliere provinciale. Divento responsabile enti locali del Pd nel dicembre 2009. La prestazione risale al periodo in cui non ero né presidente della Provincia né responsabile enti locali”. 
Non riscontra nessun conflitto di interessi
“No. Mi pare non ci sia nessuna contestazione penale, Co. Ve. Co. non faceva mica solo il Mose”. 
Se poi gli si chiede qualche dettaglio sulle prestazioni fatte in cambio dei 15 mila euro, Zoggia si innervosisce: 
“Ritengo di averle dato la risposta. Ho fatto consulenza varia, sono un commercialista: controllo di contabilità, cose varie dal punto di vista fiscale”. 
Chi le ha dato il mandato? 
“Non ricordo”.
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Irlanda, 796 cadaveri di bambini in una fossa vicino a ex orfanatrofio di suore.

Irlanda, 796 cadaveri di bambini in una fossa vicino a ex orfanatrofio di suore

La ricercatrice Catherine Corless ha scoperto i documenti delle morti infantili presso l'istituto di Tuam, gestito dalle suore del Bon Secour dal '25 al '61. Fino agli anni '90 strutture statali gestite da ordini religiosi prendevano in custodia le ragazze madri coi loro bambini. Gli abusi denunciati anche in alcuni film, tra cui 'Magdalene' e 'Philomena'.
Quasi 800 bimbi sepolti in una fossa comune vicino a un ex orfanotrofio per i figli di donne non sposate, gestito da suore cattoliche dell’ordine del Bon Secour. In Irlanda, i documenti rinvenuti dalla ricercatrice Catherine Corless sulle morti infantili presso la struttura di Tuam, nella contea diGalway, fanno pensare che si trattasse della fossa biologica dove sono stati sepolti molti, se non tutti, i piccoli deceduti all’interno dell’istituto. Secondo i documenti i 796 bambini, la maggior parte neonati o piccoli, sono morti di malattie nell’orfanotrofio, che è stato in funzione dal 1925 al 1961. Un report sanitario del 1944 sulla struttura parla di “madri emaciate e psicologicamente in difficoltà” e di minori denutriti.
I residenti hanno scoperto il deposito di ossa nel 1975, molti anni prima della ricerca di Corless, ma credevano che si trattasse soprattutto di vittime della carestia nell’Irlanda di metà Ottocento. Corless e una commissione appositamente istituita stanno raccogliendo fondi per realizzare un memoriale dedicato ai bambini, in cui compaiano tutti i loro nomi.
L’arcivescovo di Tuam e i vertici del Bon Secours si incontreranno presto per discutere del memoriale e le suore hanno donato “quello che la tv irlandese RTÉ descrive come ‘una piccola somma di denaro’ alla commissione”. Padre Fintan Monaghan, segretario dell’arcidiocesi di Tuam, ha dichiarato: “Immagino non possiamo giudicare il passato dal nostro punto di vista. Tutto quello che possiamo fare è garantire che ci sia un luogo per ricordare i bambini morti”. 
Fino agli anni ’90, come scrive Emer O’Toole sul Guardian, in Irlanda le ragazze madri e i loro bambini erano presi in custodia da istituti statali gestiti da ordini religiosi chiamati “mother and baby homes” o “Magdalene asylums”. Lì le donne “lavoravano per purificare i loro peccati e i bambini venivano allontanati dalle loro madri”. Le testimonianze legate a queste strutture hanno ispirato vari film, tra cui Magdalene - Leone d’oro al Festival di Venezia nel 2002 – e Philomena, interpretato da Judi Dench e candidato all’Oscar. Entrambi sono basati su storie vere e, oltre alle violenze subite dalle giovani ridotte a uno stato di prigionia, mettono in luce la pratica delle adozioni illegali dei bambini irlandesi figli di ragazze madri, ceduti a famiglie americane dietro compenso e senza il consenso delle mamme.