venerdì 31 luglio 2015

Serracchiani - Azzollini. - Andrea Scanzi



Non so se sia più deplorevole il Pd che nel suo confuso insieme salva Azzollini (quello che alla suora avrebbe pisciato in bocca, cit), l'eternamente pavido-paraculo Renzi che da una parte avalla di nascosto il salvataggio e dall'altra finge pubblicamente di criticare Pennello Cinghiale Zanda, oppure la madre badessa Serracchiani che si inventa le ennesime lacrime di coccodrillo ("Chiediamo scusa") dopo l'ulteriore spregio alle regole, alla morale, alla decenza. 
È una straordinaria gara al ribasso, nella quale vincono tutti. 
Davvero le persone oneste dentro il Pd - parlamentari, dirigenti locali, militanti sinceri - non provano vergogna al pensiero di stare accanto (anzi di essere comandati e dominati) da questa marmaglia imbarazzante, senza talento né decenza? 
Che razza di Maalox avete in casa? 
Usate l'acido muriatico al posto del Diger-Selz? 
Mah.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1154789181204075&id=226105204072482&fref=nf&pnref=story

Italicum: Camera, Bindi porta in Aula palline "blocca tasti".

Silvia Fregolent inserisce una pallina giocattolo per gatti nella fessura con i pulsanti durante le  votazioni in aula della Camera © ANSA
Silvia Fregolent inserisce una pallina giocattolo per gatti nella fessura con i pulsanti durante le votazioni in aula della Camera. (Foto Di Alessandro Di Meo)

Sono quelle con cui giocano i gatti.


Addio palline di carta per "bloccare" il tasto del meccanismo di votazione. 
I deputati del Pd hanno 'scoperto' le palline colorate in gomma, quelle usate per far giocare i gattini: sono più carine e, pare, funzionino meglio. 
I deputati in Aula a Montecitorio sono soliti bloccare il tasto di voto con una pallina di carta per evitare di tenerlo premuto con il dito, specialmente nelle giornate di votazioni a raffica. Ma Rosy Bindi ha scoperto una valida, e più variopinta, alternativa allo strumento rudimentale. 
Durante le votazioni sugli ordini del giorno alla legge elettorale la presidente della commissione Antimafia ed esponente della minoranza Pd ha portato in Aula una confezione con tre palline per far giocare i gatti, quelle con dei piccoli tentacoli amatissime dai mici. Ne ha data una ciascuno alla sua compagna di banco, Anna Margherita Miotto ed una a Silvia Fregolent, che siede dietro di loro. Le due deputate, entusiaste, le hanno "installate" nel meccanismo di voto e le hanno provate sotto lo sguardo soddisfatto di Rosy Bindi.

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/05/04/italicum-camera-bindi-porta-in-aula-palline-blocca-tasti_c1b1daa9-6929-49e9-8c8f-4af4e9ccc999.html

mercoledì 29 luglio 2015

Lo scambio tasse-sanità di Renzi viene da lontano. - Pierfranco Pellizzetti

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Non c’era bisogno di essere un acuto politologo per capire che l’annuncio estivo di Matteo Renzi della manovra anti-tasse è solamente l’inizio di una lunga campagna elettorale per recuperare i consensi perduti. In una sequenza accelerata alla Ridolini: abolizione dell’Ici sulla prima casa nel 2016, diminuzione dell’Irap nel 2017 e poi dell’Irpef un anno dopo. Semmai la domanda era un’altra: da dove il mirabolante premier presume di far saltare fuori la provvista per un’operazione quantificabile in svariate diecine di miliardi.
Poi il dubbio è stato parzialmente sciolto: almeno una diecina di miliardi arriveranno da tagli sulla sanità. E – così – se resta il dubbio sul portato effettivo dell’annuncio, molti altri aspetti della complessiva politica renziana sono venuti alla luce. In particolare la stretta dipendenza dal modello berlusconiano, che ora risulta in tutta la sua pienezza. Non soltanto come priorità accordata all’illusionismo comunicativo; in una visione iomaniaca del proprio ruolo, ridotto a bulimia di potere.
Lo scambio tasse-sanità rivela ben di più: l’identificazione nelle strategie politiche messe a punto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso dalla destra repubblicana degli Stati Uniti, riconfezionate negli anni Novanta dai vari Tony Blair e Bill Clinton nelle retoriche della (presunta) Nuova Sinistra di Terza Via.
Insomma, emergono con nitidezza le coordinate cultural-politiche del giovane provincialotto di Rignano, sempre sulle orme del ganassa di Arcore; entrambi intenti a recitare la sceneggiatura da Italietta del dopoguerra de “L’americano a Roma”.
Facciamo qualche passo indietro per capirci: nell’Occidente del secondo dopoguerra venne portata a compimento un’opera di ingegneria politico-sociale già teorizzata nell’anteguerra da John M. Keynes e avviata dal presidente Franklin D. Roosevelt con il New Deal. Ossia, una poderosa opera di trasferimenti di risorse verso l’area centrale della società (inducendo al tempo stesso dinamiche ascensionali inclusive) per garantire sicurezza e qualità della vita tramite un vasto apparato di servizi sociali.
In questo modo si utilizzavano le capacità di programmare, organizzare e distribuire i grandi numeri e i grandi volumi, apprese e messe a punto dagli Stati durante i due conflitti mondiali, quale traduzione in modello del cosiddetto compromesso keynesiano-fordista (lo scambio negoziale tra cassi lavoratrici sindacalizzate e borghesia imprenditoriale, avente per oggetto l’accettazione del sistema capitalistico, a fronte della promessa di piena occupazione tendenziale).
Si affermava così in un po’ tutte le realtà occidentali il cosiddetto Stato Sociale, o Welfare State. Il programma con cui la sinistra democratica e/o socialdemocratica arrivò e si mantenne al potere per lustri. Da qui partiva la riflessione, che impegnò a lungo i think tanks conservatori/reazionari: come rompere la “simbiosi welfariana”. Ossia, le mosse per staccare i ceti medi beneficiati dai servizi dal personale politico-burocratico che tale sistema presidiava.
L’uovo di Colombo e – al tempo stesso – il cavallo di Troia furono trovati individuando il punto debole della costruzione: il finanziarsi attraverso la leva fiscale. Psicologi dell’egoismo avido, i progettisti NeoCon puntarono sulla miopia possessiva del “meglio un uovo oggi che una gallina domani”. All’insegna della bieca metafora “infilano le mani nelle tasche dei cittadini”, partì già in quegli anni una campagna comunicativa che metteva a frutto tutte le armi propagandistiche accumulate negli arsenali dell’anti-Stato, propugnatrici dell’inesistenza del sociale. La febbre distruttrice trovò inizialmente il proprio speaker nell’attore sul rimbambito Ronald Reagan, già distintosi come pioniere della tematica quale governatore della California, portandolo alla presidenza degli Stati Uniti. Poi dilagò, arruolando tutti gli arrampicatori sociali impegnati in politica; nell’avvenuta cancellazione dei confini tra le varie posizioni e i vari schieramenti.
Questa la premessa di una lunga fase storica che Thomas Piketty ha soprannominato “i Quaranta ingloriosi”. In cui si è fatto macelleria sociale (mentre si propugnava l’intento mendace di combattere la presunta macelleria fiscale), si sono favoriti mastodontici ri-trasferimenti di ricchezza al vertice della piramide sociale, si è sbaraccato l’apparato sicuritario (Habermas diceva che “i servizi sono le stecche del corsetto della democrazia”) con l’assenso masochistico dei diretti beneficiari; lasciatisi turlupinare da chi faceva loro intravedere una succulenta bistecca virtuale, riflessa nello stagno della disuguaglianza imperante in questi anni.
Una vergognosa ricetta di successo, con cui Silvio Berlusconi si presentò sulla scena politica alla fine della Prima Repubblica (lo slogan vittorioso “meno tasse per tutti”); che ora riprende il neofita Matteo Renzi. Mentre si abbatte a colpi di piccone la scuola pubblica, si combattono i diritti del lavoro per consentire la gestione del business con molto bastone e un po’ di carota a un ceto manageriale incapace, si intende disarmare la magistratura inquirente perché non trovi collusioni tra malaffare e personale di partito, si lascia intuire ai malati che per salvare la pelle è meglio ricorrere alla sanità privata.
Il tutto a fronte di promesse non mantenibili (stante il pauroso deficit che ci opprime) di alleggerimenti futuri. Nell’intento immediato dell’epigono toscano di un americanista brianzolo di fare l’en plein alla roulette elettorale.

lunedì 27 luglio 2015

Sconosciuto amico. - Rosario Viola.



E' difficile non essere banali quando ti trovi davanti a scene del genere.
Il mio pensiero questa sera va a questo mio sconosciuto amico, beccato nel solito autobus del ritorno a casa;
Grazie di questa meravigliosa immagine amico mio, e scusa se ti ho rubato una foto, ma è più forte di me, gli eroi mi affascinano e devo fotografarli.
E sappi che per me eri il più elegante di tutto l'autobus, indossavi il vestito della stanchezza e della fatica vera, ed è il più bello di tutti.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10206228299259530&set=a.1227913391081.34222.1626455591&type=1&theater

KRUGMAN: GLI IRRITANTI DIFENSORI DELL’EURO. - Paul Krugman


Il Nobel Paul Krugman scrive un articolo un po’ velenoso contro quelli che lo accusano di non capire, da economista, le motivazioni politiche dell’euro e la sua importanza per il “progetto europeo”. Krugman rifiuta di essere considerato così ingenuo, e mostra di capire benissimo queste motivazioni. Il problema è che un progetto (l’euro) che non solo non era fondato economicamente, ma era palesemente votato alla catastrofe, non poteva servire nessuno scopo politico positivo, e i fatti lo stanno dimostrando. 
di Paul Krugman, 22 luglio 2015
C’è un qualsiasi buon argomento per non dire che la creazione dell’euro è stato un errore di dimensioni epiche? Forse. Ma gli argomenti che ho sentito finora sono alquanto pessimi. E sono anche decisamente irritanti.
Un argomento che continuo a sentire è che gli economisti critici, come me, non capiscono che l’euro è stato un progetto politico e strategico, anziché un mero fatto economico con dei costi e dei benefici. E certo, infatti io sono un rozzo e ottuso economista che non sa nulla dell’importanza della politica e delle strategie internazionali nelle decisioni politiche, uno che non ha mai sentito parlare di progetto europeo e del suo fondamento nel tentativo di lasciarsi dietro le spalle una storia di guerre, per non parlare del rafforzamento della democrazia durante la Guerra Fredda.
Certo, io non so nulla di tutto ciò. Il punto, però, è che mentre il progetto europeo, in ogni sua fase, ha combinato obiettivi economici con dei più ampi obiettivi politici – si parlava di pace e democrazia attraverso l’integrazione e la prosperità – non ci si può aspettare che l’intero progetto funzioni se le misure economiche che vengono decise non sono valide in sé e per sé, o quantomeno che non siano catastrofiche. Ciò che è successo durante la marcia verso l’euro è che le élite europee, per amore della moneta unica presa come un simbolo, hanno chiuso la mente ad ogni avvertimento sul fatto che un’unione monetaria – a differenza della semplice rimozione delle barriere al commercio – era quantomento ambigua nella logica economica, e nei fatti, per quanto si può dire e già era stato detto fin dall’inizio, una pessima idea.
Un altro argomento, che stiamo sentendo dalle economie europee depresse come la Finlandia, è che i costi a breve termine dell’inflessibilità sono più che compensati dai presunti enormi guadagni ottenuti da una maggiore integrazione. Ma dov’è l’evidenza di questi enormi guadagni? In un articolo si dice che siano dimostrati dalla forte crescita della Finlandia negli anni che hanno preceduto la crisi. Ma si può riconoscere il merito del boom della Nokia alla moneta unica?
Be’, il grafico qui sotto mostra un confronto che ho trovato interessante tra la Finlandia e la vicina Svezia, paese, quest’ultimo, che nel 2003 ha rifiutato l’appartenenza all’euro tramite referendum. (Mi ricordo quel voto: gli amici svedesi che condividevano con me le preoccupazioni sull’euro mi telefonarono nel cuore della notte per festeggiare.) Per entrambi i paesi considero il 1989 come punto di partenza. Si tratta dell’anno prima della grande recessione scandinava degli anni ’90, dovuta ad una corsa agli sportelli e ad una enorme bolla immobiliare.
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Dopo quella recessione la Finlandia a conosciuto un lungo periodo di solida crescita economica. Ma anche la Svezia, e tra i due paesi è difficile scorgere una qualsiasi differenza nella loro buona performance economica. Di certo non c’è nulla che indichi che l’appartenenza all’euro [della Finlandia, ma non della Svezia, NdT], abbia avuto un qualche ruolo speciale nella crescita. Dal 2008, invece, la Svezia ha iniziato – nonostante una gestione incostante della politica monetaria – a fare molto meglio.
Come ho detto, forse esistono anche degli argomenti da opporre all’affermazione che l’euro è stato un errore, ma far notare che la politica è importante, e che le economie crescono, non funziona. Le scorciatoie che credete voi non ci sono.

Manovra sanità. Cgil: “Ancora e solo tagli lineari. A rischio i Lea e il Patto per la Salute perde per strada quasi 5 miliardi in due anni”

Forti critiche della Cgil al pacchetto sanità degli emendamenti del Governo al decreto Enti Locali dove si recepiscono i contenuti dell’Intesa Stato Regioni del 2 luglio scorso. Dito puntato soprattutto sui tagli ai beni e servizi e sulla previsione di scaricare sui cittadini il costo delle prestazioni specialistiche inappropriate. 

IL DOCUMENTO.

22 LUG - Con un documento di analisi dettagliato la Cgil interviene sugli emendamenti presentati lunedì scorso dal Governo al decreto Enti Locali nella parte in cui recepiscono l’Intesa Stato Regioni del 2 luglio scorso.

Ecco punto per punto le osservazioni del sindacato:

Beni e servizi. Per beni e servizi si tratta di un ulteriore taglio “lineare” che si aggiunge a quelli sin qui stabiliti da precedenti manovre finanziarie: avrà effetti pesanti sulle condizioni dei lavoratori che forniscono servizi in appalto o convenzione (e sulla qualità dei servizi stessi), oltreché sulla filiera delle aziende di fornitura di beni. E’ positivo il tentativo di fissare prezzi di riferimento, anche grazie all’ANAC, e di vigilare su un settore di spesa esposto a rischi di spreco e corruzione. Occorre tuttavia una grande attenzione nel definire i prezzi di beni, quali una parte dei dispositivi medici, difficilmente standardizzabili e per i quali serve sviluppare l’HTA.

Prestazioni inappropriate. L’obiettivo di rendere appropriate le prestazioni del SSN è certamente necessario, tuttavia si tratta di un operazione delicatissima che riguarda “il perimetro” di copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per i cittadini e che pertanto deve essere trattata, già nella fase di predisposizione del Decreto Ministeriale, con la massima trasparenza e il confronto anche con le forze sociali. Inoltre non è accettabile “scaricare” sul cittadino la responsabilità - e quindi il costo - circa l’appropriatezza della prestazione. La norma in questo senso deve essere meglio precisata a tutela del cittadino, come accade per alcune condizioni di erogabilità già attive per diverse prestazioni dei LEA. Ad esempio, bisogna definire che si tratta di prestazioni “ad alto rischio di inappropriatezza” e si deve utilizzare la formula: “tali prestazioni non possono essere poste a carico del SSN”, anziché “sono poste a carico dell’assistito”.

Standard ospedalieri. L’attuazione dei nuovi standard ospedalieri si sta realizzando come mero taglio ai servizi, così non solo colpisce il personale, ma sta avvenendo senza alcun investimento per costruire “alternative” alle chiusure, che dovrebbero invece essere riconversioni con l’apertura di servizi territoriali.

Rideterminazione del Fondo sanitario. Come abbiamo già ricordato subito dopo l’approvazione della Legge di Stabilità 2015, e della relativa Intesa Stato Regioni del 23 febbraio scorso, Il Patto per la Salute “perde per strada” quasi 5 miliardi. E resta tuttora quasi del tutto inapplicato.

L’effetto dei tagli sul Livello di Finanziamento previsto dal Patto Salute:
· Anno 2015: scende da 112,062 a 109,710 miliardi di euro (-2,352 miliardi)
· Anno 2016: scende da 115,444 a 113,092 miliardi di euro (-2,352 miliardi)

Fatto ancor più grave è che i tagli agiranno anche per gli anni successivi al 2016, aggiungendosi a quelli già stabiliti con le precedenti manovre finanziarie. Inoltre, per il 2015 le misure non hanno tempo di essere attuate, non a caso molte regioni si sono già attivate per fronteggiare quella che è una riduzione lineare del finanziamento.
Per il 2016 e gli anni successivi le misure definite costituiscono comunque una spending review come “riduzione del danno” per fronteggiare il taglio del finanziamento e non finalizzata ad ottenere risparmi da mantenere nel SSN (come prevedeva il Patto per la Salute). Così si riducono ulteriormente le risorse per garantire beni e servizi ai cittadini e per rinnovare il contratto ai lavoratori.


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domenica 26 luglio 2015

Semi di chia.


Sauna, bagno turco, aromaterapia.



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Progetto Casa GG: la casa che si costruisce in poco tempo e non consuma niente.


Casa GG
Progetto Casa GG: la casa che si costruisce in poco tempo e non consuma niente

Una casa che si costruisce in poco tempo e consuma pochissima energia: è la Casa GG, una casa passiva progettata in Spagna per essere sostenibile ed economica.

Una casa che si costruisce in pochi mesi, con 6 soli moduli e che consumi un solo kilowatt di corrente, da oggi è una realtà. Grazie allo studio di progettazione Alventosa Morell Arquitectesche ha realizzato questo progetto nei pressi di Santa Maria de Palautordera, in Spagna.
Si chiama Casa GG,ed è una “macchina per vivere” rispettosa dell’ambiente e del paesaggio, ma anche economica nella gestione quotidiana dei consumi. Disposta su di un unico livello, è composta da sei moduli in legno d’abete prefabbricati posizionati prendendo in considerazione l’orientamento solare e le diverse piante presenti sull’area, può essere costruita in soli 4 mesi. 
I volumi si adagiano sul terreno tra i tronchi degli alberi ad alto fusto. In questo modo, anziché tagliarli per realizzare l’abitazione, si è deciso di farla interagire con essi.
Il risultato è originale anche nell’estetica: infatti la casa ha una forma tentacolare. I moduli ospitano rispettivamente le tre camere da letto, la cucina, il bagno, il soggiorno, un locale per le biciclette e per le attrezzature da giardino. Gli spazi di collegamento tra i blocchi in legno sono vetrati e ospitano la sala da pranzo e uno studio.
terrazza
La terrazza della Casa GG
I materiali utilizzati sono stati reperiti in zona e tutti riciclabili (soprattutto legno locale), quindi hanno un impatto minimo sull’ambiente. In inverno poi, la casa viene riscaldata grazie alla presenza di un solo radiatore da un kilowatt in funzione per due ore al giorno. E’ l’intelligente posizionamento dei moduli che sfrutta l’irraggiamento solare naturale a permettere un riscaldamento più naturale.
esterno casa GG
Veduta dell’esterno della Casa GG
Inoltre, le pareti disperdenti sono state isolate grazie all’inserimento di uno strato coibente in cellulosa e di una lamina impermeabile traspirante. Infine, le ampie vetrate nelle giornate di sole funzionano come una serra,creando così un “cuscinetto” di aria calda.
studio casa GG
La zona studio, rivestita di legno certificato FSC
Ma ora vi starete chiedendo: e d’estate? Si trasforma in un forno? Per fortuna la risposta è no. La ventilazione naturale, unita all’alto livello di isolamento e all’ombreggiamento dovuto alla vegetazione circostante,garantiscono temperature gradevoli negli ambienti interni, senza bisogno di ricorrere al condizionamento.
cucina passante
L’ampia cucina passante con armadio di contenimento in legno che nasconde le porte alle stanze
Insomma, è fresca d’estate e calda d’inverno. Il tutto in modo naturale e senza condizionatori che consumano corrente e fanno male alla salute.
ammezzato
Ammezzato della Csaa GG.

LHCb OSSERVA I PENTAQUARK, PARTICELLE ESOTICHE A CINQUE QUARK.




LHCb, uno dei quattro grandi esperimenti del Large Hadron Collider LHC, il superacceleratore del CERN a Ginevra, ha riportato la scoperta di una classe di particelle esotiche note come pentaquark. La collaborazione ha pubblicato oggi sul sito open access arXiv.org lo studio che descrive questi risultati, sottomesso per la pubblicazione alla rivista Physical Review Letters.


“Il pentaquark osservato non è soltanto una nuova particella - ha spiegato Alessandro Cardini, responsabile dell’esperimento LHCb per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN – ma anche un nuovo modo in cui i quark, che rappresentano i costituenti fondamentali di neutroni e protoni, possono combinarsi tra loro, in uno schema mai osservato prima in oltre cinquant'anni di ricerche sperimentali. Ulteriori studi delle proprietà dei pentaquark ci permetteranno di comprendere meglio la natura di neutroni e protoni, i costituenti della materia di cui siamo fatti noi e tutto ciò che ci circonda”, conclude Cardini.


La nostra comprensione della struttura della materia è stata rivoluzionata nel 1964, quando il fisico americano, Murray Gell-Mann, ha proposto che una categoria di particelle, note come barioni, e che comprende protoni e neutroni, fossero composti di tre oggetti chiamati quark, e che un’altra categoria, i mesoni, fossero invece formati di coppie quark-antiquark. Gell-Mann fu insignito per questo lavoro del Premio Nobel per la fisica nel 1969. Ma il modello a quark elaborato da Gell-Mann permette anche l'esistenza di altri stati di aggregati di quark, come il pentaquark, appunto, composto da quattro quark e un antiquark. Fino ad ora, tuttavia, nonostante una ricerca serrata durata mezzo secolo e condotta da parte di molti esperimenti in tutto il mondo, non era mai stata portata nessuna prova conclusiva dell’esistenza del pentaquark.


I ricercatori di LHCb hanno cercato stati di pentaquark esaminando il decadimento di un barione, conosciuto come Λb (Lambda b), in altre tre particelle: una J/ψ (J-psi), un protone e un kaone carico. Lo studio della distribuzione dell'energia della J/ψ e del protone ha rivelato che stati di aggregazione di materia intermedi, i pentaquark appunto, si formano a volte nel corso del decadimento di questi barioni.

"Approfittando della grande mole di dati forniti da LHC, e potendo contare sull'eccellente precisione del nostro rivelatore, abbiamo esaminato tutte le possibilità per questi segnali, e abbiamo concluso che si può spiegare solo con stati di pentaquark", spiega il fisico della collaborazione internazionale LHCb Tomasz Skwarnicki, della Syracuse University negli Stati Uniti, che ha coordinato lo studio. "Più precisamente gli stati devono essere formati da due quark up, un quark down, un quark charm e un anti-quark charm", conclude Skwarnicki.


La ricerca di questi nuovi agglomerati di quark dura da cinquant’anni e conta numerosi risultati che inizialmente erano sembrati positivi ma che successivamente, sottoposti a ulteriori verifiche, si sono rivelati invece inconcludenti. Ora, il risultato dell’esperimento LHCb è forte di un’analisi dei dati estremamente accurata a rigorosa, basata su un’elevatissima statistica, mai raggiunta prima, e su un’altissima precisione del rivelatore. LHCb è stato così in grado di studiare i pentaquark da molte prospettive, e tutte puntano alla stessa conclusione. È come se gli studi precedenti avessero individuato delle silhouette nel buio e le avessero associate ai pentaquark, mentre LHCb ha condotto la sua ricerca a luci accese e da tutte le angolazioni.
"L'esistenza di particelle esotiche, quelle che non riusciamo a inquadrare nei modelli che descrivono mesoni e barioni, è ormai un fatto sperimentalmente accertato: ad esempio, stati con quattro quark sono già stati scoperti in diversi esperimenti, incluso LHCb”, approfondisce Pierluigi Campana, a capo della collaborazione internazionale LHCb dal 2011 al 2014. “Però adesso abbiamo una forte indicazione di qualcosa di equivalente per i cinque quark. E questo grazie alla capacità di LHCb di riconoscere la natura delle particelle, in mezzo a quella tempesta di tracce che ci è generosamente offerta dalle collisioni a LHC”, conclude Campana.
Ma questo risultato non è conclusivo, perché i pentaquark sono una classe di particelle che ci può aprire le porte a una comprensione molto più approfondita della materia. Infatti, se noi conosciamo bene la forza elettromagnetica che tiene legati assieme gli atomi, cioè i nucleoni e gli elettroni, non altrettanto possiamo dire della forza forte, che tiene legati sia i protoni e i neutroni all’interno del nucleo, sia i quark che li compongono tra di loro.
“La scoperta della collaborazione LHCb, di uno stato composto da cinque quark, se sarà confermata, arriva gradita, ma non inattesa”, commenta Luciano Maiani, fisico teorico fra coloro che hanno maggiormente contribuito agli studi sui quark. “Nel lavoro in cui introduceva i quark, Gell-Mann aveva anche suggerito che, oltre ai mesoni noti fatti da una coppia quark-antiquark, potessero esistere particelle mesoniche composte da due coppie quark-antiquark (tetraquark) e che, oltre alle particelle barioniche composte da tre quark, potessero esserci dei pentaquark. Ci attende adesso l’esplorazione di un nuovo mondo di particelle, al CERN e ai collisori elettrone-positrone in Giappone e in Cina. Speriamo di trovare, nei pentaquark, quella “pistola fumante” che convinca anche gli scettici dell’esistenza di una nuova serie di particelle subnucleari, che ci daranno informazioni cruciali sulle, ancora misteriose, interazioni forti”, conclude Maiani.
Quindi, si apre ora tutto un nuovo filone di ricerca. Il passo successivo per l'analisi sarà perciò studiare come i quark sono legati all'interno dei pentaquark. I quark, infatti, potrebbero essere strettamente vincolati, oppure potrebbero essere tenuti assieme più debolmente in una sorta di molecola mesone-barione, in cui il mesone e il barione risentono del residuo dell’interazione forte, la stessa forza che lega protoni e neutroni a formare i nuclei. Saranno quindi necessari ulteriori studi per distinguere tra queste possibilità, e per vedere che cosa i pentaquark possono insegnarci. I nuovi dati che LHCb raccoglierà durante il RUN2 di LHC consentiranno di compiere progressi in questo campo.
Approfondimento
di Luciano Maiani
Idee sulla struttura di tetra e pentaquark sono state avanzate da diversi autori a partire dagli anni ’70 del secolo scorso (R. Jaffe, poi G. Rossi e G. Veneziano e successivamente R. Jaffe e F. Wilczeck), ma nessuna prova sperimentale indicava allora la presenza di particelle più complicate del minimo necessario. La situazione è cambiata con la scoperta di particelle costituite da quark “pesanti”, il quark charm e il quark beauty. Nel decadimento di una particella con quark pesanti, questi ultimi non possono “sparire”: li possiamo rintracciare nelle particelle dello stato finale e vedere se nella particella iniziale non ce ne dovessero essere degli altri. L’idea che alcuni mesoni, osservati a partire dal 2003 e non interpretabili nello schema tradizionale fossero tetraquark formati da una coppia di quark pesanti e una di quark leggeri, è stata avanzata nel 2005 dal nostro gruppo (L. Maiani, A. Polosa, F. Piccinini, V. Riquer) e approfondita negli anni successivi, tra gli altri da S. Weinberg e da S. Brodsky, negli USA. Mesoni contenenti una coppia di quark beauty sono stati interpretati come tetraquark da A. Ali e altri collaboratori del laboratorio DESY, in Germania. Nel 2007, la scoperta del mesone Z+, da parte della collaborazione BELLE in Giappone, è stata confermata nel 2014 da LHCb. Oltre a una coppia charm-anticharm, che ha nel complesso carica elettrica zero, lo Z+ “deve” contenere una coppia di quark leggeri, per arrivare alla carica elettrica positiva osservata, proprio come previsto dai nostri tetraquark. I pentaquark osservati sono di questo tipo: decadono in un mesone charm-anticharm e in un protone, quindi devono contenere, in aggiunta, due quark up e un quark down. L’esistenza dei pentaquark è una logica conseguenza dell’esistenza dei tetraquark.

Albergo diffuso: cosa sono gli alberghi diffusi e dove sono in Italia?


Santo Stefano di Sessanio

Vivere la vita di un borgo e sentirsi come un suo abitante: è questa la filosofia alla base del modello turistico dell’Albergo Diffuso. Un modello di sviluppo del territorio che inserisce le strutture ricettive all’interno di un centro abitato. Un’ospitalità nuova, diventata relativamente nota in Italia negli ultimi anni, e che ha salvato da morte certa decine di piccoli paesini ormai disabitati.
L’Albergo Diffuso funziona in buona sostanza così: gli alloggi sono sparsi in diverse strutture dislocate su tutto il centro cittadino. I servizi offerti sono gli stessi degli alberghi, ma l’aria che si respira è diversa. È pulita, sa di natura, di vita a contatto diretto con chi in quel borgo ci vive da sempre. Gli edifici dell’albergo sono generalmente stabili antichi e di pregio ristrutturati e ammobiliati con tutti i comfort. L’impatto sull’ambiente è bassissimo, perché non si costruisce nulla di nuovo. Si restaura ciò che già esiste senza usare il cemento, poco eco-friendly.
Affinché si possa realizzare un turismo innovativo come questo occorre rintracciare un paese, parzialmente abbandonato e dal forte interesse storico-ambientale; individuare gli edifici capaci di accogliere diversi ospiti; e procedere a ristrutturarli nel pieno rispetto della natura e della loro identità storica. Ma c’è di più, l’impatto sulle relazioni umane. Una realtà fatta di poche persone dà la possibilità di intrecciare legami solitamente più genuini che non in una zona a turismo di massa. Ecco perché chi vive una vacanza del genere torna a casa più rilassato e con un bagaglio di esperienze maggiore. Perché ha avuto modo di parlare, capire e guardare un mondo da un’angolazione nuova.
Sul sito dell’AdiAssociazione nazionale Alberghi Diffusi (http://www.alberghidiffusi.it), c’è un elenco delle 40 strutture presenti in Italia classificate per regione. In Emilia Romagna, sull’Appennino tosco-emiliano, esiste un piccolo borgo arroccato sulle montagne. Si chiama Portico di Romagna, qui è stato creato l’Albergo Diffuso “Al Vecchio Convento”.
In provincia di Rieti, nella patria degli spaghetti all’amatriciana, abbiamo l’Albergo Diffuso Villa Retrosi. Un gruppo di amici ha recuperato e ristrutturato le proprie abitazioni destinandole all’attività turistica. Assicurano che ogni intervento è stato fatto nel pieno rispetto dell’architettura paesaggistica. E in coerenza con la promozione di uno turismo ecosostenibile, dal 2007, a Villa Retrosi viene prodotta energia elettrica grazie a piccoli e potenti pannelli fotovoltaici.
Per non parlare della bellissima storia di Santo Stefano di Sessanio (nella foto in alto), un borgo di poche anime sul Gran Sasso che stava morendo prima di essere recuperato da Daniele Kihlgren, una storia emblematica che ci racconta Il Fatto Quotidiano e che rappresenta un interessante esempio di questa tipologia di struttura alberghiera. Ora il suo albergo diffuso Sextantio (http://www.sextantio.it) è un mirabile esempio di un borgo fortificato medievale recuperato alla vita.
Questi sono solo alcuni esempi, ma tante strutture si trovano nella guida curata dal Touring Club, in distribuzione dal prossimo aprile.
Perché gli alberghi diffusi in Italia sono ben più di quaranta e hanno tutti una storia da raccontare. Come per esempio lo Chalet del Capriolo a Cervara di Roma, un paesino sui Monti Simbruini che un turismo sostenibile di qualità sta contribuendo a recuperare.
Insomma, un mondo da scoprire e da esplorare, nonché un modo di conoscere angoli del nostro Paese semi dimenticati ed indubbiamente genuini.
Chi sceglie per le proprie vacanze un Albergo Diffuso sceglie anche gli abitanti del borgo che lo ospiterà. Perché fanno parte di quel patrimonio fatto di sapere e cultura che soltanto un turismo meno invasivo è capace di generare. Sono sempre di più i giovani che fiutano l’opportunità di lavoro e scappano da città super affollate e caotiche. Eppure ancora oggi non tutte le Regioni italiane hanno incentivato un’iniziativa del genere. Che cosa si aspetta?

venerdì 24 luglio 2015

Fisco, per far decollare rientro dei capitali arriva la sanatoria totale.

Fisco, per far decollare rientro dei capitali arriva la sanatoria totale

Il Sole 24 Ore scrive che l'ultima versione del decreto sulla certezza del diritto inviata alle Camere è diversa da quella uscita dal Consiglio dei ministri. Nella nuova bozza è previsto che chi aderisce alla voluntary disclosure e vuole sanare violazioni di norme fiscali commesse prima del 2009-2010 potrà farlo non solo senza rischiare conseguenze penali, ma senza pagare nulla.

Nell’ultima versione del decreto legislativo sulla certezza del diritto spunta una sanatoria per quanti hanno evaso il fisco in anni per i quali sono scaduti i termini di accertamento e ora aderiscono alla procedura per il rientro dei capitali dall’estero. Non solo non rischieranno il carcere, ma per quei periodi di imposta non dovranno neppure pagare sanzioni o imposte. A scriverlo è Il Sole 24 Ore, che sottolinea come si tratti di “una novità anche rispetto a regolarizzazioni e sanatorie passate, per le quali, invece, la non punibilità era comunque subordinata al pagamento di una determinata somma”.
Il maxi scontro agli evasori non c’era nella bozza esaminata in seconda lettura dal Consiglio dei ministri la settimana scorsa. Ma il quotidiano di Confindustria ha letto il testo trasmesso alle commissioni Finanze di Camera e Senato per il via libera definitivo e ha scoperto che è diverso da quello esaminato dal governo il 17 luglio. Una “manina” ha introdotto questa differenza non da poco.
La versione originaria, per incentivare l’adesione al rientro dei capitali che è partito in sordina a causa di incertezze nell’interpretazione della legge, specificava che chi inserirà nella pratica per la voluntary disclosure anche violazioni di norme fiscali commesse prima del 2009-2010 (anni per i quali le Entrate non possono più muovere contestazioni perché i reati tributari sono prescritti) avrà la certezza di uscirne senza conseguenze penali. Ma dovrà pagare le tasse dovute e le relative sanzioni previste dalla legge approvata lo scorso dicembre. Al contrario, stando al testo arrivato alle Camere per quelle annualità non occorrerà pagare nulla, nemmeno per “delitti anche gravi – si pensi alla dichiarazione fraudolenta o al riciclaggio“.
Di fatto, sottolinea il quotidiano finanziario, “è una norma sblocca-voluntary che tenta di far decollare l’emersione dei patrimoni detenut all’estero”: vale a dire che il governo, a caccia di risorse per la prossima legge di Stabilità, punta soprattutto a far salire il numero di pratiche per il rientro dei capitali e incassare il dovuto in relazione agli ultimi anni. A costo di rendere la norma molto simile a un condono. “Bisognerà capire tutti i reali effetti di questa ampia sanatoria anche sul passato che rappresenta una novità per il nostro ordinamento”, chiosa Il Sole.

Amenità.




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NASA: SCOPERTO UN PIANETA 'GEMELLO' DELLA TERRA .




Esiste un'altra Terra, che orbita intorno a un proprio sole e non e' escluso che li' potrebbe esserci altra vita. La sensazionale scoperta arriva dalla sonda Keplero.

Esiste un'altra Terra, che orbita intorno a un proprio sole e non e' escluso che li' potrebbe esserci altra vita. 
La sensazionale scoperta arriva dalla sonda Keplero ed e' stata annunciata dalla Nasa con queste parole: "E' una cosa che le persone hanno sognato per migliaia di anni". Il pianeta, denominato Kepler 452b, e' quasi della stessa dimensione della Terra si trova nella zona Goldilocks, ovvero "un'area abitabile" di un sistema stellare -dove, cioe', la vita e' possibile perche' non vi e' troppo caldo o troppo freddo per escludere la presenza di acqua- e la stella attorno alla quale orbita somiglia a una cugina anziana del nostro sole. 

Da questo punto di vista, hanno affermato gli scienziati della Nasa, il pianeta, distante 1.400 anni luce, puo' offrire uno squarcio di conoscenza su un futuro apocalittico della Terra. Orbita attorno a una stella molto simile al nostro Sole "Tra i candidati pianeti transitanti individuati dall`ultima analisi dei dati della missione, Kepler-452b non si trova solamente alla distanza giusta, ma è stato finalmente individuato attorno a una stella davvero vicina come caratteristiche al nostro Sole - commenta Alessandro Sozzetti, ricercatore dell`Inaf-Osservatorio astronomico di Torino -. 
In termini di somiglianza alla nostra Terra, Kepler-452b batte Kepler-22b, il primo gemello del nostro pianeta scoperto da Kepler quattro anni fa. La procedura di validazione dei dati Kepler sfortunatamente permette solo di verificare che l`oggetto non è un impostore (o falso positivo) e di determinarne con precisione il raggio. Per comprendere esattamente quale sia la sua composizione, e finalmente stabilire se sia davvero un pianeta di tipo roccioso come la nostra Terra, è necessaria una misura della sua massa (che combinata con una misura del raggio dà accesso a una stima della densità dell`oggetto), che può avvenire solo indirettamente misurando le variazioni periodiche nel moto stellare indotte dal pianeta. Per Kepler-452b, l`ampiezza di tale moto è probabilmente dell`ordine di 10 cm/s, un ordine di grandezza inferiore allo stato dell`arte (1 m/s) oggi raggiunto con strumenti quali HARPS-N sul Telescopio Nazionale Galileo. La misura effettiva della massa di Kepler-452b è quindi un obiettivo non semplice da realizzare, richiederà innovazioni tecnologiche per spingere la precisione delle misure ben oltre i limiti odierni". 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/La-notizia-che-abbiamo-sognato-per-migliaia-di-anni-Nasa-scoperto-un-pianeta-gemello-della-Terra-4f1148f4-6e4b-43fc-a92c-eb2114ec9cb7.html?refresh_ce

leggi anche:

I cacciatori di pianeti extrasolari: "Presto ne scopriremo uno abitabile" 
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/I-cacciatori-di-pianeti-extrasolari-a-Roma-Presto-ne-scopriremo-uno-abitabile-979bba34-7c34-4cde-a2a2-85780603f5ce.html

Scoperto Kepler-78b, il pianeta simile alla Terra 
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-f5ba09ad-780d-47af-b4e4-f586f4fbb49b.html

La Nasa presenta Kepler 413-b, il pianeta che barcolla con le stagioni pazze 
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Kepler-413-b-il-pianeta-pazzo-che-barcolla-ee36fd76-d0fe-4a3a-b601-5100fa268ef6.html

Gemelli diversi tra i pianeti extrasolari: scoperta tutta italiana 
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Gemelli-diversi-ecco-un-nuovo-genere-di-pianeti-extrasolari-Scoperta-tutta-italiana-bc0469ef-868b-4dfa-b0b8-7be888bee1f9.html

Nasa, scoperto Kepler-186f, il pianeta gemello della Terra. Potrebbe esserci acqua
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/scoperto-pianeta-gemello-della-Terra-Kepler-186f-cfecaedc-ceb8-4854-801e-818b2ef38af3.html

Un'altra Terra è possibile, annuncio Nasa

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2015/07/23/annuncio-suspence-nasa-arrivo-una-notizia-attesa-decenni_XXG1ZizClynheVpSRu9h9M.html

giovedì 23 luglio 2015

Palermo-Catania, interrotta anche la ferrovia.

Palermo-Catania, interrotta anche la ferrovia 

Le elevate temperature hanno provocato un problema tecnico alla tratta fra Enna e Dittaino, sulla linea ferroviaria Palermo-Catania. 
La circolazione tra le due stazioni è sospesa dalle 17.30. 
Attivato un servizio di bus sostitutivi fra Enna e Catania. Lo rende noto la società Ferrovie dello Stato, che per i prossimi giorni ha predisposto servizi navetta in caso di necessità a Catania, Dittaino ed Enna.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/07/21/news/palermo-catania_interrotta_anche_la_ferrovia-119556722/

Crocetta e la Corte dei Conti: i buchi del 2014. - Aurora Pullara




Le entrate complessive della Regione sono scese di ben il 10% passando da 19,7 miliardi a 17,6 miliardi. 
Ma se le entrate scendono, salgono invece le spese complessive impegnate che sfiorano i 19,9 miliardi contro i 18,4 miliardi del 2013. 
Soprattutto non si arresta il peso della spesa corrente che vale ormai l’82% dell’intero bilancio. Numeri che parlano chiaro, ma che vengono coperti dalla polemica politico- mediatica di cui è protagonista il governatore siciliano. 
“I gossip” di cui si sente vittima Crocetta lo stanno ‘salvando’ dal buco dei conti della Regione. Dati oggettivi che dimostrano la inadeguatezza di Rosario al comando della Sicilia, e che dovrebbero decretare da soli, al di là della vicenda Tutino – Borsellino, le sue dimissioni. 
Dimissioni che non si vedono all’orizzonte, tutt’altro, tant’è che Crocetta chiede ancora un mese di tempo per fare le riforme. 
Ma l’ultimo anno Crocettiano è stata una discesa in caduta libera, l’operato del suo Governo negli ultimi anni non ha intaccato che marginalmente i dati strutturalmente negativi della Regione. 
Nulla o poco è stato fatto sul fronte di quell’enorme stipendificio che è la Regione Sicilia. Solo i dipendenti a tempo indeterminato della Regione ammontano ancora a 14.950. Sommando quelli a tempo determinato si giunge a 17.325 unità. E ci sono anche i lavoratori cosiddetti esternalizzati da mettere nel conto. 
Si arriva a poco meno di 20 mila persone. 
Che pesano sulle casse della Regione e quindi dei contribuenti per quasi un miliardo di euro (938 milioni per l’esattezza). A questi vanno aggiunti i dipendenti pubblici-pensionati, un esercito di 16mila unità che percepiscono trattamenti per 608 milioni. Tra dipendenti ed ex dipendenti in pensione la spesa annua supera il miliardo e mezzo. Dati negati anche per quanto riguarda la mole dei residui attivi, cioè le entrate messe a bilancio, trascinate dagli anni passati e non ancora effettivamente incassate, è tuttora gigantesca totalizzando i 14,3 miliardi di euro. Di fatto l’80% dell’intero gettito delle entrate di un solo esercizio. Ma sono i dati differenziali a essere particolarmente tragici come sottolinea la magistratura contabile. C’è un buco di 980 milioni tra entrate correnti e spesa corrente (nel 2013 era di 248 milioni), mentre l’indebitamento netto è salito a 2,8 miliardi e la Giunta è dovuta ricorrere al mercato per oltre 3 miliardi contro invece una disponibilità positiva per 900 milioni l’anno precedente. 

http://www.ilmoderatore.it/2015/07/23/crocetta-e-la-corte-dei-conti-i-buchi-del-2014/

Bancarotta, rinviato a giudizio il senatore Denis Verdini.

Bancarotta, rinviato a giudizio il senatore Denis Verdini

La decisione del gup di Firenze arriva nell'ambito di un procedimento sul fallimento di un'impresa edile che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito Cooperativo fiorentino, presieduto all'epoca dall'esponente di Forza Italia. 

Il senatore Denis Verdini è stato rinviato a giudizio dal gup di Firenze. La decisione è arrivata nell'ambito di un procedimento in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta e la bancarotta preferenziale per il fallimento di una ditta che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito Cooperativo fiorentino, presieduto all’epoca dall’esponente di Forza Italia. A giudizio anche due imprenditori, padre e figlio. La prima udienza del processo si terrà il 13 ottobre.

La ricostruzione dell’accusa - Secondo l'accusa, nel 2010 ci sarebbe stata una triangolazione di denaro fra il Credito Cooperativo fiorentino e le imprese di Ignazio Arnone, la Srl Arnone, e del figlio Marco, la Cdm Costruzioni. 

La srl Arnone, dichiarata fallita nell'ottobre 2011, aveva un debito di 4 milioni con la banca di Verdini. 
In pratica, per la procura la banca avrebbe affidato alla Cdm costruzioni dei lavori di ristrutturazione di una sua filiale, pagandoli circa 1,7 milioni. Parte di quella cifra sarebbe stata girata dalla Cdm Costruzioni alla Srl Arnone, grazie a una sorta di subappalto che i pm ritengono sia stato fittizio, nel senso che quei lavori non sarebbero stati eseguiti. La Srl Arnone avrebbe così potuto versare 750 mila euro alla banca, per coprire parte del suo debito. Secondo la procura, Verdini sarebbe stato il regista di questa operazione, che da una parte avrebbe provocato il fallimento della Cdm Costruzioni, nell'agosto 2012, e dall'altra avrebbe favorito il Credito Cooperativo rispetto agli altri creditori della Srl Arnone.

L’avvocato di Verdini: “Capo d’imputazione non sta in piedi” - “Se l'imputato si fosse chiamato Giuseppe Rossi non sarebbe stato rinviato a giudizio – ha commentato Massimo Rocchi, legale di Denis Verdini –. Il capo di imputazione non sta in piedi perché è contradditorio. Si contestano due condotte che non possono esistere contemporaneamente”.

L’incontro con Berlusconi - “Dopo il leader di Sel, Vendola, ora tocca a Verdini. Oggi è il giorno del giudizio, anzi del rinvio a giudizio”, ha detto invece il neocapogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle Gianluca Castaldi. “Verdini che andrà a processo per bancarotta fraudolenta è la giusta 'benedizione' per l'avvio dell'avventura politica della nuova stampella del governo Renzi”, ha aggiunto. Il riferimento è alla possibile uscita del senatore da Forza Italia per formare un nuovo gruppo. 

Per discutere della questione, Verdini in mattinata ha visto Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli. L'incontro era stato programmato da tempo per tentare un chiarimento nei rapporti politici, dopo le tensioni degli ultimi mesi. Ma, secondo alcune indiscrezioni, Verdini si sarebbe recato dall'ex premier con già in tasca la lettera da inviare al presidente del Senato Pietro Grasso con la comunicazione della nascita del nuovo gruppo e l'adesione di 11 senatori in tutto. Alla fine dell’incontro, Verdini non ha rilasciato dichiarazioni.

http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2015/07/23/denis_verdini_rinviato_a_giudizio_senatore_forza_italia_bancarotta.html