giovedì 17 dicembre 2015

Per gli ex vertici di Banca Etruria in arrivo le sanzioni di Bankitalia. - Fiorenza Sarzanini




C’è anche Pierluigi Boschi tra i destinatari del procedimento disciplinare. Per gli inquirenti sarebbe irregolare la buonuscita di 900 mila euro per l’ex direttore. 

AREZZO I componenti del Consiglio di amministrazione di Banca Etruria sono stati sottoposti a procedimento disciplinare da Bankitalia. La pratica è ormai chiusa, entro qualche giorno le conclusioni saranno notificate e scatterà la procedura per l’invio delle controdeduzioni prima dell’erogazione delle sanzioni. È l’ultimo, clamoroso sviluppo delle verifiche effettuate sul dissesto dell’Istituto di credito toscano dagli ispettori della Vigilanza e adesso anche dalla magistratura. Nell’elenco ci sono l’ex presidente Lorenzo Rosi, l’ex vicepresidente Pierluigi Boschi, padre del ministro delle Riforme Maria Elena, e i consiglieri che hanno svolto l’intero mandato prima dell’arrivo del commissario.
Tutti ritenuti responsabili della «mala gestio» che ha causato un «buco» nei bilanci di circa 3 miliardi di euro, dei quali ben 2 miliardi sono riconducibili a «sofferenze». Nella relazione finale si parla esplicitamente di «anomalie non rimosse» e si contestano numerose operazioni ed emolumenti concessi. Si muove Palazzo Koch e va avanti l’indagine condotta dal procuratore Roberto Rossi. Tra le operazioni contestate dal pubblico ministero c’è quella con la Methorius spa, che ha tra i soci anche l’imprenditore Alfio Marchini. Nel 2013, anno in cui sarebbero state emesse le false fatture finite nell’inchiesta, la sua quota era pari al 30 per cento, attualmente è al 16,6 per cento.

L’emendamento alla legge di Stabilità. - Premi e consulenze 
Il provvedimento di Bankitalia chiude l’ispezione che dieci mesi fa aveva portato al commissariamento. Un lavoro cominciato il 14 novembre 2014 e terminato il 27 febbraio 2015 che aveva come obiettivo «il riscontro della situazione economico finanziaria con particolare riferimento alla valutazione del patrimonio vigilanza» ed era dunque ad «ampio spettro». Sono numerose le contestazioni ai componenti del cda. La principale riguarda le pratiche di finanziamento «in conflitto di interesse» per 185 milioni di euro che hanno generato perdite per 18 milioni di euro. Irregolare, secondo gli ispettori, anche il premio al personale per due milioni di euro e la liquidazione al direttore generale Luca Bronchi - in carica dal 30 luglio 2008 al 4 maggio 2014 - che ha ottenuto una «buonuscita» da 900 mila euro. Grave, come emerge dalla relazione, la posizione di Rosi e Nataloni che sono stati iscritti nel registro degli indagati per non aver comunicato il «forte conflitto di interessi»: hanno infatti ricevuto finanziamenti in favore di società senza comunicare che erano a loro riconducibili. In particolare Nataloni ha ottenuto fidi per 5 milioni e 400 mila euro «con previsione di perdite».

Che cosa è accaduto alle quattro banche. - Le sanzioni ai vertici - 
Si tratta di contestazioni formali che saranno notificate entro breve ai vertici di Etruria. È la seconda volta che accade, visto che al termine dell’ispezione conclusa il 18 marzo 2013, anch’essa «ad ampio spettro», furono erogate sanzioni per due milioni e mezzo di euro, di cui 144 mila a Pierluigi Boschi. In quel caso furono contestate «carenze nella funzionalità degli organi e nel sistema dei controlli con significative ricadute sulla qualità del portafoglio crediti, sulla redditività e sul patrimonio di vigilanza». Anche le nuove sanzioni saranno comunicate alla magistratura per la valutazione di eventuali illeciti penali, proprio come accaduto per Rosi e Nataloni.

Le carte e le denunce - Su ordine di Rossi, gli investigatori del Nucleo Tributario della Guardia di finanza stanno esaminando tutta la documentazione già acquisita nella sede di Etruria nelle scorse settimane. Entro qualche giorno cominceranno invece le verifiche sull’emissione delle obbligazioni straordinarie che dopo il decreto del governo non hanno più alcun valore. Si procede per il reato di truffa, ma non sono sufficienti gli esposti delle associazione dei consumatori depositati in questi giorni. Si tratta infatti di un reato per il quale si può procedere soltanto dietro querela di parte e dunque dovranno essere i singoli clienti a chiedere conto dell’operato della banca. Un’iniziativa che numerosi avvocati hanno già preannunciato per le prossime ore.

http://www.corriere.it/cronache/15_dicembre_17/per-ex-vertici-banca-etruria-arrivo-sanzioni-bankitalia-0a06a87a-a496-11e5-ba98-2a1f1a68e58f.shtml

Il compito delle banche, specie le più piccole, era proprio quello di propinare le obbligazioni spazzatura alla povera gente per cautelare chi in borsa specula e fa soldi. 
Sarebbe opportuno anche indagare per sapere che fine hanno fatto le azioni di Boschi padre - ho letto che ne possedeva più di 9.000 - quelle del fratello e quelle di "Alice nel paese delle meraviglie"....che tanto ricorda la Carfagna di berlusconiana memoria.
Io intravedo reati di aggiotaggio e insider trading: se non loro, chi poteva conoscere l'andamento dei titoli in borsa o poteva pilotarne la crescita e/o la diminuzione del loro valore?
In sintesi, i Boschetti padre, figlio e Maria santuzza hanno perso o guadagnato nell'affaire?


Cetta

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