sabato 2 maggio 2015

Sicilia, approvati Bilancio e Finanziaria Crocetta si salva per il rotto della cuffia.

crocetta cazzata col botto l'indagine su sicilia e servizi

(g.m.) Il bilancio è stato approvato e nessuno va a casa. Prevedibile. Ma la scena vissuta nelle ultime giornate al Parlamento siciliano è stata deprimente. La Sicilia sprofonda e nessuno vuole o sa provare a invertire la rotta. Il Governo “della rivoluzione” di Crocetta si è confermato un fallimento senza se e senza ma. Scena triste, quella del presidente che con un dito ha cercato di nascondere il “sole” del suo disastro. Trenta mesi in cui la voragine dei conti si è allargata, la funzionalità della macchina amministrativa è ridotta quasi a zero, la disoccupazione dilaga, le prospettive sono terrificanti. La Sicilia ha fatto l’ennesimo passo indietro e sembra proprio senza speranza. Sperare in un sussulto di dignità ormai non è nemmeno realistico.

Tre deputati di opposizione salvano la manovra finanziaria e lo stesso governo di Rosario Crocetta. Il governatore della Sicilia deve ringraziare la scelta di Vincenzo Vinciullo, del Nuovo centrodestra, di Girolamo Fazio del gruppo misto e di Giovanni Greco del Mpa se in Aula, a Sala d’Ercole, si è trovato il numero legale per far passare la Finanziaria e il Bilancio predisposti dall’assessore mandato da Roma, Alessandro Baccei per provare a mettere ordine negli scassati conti della Regione siciliana.
Dei 90 deputati dell’Ars (dalla prossima legislatura saranno 70) ne erano presenti 77: 13 sono in congedo. Il numero legale di 39 aveva fatto tremare la maggioranza: prima che i tre dell’opposizione decidessero di partecipare al voto
Vinciullo è entrato in aula, anche se il suo gruppo aveva abbandonato la votazione, Greco ha addirittura votato a favore della manovra passata con 39 voti sui 42 deputati presenti alla votazione finale di una maratona durata alcuni giorni.
Ha partecipato al voto soltanto (parte) della maggioranza. Forza Italia aveva abbandonato l’Aula parlando di “semplice, triste spartizione” da parte di un governo “irriguardoso nei confronti delle opposizioni”.
Duro anche Toto Cordaro di Cantiere popolare che ha parlato di “Governo che non ha più una maggioranza, che ha manifestato con spocchia la volontà di portare a casa quello che poteva: una lunga serie di marchette. Un gesto che non potrà non avere conseguenze di natura politica”.


Anche il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l’aula. “La sua avventura, presidente – ha detto a Crocetta il capogruppo Salvatore Siragusa nel corso dell’indicazione di voto finale – è alla fine. Lei è stato messo in panchina dalla sua stessa maggioranza, che non le ha fatto toccare palla e che non c’è. Non è in grado di andare avanti.

Il Vaffanculicum di Renzi e la robbbetta di opposizione. - Paolo Flores d'Arcais



Sulla legge elettorale “Italicum” (che la Boschi della vignetta del geniale Mannelli suFatto quotidiano ribattezza “Vaffanculicum”) Matteo Renzi va allo scontro frontale. 

Quando stampa e tv non siano totalmente plaudenti, due tamburellanti interrogativi caratterizzano i commenti: perché il Premier cerca questo “scontro finale” su un tema che interessa poco e niente alla stragrande maggioranza degli italiani? E fare dell’Italicum/Vaffanculicum una sorta di piccolo armageddon della politica nostrana è segno di forza o di debolezza? 

Sul primo punto la risposta è facilissima: Renzi cerca la battaglia campale su un tema i cui contenuti non interessano, e quindi sfuggono ai più, proprio per questo: che sarà vissuta come una battaglia in cui i contenuti contano pressoché zero, e dunque per i cittadini conteranno solo le “posture” e le “virtù” che in tale battaglia si manifesteranno: la coerenza dei propositi contro la tradizione delle lungaggini, l’energia contro la palude, il nuovo contro il vecchio, la riforma contro la conservazione, il coraggio di rischiare contro la vocazione a rassicuranti compromessi, ecc. Insomma la durlindana rottamatrice contro la melmosità delle nomenklature. 

Renzi perciò ne uscirà benissimo, vinca o perda (molto probabilmente vince). Tanto più che i suoi antagonisti nel centro-sinistra sono giganti della tempra di Bersani e Letta, D’Alema e Bindi, e infine Speranza (vi rendete conto?!), robbbetta che nessuno che abbia residui di lucidità può prendere minimamente sul serio, e la cui rottamazione resta una delle “gesta” che hanno fornito a Renzi il suo primigenio patrimonio di credibilità e consensi. 

Altra cosa sarebbe stata se nel centro-sinistra l’opposizione si fosse manifestata in modo netto e coerente (al momento di ogni voto) su tutte le questioni cruciali, a cominciare dal problema del problema la giustizia, e con esso quello dei media (e la legge bavaglio che li connette), e insomma fosse stata frontale fin dall’inizio, visto che il disegno di Renzi era evidente e organico. Ma un’opposizione capace di fare questo non sarebbe stata capace, quando era al governo (per quasi otto anni, in epoca berlusconiana) di tutto il miserrimo cabotaggio, e il berlusconismo di risulta, e la mimesi di corruzione, e insomma sarebbe stata una cosa completamente diversa fatta da persone completamente diverse. Mentre la robbbetta questo era in grado di dare, al governo e all’opposizione: in termini di libertà e giustizia, anche in dosi omeopatiche, il nulla. 

A questo punto è chiaro che l’armageddon formato twitter che vuole realizzare Renzi è una prova di forza, non di debolezza. Una prova con un margine di rischio, ovviamente, ma una prova di forza. E’ il compimento della rottamazione. Ottenuta in una sola mossa insieme a una trasformazione strutturale che rende l’esecutivo padrone dell’intera vita politica del paese: un regime plebiscitario di minoranza, dove con un terzo dei voti, e se le altre forze sono divise, si controlla il parlamento manu militari, si nominano tutti gli organismi di garanzia, si domina la tv di Stato, insomma si fa il bello e il cattivo tempo senza “lacci e lacciuoli”. 

Il berlusconismo realizzato. Grazie a quanti (la famosa robbbetta e anche qualcuno in più) hanno per anni e anni stigmatizzato come estremista chi combatteva senza transigere il regime di Arcore, hanno addirittura considerato “demonizzazione” e fanatismo l’uso del termine regime, e si sono dati voluttuosamente a ogni genere di inciucio, spacciandolo per genialità strategica e convincendo non pochi guru-gonzi del sistema mediatico e di “opinione”. 

Oggi siamo una non-democrazia senza opposizione, e quelle che passano per tale sono talvolta mero fascismo e/o razzismo rimpannucciato (Salvini, Meloni, ecc.), o pezzi di nomenklatura di finta sinistra non certo migliore della robbbetta (Vendola & Co). Resta il M5S, con le stranote contraddizioni, volatilità, dogmatismi, irrazionalità esoteriche, ma anche passione civile della base. 

Motivi di speranza pochi, dunque. Pochissimi. A incrementarli può esserci solo l’inventiva e le iniziative concrete che ciascuno di noi saprà costruire, per quanto in apparenza isolate e impotenti, senza aspettare che “arrivi” da chissà dove un nuovo strumento di azione politica di massa. 


http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-vaffanculicum-di-renzi-e-la-robbbetta-di-opposizione/

LA NOTTE DELLA DEMOCRAZIA. - Mariapia Caporuscio



Avere un uomo solo al comando in un paese come l’Italia, dove la degenerazione politica e la malavita organizzata la fanno da padrone, equivale a lasciare le chiavi di casa ad un ladro!
A questo punto si impone l’intervento del garante della Costituzione, per fermare questo vergognoso sfregio della Democrazia, ritenuta un ostacolo verso quella forma totalitaria che si intende raggiungere, lo stesso regime che a suo tempo fu abbattuto con una terrificante guerra mondiale.
Lo abbiamo già dimenticato quanto sia costato in vite umane, l’aver lasciato nelle mani di un solo uomo, il potere di decidere ogni cosa che riguarda la vita della nazione? Per davvero siamo disposti a ripetere l’esperienza? Non ne abbiamo abbastanza di violenze e abusi di potere, da riproporlo ancora una volta?
Sperare che ad opporsi a questo delitto, siano i parlamentari è pia illusione. Nessuno di questi buffoni detti “onorevoli” ha interesse nel fare qualcosa che non sia finalizzato al proprio personale tornaconto e pur di continuare a tenere il proprio fondo schiena sulle poltrone e vivere a sbafo e alla grande sulle spalle della classe lavoratrice, non sarà mai disposto a far cadere questa sconcia accozzaglia. Dunque questi poveri cittadini sono destinati nuovamente a perdere la libertà, a subire violenze, sottomissione e terrore, oltre che veder trascinare al disastro economico, morale e civile quella che è la più bella nazione del mondo?
Purtroppo ci si dimentica che oltre a questa ridicola banda di arroganti, di incompetenti arruffoni, esiste un partito (che in realtà risulta essere il primo votato dagli italiani) ma che tutti a cominciare proprio dalle massime cariche dello Stato, gli stessi politicanti, dal potere finanziario (che è il vero padrone) e dalla stampa (serva del governo di turno) è come se fosse del tutto inesistente. Inascoltati, denigrati, sbeffeggiati e classificati come antipolitici, quando i veri antipolitici sono proprio coloro che nascondendo quel che realmente vale questo Movimento, si rendono complici del degrado e della degenerazione politica di questo paese. Certo il Movimento Cinque Stelle con la sua fisiologica onestà, è per questa gente come l’acqua santa per il diavolo. L’onestà fa paura a chi ignora persino cosa sia. Se con l’arrivo del Movimento questa gente non può più depredare la nazione e sottomettere i cittadini, diventa per essi di vitale importanza disintegrarlo con qualsiasi mezzo. Sono inaccettabili le parole onestà, moralità, rispetto per chi intende continuare ad arricchirsi, calpestando i diritti della classe più debole.
Dobbiamo dunque rassegnarci a vivere in una non-democrazia, come si prefigge questo regime plebiscitario di minoranza, dove con un terzo dei voti si controlla il parlamento manu militari, si nominano tutti gli organismi di garanzia, si domina la tv di Stato, insomma si fa come ducetto comanda? Purtroppo da lor signori questa forma di abuso viene definita “moderna genialità strategica”.
Quando si deciderà questa popolazione ridotta a larve umane a reagire con un azione “politica” di massa?


https://mariapiacaporuscio.wordpress.com/2015/05/02/4424/