lunedì 8 giugno 2015

L’inchiesta di Report sull’amianto negli elicotteri della Guardia di Finanza. - Valentina Spotti

L'inchiesta di Report sull'amianto negli elicotteri della Guardia di Finanza

Nonostante il divieto, l'Italia continuerebbe a essere uno dei primi importatore al mondo di questo materiale illegale, che finirebbe anche negli elicotteri in dotazione alle forze armate, perfino all'insaputa del ministro dell'ambiente.

L’amianto è illegale in Italia. Eppure, secondo un documento del governo indiano, il nostro paese sarebbe uno dei maggiori importatori al mondo di questo materiale che continua ad essere utilizzato nell’edilizia sebbene sia stato ampiamente riconosciuto come nocivo e pericoloso per la salute. È quanto rivelato domenica sera da Report, nell’inchiesta di Giorgio Mottola che ha sottolineato come un documento dell’ente minerario del governo indiano, datato 2012, abbia indicato l’Italia come il primo paese importatore di amianto: oltre 2000 tonnellate ogni anno, stando a quanto dichiarato da Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto.
amianto elicotteri report
Photocredit: Report/Rai3

L’AMIANTO NEGLI ELICOTTERI DELLA GUARDIA DI FINANZA -

Nel solo 2011, l’Italia avrebbe importato dall’India 1040 tonnellate di amianto: «Si usa ancora oggi in alcuni contesti del settore militare, edile e in alcune aziende chimiche» – spiega Bonanni, dimostrando come, in Italia, il mercato dell’amianto sarebbe ancora particolarmente attivo, anche sul versante delle esportazioni. Il nostro paese avrebbe infatti esportato questo materiale fino al 2014, nonostante il divieto, importandolo anche da Stati Uniti e Cina. Amianto che sarebbe presente anche in alcuni elicotteri in uso dalla Guardia di Finanza, gli AB412, A109, NH500 prodotti dalla Augusta Westlandl’azienda guidata da Daniele Romiti, partecipata di Finmeccanica, che fornisce elicotteri a tutti i corpi armati dello Stato. Che “potenzialmente” gli elicotteri della Augusta Westland potessero contenere amianto è già noto ai vertici delle forze dell’ordine, mentre gli uomini dell’arma si trovano quotidianamente a contatto con le fibre di amianto, altamente pericolose per la salute, contenute nelle guarnizioni dei velivoli in uso anche dopo la messa fuorilegge dell’amianto. Gli elicotteri in questione sarebbero attualmente fermi per preservare la salute dei militari.

Crisi: Confcommercio, 15 anni per pil pro capite 2007.

15 anni per pil pro capite 2007 © ANSA


Consumi a livelli pre-crisi solo in 2030, redditi nel 2032.


Agli attuali tassi di crescita di pil, consumi e reddito disponibile, solo tra 15 anni, nel 2027, si tornerà al pil pro capite del 2007. La spesa delle famiglie pre-crisi si rivedrà nel 2030. Il reddito disponibile nel 2034. Lo stima l'Ufficio Studi Confcommercio. Per ridurre il recupero a 6-8 anni servirebbe un tasso di crescita doppio.
Tra il 2007 e il 2014, ricorda Confcommercio, gli italiani hanno patito una riduzione in termini reali del 12,5% del Pil, del 14,1% per il reddito disponibile e dell'11,3% per i consumi. 
Il ritorno ai livelli di crisi viene stimato sulla base di una crescita dell'1,25% per pil, dello 0,95% dei consumi e dell'1,05% per il reddito disponibile, a fronte di una variazione della popolazione in linea con le stime prodotte dall'Istat negli scenari di lungo periodo (+0,2%). Quanto all'ipotesi di un tasso di crescita doppio che permetterebbe di tornare ai livelli del 2007 in 6-8 anni, l'Ufficio Studi Confcommercio nota comunque che "la nostra economia non sperimenta da tempo" tali valori. "L'attivazione rapida delle riforme strutturali, aggiunge, il consolidarsi di un diffuso clima di fiducia favorevole e una credibile politica fiscale distensiva renderebbero questa sfida alla portata del nostro paese". Nota poi l'analisi di Confcommercio come le difficoltà a tornare ai livelli pre-crisi discendono da un "contesto altamente penalizzante in cui operano le imprese. "Le riforme devono correggere questi difetti che riducono la competitività e tengono bassa la produttività sistemica dell'Italia - viene spiegato -. Ponendo a confronto alcuni indicatori di Italia e Germania, si rileva come per i nostri imprenditori sia molto più difficile fare impresa. I tempi della giustizia, la pressione fiscale, i costi di gestione, la contraffazione e l'abusivismo si associano ad una difficoltà a sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie". "Nel 2014 - nota quindi l'Ufficio Studi Confcommercio -, la capacità del tessuto imprenditoriale dei servizi di mercato si è ridotta in maniera significativa, mostrando, tra iscrizioni e cancellazioni di imprese nei registri delle Camere di Commercio, un saldo negativo di circa 70mila unità". Grazie alla pur moderata crescita del pil la demografia delle imprese è vista però in miglioramento, "con un rilancio delle iniziative imprenditoriali ed una frenata della forte emorragia di aziende finora registrata". Nel 2015-2016 Confcommercio si attende un ridimensionamento del saldo negativo a 17 mia unità, grazie prevalentemente all'incremento atteso nelle iscrizioni. Di fronte a un pil più debole, il saldo negativo peggiorerebbe a 27 mila unità.

Migliorano i consumi, con una crescita congiunturale ad aprile dello 0,5%, la più elevata degli ultimi due anni, dopo il -0,1% di marzo. L'incremento tendenziale è dello 0,8% (+0,4% a marzo).
La crescita dello 0,5% registrata in particolare dall'Indicatore dei Consumi Confcommercio deriva da un aumento della domanda sia di servizi (+0,6%) e sia di beni (+0,4%). A marzo era sceso dello 0,1%. Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, le variazioni positive hanno riguardato soprattutto i beni e i servizi per la mobilità (+2,5%), grazie al buon andamento delle vendite di auto ai privati, gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa (+0,9%) e i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,6%). E' stato invece modesto l'incremento registrato per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%). Ed è stata stabile rispetto a marzo la domanda di alimentari, bevande e tabacchi e quella dei beni e servizi per la casa. In lieve calo la spesa per abbigliamento e calzature (-0,2%), in linea con il mese precedente, e per i beni e i servizi ricreativi (-0,1%).

Nel 2015 il pil crescerà dell'1,1% e i consumi dell'1,2%. Lo stima l'ufficio studi di Confcommercio che vede poi nel 2016 il pil crescere dell'1,4% e i consumi dell'1%. "La ripresa c'è, ma restano dubbi sulla sua intensità", segnala Confcommercio, citando i "nuovi elementi di incertezza" a maggio e i cali della fiducia di famiglie (-2,1%) e imprese (-0,1%). Sono flessioni attribuibili al contesto interno e tali preoccupazioni "sono la principale insidia alla trasformazione della ripresa statistica in vera crescita economica".

L’Agenzia delle Entrate e i controlli sui conti correnti.

L'ufficio dell' agenzia delle entrate a Pontedera, 4 maggio 2012.  ANSA/STRINGER

Saranno le banche e gli uffici postali a girare i nostri dati all’Agenzia delle Entrate. Il Fisco verrà a conoscenza dell’importo medio del conto rapportato a un anno.

Arriva il grande fratello fiscale. L’Agenzia delle Entrate dal 30 giugno potrà controllare quotidianamente i conti correnti dei contribuenti. La novità voluta dal governo con la legge di stabilità, amplia i poteri del Fisco.Con questa mossa il Fisco avrà accesso alla giacenza media dei nostri depositi e tutti i dati andranno nella “Superanagrafe” dei conti correnti. Saranno le banche e gli uffici postali a girare i nostri dati all’Agenzia delle Entrate.Il Fisco verrà a conoscenza dell’importo medio del conto rapportato a un anno. Il calcolo si ottiene dividendo i saldi giornalieri per 365. Il Fisco adesso fa una grande salto di qualità già adesso i correntisti sono nel mirino dell’Agenzia, ma con l’accesso diretto alle giacenze di fatto la marcatura sarà più stretta.
L’analisi costante del conto sarà un’arma contro i movimenti sospetti con riempimenti e svuotamenti del conto. L’obiettivo di questa operazione legata alla giacenza media, sostengono all’Agenzia, sono i controlli sull’Isee, lo strumento di valutazione della
situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate (borse di studio per i figli, esenzioni sanitarie o sgravi sulle rette scolastiche). Insomma per stanare i furbi, il Fisco violerà la nostra privacy e i nostri conti…
Di certo, se l'agenzia delle entrate avesse utilizzato lo stesso metodo con i politici, non credo che ci troveremmo in crisi economica causata, peraltro, proprio dalla pessima amministrazione di chi ci governa e legifera pro domo sua.
In Italia, con leggi che poi risultano illecite e anticostituzionali, si predilige monitorare il lavoratore e derubare il povero pensionato anziché chi prende mazzette.
cetta.