venerdì 17 luglio 2015

Grecia, torna in agenda la ristrutturazione del debito di Atene. Merito dell’asse Draghi-Usa (con buona pace di Schaeuble). - Paolo Fior

Grecia, torna in agenda la ristrutturazione del debito di Atene. Merito dell’asse Draghi-Usa (con buona pace di Schaeuble)

Gli Stati Uniti spingono, Bce e Fmi insistono. Risultato: la partita (tutta politica) è riaperta proprio quando sembrava che il muro tedesco fosse invalicabile. I negoziati saranno lunghi e difficili, specie perché sul tavolo c'è una rimodulazione profonda e non un lifting di facciata. Ma già il fatto di trattare è un punto a favore del governatore centrale nonché un colpo basso alla strategia germanocentrica della Merkel.

L’offensiva diplomatica statunitense e l’arrivo in Europa del segretario al Tesoro Jacob Lew un effetto lo hanno ottenuto subito: da giovedì al centro dell’agenda economica-politica dell’Unione europea c’è la ripresa dei negoziati sulla ristrutturazione del debito greco. Non una ristrutturazione di facciata, ma una rimodulazione profonda, in grado di rendere sostenibile nel tempo il terzo bail-out di Atene. Come verrà fatta – procrastinando di decenni le scadenze, sforbiciando anche i tassi d’interesse o tagliandolo tout court, o ancora in un altro modo ancora – poco importa, le modalità tecnico-giuridiche sono un dettaglio.
Quello che conta è che nelle prossime settimane si discuterà e si deciderà su questo, anche perché i principali creditori della Grecia, vale a dire il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea, sono in piena sintonia su questa linea. La novità è soprattutto rappresentata dalle dichiarazioni del presidente della Bce, Mario Draghi, che mercoledì ha avuto un lungo incontro con Lew, e che giovedì in conferenza stampa ha detto con chiarezza due cose: che è fuori di dubbio che il debito greco vada ristrutturato e che la Grecia resta nell’euro “whatever it takes”. E’ la traduzione politica di quello che Draghi intende per difesa a oltranza della moneta unica e che emerge in tutta la sua forza con la stoccata che riserva al falco tedesco Wolfgang Schaeuble: “Non farò commenti sulle affermazioni di uomini politici”.
Lo ha detto in conferenza stampa ai giornalisti che lo interrogavano a proposito delle reiterate affermazioni del ministro delle Finanze tedesco sull’opportunità di una Grexit temporanea. In quella frase c’è più di una presa di distanza: c’è la consapevolezza istituzionale di avere un ruolo diverso che impone il dovere di guardare le cose da una prospettiva più alta. Una consapevolezza che è emersa anche in queste drammatiche settimane, con manovre sul filo di lana nel tentativo di salvaguardare l’euro, evitare strappi all’interno del board della Bce stessa, che è composto dai banchieri centrali dell’Eurozona, nel non piegarsi ai diktat e alle pretese, come quella di chiudere i rubinetti della liquidità di emergenza alle banche greche. Una storia, quella di questi giorni, che in buona parte è tutta da scrivere, a partire dalla verità sullo scontro Schaeuble-Draghi che si è consumato nel momento più caldo delle trattative con la Grecia.
La difesa dell’euro, come si è visto, non è solo un fatto tecnico che ha a che fare con le leve della politica monetaria, ma è prima di tutto un fatto politico. Le pressioni americane stanno contribuendo a rimettere in gioco la palla, tanto che giovedì, con il via libera nella notte alle prime riforme da parte del Parlamentogreco, la situazione si è sbloccata: è stato approvato il via libera a nuovi negoziati con la Grecia, sono stati sbloccati gli aiuti immediati da 7 miliardi con anche il via libera di Londra(inizialmente contraria), la Bce ha aumentato di 900 milioni la liquidità di emergenza e soprattutto ha chiesto la cessazione graduale dei controlli di capitale, e soprattutto si è iniziato a parlare di ristrutturazione del debito.
Nulla si sa di come sia finito l’incontro Lew-Schaeuble che pur si è tenuto in tardo pomeriggio a Berlino. Tra poche ore il Bundestag dovrà votare il piano di aiuti alla Grecia e, nonostante molti mal di pancia, sembra certo che passerà. I tedeschi però hanno dovuto marcare comunque il punto con Schaeuble che pur dichiarando di votare a favore ha ribadito che una Grexit temporanea non sarebbe una cattiva idea. E la cancelliera Angela Merkel che ha difeso le posizioni del suo ministro: “Trovo espressamente giusto, in una tale situazione, riflettere e decidere su ogni possibile variante”, ha detto ai parlamentari del suo partito in una riunione straordinaria prima del voto. La trattativa che si sta per aprire sarà lunga e difficile, ma qualche speranza ancora c’è.

Montagne di ghiaccio su Plutone, prime immagini da New Horizons.




Miami (askanews) - 
Immagini sorprendenti ed emozionanti, che lasciano stupefatti anche gli scienziati: montagne ghiacciate che si stagliano sulla superficie di Plutone, raggiungendo i 3.500 metri di altitudine. 
Sono le prime fotografie inviate dalla sonda della Nasa New Horizons dopo il suo sorvolo a breve distanza del pianeta nano. 
Altra sorpresa, nella foto non ci sono segni di crateri, nonostante la vicinanza del pianeta alla fascia di Kuiper, un'area di asteroidi e detriti cosmici che bombardano costantemente Plutone e le sue cinque lune.
La NASA ha detto che le immagini suggeriscono che Plutone sia geologicamente attivo e la sua superficie contenga aree geologicamente giovani, meno di 100 milioni di anni, in un pianeta dall'età presunta di 4,5 miliardi di anni.
"Non ci aspettavamo niente del genere. Abbiamo stabilito che i pianeti molto piccoli possono essere attivi anche dopo un lungo tempo. Il sottosuolo su cui poggiano queste montagne deve essere di ghiaccio d'acqua" spiegano dalla NASA.
Finora si riteneva che corpi così piccoli non possedessero una quantità di elementi radioattivi sufficienti per fornire l energia necessaria per creare delle montagne. 
Una teoria che viene smentita dalle foto inviate dalla periferia del Sistema solare dalla sonda New Horizons - (immagini Afp)

http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2015/20150716_video_09481270/00033662-montagne-di-ghiaccio-su-plutone-prime-immagini-da-new-horizons.php

Il dottore di Crocetta intercettato: la Borsellino va fatta fuori come il padre. Bufera sul governatore.



Le frasi choc di Matteo Tutino al telefono con il presidente della Regione Sicilia. Lui prova a difendersi: non ho sentito, sono sconvolto. La figlia del magistrato: mi vergogno per loro.


«Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle non è un boss, ma un medico di successo: Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia arrestato nei giorni scorsi e medico personale di Rosario Crocetta. All’altro capo del telefono c’è proprio il governatore della Sicilia, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore alla Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Lo rivela L’Espresso nel numero in edicola domani, anticipato sul sito on line del settimanale. 

«Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era una zona d’ombra, non so spiegarlo. tant’è che io al telefono non replico. Se avessi sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so... sono sconvolto. Provo un orrore profondo», prova a difendersi Crocetta. E replica a chi chiede se ha intenzione di dimettersi: «Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so».  

La stessa Lucia Borsellino ha commentato al giornale radio della Rai: «Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro». Alla domanda su cosa pensi della giustificazione di Crocetta, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: «Non spetta a me fare commenti al riguardo». La Borsellino si era dimessa il giorno dopo l’arresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi.