lunedì 14 settembre 2015

Sudafrica, spunta nuova specie umana: l'Homo Naledi riscrive la storia dell'evoluzione.

(Ansa)


Il ritrovamento è avvenuto in una grotta a 50 chilometri da Johannesburg. Per gli scienziati si tratta di una svolta nella ricerca della nostra evoluzione.
Maropeng, 10 settembre 2015 - Gli scienziati parlano di una vera e propria svolta nella storia della nostra evoluzione: da una caverna del Sudafrica sono emersi resti di una nuova specie umana, finora sconosciuta. Si tratta dell'Homo Naledi, così perlomeno è stato ribattezzato dalla spedizione guidata dallo studioso Lee Berger, professore dell'università 'Witwatersrand' di Johannesburg. I fossili mostrano un sorprendente mix di caratteristiche umane. Potrebbe trattarsi di uno dei primi membri del gruppo evolutivo che comprende l'uomo moderno. 
IL RITROVAMENTO - Il ritrovamento è avvenuto in una grotta a 50 chilometri da Johannesburg, dove sono stati esumati i resti di 15 ominidi. Il nome Naledi significa "stella nascente" nella lingua Sesotho, parlata da alcune tribù sudafricane. Sono ancora molti gli aspetti da chiarire, ad esempio l'età delle ossa ritrovate, anche se sembra certo che quei resti appartengano a persone probabilmente portate nella grotta dopo la loro morte. Un comportamento rituale finora ritenuto un'esclusiva dell'Homo sapiens. "Ora abbiamo visto che un'altra specie aveva questa stessa capacità - dice Berger -. Questa è una scoperta straordinaria".
LE CARATTERISTICHE - Cervello minuscolo (come un'arancia), corpo snello di circa 150 centimetri di altezza e 45 chili di peso. Sono queste alcune delle caratteristiche fisiche dell'Homo Naledi in base all'esame dei reperti. La forma delle mani, inoltre, suggerisce una certa abilità nell'usare utensili, anche se le sue dita sono più ricurve di ogni altra specie ominide. Questo dimostrerebbe notevoli doti di arrampicata. 

Le parcelle, le accuse, l'inchiesta. La galassia dei beni confiscati. - Riccardo Lo Verso

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Amministratori giudiziari, consulenti a vario titolo, periti, commissari liquidatori, presidenti e consiglieri di amministrazione: nomine che si basano sul rapporto di stima e di conoscenza fra chi sceglie e chi viene scelto. La giustizia è una grande occasione di lavoro.

PALERMO - La parola d'ordine è fiducia. Perché fiduciari sono gli incarichi che ruotano attorno alla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Amministratori giudiziari, consulenti a vario titolo, periti, commissari liquidatori, presidenti e consiglieri di amministrazione: una galassia di nomine che si basa sul rapporto di stima e di conoscenza fra chi sceglie e chi viene scelto. Nomine giudiziarie e nomine "politiche". Senza contare gli incarichi - anch'essi fiduciari - assegnati dai pubblici ministeri, le consulenze tecniche disposte dai Tribunali in sede penale o civile e gli incarichi conferiti ai curatori dei fallimenti. La giustizia è una grande occasione di lavoro e guadagni, ma questa è un'altra storia.

In mancanza di un apposito albo dei professionisti da cui attingere la gestione dei beni strappati ai boss può reggersi sulla sola fiducia oppure, come in molti denunciano, ha finito per dare vita a dei centri di potere? È innegabile: l'esigenza di combattere la mafia colpendo i patrimoni dei boss è diventata una enorme macchina economica che va gestita a suon di incarichi. Quasi 10.500 immobili, circa 4.000 beni mobili e oltre 1.500 aziende che valgono 30 miliardi di euro e che generano incarichi, polemiche e, da qualche giorno, anche inchieste giudiziarie. Un patrimonio sterminato. Basti pensare che per la promozione della legalità e l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie è nata una associazione non governativa, Libera, oggi alla testa di un coordinamento di oltre 1500 tra associazioni e gruppi, che gestisce 1.400 ettari di terreni, dà lavoro a 126 persone e muove un fatturato che nel 2013 ha sfiorato i sei milioni di euro.

Un terremoto si è abbattuto da giorni sul Palazzo di giustizia di Palermo dove la presidente della Sezione misure di prevenzione Silvana Saguto ha lasciato l'incarico dopo essere finita nel registro degli indagati assieme al più noto degli amministratori giudiziari, Gaetano Cappellano Seminara. Quest'ultimo avrebbe affidato incarichi al marito del magistrato in una partita di giro, sporca e presunta. Nell'indagine sono coinvolti anche altri tre magistrati palermitani.

Di incarichi, parcelle d'oro, chiacchieratissimi conflitti di interessi e ragioni di opportunità si parla da tempo. Ora la questione si sposta sul piano penale, sfociando in un'inchiesta che ipotizza gravissimi reati: corruzione, induzione alla concussione e abuso d'ufficio. Trovare le prove è compito della Procura di Caltanissetta che da giorni cerca negli uffici del Tribunale i riscontri alle “ipotesi di corruttela”. L'inchiesta alimenta il tema della trasparenza nell'assegnazione degli incarichi. E si ritorna all'interrogativo iniziale: la scelta di chi deve gestire i beni può basarsi sul solo rapporto di fiducia fra chi assegna gli incarichi e chi li riceve? La fiducia può sgombrare il campo dai dubbi su alcune nomine? Da anni si parla di riforma del codice antimafia nella parte che riguarda i beni confiscati. Si avverte, dunque, la necessità di rivedere un sistema che rappresenta la più grande holding economica del Paese. Tra i fattori da risolvere in fretta, secondo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, ci sono “l'eccessiva lunghezza dei tempi del processo di prevenzione e la mancata attuazione dell'albo degli amministratori giudiziari che impone criteri di rotazione, il divieto di cumulo degli incarichi, e una maggiore trasparenza nel conferimento degli incarichi".

Gli stessi incarichi che non convincevano il prefetto Giuseppe Caruso, fino al 2014 direttore dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati: troppi affidamenti concentrati in poche mani. Concetto che ha ribadito in queste ore. Per la verità, negli ultimi tempi, le cose sono cambiate con i sequestri assegnati ad una cinquantina di nomi nuovi, fra avvocati e commercialisti. Caruso, due anni fa, puntò il dito contro Cappellano Seminara per il fatto che avesse incassato una parcella milionaria per la lunghissima amministrazione giudiziaria del patrimonio del costruttore Vincenzo Piazza e nel contempo pure i 150 mila euro come presidente del consiglio di amministrazione della Immobiliare Strasburgo dello stesso Piazza. A Caruso, ironia della sorte, la commissione parlamentare antimafia, chiese chiarimenti sulla nomina del "successore" di Cappellano Seminara, l'avvocato Andrea Gemma, da lui chiamato ad amministrare il patrimonio di Piazza una volta confiscato definitivamente e per questo passato sotto la competenza dell'Agenzia. Perché ad un certo punto la gestione dei patrimoni strappati ai boss passa di mano dalla magistratura alla politica, dai Tribunali all'ente del ministero dell'Interno. Sulla scelta di Gemma aveva pesato la sua vicinanza con il ministro Angelino Alfano? "Gemma - spiegò Caruso - è stato segnalato in sede di consiglio direttivo come persona che aveva già risolto il problema Valtur”. Già, la Valtur di cui Gemma, già consulente in passato di Alfano quando era ministro della Giustizia, è stato uno dei tre commissari straordinari scelti dal dicastero dello Sviluppo economico con l'obiettivo di mettere a posto i conti disastrati del gruppo turistico ormai in stato di insolvenza. In precedenza Gemma era stato nominato anche liquidatore di un'importante gruppo assicurativo e infine anche all'Eni.

Fiducia, sempre fiducia: un criterio, abbinato alle presupposte e necessarie capacità, che deve servire a blindare i beni ed evitare che tornino nelle mani sbagliate, ma che finisce per alimentare sospetti e veleni. Che non hanno risparmiato, ad esempio, la scelta della Saguto di affidare a Walter Virga la gestione di due tra i più importanti sequestri eseguiti in città negli ultimi anni. Quelli che hanno colpito i beni della famiglia Rappa (compresi una concessionaria di auto di lusso e l'emittente televisiva Trm) e la catena dei negozi Bagagli. Virga, il cui nome rispondeva nella logica di chi lo scelto alla volontà di trovare nuove figure, è un giovane avvocato, ma anche figlio di Tommaso, pure lui magistrato. E al Palazzo si mugugnava. Oggi si scopre, nella stessa inchiesta che ha coinvolto la Saguto, che l'incarico assegnato al figlio - questa è l'ipotesi - sarebbe un riconoscimento nei confronti del padre che aveva aiutato la Saguto durante un procedimento davanti al Csm, di cui Tommaso Virga è stato consigliere togato.

I beni confiscati sono un approdo per tanti ex. Ex magistrato, per l'esattezza ex procuratore generale a Messina, è Luigi Croce scelto dall'Agenzia dei beni confiscati come consigliere delegato di Villa Santa Teresa, la casa di cura bagherese confiscata all'ingegnere Michele Aiello, ex re della sanità privata siciliana, condannato per associazione mafiosa. Il consiglio di amministrazione è presieduto da un altro ex, il prefetto Giosuè Marino, per un periodo assessore regionale. Uomini delle istituzioni al di sopra di ogni sospetto che, però, non sono rimasti immuni dal brusio dei corridoi del palazzo. Eppure, dicono in tanti, basterebbe una riforma che facesse davvero un'operazione di trasparenza affinché la fiducia non finisse per apparire o, nella peggiore delle ipotesi, qualora la recente inchiesta approdasse ad un giudizio di colpevolezza, addirittura essere un separé per evitare gli occhi indiscreti.


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Mai più bollette: arriva la scatola che permette di vivere gratis.

Mai più bollette: arriva la scatola che permette di vivere gratis

Vuoi eliminare per sempre contratti e bollette? Con Off Grid Box non c'è bisogno di allacci e non si inquina: ecco il primo sistema che rende indipendente qualsiasi casa.

"Zero allacci, zero inquinamento, soddisfazione infinita": si legge sul sito di Off Grid Box, la prima scatola domestica capace di rendere indipendente da allacci e bollette qualsiasi abitazione. Niente più contratti per la luce, acqua, rifiuti o gas, vivere senza bollette, in autonomia totale, può sembrare un'utopia, ma con Off Grid Box è realtà. Da oggi è possibile vivere completamente gratis con Off Grid Box, un dispositivo di ultima generazione ideato dalla Fabbrica del Sole di Arezzo e presentato in tutta la sua efficienza ad Expo Milano 2015, in collaborazione con Oxfam, fino al 6 settembre 2015 in Cascina Triulza.


in foto: Off Grid Box in sostegno di oltre 2 mila abitanti delle Filippine colpiti dal passaggio del tifone Hayan del 2013
Che cos'è Off Grid Box?
Il modulo brevettato dalla Fabbrica del Sole è un dispositivo costituito da un piccolo container che può rendere indipendente qualsiasi unità abitativa. Off Grid Box è un modulo di autosufficenza in grado di produrre energia elettrica, raccogliere e trattare l’acqua piovana per usi domestici e l’irrigazione, produrre acqua calda sanitaria, riscaldare l'aria e altre numerose funzioni.

Come funziona Off Grid Box?
Il dispositivo Off-grid, che significa "disconnesso dalle reti", contiene al suo interno un pacchetto di pannelli solari fotovoltaici che si estraggono e si montano sul tetto del container per produrre energia. "L’Off Grid Box ci permette di produrne fino a 20 kWp, stoccarla in sicurezza in robusti accumulatori e convertirla in corrente alternata da usare proprio come quella della rete elettrica ma gratis!", spiegano gli ideatori di questo rivoluzionario dispositivo. "Il tetto fotovoltaico convoglia l’acqua piovana con una grondaia nella cisterna interna da 1500 litri. Una pompa ad alta efficienza con dei filtri meccanici ed UV (Ultra-Violetto) la debatterizzano per poterla usare in casa, nel giardino o nell’orto". E se ci si trova in posti dove non c'è molto sole, Off Grid Box è capace di usare anche la potenza del vento grazie ad una turbina che produce energia necessaria per rendere autosufficiente ogni abitazione.

Quanto spazio occupa Off Grid Box?
Il modulo ideato è un piccolo container di 2 metri di altezza per 2 metri di larghezza e 2 di lunghezza. È stato scelto un container per contenere tutto il necessario perché facilmente reperibile, robusto, facile da trasportare e costituisce un’ottima base per creare un locale tecnico aggiuntivo; si può anche parzialmente interrare, colorare o rivestire di legname e verde rampicante. Può essere installato fuori la propria abitazione singola da staccare da qualsiasi allaccio, o in un cortile di un palazzo, semmai a gruppi di moduli, per rendere autosufficiente anche un condominio.

Quanto costa Off Grid Box?
Il piccolo container di autosufficienza parte da un modello base di 15000 euro fino ai 30000 euro per il modello full optional che comprende anche un sistema di connessione internet e la caldaia a pellet o a legna in base al luogo di installazione dell'Off Grid Box. Una spesa iniziale impegnativa ma che vi permetterà di vivere completamente gratis in futuro. E in Italia il costo è finanziato al 100% determinando un risparmio netto dal primo giorno di utilizzo.

Come usare Off Grid Box?
Off Grid Box consente di eliminare per sempre contratti e bollette perché alimentato solo da pioggia, vento e sole, protegge l'ambiente perché usa fonti di energia rinnovabile e quindi ha un impatto zero sull'ecosistema; è perfetto per chi ha una casa indipendente e un piccolo spazio esterno in cui collocare il dispositivo, ma anche per chi vive in condominio. Off Grid Box può essere inoltre usato in caso di emergenze e crisi come è stato fatto nel nord della regione filippina del Cebu, duramente colpita dal passaggio del tifone Hayan nel 2013. Off Grid Box è stato usato per far fronte alle necessità primarie di una popolazione, come quella delle Filippine, rimasta del tutto priva di beni e servizi essenziali: oltre a fornire energia elettrica, Off Grid Box è stato utilizzato per produrre 6.000 litri d’acqua al giorno grazie anche ad un dissalatore ad osmosi inversa, completamente autosufficiente, contenuto all’interno del dispositivo, che rende l’acqua di mare potabile. Oltre 2.000 persone oggi nelle Filippine si servono dell’acqua e dell’energia fornite dai tre dispositivi Off Grid installati, gratuitamente e senza alcun impatto sull’ambiente. Dalle Filippine a Milano, passando per Arezzo, il lavoro realizzato a fianco della popolazione delle Filippine grazie all’Off Grid Box, e tutte le sue rivoluzionarie possibilità, è presentato in questi giorni ad Expo Milano 2015 fino al 6 settembre. 
Il futuro è Off-Grid.

http://design.fanpage.it/mai-piu-bollette-off-grid-box-la-scatola-che-permette-di-vivere-gratis/

Leggi anche: http://www.greenme.it/abitare/risparmio-energetico/15742-off-grid-tesla-batteria-autoconsumo

Pausa superata.




Dopo una pausa dovuta ad un intervento chirurgico di colecistectomia laparoscopica (e nausea da politica), rieccomi più pimpante di prima.
Le nuove tecniche chirurgiche sono favolose: oggi ricoverata, l'indomani dimessa.
Favolose perchè non danno neanche il tempo di pensare: dopo aver ottemperato in precedenza ad una serie di esami, ti danno appuntamento ad una certa ora di un certo giorno, durante il quale dopo la dovuta preparazione all'intervento, ti operano; l'indomani dopo aver controllato ogni tua reazione, prima ancora delle 24 ore dall'intervento, ti dimettono.

Qui un link che spiega tutta la procedura: 
http://www.my-personaltrainer.it/fegato/colecistectomia.html

Io ho avuto la fortuna di essere operata dallo staff di chirurgia generale dell'Ospedale Ingrassia, tutto ha funzionato alla perfezione in quanto a competenza, professionalità, igiene e gentilezza, ad esso va il mio sentito grazie.

Cetta.

PS. a chi interessa: http://scienzaesalute.blogosfere.it/post/494512/la-dieta-post-colecistectomia-e-quali-alimenti-evitare-per-stare-meglio