venerdì 8 gennaio 2016

IL MAGICO POTERE DEL RIORDINO: COME TRASFORMARE GLI SPAZI (E LA VITA). - Marta Albè

ordine metodo kondo

Grazie ad un metodo giapponese molto dettagliato potrete mettere finalmente in ordine la vostra casa, trasformare i vostri spazi e la vostra vita. L’ideatrice del metodo di riordino di cui vogliamo parlarvi è Marie Kondo.
E’ ormai molto famosa sia in Giappone che a livello internazionale per aver aiutato molte persone, dalle famiglie, alle donne single agli uomini d’affari, a riordinare la casa e l’ufficio in modo perfetto e senza pentimenti per essersi liberati di ciò che non serviva più.
Marie Kondo è un’esperta di economia domestica e una consulente del riordino. E’ autrice del libro “Il magico potere del riordino”, una guida per dare una svolta alla propria vita a partire dalla sistemazione della casa.
L'esperta parte dal presupposto secondo cui un’infinità di oggetti di ogni tipo – dall’abbigliamento ai libri, dai gadget ai ricordi – sommergono le nostre case e i nostri uffici, sempre più piccoli, occupano davvero molto spazio e quasi ci soffocano.
Il metodo magico di Marie Kondo è pensato non soltanto per liberare gli spazi della casa, ma soprattutto per alleggerire la mente. Fin da bambina l’autrice si divertiva a riordinare la propria casa, a partire dagli armadietti del bagno e dalla propria camera da letto, fino a diventare presto responsabile della pulizia della propria classe quando frequentava le elementari.
Si sa che i bambini in Giappone sin da piccoli vengono responsabilizzati per la cura degli spazi della casa, delle aule scolastiche e delle piante e l’esperta ha dimostrato subito di avere una magnifica inclinazione per l’arte del riordino.
Il metodo Kondo probabilmente smentirà tutti i consigli sul riordino che avete letto fino a questo momento sulle riviste dedicate alla casa. Si tratta di un metodo un po’ drastico, più vicino, per ovvi motivi, alla mentalità orientale piuttosto che al nostro stile di vita occidentale.
Eppure ognuno di noi potrebbe trarre spunto da questo libro e provare a mettere in pratica senza troppi problemi i consigli dell’autrice. Marie Kondo punta molto sulla necessità di riorganizzare gli spazi e riordinare la casa una volta per tutte. Quando la casa sarà in ordine e ogni oggetto avrà trovato la sua collocazione, non si perderà più tempo in grandi operazioni di riordino. Le uniche azioni che svolgeremo quando la casa sarà davvero in ordine riguarderanno la normale ricollocazione degli oggetti al proprio posto dopo averli usati durante la giornata.
La parte più difficile da affrontare nel metodo Kondo, però, non riguarda certo il riordino come ricollocazione degli oggetti, dato che si tratta di una delle attività, prima mentali e poi fisiche, più semplici che possiamo svolgere.
Il vero punto che cambierà la nostra vita, secondo l’autrice, sarà la rinuncia a tutti gli oggetti di cui non abbiamo più bisogno. A suo parere dovremmo rinunciare a tutto ciò che non ci occorre e circondarci soltanto di cose belle e che ci regalano emozioni.
Per non avere difficoltà nella scelta degli oggetti a cui rinunciare, la Kondo suggerisce di effettuare le selezioni con un ordine ben preciso: prima i vestiti, poi i libri, in seguito i documenti, poi gli oggetti misti e da ultimo i ricordi. Sì, perché dei ricordi è davvero difficile fare a meno, ma forse alcuni oggetti legati al passato si sono trasformati in un peso emotivo e in un’ancora da cui è arrivato il momento di liberarsi.
In questo modo impareremo ad affinare il nostro intuito naturale per ciò che ci emoziona davvero e non dovremmo aver timore di rinunciare innanzitutto ai gadget accumulati negli anni e ai campioncini gratuiti, magari ormai scaduti, di cui abbiamo riempito un cassetto.
il magico potere del riordino
Il metodo Kondo ci ispira molto, ma c’è un punto su cui ci troviamo in disaccordo. L’esperta suggerisce di gettare tutto nei sacchi della spazzatura. Da questo punto di vista preferiamo le modalità indicate dal decluttering per liberarsi degli oggetti che non servono più.
A nostro parere le cose di cui non avremo più bisogno da questo momento in poi non dovrebbero finire tra i rifiuti, ma possono e devono essere donate in beneficenza: abiti per i senzatetto, vecchie coperte ai canili, libri a centri educativi, ospedali e biblioteche, giocattoli alle scuole materne e via dicendo. In questo modo il nostro bisogno di riordinare la casa sarà utile per noi ma nello stesso tempo potrà risultare vantaggioso per chi avrà la possibilità di utilizzare ciò che a noi non serve più.
Avete già letto il libro "Il magico potere del riordino"? Pensate che il metodo Kondo possa funzionare davvero?

LA SCOPERTA DI DUE SCIENZIATI ITALIANI: ECCO COME CRESCE IL TUMORE AL CERVELLO PIÙ 'CATTIVO'.




Il glioblastoma è il tumore più frequente e maligno del cervello. Colpisce a tutte le età, inclusi i bambini. La scoperta, descritta su 'Nature' dai ricercatori della Columbia University di New York diretti da Antonio Iavarone e Anna Lasorella, apre nuovi importantissimi scenari.

Passi avanti nella lotta al cancro al cervello. Un team guidato da scienziati italiani da anni in Usa ha individuato il meccanismo che favorisce il mantenimento delle cellule staminali neoplastiche del glioblastoma, il più aggressivo e letale dei tumori cerebrali. 
Cuore di questo meccanismo è una proteina, chiamata ID2, in grado di attivare una cascata di eventi che promuovono sia lo sviluppo che la progressione del glioblastoma. La scoperta viene descritta su 'Nature' dai ricercatori della Columbia University di New York diretti da Antonio Iavarone e Anna Lasorella. Gli scienziati ritengono che "disattivando" questa proteina si riuscirà a bloccare la crescita del tumore. Un obiettivo cui il team sta già lavorando. "Adesso - spiega dagli States Iavarone all'Adnkronos Salute - stiamo cercando di disattivare farmacologicamente la proteina, per bloccare la crescita della malattia". 

La proteina ID2 agisce favorendo la riproduzione di una popolazione di cellule tumorali, le cellule staminali tumorali, che da' inizio al cancro, ne sostiene la crescita generando sempre nuove cellule e viene difficilmente eliminata anche da terapie molto aggressive come radioterapia e chemioterapia. L'importanza di questo studio consiste nell'identificazione dei meccanismi che attivano ID2, ma anche nella scoperta di come la proteina, quando è 'accesa' nel tumore umano, agisce per promuovere la crescita incontrollata delle cellule staminali tumorali. Proprio bloccando i meccanismi di attivazione di ID2, i ricercatori intendono mettere un freno all'espansione del tumore o prevenirne la ripresa dopo un intervento chirurgico. 
Il glioblastoma è quello più aggressivo Il glioblastoma, ricordano, è il tumore più frequente e maligno del cervello. Colpisce a tutte le età, inclusi i bambini, ma è più frequente tra i 45 e i 70 anni. Purtroppo la chirurgia, combinata ai trattamenti radio e chemioterapici, non è ancora in grado di curare questo tipo di cancro, e la sopravvivenza è in genere inferiore ai due anni. Per questo aumentare le conoscenze sui meccanismi che promuovono il glioblastoma e lo rendono così difficile da curare è l'unica strada per poterlo aggredire più efficacemente. La proteina ID2 era già conosciuta per la sua funzione di inibizione del differenziamento cellulare durante la vita embrionale, quando la divisione e il successivo differenziamento delle cellule staminali dei diversi tessuti è necessaria alla formazione di organi specializzati in diverse funzioni (cervello, muscoli, ossa, ecc.). 

In condizioni normali, ID2 viene disattivata quando le cellule smettono di dividersi e si differenziano. Nel glioblastoma, invece, è abnormemente attivata. "Il nostro studio - interviene Anna Lasorella, professore di Pediatria e Patologia alla Columbia University e responsabile con il professor Iavarone della supervisione del gruppo di scienziati che hanno portato a termine la ricerca - ha stabilito che ID2 rimane attiva a causa della ridotta concentrazione di ossigeno nel tumore in espansione. Quando è presente in forma inappropriatamente attiva, ID2 è in grado di bloccare il sistema di distruzione di due proteine chiamate Hypoxia Inducible Factor (Hif) alfa 1 e 2, della cui azione particolarmente le cellule staminali tumorali si servono per sopravvivere in mancanza di livelli adeguati di ossigeno e nutrimento". In pratica, ID2 "consente alle cellule più maligne del glioblastoma di adattarsi a condizioni sfavorevoli, sopravvivere anche in condizioni estreme e continuare a moltiplicarsi senza perdere l'identità staminale", spiega Lasorella. "E' evidente - riprende Iavarone - che la disattivazione di ID2 priverebbe il tumore di un circuito indispensabile al suo mantenimento". 

"Capire la sequenza di eventi di cui il glioblastoma, e probabilmente anche altri tumori umani, si sono dotati affinché il cancro continui a vivere - precisa Iavarone - è un passo importante verso l'ideazione di nuove strategie di cura. Tuttavia, non è ancora una cura, e ulteriori studi sono necessari prima che la nuova scoperta possa tradursi in una terapia". Insomma, il risultato è promettente, ma il lavoro alla Columbia sta già andando avanti. Si studiano nuovi anti-tumorali "Al momento - spiega Iavarone - stiamo perseguendo screening di composti chimici (quindi potenziali farmaci anti-tumorali) sia" in simulazioni matematiche al computer "che sperimentalmente. Questi screening sono basati sulla nostra scoperta che la proteina ID2 deve legarsi alla proteina VHL per favorire la crescita delle cellule staminali tumorali. Pertanto, come abbiamo potuto osservare in laboratorio con strumenti genetici, un farmaco che blocca il legame tra ID2 e VHL, di cui ora conosciamo tutti i dettagli molecolari, potrà avere un eccezionale valore antitumorale. Questi studi - conclude - sono tuttora in corso nei nostri laboratori alla Columbia University". 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Due-scienziati-italiani-scoprono-il-meccanismo-di-crescita-del-tumore-al-cervello-9573e33b-44ee-4c89-928a-7d59620cce20.html