mercoledì 2 marzo 2016

Problemi di salute...o anche di altro?



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Emigrazione ed altro.



La soluzione per evitare l'emigrazione degli oppressi è liberarli dall'oppressione e dare loro le basi per vivere meglio nella propria patria. 
Credo che nessuno ami lasciare la propria terra, i propri ricordi, i propri cari; chi lo fa lo fa solo perchè qualcuno lo ha privato della pace, della libertà e della dignità di continuare a vivere dove avrebbe diritto di vivere. 
Se l'uomo incivile, accaparratore invade, per interessi personali, camuffati da esportazione di libertà e democrazia, le terre altrui, va condannato per crimini contro l'umanità, non va osannato ed appoggiato come, invece, usiamo fare da sempre.
Nulla cambierà se non ci sforziamo di aprire gli occhi e vedere ciò che realmente avviene attorno a noi, non possiamo tenerli chiusi a lungo e continuare a credere in ciò che ci dicono.
I risultati della nostra cecità sono già evidenti e disastrosi sotto tutti i punti di vista; è giunta l'ora di muoversi e pretendere ciò che ci spetta: siamo noi la forza trainante dell'economia, senza di noi chi pretende di comandare ed imporre le sue regole non potrebbe far nulla, non sarebbe neanche in grado di sostentarsi da solo.


Abbiamo perso già tanto in termini di diritti, riprendiamoceli!


Cetta

Trasferirsi a Tenerife o altre isole Canarie: ecco a chi conviene davvero! -


Decidere di trasferirsi in una nuova nazione, ricominciare una nuova vita lontano dai propri affetti e dalle terre dove siamo nati e vissuti è una scelta che va oltre agli aspetti meramente economici. Entrano in ballo i gusti, le esigenze ed i desideri di ciascun individuo. 

C’è chi preferisce fare l’operaio in Germania, con uno stipendio di 1.800€ netti, concentrando la propria attenzione sul solido welfare tedesco e su altri aspetti positivi della Germania, e chi preferisce guadagnare la metà, però vivere in un’isola come Tenerife, Gran Canaria o Fuerteventura, dove passi dieci mesi all’anno il maglietta e calzoni corti. Uno stile di vita più votato verso la natura che verso gli ottimi servizi della Germania. Sono scelte di vita e valutazioni personali, che influiscono sulla decisione.
Ma ci sono alcune categorie di persone che ottengono dei benefici maggiori, rispetto ad altre, andando a vivere in un determinato luogo.
Oggi analizzeremo le aspettative che possono avere alcune categorie di persone che intendono trasferirsi alle Canarie. Valuteremo ogni categoria con un punteggio da una (*) a cinque stelle (*****) e cercheremo di spiegare il motivo di tale valutazione.

Iniziamo dai pensionati:

Valutazione: *****


Le isole Canarie, ed in particolar modo Tenerife, sono una meta molto attraente per i pensionati italiani, ed in particolare per quelli che vivono in zone dove il costo della vita ed il valore degli immobili è più alto.
Trasferendosi alle Canarie, la pensione viene sottoposta alla tassazione locale, e questo generalmente comporta un immediato aumento della stessa nell’ordine del 15-20%. Per esempio una pensione di 750 euro, alle Canarie aumenta a 900€
Il costo della vita è sensibilmente più basso che in Italia, sopratutto se si sceglie di vivere in una zona non turistica. Ovviamente nelle zone turistiche il valore degli immobili è più alto, così come fare la spesa al supermercato o in altri negozi è più costoso. Basta spostarsi di una decina di km dal mare, ed i prezzi diminuiscono, nel caso degli affitti, anche del 50% a parità di caratteristiche.
Il sistema sanitario locale è valido, ed i tempi di attesa, pur non sempre brevissimi, sono comunque più brevi di quelli delle città italiane, dove per un esame è necessario aspettare svariati mesi! Per una maggiore copertura è possibile integrare la seguridad social con una assicurazione privata, che non hanno costi esorbitanti e permettono di rivolgersi agli specialisti senza passare dal medico di famiglia, e altri servizi, anche in base al costo.
Il sud di Tenerife ha fatto molto, negli anni, per abbattere gli ostacoli e le barriere architettoniche ai disabili. La vita tranquilla, la poca criminalità e la sensazione di tranquillità che l’isola infonde in turisti e cittadini è l’ideale per chi cerca una vita tranquilla e serena.

Imprenditoria privata: Valutazione: ***


La maggioranza degli italiani che ha avviato un’attività autonoma sull’Isola, ha aperto ristoranti, bar e altre attività legate al settore alimentare. Che inizia ad essere veramente saturo. Sono molte le attività che chiudono dopo pochi mesi dall’apertura, e molto spesso i sogni di gloria ed i buoni propositi si smaterializzano dinnanzi alla nuda e cruda realtà: i turisti non mancano, ma spendono davvero poco, sempre meno. La maggioranza di loro giunge sull’Isola con pacchetti all inclusive, mangiano nelle strutture alberghiere e si concedono mediamente pochi extra.
Questo ovviamente non preclude la possibilità di aprire attività di successo, ma è bene fare i conti con la realtà. Sconsiglio vivamente di fare scelte affrettate, prima di concludere qualsiasi affare, passate almeno tre mesi sull’Isola, meglio sarebbe sei mesi, se potete permettervelo. Non cedete al fatto che “se non concludiamo ora lo farà qualcun’altro e non ci ricapita occasione” perché i locali in vendita sono davvero molti, e prendervi un periodo, scrutando la città, le zone, etc. vi permetterà di fare una scelta migliore ed evitare di prendere in carico un locale fallimentare, da mollare dopo pochi mesi rimettendoci migliaia di euro.
Sarebbe una gran cosa, e potrebbe funzionare, cercare di fare qualcosa di diverso, magari considerando anche i gusti dei turisti inglesi, tedeschi e quelli locali. Evitate di fare il solito ristorante italiano, con i soliti piatti e pietanze, proponendo anche gli stessi piatti (come il pollo con le patate) che offrono i ristoratori canari, spesso con una differenza di prezzo del 30%
Le prime settimane a Tenerife, attratto più dalla voglia di chiedere qualche informazione, che dal cibo, ho pranzato o cenato in ristoranti italiani i quali difficilmente rivedranno i miei soldi. Non perché sono pessimi, ma semplicemente perché c’è di meglio, a prezzi più bassi. E’ il mercato, bellezza.
Se dovete aprire un locale con le caratteristiche di cui sopra, pensateci bene e poi non fatelo!!! Se invece avete un’idea originale, o intendete investire in altri settori, dopo aver valutato bene il mercato, c’è sicuramente la possibilità che facciate bene. Per avere successo dovrete però cercare di fidelizzare la clientela, e per farlo dovete offrire qualità al giusto prezzo. 
Fidelizzare la clientela in un contesto come quello di Tenerife è FONDAMENTALE. Questo perché oltre ai residenti, sono moltissime le persone che passano alcuni mesi dell’anno sul posto, o comunque tornano almeno una volta all’anno, per un paio di settimane. Fare in modo che tornino nel vostro negozio/ristorante, è non solo importante, ma necessario. Nel giro di qualche anno, il vostro locale riempirà sempre più tavoli al giorno grazie alla buona reputazione, ai clienti che tornano, a quelli a cui viene consigliato il Vostro locale.
A Los Cristianos ho avuto modo di “provare” diversi locali. In un ristorante italiano ho mangiato mezzo pollo con le patate arrosto: ho preso una birra piccola e un caffè. Mi sono alzato, sazio e soddisfatto della qualità delle pietanze, e ho pagato 6,50€ per il pollo con le patate, 1.50€ la birra e 1€ il caffè. Totale 9€. Le stesse cose, alcuni giorni dopo le ho mangiate in un ristorante canario. Mi sono alzato altrettanto sazio e soddisfatto, ma arrivato alla cassa ho dovuto scucire 4,50€ per il mezzo pollo con le patate, 1€ per la birra piccola (della stessa marca!) e 90 centesimi per il caffè. Totale 6.40€ con un risparmio di 2.60€, che su una cifra simile, non è poco.
Mezzo pollo con le patate, anche a Roma lo trovi a 6,50€; è un prezzo che in Italia è da considerare equo. Un’azienda italiana però paga molte più tasse rispetto ad un’azienda con sede alle Canarie! L’azienda italiana paga un buon 50% minimo, contro il 20% di quella canaria, e anche il costo del lavoro è più basso. Se un ristoratore canario riesce a praticare tale prezzo, perché dall’italiano, che paga le medesime imposte, costa di più? Perché è più buono? No, perché l’italiano probabilmente si sente più furbo 😀 e invece signori, è un coglione, permettetemi, perché magari guadagna di più su ciascun piatto venduto, ma non fidelizzerà molti clienti, a beneficio dei concorrenti, che certamente su ogni piatto guadagneranno meno, ma globalmente sicuramente molto di più!
Si chiama lungimiranza. Ovviamente non tutti i ristoranti/negozi gestiti da italiani sono più cari, ma sopratutto nel settore ristorazione, vi assicuro che spesso è così.
Se le attività chiudono pertanto, è anche grazie alla scarsa lungimiranza degli esercenti, alcuni dei quali aprono allo sbaraglio provenendo da esperienze lavorative pregresse totalmente differenti. Ovviamente praticare dei prezzi più bassi, allineati a quelli della concorrenza, porta dei benefici nel ‘medio’ periodo. Un’attività ci mette del tempo per farsi un nome. Ma è con pazienza ed impegno, che si costruiscono progetti solidi e vincenti!
Ricapitolando, aprire un’attività alle Canarie non è tutto rose e fiori, e se una persona non valuta attentamente la situazione, il rischio di rimetterci è concreto.

Lavoratore dipendente: Valutazione: **



Due stelle: perché per ogni posto di lavoro c’è una concorrenza incredibile, tra cui quella di centinaia di italiani che ogni mese sbarcano sull’isola con il proposito di cercare lavoro, e ultimamente è diventata un’impresa ardua trovare lavoro, specialmente per chi non possiede nessuna specializzazione. Se parlate bene spagnolo, e magari anche inglese, le vostre chance di trovare un impiego nel settore turistico – cameriere, barista, commesso in primis – aumentano notevolmente.
Ci sono persone che sbarcano sull’isola e trovano lavoro la settimana successiva; altre che passano tre mesi sull’isola e non riescono a farsi assumere da nessuno. Anche un pizzico di fortuna non guasta nella vita.
Molto poi dipende dalle vostre finanze: se potete permettervi di trasferirvi sull’isola, prendere casa, magari iniziare un bel corso di spagnolo e cercare lavoro con discreta calma, anche nell’arco di sei mesi, avrete buone chance di finalizzare qualcosa. Al contrario, se venite per poche settimane, o per un mese, forse fareste meglio a godervi l’isola da turisti, perché l’impresa è davvero ardua. Ma non scoraggiatevi. Nella vita si deve pensare positivo e ci si deve credere. Pertanto se ve la sentite, provateci. Consapevoli del fatto che sarà dura.
Cercate di valorizzare le vostre esperienze lavorative pregresse. E se avete intenzione di trasferirvi all’estero nei prossimi mesi, mettetevi subito all’opera per imparare un po’ di lingua! E’ indispensabile.
Per chi conosce la lingua, e possiede delle qualifiche, o una discreta esperienza professionale in un settore (ovviamente ci sono professionalità più e meno richieste) mi sento di dire che ci sono sicuramente più chance di lavorare che in Italia. Di lavoratori “generici”, che non hanno esperienza o preparazione in niente di specifico e sono alla ricerca di “qualsiasi cosa” ce ne sono fin troppi… diventa dura la competizione.
STIPENDIO E CONDIZIONI DI LAVORO: Chi sbarca alle Canarie per cercare lavoro, almeno inizialmente, nella maggioranza dei casi finisce a lavorare in bar o ristoranti. Anche perché le alternative non sono poi molte. Generalmente vi sarà chiesto di lavorare 10-12 ore al giorno, sei giorni su sette, e vi sarà offerto uno stipendio di 800-1200 euro, che talvolta integrerete con le mance. Quello che c’è di positivo, è che con quello stipendio potrete vivere in modo dignitoso. E per approfondire questi aspetti, rimando alla testimonianza di un connazionale pubblicata ieri sul blog: Rinascere a Tenerife con 850 euro al mese! La storia felice di un giovane expat italiano
Se non vi interessa più di tanto il fattore climatico, la qualità della vita, e conferite maggiore importanza allo stipendio, l’Arcipelago delle Canarie non fa per voi. Poi ovviamente sono scelte personali.

Lavoro autonomo da casa e sul web: valutazione *****


Se lavorate da casa (programmatori, scrittori, copywriter, segretarie/impiegate che non lavorano in ufficio, etc) oppure se il vostro posto di lavoro è il web (piattaforme e-commerce, realizzazione siti web, webmaster e web designer, etc) le Isole Canarie sono probabilmente la meta che fa per voi.
Se lavorate da casa, o da un ufficio che non deve necessariamente essere ubicato in Italia, stabilendovi alle Canarie avrete molti vantaggi, ben oltre il fattore climatico e ambientale.
Per esempio un copywriter libero professionista, che redige testi su commissione in cambio di un cachet, che lavori a Milano, a Londra, oppure a San Isidro (Tenerife) riceverà il medesimo stipendio. Facciamo di 1.000€: con questa cifra a Londra muori di fame, a Roma sopravvivi, a Tenerife vivi bene. A Londra con 450£ al mese affitti una stanza a Leyton, in Zona 3, a Roma con 500 euro affitti un monolocale in periferia, mentre a San Isidro con 350 euro affitti un bilocale con terrazza, spese comprese.
Inoltre i liberi professionisti alle Canarie pagano molte meno tasse rispetto all’Italia: una differenza molto importante. Un webmaster che realizza un sito web e incassa una fattura di 2.000€ pagherà il 20% di tasse, e non il 40-50% e oltre.
Per questo motivo, liberi professionisti di tutta Europa, e non solo, si sono stabiliti alle Canarie. Se la vostra attività ha queste caratteristiche, vale la pena pensarci seriamente.

Aprire un’impresa con almeno 5 dipendenti: valutazione *****


Se decidete di aprire un’azienda che impiegherà almeno 5 lavoratori, e investirà almeno 100.000€ in immobili alle Canarie nei primi 2 anni, avrete accesso allo ZEC – “Zona speciale Canaria” e pagherete solo il 4% di tasse, con ulteriori benefici fiscali quali l’esenzione IGIC (sarebbe l’IVA delle Canarie, fissata al 7%) e sulle importazioni.
Un trattamento fiscale senza rivali in tutta l’Europa, che compensa ampiamente lo svantaggio logistico relativo alla posizione delle isole, lontane dal resto d’Europa. Si tratta di una misura eccezionale intrapresa per attirare investitori esteri, e creare posti di lavoro.

Fuggire all'estero per evitare la pressione del fisco. - Luca Romano




Ecco come aumentare il proprio assegno mensile e il proprio potere d'acquisto evitando il fisco italiano e vivendo in luoghi esotici.

L'imposizione fiscale è oramai al 50% e tra i nostri conti corrente continuano a fischiare i venti di una possbile patrimoniale.
Come riporta Libero, citando dati di cui anche il Giornale scrisse qualche tempo fa, il 65% dei pensionati emigra in Paesi esterni per evitare la pressione fiscale e "aumentare" il proprio assegno mensile grazie a particolari regimi fiscali. 
Tra questi, la Thailandia, un paese con il miglior rapporto qualità prezzo del mondo. Inoltre permette anche di ricevere un particolare visto per gli over 50 anni che abbiamo fedina penale pulita, non presentino nessuna malattia infettive e che abbiano, infine, un conto bancario di 20.000 euro, con il doppio potete comprarvi una villa sul mare. Oltre a queste agevolazioni, Bangkok vanta un sistema fiscale molto conveniente.
Gli italiani però preferiscono Spagna Portogallo. Quest'ultimo sta diventando una vera e proprio Mecca. Infatti, esiste una legge che permette lo status di "residente non abituale" (almeno 183 giorni trascorsi nel paese), e che fa evitare di pagare le tasse per 10 anni. Infatti, la pensione sarà incassata al lordo, che sommato a un costo della vita pari alla metà di quella dell'Italia comporta un notevole vantaggio per tutti i nonnini italiani e non. Insieme alla Spagna, vanta un buon sistema sanitario e la problematica in meno di avere una assicurazione come succede per chi fa a risiedere in Thailandia. Non solo ma ha anche delle tasse dimezzate, e come se non bastasse nelle Canarie, sempre grazie al regime fiscale l'assegno della pensione risulta più alto del 15%. A sorpresa tra le mete più apprezzate spuntano anche Costarica e Bulgaria. Lo Stato dell'America centrale oltre ad avere particolari sconti per i cittadini over65, aumenta il potere d'acquisto del 35%. Mentre in Bulgaria si può vivere da nababbi con soli mille euro. Il medico di base è gratuito come in Italia, ma le medicine costano molto meno.

Zero tasse, mare e prezzi "ridicoli". Addio Italia: c'è il paradiso a 2 ore. - Ugo Bertone

Zero tasse, mare e prezzi


Niente tasse sulla pensione per i primi 10 anni se si diventa «residenti non abituali». È questa l’arma con cui il Portogallo ha attratto in questi anni migliaia di pensionari europei. Le regole sono semplici: basta vivere 183 giorni l’anno nel paese necessari per assumere lo status di «residente non abituale» e il gioco è fatto: per dieci anni la pensione è esentasse. L’Inps l’accredita lorda, come previsto dagli accordi bilaterali. E l’erario locale non effettua alcun prelievo.
Guadagna Lisbona (50mila aderenti al programma portano 2 miliardi di Pil l’anno, dice un report Deloitte). È felice il diretto interessato (mille euro netti di pensione italiana possono lievitare a 1.300 sulle rive dell’Atlantico). Il piano portoghese, pensato come una medicina contro l’austerità grazie all’arrivo di clienti di buon reddito viaggia a gonfie vele. Gli inglesi sono arrivati a centinaia. A fine 2015 oltre 5mila francesi, terrorizzati dalle tasse sul lusso di Francois Hollande, si trasferiranno verso sud nella nuova Terra Promessa previdenziale. E l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, a Lisbona pochi mesi fa per una serie di conferenze, ha avuto la sorpresa di esser accolto da una pattuglia di giornalisti emigrati dopo la pensione sulle rive del Tago.
Non c’è da meravigliarsi: grazie alle agevolazioni la pensione può crescere del tutto legalmente del 30%. L’Inps accredita l’importo lordo, come previsto dagli accordi bilaterali. E l’erario locale non effettua alcun prelievo. E così, complice il passaparola cresce il numero degli interesstai all’esilio (quasi dorato) tra Oporto e Cascais.
«Attualmente riceviamo 20-30 richieste di chiarimenti al mese», rivela Marcello Menichetti della Camera di Commercio Italia-Portogallo. Ma l’appeal cresce, grazie alle testimonianze. «Io sono rinata - racconta Luisa Gaiazzi, 63enne ex impiegata - . A Roma con i miei 840 euro al mese faticavo a far quadrare i conti. In Portogallo, a parte la lingua su cui fatico un po’, mi sento una signora». I suoi 840 euro sono diventati 1.150. Non solo: «D’affitto pago il 25% in meno per un bilocale identico a quello che avevo al Prenestino, il paese è sicuro, la gente accogliente, il caffè costa 60 centesimi al bar».
E la cucina, tra baccalà e scaloppine al Madera, non fa rimpiangere troppo i sapori di casa. Anche perché, sia a Porto che a Lisbona, non mancano caffé e ristoranti made in Italy di buon livello.
Un vero affare, per giunta low cost. Le procedure d’espatrio costano attorno ai 400 euro, consulenza legale inclusa. Per ottenere il codice fiscale è sufficiente presentare un contratto d’affitto o l’impegno all’acquisto di una casa. Poi basta aspettare qualche settimana per completare le pratiche in Italia. Per la rabbia di Tito Boeri, il presidente dell’Inps che già da un po’ di tempo medita di tagliare la parte non contributiva della pensione.