mercoledì 7 settembre 2016

L'impatto planetario che portò il carbonio sulla Terra.

Rappresentazione artistica della collisione fra la Terra e un pianeta simile a Mercurio (fonte:  Passwaters/Rice University based on original courtesy of NASA/JPL-Caltech)   
Rappresentazione artistica della collisione fra la Terra e un pianeta simile a Mercurio 
(fonte: Passwaters/Rice University based on original courtesy of NASA/JPL-Caltech)

Miliardi di anni fa, l'impatto della Terra primordiale con un pianeta allo stato embrionale simile a Mercurio ha arricchito il mantello terrestre di carbonio, ponendo le basi per lo sviluppo della vita. Lo dimostra un modello sviluppato da simulazioni in laboratorio in condizioni di temperatura e pressione elevate, simili quelle presenti all'interno dei pianeti(red)


Tutto o quasi il carbonio che è alla base della vita sulla Terra deriva da una collisione avvenuta 4,4 miliardi di anni fa tra il nostro pianeta e un pianeta allo stato embrionale simile a Mercurio. È quanto emerge da uno studio pubblicato su “Nature Geoscience” da Rajdeep Dasgupta e colleghi della Rice University di Houston e della Woods Hole Oceanographic Institution a Woods Hole, in Massachusetts.


La scoperta mette fine a una questione dibattuta da molti anni sullo sviluppo della vita sulla Terra, dato che la maggior parte del carbonio che contiene avrebbe dovuto disperdersi nello spazio nelle fasi primordiali di evoluzione del nostro pianeta o rimanere intrappolato nel nucleo.

Il nucleo terrestre è costituito per la maggior parte da ferro, che rende conto di circa un terzo della massa del pianeta. Il mantello, ricco in silicati, rende conto invece dei rimanenti due terzi e si estende per poco meno di 3000 chilometri al di sotto della superficie terrestre. Crosta e atmosfera della Terra sono così sottili che rendono conto di meno dell'uno per cento della massa planetaria.

Mantello, atmosfera e crosta si scambiano costantemente elementi chimici, compresi quelli necessari alla vita. Ma se l'iniziale distribuzione di carbonio è evaporata nello spazio o si è concentrata nel nucleo, da dove viene il carbonio che si osserva nel mantello e nella biosfera?

“Un'idea largamente condivisa è che gli elementi volatili come carbonio, zolfo, azoto e idrogeno si sono aggiunti dopo la formazione finale del nucleo terrestre”, ha spiegato Yuan Li, che ha collaborato allo studio. “Questi elementi sarebbero arrivati sulla Terra con meteoriti e comete più di 100 milioni di anni dopo la formazione del sistema solare, evitando l'intenso calore dell'oceano di magma che ricopriva la Terra 

nelle epoche precedenti; il problema di questa ipotesi è che sebbene renda conto dell'abbondanza di molti di questi elementi, non ci sono meteoriti noti in grado di produrre il rapporto di elementi volatili osservati nella porzione di silicati del nostro pianeta”.

Da molti anni, Dasgupta e colleghi cercano di elaborare un modello che spieghi l'abbondanza di carbonio e di altri elementi nel mantello. Grazie a una pressa idraulica, in laboratorio ricreano le condizioni di alta pressione e alta temperatura presenti all'interno della Terra, fino a circa 300 chilometri di profondità, oppure in corrispondenza dell'interfaccia nucleo-mantello di piccoli pianeti rocciosi come Mercurio.

A partire dal 2013, in particolare, gli sforzi di questo gruppo di ricerca sono stati dedicati a capire in che modo possa diminuire l'affinità del ferro per il carbonio. E quindi a spiegare perché questo elemento non è rimasto confinato nel nucleo. L'ispirazione è venuta dalla constatazione che Marte ha un nucleo ricco di zolfo, e che quello di Mercurio è ricco di silicio. Da qui l'ipotesi che questi elementi possano essere presenti anche nel nucleo terrestre, sfidando la visione corrente secondo cui esso sarebbe costituito solo da ferro, nichel e carbonio.

Gli esperimenti hanno dato ora i loro frutti. Hanno infatti rivelato che il carbonio potrebbe essere stato escluso dal nucleo e relegato nel mantello di silicati se le leghe di ferro nel nucleo fossero state ricche sia di silicio sia di zolfo. “I dati cruciali hanno mostrato in che modo la ripartizione del carbonio tra le porzioni metalliche e di silicati dei pianeti di tipo terrestre cambia in funzione di variabili come temperatura, pressione e contenuto di zolfo e di silicio”, ha aggiunto Li.

Una volta spiegato come si distribuisce il carbonio tra nucleo e mantello, non restava che trovare una fonte plausibile per l'abbondanza osservata di questo elemento.

“Uno scenario che spiega il rapporto tra carbonio e zolfo e l'abbondanza del carbonio è quello di un pianeta embrionale simile a Mercurio, che aveva già un nucleo ricco di silicio, entrato in collisione con la Terra, da cui alla fine è stato assorbito”, ha concluso Dasgupta. “La dinamica dell'evento è stata tale che il nucleo di questo pianeta potrebbe essere finito direttamente nel nucleo della Terra, mentre il mantello ricco di carbonio si sarebbe miscelato con quello del nostro pianeta”.




Rappresentazione grafica della collisione fra la Terra e un pianeta in formazione simile a Mercurio (fonte: Rajdeep Dasgupta]


"LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" di Antonella Randazzo - recensione di Roberto Renzetti

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   LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa - 
   Antonella Randazzo (Zambon Editore, 2007)

Con la sconfitta del nazifascismo abbiamo creduto di esserci liberati dai più pericolosi criminali. Ma oggi, alla luce di nuovi documenti e di nuove testimonianze, possiamo sostenere che così non è. I crimini sono stati soltanto spostati dall'Europa alle aree del Terzo Mondo, col pretesto di "portare la libertà" ai popoli. In nome della libertà e della democrazia sono stati commessi innumerevoli crimini e genocidi. 


Il titolo "La Nuova Democrazia", riprende la definizione che il dittatore Augusto Pinochet dette alla nuova situazione cilena creatasi dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo". Le "Nuove Democrazie" sono oggi tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. 


Il mondo di oggi è tutt'altro che liberato da coloro che si arrogano il potere di commettere crimini, nel nome di un'ideologia che trova nel profitto e nel potere il suo unico Dio. 

Questa sconcertante realtà ci viene resa incomprensibile dai media, che mostrano immagini raccapriccianti di bambini in fin di vita per la fame e non ci spiegano a cosa tutto ciò è dovuto.
Impediscono l'emergere del paradosso di un Occidente che si professa evoluto e scientificamente avanzato, ma che non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame. Corpi di immigrati vengono mostrati galleggianti, senza vita, nello Stretto di Gibilterra, ma non ci spiegano le ragioni politiche ed economiche che costringono queste persone a fuggire dal loro Paese rischiando la morte. I media ci mostrano guerre e guerriglie ma non ci dicono chi produce e vende le armi che rendono possibile tutto ciò. 


E' arrivato il momento di mettere tutti i tasselli del puzzle al loro posto, per rendere possibile la totale comprensione della realtà. E per dire chi sono i responsabili dei crimini.
Questo libro fa luce sulle cause dei problemi più gravi che vessano l'umanità. Senza reticenze indica le cause e i suoi responsabili.
Leggendo questo libro il lettore imparerà inoltre a conoscere fenomeni economici che le facoltà di economia si guardano bene dall'insegnare: il principale merito di quest'opera è quello di aver finalmente spiegato in termini comprensibili il geniale e perverso meccanismo attraverso il quale un pugno di finanzieri nordamericani tiene in ostaggio i cittadini USA e del resto del mondo facendo pagare ai popoli oppressi persino gli stessi costi della repressione di cui essi sono vittime. 


Lo sapevate che la famosa "Federal Reserve Bank" non è né federale né pubblica, bensì di proprietà privata del gruppo Rockfeller?

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Nonostante il libro faccia impietosamente luce sugli orrori di cui alcuni esseri umani sono capaci, le conclusioni non sono pessimistiche. Al contrario, l'idea di fondo è che scovare i crimini sia il primo passo per non renderli impuniti e per realizzare un mondo migliore. Il libro non individua soltanto i crimini del gigante imperiale, ma anche i suoi piedi d'argilla.
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Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all'Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Diritti Umani e di Storia Coloniale. Ha pubblicato "In Africa Andammo. Gli Orrori negati dell'Africa italiana" (2005 - Bonanno Edizioni). Ha vinto il Premio Ibiskos 2005 con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta. Nel 2006 ha pubblicato "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa 1870-1 943", (Kaos edizioni).


http://www.fisicamente.net/portale/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&rev_id=6&cat_id=5

Chi è la vittima ideale del narcisista? Il suo esatto contrario, l’empatico. - Anna Maria Sepe

vittima narcisista

In genere, il narcisista sceglie come vittima una persona sensibile ed empatica. Si tratta del suo esatto opposto, perché un narcisista è incapace di empatia.

Il narciso viene attratto da un empatico/a perché è invidioso?

Perché è affascinato dalle qualità che a lui/lei mancano e che cerca disperatamente di imitare? Perchè si rende conto che tutti ammirano e apprezzano la sensibilità e la bontà della gente dotata di empatia? O perché una persona empatica è facile da manipolare e una volta asservita sarà spontaneamente incline a dare al narcisista il nutrimento emotivo di cui ha tanto bisogno? Tutte e tre le cose.
Una persona empatica è una persona comune ma con una capacità di percezione e istinto maggiore della media. I ricercatori già dagli anni ’90 hanno messo in relazione l’empatia con l’intelligenza emozionale: gli empatici hanno la capacità di ascoltare le proprie emozioni, di ascoltare le altre persone e di sentire le emozioni altrui, di esprimere le emozioni in modo produttivo, e di gestirle in modo sano e proattivo.
La gente è attratta dalle persone empatiche (che sono circa il 40% della popolazione, fortunatamente) perché costoro sono compassionevoli; purtroppo però questo significa anche che gli empatici fanno molta fatica a concepire che esistano persone diverse da loro, ovvero incapaci di relazionarsi alle emozioni altrui.
A volte chi è empatico si trova a essere eccessivamente sfruttato dagli altri, e fa fatica a trovare un equilibrio tra la sua capacità di dare agli altri e il bisogno di salvaguardarsi e dire di no. In genere gli empatici sono onesti e aderiscono ai propri principi nonostante le pressioni sociali, quindi possono essere visti come potenziali persone problematiche in un gruppo.
Un leader narciso, in qualsiasi gruppo di persone, intuisce a prima vista quando si trova davanti a un empatico che non riuscirà a inglobare nella schiera dei suoi “schiavetti”! Ma a causa dei buoni sentimenti dell’empatico, ne farà oggetto di bullismo e mobbing, tanto per assicurarsi che questa persona onesta e indipendente non intralci i suoi piani di potere.
Spesso anche le persone non narcisiste ma semplicemente apatiche invidiano e cercano di danneggiare le persone empatiche, percependole come una minaccia al loro quieto vivere o al loro accodarsi a un narciso leader, dal quale traggono benefici.
In genere, i leader narcisi non attaccano direttamente la persona empatica, quando hanno una schiera di “schiavi” apatici a disposizione; si limitano a orchestrare il bullismo o mobbing da dietro le quinte. Tuttavia, quando si tratta di una relazione amorosa o di amicizia o collaborazione, il narcisista mette in atto una serie di azioni intese a legare a sé la persona empatica, per poi vampirizzarla.
In un contesto 1 a 1, infatti, per il narcisista è molto meglio avere un empatico come vittima, rispetto a una persona nella media. Questo perché la persona empatica è naturalmente portata a farsi carico dei problemi altrui e cercherà di fare stare bene il narcisista, facendo di tutto per soddisfarlo.
Inizialmente quindi il narcisista si vende molto bene all’empatico, fingendo di essere una vittima, chiedendo aiuto e appoggio emotivo, o mostrandosi ammirevole e valoroso. L’empatico può innamorarsi o semplicemente provare affetto e compassione per il personaggio recitato dal narciso, e quindi impiegherà le sue energie in quello che gli sembra una giusta causa, diventando la fonte primaria di nutrimento narcisistico, anche dopo che il narcisista avrà smesso di recitare il personaggio meraviglioso iniziale.

Quando l’empatico diventa vittima del narciso, è ridotto al rango di co-dipendente.

L’empatico è tendenzialmente ingenuo e fa una fatica incredibile a capacitarsi del fatto che esistano persone prive di scrupoli, di etica, di buoni sentimenti e di morale. Quindi cercherà in tutti i modi di tenere le fette di salame sugli occhi e di non notare le discrepanze tra il personaggio favoloso recitato dal narciso e il vero, orribile essere che trapela qua e là man mano che la relazione con il narciso procede.
L’empatico cerca disperatamente di continuare a credere all’esistenza di quella persona meravigliosa, altrimenti tutte le sue convinzioni si dimostreranno sbagliate e gli crollerà il mondo addosso.
Nel frattempo, il narciso dà la colpa delle proprie malefatte all’empatico, che secondo lui non gli fornisce abbastanza amore e adorazione e chissà che altro: altrimenti, sostiene, il narciso sarebbe sereno e continuerebbe a essere la persona meravigliosa dei primi tempi.
L’empatico ci crede e si addossa tutte le colpe per i problemi del narciso e della relazione. Quindi si convince che per sanare la situazione, lui o lei debba dare, dare sempre di più, fino ad essere totalmente prosciugato.
A questo punto, l’empatico in genere finisce sull’orlo del suicidio o dei comportamenti autodistruttivi, e il narciso se ne sbarazza non appena trova una nuova vittima fresca e “succosa”.
Morale: se sei un empatico, stai alla larga dai narcisi. A maggior ragione se hai una storia di codipendenza o genitori narcisi. Leggi, informati, impara come riconoscerli e come gestirli, impara a prenderti cura di te stesso/a e soprattutto a dedicare la tua empatia alle cause degne.
Non tutto e tutti vanno aiutati; incanala le tue dote di sensibilità e compassione in un lavoro adatto o in un volontariato, piuttosto. E esercitati a discernere e dire di no.