giovedì 17 novembre 2016

Ecco perché Soros investe in Italia con le «cooperative rosse». - Manuela Vento


George Soros (Bloomberg)


Il business delle cosiddette cooperative rosse che - a guardarle un po' più da vicino hanno perso già da tempo il loro smalto più genuino - ha fatto ululare George Soros divenuto in questi giorni con il 5% del capitale sociale il terzo azionista del gruppo controllato da Coop Adriatica e Unicoop Tirreno tramite il fondo Quantum Strategic Partners.

Un investimento che potrebbe sembrare incomprensibile se non si cogliesse dal repentino cambio di passo degli ultimi eventi politici l'assegnazione del ministero del lavoro e delle politiche sociali, sotto cui è passata la vigilanza sulle Coop (prima era del ministero del lavoro), a Giuliano Poletti già presidente dell'Alleanza delle cooperative italiane. Il lupo di Wall Street, con un patrimonio che secondo le stime della rivista Forbes tocca i 20 miliardi di dollari, dunque, ha fiutato immediatamente la vocazione capitalista delle cooperative italiane; intuizione più che naturale considerato anche il giro d'affari delle sue imprese cooperative in Argentina.

Certamente l'investimento di Soros è stato accolto positivamente non soltanto dai mercati internazionali ma anche dagli analisti finanziari italiani visto che Igd insieme a Beni stabili spa costituisce l'unica realtà nostrana nel settore Siiq (società di investimento immobiliare quotata) che si occupa principalmente di centri commerciali e che il patrimonio del nostro Paese è composto da: 19 tra ipermercati e supermercati, 19 tra gallerie commerciali e retail park, 1 city center, 4 terreni oggetto di sviluppo diretto, un immobile per trading e 7 ulteriori proprietà immobiliari.

L'Istat, inoltre, ha registrato una dinamica di crescita delle cooperative italiane che interessa il decennio 2001-2011 e che potrebbe essere un ulteriore elemento di interesse per il magnate statunitense. Positivi sono anche i dati dell'ultimo rapporto dell'Euricse che registra circa 60 mila cooperative italiane con ricavi per 120 miliardi di euro, investimenti pari a 114 milioni, un'occupazione che interessa circa 1,3 milioni di lavoratori di cui il 67% è a tempo indeterminato e costituisce l'11% dell'occupazione nostrana.

Ma non è solo la formula della cooperazione ad attirare gli investimenti di Soros quanto l'intreccio del business delle Coop ramificato fino alla Compagnia delle opere di CL (comunione e liberazione) con cui condividono alcuni appalti di Expo 2015 a Milano come ad esempio quello della Cmc di Ravenna per il Tunnel della Tav Torino-Lione. A far gola anche il sodalizio tra alcune delle grandi catene Coop quali Liguria, la Nova Coop e Coop Adriatica con il gruppo alimentare dell'imprenditore Oscar Farinetti, Eataly distribuzione.

Nonostante la crisi, dunque, il modello delle Coop riesce ad ottenere risultati maggiori rispetto a modelli tradizionali e si presta a una nuova forma di business che sa resistere di fronte alle difficoltà economiche e proporre con entusiasmo nuovi settori e nuove forme di cooperazione riuscendo a captare quelle nicchie di consumatori che fuggono (o almeno credono) dalla produzione capitalista per privilegiare migliori condizioni dei lavoratori insieme all'attenzione per la qualità e la sicurezza della salute.

http://www.euricse.eu/it/node/2461


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-07/ecco-perche-soros-investe-italia-le-cooperative-rosse-105038.shtml?uuid=ABXSUQ1&refresh_ce=1

Scoperto un oceano ghiacciato sotto il 'cuore' di Plutone.

Un oceano ghiacciato si troverebbe sotto la superficie di Plutone (fonte: NASA/JHUAPL/SWRI)Un oceano ghiacciato si troverebbe sotto la superficie di Plutone (fonte: NASA/JHUAPL/SWRI)

Modella il pianeta nano e lo orienta.


C'è un oceano ghiacciato sotto la superficie di Plutone e gli indizi si trovano nella Sputnik Planitia, l'enorme bacino vasto mille chilometri situato nella vasta spianata a forma di cuore osservata sulla superficie del pianeta. Lo indicano gli articoli pubblicati sulla rivista Nature dalle Università dell'Arizona, a Tucson, e dall'Università della California a Santa Cruz, entrambi basati sulle immagini del pianeta nano catturate dalla sonda New Horizons della Nasa. 

L'oceano sarebbe responsabile di un riorientamento del pianeta nano
Sotto tutta la sua superficie, quindi, Plutone nasconderebbe un enorme oceano fatti di ghiaccio d'acqua e dalla consistenza viscosa. Entrambe le ricerche suggeriscono che la presenza dell'oceano abbia modellato la struttura del pianeta nano creando tensioni nella crosta e crepe sulla sua superficie. Non solo, secondo i ricercatori l'enorme massa di acqua ghiacciata è stata responsabile del riorientamento del pianeta e potrà esserlo di nuovo anche in futuro. 

Il ruolo giocato dalle maree
La Sputnik Planitia si sarebbe infatti spostata nel tempo, in conseguenza alle variazioni nell'accumulo di ghiaccio nel suo bacino. Cambiamenti, questi, nei quali avrebbero giocato un ruolo anche le maree generate da Caronte, la più vicina delle lune del pianeta nano.

Taglia-incolla Dna sull'uomo, il primo intervento in Cina.

La tecnica della Crispr per la prima volta applicata sull'uomo, per trattare una grave forma di tumore dei polmoni (fonte: MIT)
La tecnica della Crispr per la prima volta applicata sull'uomo, per trattare una grave forma di tumore dei polmoni (fonte: MIT)

Trasferite cellule modificate per curare tumore ai polmoni.


Per la prima volta in un essere umano sono state trasferite cellule modificate geneticamente con la tecnica del 'taglia-incolla' del Dna, la Crispr-Cas9. È accaduto in ottobre nell'università cinese Sichuan, a Chengdu, in una sperimentazione per trattare una forma aggressiva di tumore del polmone.
Le cellule immunitarie dell'uomo sono state prelevate e modificate disattivando una proteina che funziona come un freno; in questo modo sono diventate più aggressive contro le cellule del tumore e poi trasferite nello stesso individuo.

Tempi slittati per la difficoltà della tecnica
Reso noto dalla rivista Nature sul suo sito, l'intervento è stato condotto con l'autorizzazione del comitato etico, arrivata in luglio, ed era inizialmente previsto in agosto. Il gruppo dell'oncologo Lu You è riuscito però a realizzarlo solo il 28 ottobre perchè far moltiplicare in laboratorio le cellule modificate è stato difficile e ha richiesto più tempo del previsto. Per rispettare la privacy del paziente gli oncologi non hanno dato notizie sulle sue condizioni, ad eccezione del fatto che ha ricevuto due infusioni di cellule.

Primo obiettivo è verificare la sicurezza
Ora gli stessi ricercatori intendono trattare dieci persone, ognuna delle quali dovrebbe ricevere da due a quattro infusioni. Obiettivo di questa prima fase della sperimentazione è verificare la sicurezza della terapia, ossia che non causi effetti avversi. Entusiaste le reazioni del mondo scientifico, riportate da Nature. Oggi la Crispr è considerata una tecnologia dal potenziale incredibile, ma ai suoi inizi aveva alimentato un acceso dibattito etico, soprattutto dopo che, nel 2015, era stata applicata in Cina per manipolare embrioni umani.

Lo Sputnik 2.0, il duello della genetica
C'è chi lo chiama già "Sputnik 2.0", riferendosi al lancio del primo satellite al mondo da parte dell'Unione Sovietica. Quasi 60 anni più tardi il terreno del nuovo duello è la genetica e la Cina si è aggiudicata la vittoria, con la prima sperimentazione sull'uomo della tecnica che riscrive il Dna, la Crispr-Cas9. Mentre gli Usa attendono l'ok alla sperimentazione per l'inizio del 2017, nel marzo dello stesso anno un altro gruppo cinese prepara tre sperimentazioni per trattate i tumori di vescica, prostata e reni.
"Penso che si stia scatenando uno 'Sputnik 2.0', ha scritto la rivista Nature sul suo sito citando Carl June, esperto di immunoterapia dell'università della Pennsylvania. Le prime grandi attese dal taglia-incolla del Dna le aveva generate l'intervento che nel 2015 a Londra aveva utilizzato una tecnica simile alla Crispr, chiamata Talen, per combattere una rara forma di leucemia in una bambina. Ora è sempre più diffusa la convinzione che la Crispr, più semplice ed efficiente di altre tecniche, possa aprire la strada a terapie più efficaci.