domenica 19 marzo 2017

Torturava e violentava migranti in Libia: rischia linciaggio dalle sue vittime a Lampedusa. - Alessandra Ziniti

Torturava e violentava migranti in Libia: rischia linciaggio dalle sue vittime a Lampedusa
Nel riquadro l'arrestato Eric Sam Ackom 

I racconti dei testimoni: "Scariche elettriche e ustioni con acqua bollente". Ghanese individuato e arrestato dalla polizia, dopo la denuncia degli immigrati.

La peggiore delle torture. Telefonare a casa, ai propri cari, urlando di dolore e supplicando di mandare altri soldi ai trafficanti di uomini. “Ogni volta che dovevo telefonare a casa, lui mi legava e mi faceva sdraiare per terra con i piedi in sospensione e cosi, immobilizzato, mi colpiva ripetutamente e violentemente con un tubo di gomma in tutte le parti del corpo e in special modo nelle piante dei piedi tanto da rendermi poi impossibile camminare".

E ancora elettrodi collegati alla lingua per scuotere con scariche elettriche, pentole di acqua bollente tali da provocare ustioni gravissime e naturalmente stupri di gruppo. Un campionario dell’orrore quello che la Procura di Palermo contesta ad un ventenne ghanese sbarcato nei giorni scorsi a Lampedusa e arrestato dopo che alcune delle vittime da lui torturate in Libia prima della partenza si sono fatte coraggio, lo hanno riconosciuto e accusato alla polizia di Agrigento che lo ha arrestato. I poliziotti della squadra mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, lo hanno sottratto ad un vero e proprio linciaggio nel centro di accoglienza di Lampedusa.

Associazione per delinquere finalizzata alla tratta, sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina i reati contestati.
Agghiaccianti le testimonianze raccolte dagli agenti della Mobile di Agrigento: “Spesso collegava degli elettrodi alla mia lingua per farmi scaricare addosso la corrente elettrica” o “Porto ancora addosso i segni delle violenze fisiche subite, in particolare delle ustioni dovute a dell’acqua bollente che mi veniva versata addosso”.

"Ricordo le torture subite da tutti i miei carcerieri e, in maniera particolare, quelle che mi furono inflitte dal ghanese 'Fanti' che era quello che, in maniera spregiudicata e imperterrita, picchiava più degli altri carcerieri". Inizia così il racconto di Vadro, nigeriano di 21 anni, una delle vittime torturate mentre i familiari ascoltavano al telefono. "Ho anche assistito ad analoghe torture poste da Fanti ad altri migranti - racconta ancora l'uomo - Ho, inoltre, visto trattamenti anche peggiori, come le torture esplicitate mediante utilizzo di cavi alimentati con la corrente elettrica. Tale trattamento, però, veniva riservati ai migranti ritenuti ribelli". Ma non solo torture. "Durante la mia permanenza - spiega il testimone - ho sentito che l'uomo che si faceva chiamare 'Rambo' ha ucciso un migrante. So che mio cugino e altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui sono stati sottoposti. Temo che anche lui sia stato ucciso". Alcune volte, per intimorire, i poveri migranti, i loro torturatori usavano anche le armi "sparavano in aria per farci intimorire", raccontano.

Un altro migrante, Victory, giovane nigeriano, anche lui vittima di 'Fanti', sentito dai pm Gery Ferrara e Giorgia Spiri, racconta della casa-ghetto: "Eravamo in mezzo al deserto, era una grande struttura, recintata con dei grossi e alti muri in pietra, che era costantemente vigilata da diverse persone, di varie etnie, armati di fucili e pistole". E parlando di Fanti, l'arrestato, racconta: "Era uno che spesso, in modo sistematico picchiava e torturava noi migranti. Fanti era membro di questa organizzazione di trafficanti al cui vertice c'era Alì, il libico". Anche Victory ha dovuto pagare dei soldi per essere rilasciato e proseguire la sua rotta verso l'Italia. "Ogni giorno telefonavano alla mia famiglia - racconta tra le lacrime - e mentre avanzavano a mio fratello le loro richieste estorsive, consistenti nella richiesta di denaro, mi torturavano e mi seviziavano, in maniera tale da fargli sentire le mie urla strazianti. Dopo cinque mesi di lunga prigionia e sistematiche violenze subite , mio fratello gli fece pervenire 200 mila cfa (la moneta del posto) a fronte delle 300 mila richieste".


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/03/18/news/torturava_e_violentava_migranti_in_libia_rischia_linciaggio_dalle_sue_vittime_a_lampedusa-160819522/

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