lunedì 20 febbraio 2017

La sinistra è il popolo! La sinistra siamo noi!


"Ho avuto l'impressione che il Pd in questi due mesi non si sia rispettato e abbia sprecato il suo tempo" ha detto Renzi nel suo intervento, sottolineando che ora la responsabilità va "verso il Paese e verso chi sta fuori". (Sky Evening news)
Qualcuno è disposto a spiegarmi che cosa intendesse dire il mentecatto, non chè rottamatore da rottamare?
Io ho non-poche-difficoltà a seguirlo nelle sue elucubrazioni da pubblicitario-sloganist di bassa levatura.
Che cosa intende quando parla del Paese a cui fa riferimento? E chi sarebbe "chi sta fuori"?
Si rende conto del fatto che se il PD si trova a dover analizzare il proprio operato per riacquistare consensi, oltre a quelli messi in cassaforte per puro clientelismo e asservimento, è per colpa sua?
Lui, più di chiunque altro prima di lui, ha allontanato dal partito chi credeva ancora nella politica della sinistra.
L'unico maggior colpevole dell'insuccesso di questo PD è lui!
Faccia un passo indietro, si allontani dalla politica definitivamente e lasci il campo libero a chi la politica vuole farla con responsabilità, senza protagonismi da guitto d'avanspettacolo.
Faccia il comico o l'imbonitore di pentole (tralasciando il porta a porta, glielo sconsiglio, non credo sia preparato ad un eventuale rifiuto) e, forse, avrebbe più fortuna.
Non è adatto alla politica, non sa neanche che cosa sia, figurarsi se è in grado di capire la differenza tra la politica di destra, e quella di sinistra.
E non credo che sia in grado di decidere nulla, tutto ciò che ha fatto, infatti, è stato obbedire agli ordini calati dall'alto.

Infine sarebbe il caso di fargli capire che la sinistra siamo noi, non è lui, la sinistra è il popolo ed al popolo deve adeguarsi chi vuole far parte della sinistra.

Roma Metropolitane, pignorati 10 milioni di euro: azienda sull’orlo del baratro. A rischio Metro C e conti del Comune. - Vincenzo Bisbiglia

Roma Metropolitane, pignorati 10 milioni di euro: azienda sull’orlo del baratro. A rischio Metro C e conti del Comune

Giovedì la Salini-Impregilo ha ottenuto dal giudice il blocco dei conti della municipalizzata, che da tempo in perdita costante, non ha mai approvato il bilancio 2015 e non ha proceduto alla ricapitalizzazione da 11 milioni di euro fondamentale per mantenerla in vita. Il fallimento dell'azienda, che ha contenziosi per 1 miliardo di euro, comporterebbe un effetto domino sulle casse del Campidoglio.

Un pignoramento da 10 milioni di euro rischia di far fallire la società del Comune di Roma che realizza le opere di trasporto pubblico (metro, tram, filobus, funivie, ecc). Conti correnti bloccati, azienda sull’orlo del baratro e l’amministratore unico – nominato appena 2 mesi fa da Virginia Raggi – che attacca la giunta grillina e minaccia le dimissioni. Roma Metropolitane è una polveriera e, se non accadrà qualcosa nei prossimi giorni, rischierà seriamente di essere al centro del prossimo ciclone di questa tempesta infinita che sta mettendo a dura prova l’amministrazione pentastellata. Anche perché in gioco c’e’, ancora una volta, la grande opera per eccellenza della Capitale: la metro C.
I CONTI IN ROSSO – Partiamo dalla fine. Giovedì scorso la Salini-Impregilo, nota società di costruttori romani, ha ottenuto dal giudice il pignoramento dei conti della municipalizzata, in virtù di un credito vantato di “appena” 10 milioni di euro, relativo alla costruzione (ultimata nel 2015) della linea B1 del metrò. 
Nonostante Roma Metropolitane abbia contenziosi aperti per quasi 1 miliardo di euro con varie aziende del settore, la visita pomeridiana dell’ufficiale giudiziario è bastata a bloccare definitivamente i flussi di cassa, già da tempo sono pressoché nulli.
Da dove nascono le difficoltà? L’azienda, da tempo in perdita costante, non ha mai approvato il bilancio 2015 e, seguendo l’indirizzo di una mozione presentata dalla maggioranza M5S e approvata a novembre in Assemblea Capitolina, non ha proceduto alla ricapitalizzazione da 11 milioni di euro fondamentale per mantenerla in vita. Tuttavia, a causa delle forti diversità di vedute fra l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, e quello alle Partecipate, Massimo Colomban, la sindaca Raggi ha comunque deciso di nominare un nuovo amministratore unico, Pasquale Cialdini, in attesa di varare un piano complessivo di riordino delle società capitoline, che però tarda ad arrivare.
TENSIONE AI VERTICI – La tensione si taglia a fette. E’ probabile che questo mese i circa 200 dipendenti fra ingegneri e impiegati non prenderanno lo stipendio, motivo per il quale da giorni sono in assemblea permanente. Durante un incontro con i sindacati, l’amministratore Cialdini – già dirigente del Mit – ha avuto parole durissime nei confronti della giunta, minacciando di dare dimissioni e di portare i libri contabili in tribunale se entro la fine di febbraio non arriveranno direttive sul futuro della società. I lavoratori venerdì pomeriggio hanno occupato simbolicamente il cantiere della metro C a San Giovanni, ma finora nessuno della maggioranza M5S si è espresso sul tema.
RISCHIO EFFETTO DOMINO – Ma cosa accadrebbe con il (possibile) fallimento di Roma Metropolitane? Il rischio è una specie di effetto domino che andrebbe a pesare direttamente sulle casse del Campidoglio, con ripercussioni economiche ben superiori all’effettivo valore della municipalizzata stessa. Come detto, Roma Metropolitane funziona da “stazione appaltante” per le grandi opere; questo significa che la società si accolla per conto del Comune tutti i rapporti finanziari con le aziende private che svolgono materialmente i lavori legati ai trasporti della Capitale.
Solo con il consorzio di imprese che sta costruendo la metro C – Vianini Caltagirone, Ansaldo Sts, Astaldi, Ccc e Cmb – la municipalizzata oggi diretta da Cialdini ha un debito certificato di quasi 200 milioni e un contenzioso aperto in tribunale civile per almeno altri 300 milioni. L’ex amministratore unico, Paolo Omodeo Salè, stimava in 1 miliardo di euro l’importo totale di questi contenziosi, che in caso di fallimento andrebbero a pesare tutti sul Campidoglio, mandandone in tilt i flussi di cassa.
GLI EFFETTI SULLA LINEA C – Come noto, la metro C di Roma ad oggi è in funzione in un tratto ancora piuttosto decentrato, ovvero dall’estrema periferia est di Pantano fino a piazza Lodi (appena dentro le mura Aureliane). Dopo molti tentennamenti, pare che Virginia Raggi e i suoi si siano convinti di portare avanti l’opera lungo il tracciato previsto, nonostante gli sprechi (extracosti per quasi 1 miliardo), i ritardi (ben 6 anni sulla tabella di marcia) e le inchieste aperte da Procura di Roma e Corte dei Conti.
In questo momento, il Campidoglio punta tutto sull’apertura della stazione di San Giovanni, ipotizzata per fine 2017, che permetterebbe alla linea C di incrociare la linea A. Un risultato che potrebbe essere messo in dubbio proprio dall’eventuale fallimento di Roma Metropolitane, punto di riferimento per il contraente generale e parafulmine economico per il Comune.

Basta!

Risultati immagini per basta!

La domanda sorge spontanea:
ma, dopo gli avvenimenti ai quali abbiamo assistito, possiamo ancora dire che il PD sia un partito di ideologia di sinistra? 


Un partito tendenzialmente comunista?

A me sembra che abbia cambiato rotta e che sia diventato un partito con tendenze fasciste e liberali al massimo!


- Impone regole e leggi che privilegiano le banche e le grandi industrie; 
- non tutela i lavoratori tassandoli a dismisura (quando un lavoro ce l'hanno), e li costringe ad accettare stipendi sempre più bassi e orari di lavoro massacranti e schiavizzanti;           -  permette alle aziende di trasferire le attività altrove all'estero; 
- non punisce gli evasori, chi trasferisce denaro nei paradisi fiscali, chi commette reati contro la pubblica amministrazione, ......

Io non mi sento tutelata, mi sento perseguitata da questo PD!