sabato 6 maggio 2017

Stiglitz: “Germania unica beneficiaria dell’euro.” - Alberto Battaglia

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“L’euro funziona, professor Stiglitz?”. Una domanda a bruciapelo, quella inviata martedì scorso nel salotto di Giovanni Floris su La7, alla quale il noto premio Nobel per l’economia ha offerto una risposta altrettanto netta: “No”. Ovviamente, non è la prima volta che ciò viene affermato da un importante economista né è la prima volta che lo stesso Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia, sottolinea questo concetto. Allo stesso tempo l’intervista ha offerto una sintesi del pensiero del professore della Columbia University di New York,. che ha esplorato con sufficiente semplicità una serie di concetti spesso fraintesi o mistificati.
In particolare, cosa succede ai Paesi europei dopo la loro rinuncia irreversibile (secondo quanto ribadito a più riprese dalla Bce) al dominio del tasso d’interesse e del tasso di cambio? “Si è creata divergenza e stagnazione”, il contrario di quanto l’Europa unita avrebbe dovuto fare, sottolinea Stiglitz, “i più ricchi si sono arricchiti i poveri si sono impoveriti”. A questo punto il pubblico presente in studio accorda un forte applauso a scena aperta, mentre il professore precisa che lo “spartiacque” segnato dall’euro continua sempre più ad accentuare tali dinamiche. Alla richiesta, sempre molto schietta di Floris sul fatto che sia, ad esempio, la Germania ad essersi arricchita, al contrario dell’Italia, Stiglitz conferma quello che, a giudicare dalla sua espressione facciale, gli pare una lapalissiana ovvietà. La Germania è “il grande beneficiario singolo” dell’Eurozona.
Non sorprende che il Nobel, per queste sue posizioni critiche, sia stato spesso citato dai partiti euroscettici, fra cui Lega Nord e Front National. Eppure, Stiglitz tiene a segnare la sua netta distanza da questi movimenti: “Se [voi italiani] mi aveste chiesto prima se entrare nell’euro, vi avrei detto non fatelo. Ora che ci siete dentro dovete capire che ci sarà un costo per tutto questo, che si pagherà con il costo della vita”. Ma il problema non è quello di uscire dall’euro, secondo Stiglitz, ma è la riforma dell’Eurozona nel suo complesso e soprattutto se è possibile ottenere “un assenso della Germania sulle riforme necessarie”.
Stiglitz, che propugna una diversificazione dell’euro in più velocità, ritiene di non aver bisogno che un sano dibattito sul futuro dell’euro raccolga gli avalli di figure come quella di Marine Le Pen. Secondo il professore, il punto di fondo è che “ripensare il ruolo dell’euro” è l’unico modo per non entrare in conflitto con il fine per il quale è stato creato: aumentare la coesione dell’Unione Europea.
Quanto al caso Mps, Stiglitz ha fatto sapere in un intervento tenuto ieri all’Università di Siena che “la Bce ha tenuto una posizione troppo rigida“.

Con Soros a Palazzo Chigi l'ultra-capitalismo getta la maschera. - Diego Fusaro

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Lo speculatore e finanziatore di Ong è stato accolto in pompa magna da Gentiloni. Altro che complotto. La classe post-borghese è in una fase cruciale della sua lotta. E non fa nulla per nascondersi.

Lo diciamo da tempo, ma l'impermeabilità del pensiero unico è sconvolgente. Sovrastruttura egemonica santificante i rapporti di forza asimmetrici e iperclassisti dell'orizzonte post-1989, il pensiero unico politicamente corretto offusca senza tregua la visione del reale. Sostituisce il reale con la realtà mediatizzata, confezionata ad hoc dal circo mediatico e da opinion maker nichilisti, post-borghesi e ultra-capitalistici. Le masse pauperizzate e sempre più ridefinite come nuova plebe postmoderna della mondializzazione subiscono in silenzio. Ogni giorno vengono private di qualcosa e, un po' alla volta, perdono tutto, anche i diritti più elementari.
UN SILENZIO ASSORDANTE. Nel silenzio più assordante, ecco che George Soros, lo speculatore finanziatore di Ong, l'apolide filantropo che, con immensa magnanimità, a flusso costante foraggia ogni movimento organico al capitale finanziario (rivoluzioni colorate, legtb, immigrazioni di massa), è stato ricevuto dal premier Paolo Gentiloni. Sì, proprio così. Altro che complotto! Soros accolto in pompa magna dal governo italiano. Intelligenti pauca, dicevano i latini. La lotta di classe procede, spietatamente condotta dagli sradicati esponenti dell'élite finanziaria che distruggono i diritti sociali e le sovranità nazionali, difesi "culturalmente" dal clero accademico, giornalistico e televisivo.
IL MITO IMMIGRAZIONISTA. È chiaro come il sole, solo i fessi non lo vedono. L'immigrazione di massa non è soltanto una oscena pratica di lucro, una abominevole tratta di esseri umani: è un momento fondamentale della lotta di classe gestita da Soros e dalla sua classe post-borghese e ultra-capitalistica. Serve ad abbassare i costi della forza lavoro, a creare lotte orizzontali tra gli ultimi, a imporre il nuovo profilo planetario dell'uomo sradicato, migrante e in perenne mobilità in funzione delle logiche delocalizzanti del capitale liquido-finanziario. Lo vuole la destra del denaro, lo difende vergognosamente la sinistra del costume. Che anziché lottare contro queste pratiche oscene e difendere i lavoratori fa suo il mito immigrazionista, ideologia di completamento del capitalismo finanziario senza radici e senza diritti riconosciuti.