martedì 11 luglio 2017

Banche: con le sofferenze al 19% il sistema bancario ha un buco da 60 miliardi (e uno scudo statale di 20) - Marta Panicucci

Atlante
Una statua del titano Atlante nei Paesi Bassi Deror_avi via Wikimedia Commons

Cariferrara ha ceduto ad Atlante 2, il fondo gemello del primo, 343 milioni di sofferenze con un prezzo pari al 18,9% cioè a 65 milioni di euro. Buona notizia per la piccola banca, un po’ meno per il sistema bancario in generale.
Cariferrara, insieme a banca Etruria, Carichieti e Marche, è stata oggetto del decreto Salvabanche del novembre 2015, quello che ha azzerato azionisti e obbligazionisti e diviso la parte buona delle attività bancarie da quella malata. A quel punto si è aperta la vendita delle quattro Good bank: tre sono andate a UBI per un euro e la quarta, Cariferrara è destinata a BPER, ma prima di convolare a nozze doveva ripulirsi dei crediti deteriorati.
La cessione ad Atlante 2 quindi è un passo fondamentale per portare a compimento l’acquisizione di Cariferrara da parte della banca popolare dell’Emilia Romagna. Altro discorso riguarda invece tutto il sistema bancario. Le sofferenze di Cariferrara sono state valutate al 19% una cifra bassissima, meglio solo di quel 17% con il quale furono vendute le sofferenze delle quattro banche in occasione del piano di salvataggio. Tutti il sistema bancario, pochi esclusi, deve affrontare la pulizia dei conti: i crediti deteriorati sono cresciuti a vista d’occhio negli anni della crisi economica e le banche hanno i bilanci pieni di inadempienze probabili, crediti con coperture incomplete, leasing e vere e proprie sofferenze.
Secondo le stime dell’ABI al 31 dicembre 2016 le sofferenze nette delle banche italiane si attestano a 86,9 miliardi di euro (già calate di qualche miliardi per alcune operazioni dei primi mesi dell’anno come la cessione di un pacchetto da parte di UBI). Comunque sia se prendiamo 87 miliardi di sofferenze e li vendiamo prezzandoli al 19% il risultato sono 21,8 miliardi di incasso e quindi 65 miliardi di “buco”.
In poche parole se il 19% fosse il prezzo valido per tutte le operazioni di pulizia delle banche, il sistema bancario si troverebbe con un buco da oltre 60 miliardi, e, non ci dimentichiamo, che il Fondo stanziato dal Governo Gentiloni per il comparto bancario vale appena 20 miliardi. Qui la faccenda si complica.
Cariferrara verso BPER
È l’ultima delle quattro sorelle del decreto Salvabanche ad essersi accasata. Lo scorso anno, se vi ricordate, il presidente delle Good bank, Roberto Nicastro aveva aperto il bando per la vendita delle banche sane con l’obiettivo di ricavare 1,6 miliardi e rimborsare così il prestito attivato per il salvataggio, ma le uniche offerte arrivate alla scadenza sono state quelle di Lone star e Apollo inferiori ai 500 milioni. Saltate la vendita si sono valutate altre strade.
Alla fine tre banche, Etruria, Carichieti e Marche sono finite sotto il marchio UBI banca dopo essere state ripulite e ricapitalizzate a dovere e ora stanno subendo un drastico taglio di dipendenti e filiali. Cariferrara ha trovato il suo pretendente in Emilia Romagna, ma le condizioni sono le stesse: prima pulizia e ricapitalizzazione poi acquisizione.
Nei giorni scorsi è arrivata la notizia della cessione del pacchetto di sofferenze ad Atlante 2: 343 milioni pagati 65 milioni. Questa somma sarà sottratta dal capitale fresco che il Fondo di risoluzione dovrà iniettare nella banca ferrarese per rafforzare il capitale prima delle nozze. Cedute le sofferenze e fatta la ricapitalizzazione mancheranno soltanto le autorizzazioni di BCE e del dipartimento concorrenza dell’Unione europea.
Sistema bancario a rischio buco
Se la cessione ad Atlante 2 delle sofferenze è una buona notizia per Cariferrara, è allo stesso tempo un pessimo segnale per il comparto bancario. È vero che ogni pacchetto di sofferenze ha una storia a parte e ogni cessione è preceduta da un’attenta valutazione delle garanzie e della salute dei crediti, ma resta il fatto che le ultime operazioni hanno visto un deciso crollo del prezzo.
Qualche mese fa i 2,2 miliardi di nuovi crediti deteriorati di Etruria, Marche e Chieti, ceduti prima del passaggio a UBI, sono stati acquistati sempre da Atlante al 32,5% di valore facciale: avevano caratteristiche simili a quelle di Nuova Carife anche se erano molto giovani e quindi, sulla carta, più semplici da gestire. Il portafogli di sofferenze di Cariferrara è composto sia da inadempienze probabili che da crediti deteriorati e sofferenze, con un 48% di crediti garantiti da immobili e per il rimanente 52% da crediti unsecured con una componente di leasing che arriva da Commercio e Finanza.

Comunque sia il prezzo è veramente basso e nettamente inferiore rispetto a quello messo a bilancio dalle banche. Gli 86,9 miliardi di sofferenze nette registrate a fine anno da Bankitalia saranno da una parte diminuiti con le operazioni fatte nei primi mesi del 2017, ma, allo stesso tempo, aumentate con nuovi crediti malati accumulati nel primo semestre. Preso quindi questo dato per buono e calcolando un prezzo del 19% ballano 60 miliardi. Se le banche italiane cedessero le sofferenze il sistema avrebbe un buco di circa 60 miliardi a fronte di uno scudo statale per le banche in difficoltà da 20 miliardi. Nonostante i tentativi di nascondere la polvere sotto il tappeto, la montagna di sofferenze sovrastimate che le banche hanno in bilancio resta lì e prima o poi quando verranno fuori saranno dolori per tutti. 

Governo studia 'pacchetto digitale' anti-evasione.

Banconote e monete in una foto di archivio © ANSA

Potrebbe comprendere anche l'obbligo di fatturazione elettronica tra privati, previo via libera Ue.

Sprint nella lotta all'evasione: il governo in vista della prossima legge di Bilancio sta studiando un 'pacchetto digitale', che comprenda anche l'obbligo di fatturazione elettronica tra privati, previo via libera Ue. L'obiettivo è da un lato quello di rendere sempre più semplice il rapporto col fisco e dall'altro di accelerare ulteriormente il recupero dell'evasione, in particolare dell'Iva. Nel pacchetto potrebbe entrare anche il 'documento unico di vendita' per semplificare la comunicazione telematica dei corrispettivi. 
Asse portante dell'operazione sarebbe appunto l'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica anche tra i privati, che già è in vigore per i rapporti con la pubblica amministrazione da giugno del 2014, e che ha bisogno però di un ok di Bruxelles. I contatti per ottenere la deroga alla normativa europea, secondo quanto riferito, sarebbero già in corso.
Altro tassello quello della semplificazione delle comunicazioni dei dati all'amministrazione fiscale con la creazione, tra l'altro, di un 'documento unico di vendita'. In questo modo si realizzerebbe una quasi completa 'de-materializzazione' della documentazione da inviare al fisco, che viaggerebbe per via telematica, raggiungendo un server centrale. I dati sarebbero poi anche a disposizione nel proprio 'cassetto fiscale', ferma restando la possibilità di richiedere una copia cartacea di fatture o ricevute se necessaria. Al momento si tratta ancora di ipotesi allo studio, che si stanno approfondendo a un tavolo di lavoro ad hoc - coordinato dal viceministro Luigi Casero - che coinvolge l'intera amministrazione finanziaria, dal dipartimento delle Finanze e la Ragioneria generale dello Stato a Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e delle Dogane. 

I 1000 fantasmi che governano il mondo. - Gianluca Ferrara

I 1000 fantasmi che governano il mondo
Sono soltanto in 1000 coloro che esercitano il potere su uomini, animali e vegetazione. Mille individui di cui la quasi totalità dell’umanità non conosce i nomi e non ha mai visto i loro volti. Eppure sono i nuovi signori, i nuovi imperatori, i moderni faraoni del mondo odierno senza più confini che è riuscito a globalizzare questa perversa tendenza dell’uomo ad accentrare il potere.
I primi 500 sono gli amministratori delegati delle multinazionali inserite nella lista di Fortune 500, le 500 maggiori imprese del mondo. Questi gruppi transnazionali sono interconnessi, sono una rete solida nella quale tengono imprigionati 7 miliardi di individui. Questi 500 controllano la produzione di cibo, armamenti, energia, acqua e informazione. Ma soprattutto controllano la politica diventata damigella dell’economia e della sua degenerazione finanziaria.
Le politiche predatorie di questo grumo di potere oltre a devastare ambiente e Terra, ha con cibo spazzatura permesso ad una parte del mondo cosiddetto ricco di alimentarsi in maniera insalubre rendendo più di 2 miliardi di persone in sovrappeso, delle quali più di mezzo miliardo obeso. Ogni anno nei Paesi occidentali 3,400,000 muoiono per patologie legate alla sovra alimentazione. Sull’altro lato della medaglia ci sono i volti di quel quasi miliardo di uomini donne e bambini che vivono nell’indigenza, sono malnutriti e circa 36 milioni di loro muoiono annualmente.
Il sistema dei 1000 fantasmi è diabolico se si pensa che quasi il 40%del cibo prodotto finisce nella spazzatura. Basterebbero 50 miliardi di dollari per evitare tale olocausto annuale, una cifra irrisoria se si pensa che le élite economiche spendono 500 miliardi di dollari in pubblicità e circa 1.800 in armamenti. Nei paesi definiti ipocritamente poveri, in realtà ricchi di risorse, fino a 40 anni fa, prima che il regno dei 1000 cominciasse la sua politica egemonica, non c’era malnutrizione. Poi con la distruzione delle economie di sussistenza, l’abbattimento delle barriere doganali e l’imposizione di monoculture per produrre mangime finalizzato alle mandrie bovine, si è rotto un equilibrio millenario.
Gli altri 500 padroni del mondo sono attribuibili all’ambito finanziarioSecondo l’Ufficio del Tesoro Usa sono cinque le Società di intermediazione mobiliare e le divisioni bancarie: Bank of America, J.P. Morgan, Goldman Sachs, Citybank e Hsbc Usa; più cinque banche: Deutsche Bank, Credit SuisseUbsCitycorp-Merill Linch e Bnp-Paribas che in totale controllano più del 90% dei titoli dei derivati emessi. Questi individui gestiscono l’economia virtuale. La finanza, un tempo a servizio dell’economia, è cresciuta fino a diventare 13, 14 volte maggiore dell’economia reale. Una grande massa di capitali (destinata a deflagrare) che circolano sui computer degli speculatori internazionali e di banchieri a cui è stato concesso di controllare persino l’emissione della moneta.
I capi di governo dei Paesi che aderiscono all’Ocse sono dei dipendenti di questi 1000 individui. Sono succubi (ma anche complici) di un progetto di colonizzazione delle coscienze perfettamente realizzato. Oggi, ogni capo di governo svolge il ruolo di un attore che recita un copione già scritto. Reagan nel 1980 inaugurò questa prassi. Le rarissime improvvisazioni vengono punite con l’immediata sostituzione del recitante (Papandreou-Papademos e Berlusconi-Monti nel 2011).
La grande vittoria dei 1000 è esser riusciti ad innescare una sorta di pilota automatico; la direzione è quella imposta da un paradigma economico che è una mutazione neoliberista dato che poi sono gli Stati a pagare le conseguenze delle turbolenze finanziarie innescate dalla crescete brama di potere e ricchezza di questi individui.
Questa super élite è un governo mondiale ombra che semina consenso elargendo piccole e grandi posizioni di potere e persino premi, si pensi con quanta ipocrisia sia stato concesso il premio Nobel per la pace riconosciuto ad Obama. Giornalisti, docenti universitari, economisti, politici tutti caduti in questa prigione intellettuale che difendono persino con ardore. Ogni dissenso, spirito critico è bandito. Coloro che si permettono di mettere in discussione l’ordine costituito dai 1000 sono emarginati, resi inoffensivi e persino eliminati (si pensi a Saddam e Gheddafi) come fu fatto, anche nel nostro Paese, con Enrico Mattei e Aldo Moro.
E questa sarebbe democrazia?

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/09/i-1000-fantasmi-che-governano-il-mondo/3715065/