Muovi Palermo presenta il suo video denuncia sulle discariche della città

Dalla denuncia alla proposta, passando dal coinvolgimento dei cittadini.
Muovi Palermo presenta il suo video denuncia sulle discariche della città, col piglio ironico che ha sempre contraddistinto la nostra associazione.

Si conclude con la proposta: la richiesta di delibera (clicca qui per visionarla), presentata già lo scorso 20 novembre al gruppo consiliare Un'Altra Storia e per conoscenza a tutti i gruppi consiliari di deliberare lo stanziamento in bilancio di un capitolo di spesa per l'istallazione di un sistema di videosorveglianza realizzato con telecamere a circuito chiuso collegate con il corpo di Polizia Municipale, per monitorare tutti i siti critici, maggiormente interessati dal fenomeno delle discariche abusive.

Il video denuncia di Muovi Palermo è stato realizzato grazie alla collaborazione dei soci e dei simpatizzanti che dietro nostra richiesta hanno inviato segnalazioni e materiale fotografico delle discariche abusive che incontravano passeggiando per Palermo.
I ragazzi dell’associazione hanno girato in lungo e in largo tra le circoscrizioni e sistemato degli striscioni in ogni discarica incontrata. Le frasi contenute vogliono sensibilizzare sull’importanza dei rifiuti come fonte di energia, della raccolta differenziata come risparmio. Vogliono denunciare come la criminalità organizzata sfrutti la situazione di emergenza in cui Palermo si trova.

La fase operativa è scattata il giorno seguente alla dichiarazione dell’Amia:“L’emergenza rifiuti in città è finita”. Questo video quindi smentisce, se non bastasse il semplice guardarsi attorno, ciò che l’Azienda municipale per l’Igiene ambientale vuole far credere ai cittadini.

E’ chiaro che le strade presenti nel video non sono quelle del “salotto di Palermo”, ma delle periferie, dei quartieri “a rischio”. Le zone nascoste agli occhi dei più.
Ricordiamo che secondo i dati pubblicati dall'AMIA (vai al link), la pulizia delle 40 discariche abusive "riconosciute" dal comune di Palermo costa circa 600mila € all'anno! Circa 1250€ al mese per discarica!

In una situazione di ristrettezza economica in cui si trova il comune di Palermo, la politica dello spreco è sicuramente l'ultima da perseguire.

Con l'istallazione di telecamere a circuito chiuso si attuarebbe una politica di dissuazione nei confronti del cittadino intenzionato ad abbandonare rifiuti nei luoghi non presposti a tal fine, e permetterebbe altresì di sanzionare chi si ostini a fare dell'inciviltà il suo stile di vita.

http://www.muovipalermo.com/index.php?option=com_content&view=article&id=152:muovi-palermo-presenta-il-suo-video-denuncia-sulle-discariche-della-citta&catid=40:cittadinanza-attiva&Itemid=70


L'ultima guerra di Mario Monicelli. - di Andrea Scanzi



Si getta nel vuoto una delle ultime coscienze italiane.

E' appena finito un giorno terribile. Una delle ultime coscienze critiche di questo paese se n'è andata. Per sua stessa mano.
Mario Monicelli si è ucciso. Diranno che non doveva. Si chiederanno come possa uccidersi un uomo di 95 anni. Scriveranno che il suicidio è peccato. Come se uno, anche da morto, debba beccarsi gli strali del bigottismo più palloso. Quello che ha sbertucciato per una vita intera. Diranno anche che un uomo di 95 anni non si piange. Che la morte fa parte della vita (sempre originali, i coccodrilli). E invece no. Questa è una morte che fa più male di quella di un bambino. Perché Monicelli era un bambino. E non era un bambino come gli altri.
E' vero, non faceva più grandi film. Poteva permetterselo: uno che gira
La grande guerra, ad sola, può anche smettere di pensare. E lui non aveva mai smesso. Non solo nei Soliti Ignoti.
Non so se l'avrebbe preso come complimento - non credo -, ma le sue cose migliori ultimamente erano le interviste. Neanche sei mesi fa, aveva raccontato in due minuti lo schifo dell'Italia contemporanea. Uno dei momenti più alti mai visti nel piccolo schermo. A
Raiperunanotte, mentre in studio c'era un quasi cantante che si metteva i baffi finti e col suo inutile narcisismo faceva capire - per contrasto - quanta differenza passi tra gli Artisti di ieri e i Furbastri di oggi (sì, parlo di Morgan).
Riguardatevi quei due, tre minuti. Quelli in cui Monicelli parla di noi, degli italiani: è il nostro autoritratto. Quello che non ci piace guardare, perché siamo brutti e stupidi. Ignoranti e pavidi. E lui ce lo ricordava. Nei film, nelle interviste. In ogni cosa che diceva e pensava.
Era vivo, Monicelli. Anche troppo. Andava in tivù e amava dire che faceva ancora sesso. Che la morte non gli aveva mai fatto paura. Che Dio non l'aveva mai visto, quindi non c'era motivo di temerlo.
Era così vivo che ha deciso di scegliersela, la morte. Non meno di suo padre. Dall'alto, come Primo Levi. In controtempo, come Cesare Pavese. Uno schiaffo alla stasi italica, come Luigi Tenco.
Un'ultima inquadratura geniale, irriverente. Quasi come una commedia. Un lancio nel vuoto ad anticipare una trama scontata. A sporcare la retorica che non avrebbe sopportato. A dare inchiostro ai soliti bacchettoni. A riderne, chissà dove. Se esiste un Dove.
E' un anno implodente. Se ne vanno tutti. Quasi che il pensiero fosse da noi un bagaglio fuori luogo. Quasi che l'Italia non se li meritasse.
Mario Monicelli ha vissuto come ha voluto e così è morto. Senza rimpianti. Con la certezza che non c'era più niente da perdersi.
Senza lui farà ancora più freddo. Freddo dentro. Circondati da politicanti schifosi, italiani medi ampiamente al di sotto della deficienza. Tutti
amici miei senza supercazzola. Tutte comparse immeritevoli di un Regista troppo arguto per scendere a patti con la banalità di un pensiero scomparso.


Ciao, Maestro. E grazie.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=241


Mario Monicelli a Raiperunanotte - Intervista



E’ morto Mario Monicelli

Il regista Mario Monicelli si e’ ucciso lanciandosi dal quinto piano del reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Lo hanno comunicato fonti dell’ospedale San Giovanni. Sul posto e’ intervenuta una squadra del 118 che pero’, non ha potuto far altro che constatare il decesso del regista. Monicelli aveva 95 anni e da tempo era malato.



Le spese allegre della regione Campania Milioni di euro per fiere, spettacoli, sagre. - di Vincenzo Iurillo


Gli ispettori del ministero dell'Economia fanno le pulci alle spese dell'ex giunta Bassolino. Tutto denaro che "non può essere qualificato come investimento"


Un fiume di milioni di euro per fiere, spettacoli e sagre, impiegati sotto le etichette più qualificanti di “promozione turistica” e “sostegno alle attività agricole”, per aggirare il divieto di impiego dei fondi europei utilizzabili solo per investimenti. Tra le spese allegre della Regione Campania indebitata a livelli record c’è di tutto. Compresi 10.000 euro per il Carciofo di Paestum, 10.000 euro per il Fagiolo di Controne, 10.000 euro per il Tartufo in mostra a Colliano, 24.000 euro per due Sagre del Fungo Porcino a Cusano Mutri (Benevento) e a Castelcivita (Avellino), 10.000 euro per la Cipolla Ramata di Montoro (Avellino) e 171.200 euro per il finanziamento del progetto speciale “Missione sorriso”: una serie di interviste plurilingue ai turisti stranieri per la rilevazione del loro grado di soddisfazione. Immaginiamo alta, se saranno riusciti a fare il giro di tutte le sagre campane per assaggiare i loro prelibatissimi prodotti. Peccato che tutte queste attività “non possono essere qualificate come investimento” scrivono gli ispettori del ministero dell’Economia inviati a Napoli per spulciare i conti della Campania dopo lo sforamento del patto di stabilità deciso dalla giunta uscente del Pd Antonio Bassolino. Gli ispettori per due mesi hanno scartabellato tra delibere e bilanci. E hanno concluso il loro lavoro redigendo una lunga relazione di “condanna” dell’operato degli ex amministratori campani, inviata anche alla Corte dei conti.

La lista delle spese censurate alla precedente giunta Bassolino è lunga e qui si offre un elenco assai parziale. Ci sono 100.000 euro per gli eventi promozionali durante l’incontro di Coppa Davis a Torre del Greco (l’Italia delle racchette vinse, e tutto finì in gloria) e altri 100mila euro per la Biennale del Mare, 100.000 euro per il Maggio dei Monumenti, storica manifestazione culturale che anima i musei napoletani, e 20.000 euro per il Borgo in Festa a Castevetere, in provincia di Avellino. La rassegna di musica etnica a Summonte (Av) ha meritato 10.000 euro, la rassegna Neapolis un po’ di più, 30.000, mentre 70.000 euro sono finiti nell’organizzazione dei percorsi enogastronomici della Costa del Vesuvio. Per la Notte Bianca di Napoli del 2006, la Regione ha tirato fuori 250.000 euro. Per “Comunicare i vini della Campania”, altri 100.000 euro. Per partecipare alle fiere agro-alimentari estere, nel solo 2006, sono stati spesi 1.248.000 euro. E siccome certe attività vanno ben promozionate tra le testate locali, ecco sbucare 90.000 euro per un piano di comunicazione integrata con il gruppo editoriale “Il Denaro”. E altri 500.000 euro spesi sotto il capitolo “Azioni Promo – Pubblicità e Stampa materiale divulgativo e azioni promozionali nei mass-media”.

Ecco poi 6 milioni e mezzo di euro “investiti” in una serie di manifestazioni catalogate sotto il cartellone “Eventi in… Campania”. Alcuni dai nomi suggestivi, come “Il sussurro delle sorgenti” (200.000 euro) o il “Park to Park” (150.000 euro). Ben 400.000 euro sono andati a “Benevento Città Spettacolo”, 150.000 euro al Festival delle culture giovanili di Salerno, 250.000 euro al Classico Pompeiano, 630.000 euro al Positano Art Festival, 237.000 euro al Capri Film Festival, 750.000 euro per Piedigrotta e 378.000 euro per ‘L’enigma degli avori a Salerno’. Alcune iniziative hanno conquistato il successo di critica e di pubblico, di altre, francamente, si è saputo poco. Attenzione: la Piedigrotta in questione non è quella finita nel mirino dell’Unione Europea, che chiede la restituzione dei 720.000 euro del cachet di Elton John per il concerto del settembre 2009. E’ la Piedigrotta di tre anni prima, e stiamo parlando di una manifestazione che negli anni ’50 rappresentava l’anima verace e popolare di una Napoli che oggi non c’è più, e che in anni più recenti si è cercato di resuscitare.

I contabili del ministero dell’Economia censurano l’impiego di altri 11 milioni e mezzo di euro circa per una nuova raffica di concerti, feste, rassegne. Elenco folto. Guardando qua e là sbucano i 50.000 euro per i Canti Parteni ad Avellino, gli 80.000 euro dell’Estate Musicale Sorrentina, i 50.000 euro della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna di Ischia, i 160.000 euro per l’ ‘Equinozio d’Autunno’ a San Giovanni a Piro e i 100.000 euro per l’ ‘Arte delle Certose dell’Italia Meridionale’. Manifestazioni di respiro paesano, al massimo provinciale. E’ possibile definirle ‘investimenti’? Gli ispettori dicono di no: di queste cose non resterà nulla, nessun ritorno nel medio e lungo periodo.

Ma la prassi si è ripetuta nel tempo. Ecco quindi altri 3 milioni di euro per la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali enogastronomiche del 2007. Di cui poco più di un milione per la sola partecipazione al Vinitaly di Verona. Mentre 880.000 euro, complessivi, si spendono per essere presenti alle fiere di Essen, Berlino, Norimberga, Copenaghen e Bordeaux (per il Vinexpò, in Francia, se ne vanno 300.000 euro). Eppoi gli eventi di quella stagione: 1.000.000 di euro per il Concorso Ippico in Piazza del Plebiscito, e molto si polemizzò sul galoppo dei cavalli nel salotto buono della Napoli che conta. E ancora: 600.000 euro per una mostra sugli Impressionisti a Caserta, 500.000 euro per la Lirica negli Scavi di Ercolano, 600.000 euro per “L’Impero dell’Arte, l’Iran da Dario a Farah Diba” a Napoli, e 320.000 euro per il Festival delle Antiche Repubbliche Marinare ad Amalfi, solo per dirne alcuni. E che dire dei 455.000 euro per l’iniziativa “Vibrazioni e bisbigli” ad Avellino? E i 420.000 euro per il “Litorale Domitio – Un Mare di Energia”? E i 327.888 euro concessi per “Il Filo Ritrovato – tessuti e intrecci dell’Italia Antica’ erogati alla direzione regionale dei Beni Culturali? A leggere questo elenco, il filo non si ritrova, ma si perde. Come l’equilibrio dei conti della Campania: perso anche quello, è scomparso tra i debiti.


Berlusconi: "Non frequento festini selvaggi"

Berlusconi: "Non frequento festini selvaggi"


Mi piacerebbe che a confermarlo fossero le tue "due" ex mogli e tutte le amanti provvisorie che hai avuto.

I documenti prodotti da Wikileaks non sono interpretazioni di giornalisti comunisti, sono realtà documentate da files governativi secretati.

Possibile che non sai che ci sono video e foto che documentano i tuoi festini a villa Certosa e i viaggi in aereo a spese nostre?

Possibile che hai dimenticato di aver telefonato ad una procura per il rilascio di una minorenne, a tuo dire, "nipote di Mubarak"?

Hai dimenticato di aver partecipato al compleanno di una ex minorenne che aveva partecipato alle tue feste a villa Certosa?

Hai dimenticato che due tuoi sodali, Lele Mora e Bruno Vespa sono indagati per favoreggiamento alla prostituzione per aver accompagnato prostitute a casa tua?

Hai dimenticato che sei stato convocato dal Copasir perchè chi entrava a casa tua, con donnine ingaggiate a caso, non veniva perquisito?

Chi vuoi prendere per i fondelli?

Puoi fare leva sulla fiducia di chi pende dalle tue labbra, i vari Capezzone, Frattini, La Russa, Gasparri, Letta, Bondi, Carfagna, Gelmini, Brunetta, Bertolaso, Cosentino, e tutta la gente che nessuno avrebbe mai preso in considerazione se non li avessi imposti tu, ma non sulla maggior parte degli italiani che non ti ha mai votato, che non ti crede ed alla quale fai letteralmente schifo!


lunedì 29 novembre 2010

Berlusconi: "Wikileaks? Rivelazioni di funzionari di quarto livello"

Da Tripoli, dove oggi incontra Gheddafi, il premier minimizza i contenuti dei dispacci diplomatici Usa. E nega i festini: "Qualcuno paga le ragazze per mentire". Frattini: "Assange distrugge il mondo"

“Le cose che vengono dette fanno male all’immagine del nostro Paese”. Da Tripoli, in una pausa del vertice tra Unione europea e Unione africana, Silvio Berlusconi manifesta la propria indignazione per la fuga di notizie di Wikileaks. Il presidente del Consiglio derubrica il rango della fonte Usa che ha duramente criticato la sua attività dicendo: “Non guardo a quello che rivelano funzionari di terzo o quarto livello e che viene poi riportato da giornali di sinistra”. Berlusconi parla anche delle sue abitudini, che sono al centro di alcuni rapporti stilati dai diplomatici americani: “Voglio fare un appunto. Io, una volta al mese, do nelle mie case alcune cene dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante. Non frequento i cosiddetti ‘wildparties’, e non so che cosa siano”.

A proposito dei festini, Berlusconi affronta l’argomento anche con riferimenti all’attualità italiana. Dopo le dichiarazioni di Nadia Macrì, intervistata ieri da SkyTg24, il premier si dice scettico: “Mi domando chi ha pagato queste ragazze. Mi domando perché le ragazze lo facciano, dal momento che dicono cose infondate e incredibili. Una ragazza che – prosegue – si dichiarasse prostituta davanti al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, o per trovare un marito”. E’ per questo che Berlusconi conclude la sua riflessione, affidata alle telecamere che riprendono i leader del vertice in corso a Tripoli, proprio con quell’interrogativo: “Allora, mi domando chi è che le ha pagate queste ragazze”.

Wikileaks, i commenti di Frattini e Letta

Dopo le dichiarazioni di ieri, il ministro degli esteri Franco Frattini è torntato a condannare le rivelazioni di Wikileaks che, dice, “vuole distruggere il mondo” ed esorta la comunita’ internazionale “quella vera, quella che vuole migliorare il mondo, a reagire compatta senza commentare senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di fiducia, che se diventa sfiducia reciproca puo’ bloccare collaborazioni fondamentali per risolvere grandi situazioni di crisi”.

“Se questi sono i costumi dell’epoca in cui viviamo c’è da restare atterriti e sconfortati”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta commenta così la diffusione da parte di Wikileaks dei documenti della diplomazia americana che riguardano capi di stato e di governo di tutto il mondo. “La coincidenza ha voluto che questa cerimonia che ci invita a leggere cose belle, pulite, utili, avvenisse nel giorno in cui i giornali squadernano una quantità di presunti segreti che riguardano l’universo mondo e anche il nostro paese – ha detto Letta durante la cerimonia dei premi Coni-Ussi -. Queste cose inducono allo sconforto e allo sconcerto perchè se questi sono i costumi della vita politica c’è da essere atterriti”.


«Gli Stati Uniti spiarono i vertici Onu»


I documenti di Wikileaks: nel mirino anche Ban Ki-moon
La Casa Bianca: «Un'azione sconsiderata e pericolosa»

MILANO - Una campagna segreta dell'intelligence Usa nei confronti dei vertici delle Nazioni Unite, compreso il segretario generale Ban Ki-moon. A rivelarla è uno dei 250 mila file consegnati da Wikileaks al New York Times e al Guardian e anticipati in parte dalla stampa internazionale e infine pubblicati sul sito fondato da Julian Assange. Documenti per la maggior parte riferiti agli ultimi tre anni, nessuno dei quali è classificato «top secret», ma che rivelano le conversazioni tra Washington e circa 270 ambasciate e consolati di diversi Paesi del mondo.

LA REAZIONE DI WASHINGTON - Un'azione «sconsiderata e pericolosa» attacca la Casa Bianca. «Questi file - si legge in un comunicato del portavoce Robert Gibbs - potrebbero compromettere le discussioni private con i governi stranieri e i leader dell'opposizione. Non solo, quando tutto questo finirà sulle prime pagine dei giornali del mondo, allora l'impatto non sarà solo sulla politica estera Usa ma su tutti i nostri alleati e amici nel mondo».

ATTACCO HACKER - Nella giornata di domenica il sito di Wikileaks ha denunciato di essere sotto attacco. Il suo fondatore Julian Assange è «scomparso» dal 18 novembre scorso, quando la magistratura svedese ha spiccato nei suoi confronti un mandato d'arresto internazionale per stupro e molestie. Nelle ore della pubblicazione dei documenti si è limitato a collegarsi in video con la conferenza dei giornalisti investigativi ad Amman, in Giordania. «Non è il posto migliore dove stare se ti cerca la Cia», ha detto, spiegando di non poter rivelare dove si trovi in questo momento. Riportiamo di seguito alcuni dei principali argomenti contenuti nei file di Wikileaks.

SPIONAGGIO E ONU - L'operazione nei confronti delle Nazioni Unite avrebbe riguardato non solo il segretario generale ma anche i membri permanenti cinese, russo, francese e inglese del Consiglio di sicurezza, rivelano i documenti pubblicati dal Guardian. Nel 2009, sotto il nome di Hillary Clinton, sarebbe stata inviata ai diplomatici americani una direttiva - a metà tra diplomazia e spionaggio - in cui si chiedevano dati tecnici e password sui sistemi di comunicazione usati dai funzionari Onu, dettagliate informazioni biometriche su uomini chiave come sottosegretari o capi di agenzie speciali, oltre a numeri di carte di credito, indirizzi email e numeri di telefono.

RUSSIA STATO DELLA MAFIA - I diplomatici Usa considerano la Russia «virtualmente uno Stato della mafia», secondo i documenti di Wikileaks riportati dai siti di alcuni quotidiani: la Russia e le sue agenzie usano i boss della mafia per effettuare le loro operazioni, la relazione è così stretta che il Paese è divenuto «virtualmente uno stato della mafia».

ATTACCO ALL'IRAN E MISSILI DA PYONGYANG - Rivelazioni pubblicate dal Guardiananche sul regime di Teheran. Nelle note diplomatiche Usa si legge che il re Saudita Abdullah «ha ripetutamente esortato gli Usa ad attaccare l'Iran per mettere fine al suo programma di armamento nucleare». L'ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, in un incontro nell'aprile 2008 con il generale Usa David Petraeus disse di «tagliare la testa al serpente». Scrive invece sui rapporti Iran-Corea del Nord il New York Times. Secondo un documento di Wikileaks datato 24 febbraio 2010, Teheran ha ottenuto 19 missili dalla Corea del Nord e i diplomatici Usa temono che potrebbero dare per la prima volta all'Iran la capacità di colpire una capitale europea o Mosca e che la loro avanzata propulsione potrebbe accelerare lo sviluppo iraniano di missili balistici intercontinentali. Su richiesta dell'amministrazione Obama - afferma inoltre il quotidiano - il New York Times ha deciso di non pubblicare il testo completo del documento.

AFGHANISTAN E SOSPETTI DI CORRUZIONE - In base ai file di Wikileaks, il New York Times scrive anche che, quando lo scorso anno il vicepresidente dell’Afghanistan Ahmed Zia Massoud visitò gli Emirati Arabi Uniti, le autorità locali - in collaborazione con la Drug Enforcement Administration americana - avevano scoperto che portava con sé 52 milioni di dollari in contanti. L’ambasciata Usa di Kabul inviò a Washington un documento con il quale specificò che si trattava di una «somma significativa», e che Massoud «aveva il diritto di averla con sé e di non rivelare l’origine e la destinazione del denaro». Massoud invece negò di aver portato denaro fuori dall’Afghanistan.

GUANTÁNAMO E LE TRATTATIVE CON I PAESI STRANIERI - Rivelano alcuni documenti in possesso del New York Times che, dopo le numerose polemiche riguardanti Guantánamo, i diplomatici americani fecero pressioni su alcuni Paesi stranieri perché accettassero alcuni detenuti del carcere. Alla Slovenia fu detto che se voleva incontrare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrebbe dovuto accettare un prigioniero mentre all’isola di Kiribati furono offerti incentivi per milioni di dollari in cambio di un gruppo di detenuti. Gli Stati Uniti suggerirono inoltre al Belgio che accettare più detenuti sarebbe stato «un modo low cost di emergere in Europa».

CINA E ATTACCO INFORMATICO - Sin dal 2002 le autorità cinesi avrebbero diretto un’intrusione nei sistemi informatici di Google, come rivelato da una fonte cinese all’ambasciata Usa di Pechino e come è riportato in un telegramma riservato reso pubblico da Wikileaks (di cui dà conto il New York Times). L’attacco a Google faceva parte di una campagna coordinata di sabotaggio informatico condotta da agenti governativi, esperti privati e «fuorilegge di internet» reclutati dal governo cinese. Sin dal 2002 avrebbero avuto accesso al sistema informatico del governo Usa e dei suoi alleati occidentali.

I SAUDITI E AL QAEDA - Secondo una nota diplomatica Usa dello scorso dicembre, riassunta dal New York Times, i Sauditi sono i principiali finanziatori di Al Qaeda e lo stato del Qatar è il «peggiore nella regione» nella lotta al terrorismo; il suo servizio di sicurezza «esitante ad agire contro noti terroristi».

SIRIA E ARMI ALL'HEZBOLLAH - Dai documenti in possesso del New York Times emerge anche la preoccupazione americana per la fornitura di armi «sempre più potenti» dalla Siria all'Hezbollah. I file riguardano conversazioni avvenute una settimana dopo che il presidente siriano, Bashar al-Assad, aveva garantito al Dipartimento di Stato americano di non fornire armi alla milizia nel sud del Libano.

PAKISTAN - Secondo documenti del dipartimento di Stato Usa, resi noti da Wikileaks e pubblicati dal New York Times, fin dal 2007 gli Usa hanno avviato azioni segrete, finora senza successo, per rimuovere da un reattore nucleare del Pakistan uranio altamente arricchito che «funzionari americani temevano potesse essere utilizzato per un ordigno non lecito».

I RITRATTI DEI LEADER - Dai file di Wikileaks sono spuntati anche giudizi sui leader del mondo, resi noti dal tedesco Der Spiegel che li ha ritratti sulla copertina del numero in uscita lunedì (guarda). Mahmud Ahmadinejad, con la didascalia «Questo è Hitler», il colonnello Muammar Gheddafi («Procaci biondine come infermiere»), il presidente afghano Karzai («Spinto dalla paranoia»), il presidente francese Sarkozy («Il re nudo») e, ultimo in fondo a destra, il premier italiano Silvio Berlusconi, con la didascalia «Feste selvagge».

http://www.corriere.it/esteri/10_novembre_28/wikileaks-assange-documenti-riservati_3d86b796-fafd-11df-abbf-00144f02aabc.shtml


Bertolaso, l'ultima vergogna. - di Marco Guzzetta





La moglie di un sottosegretario. I figli dei giudici amici, dei generali amici e dei boiardi amici. Perfino la nipote di un cardinale. Tutti assunti (a tempo indeterminato) dalla Protezione civile un minuto prima del cambio della guardia. Con soldi sottratti ai terremotati.

Questo si chiama "mettere in sicurezza", solo che più dell'Italia sommersa dalle alluvioni la Protezione civile sembra esperta nel rendere sicure le poltrone del suo personale. E così mentre tutto frana, Guido Bertolaso stabilizza i suoi fedelissimi: 150 precari, spesso d'alto rango, vengono assunti nel botto finale della gestione che ha alternato successi a scandali fino a diventare nel bene e nel male simbolo del modello berlusconiano di governo. Tutto grazie a una nuova legge che prevede "l'assunzione di personale a tempo indeterminato, mediante valorizzazione delle esperienze acquisite presso il Dipartimento dal personale titolare di contratto di collaborazione coordinata e continuativa".

Mentre la pubblica amministrazione falcia i ranghi e il precariato diventa condizione di vita, negli uffici che dipendono da Palazzo Chigi c'è un'ondata di piena di assunzioni che garantisce lo stipendio per figli di magistrati e di prefetti, per mogli di sottosegretari e nipoti di cardinali. Tutti benedetti da una selezione su misura, alla quale ha potuto partecipare solo chi aveva già un contratto precario con il Dipartimento. Un esame affidato a una commissione interna, con poche domande rituali e procedure concluse entro l'estate: così gli ex cococo sono ormai a tutti gli effetti in pianta organica.

E rilette oggi, dopo i crolli di Pompei, le motivazioni che sostengono questa falange di assunzioni hanno un po' il sapore della farsa di fine impero: il testo della deroga al blocco imposto da Tremonti sostiene la necessità di quel personale "anche con riferimento alle complesse iniziative in atto per la tutela del patrimonio culturale". Ma è solo il botto finale: quando Bertolaso nel 2001 mise piede sulla tolda di comando l'organico si basava su 320 unità, passate a 590 nel 2006 e schizzate a quasi 900 alla fine del suo mandato. Cinquecento persone in più in nove anni, con uffici lievitati emergenza dopo emergenza, sempre a colpi di ordinanza e mai in forza di un concorso. Un vero e proprio esercito in cui spiccano gli oltre 60 autisti, distaccati dalle forze dell'ordine, per i dirigenti. L'apoteosi di un sistema di potere nato con il Giubileo del 2000, spalancando le porte degli uffici a figli, nipoti, familiari e amici dell'establishment istituzionale.


E poi, sono arrivati i fedelissimi coltivati a Napoli nelle molteplici crisi dei rifiuti. Un posto per tutti grazie alle parentele giuste nell'esercito o nei servizi segreti, a Palazzo Chigi o in Vaticano, al Viminale o in magistratura, fino a creare una ragnatela di relazioni che sembra plasmata ad hoc per creare consenso verso le attività del Dipartimento e per non disturbare il suo manovratore.

Le parentele scomode iniziano ovviamente da Francesco Piermarini, l'ingegnere-cognato del sottosegretario Bertolaso, mandato tra i cantieri della Maddalena. Ma scorrendo la lista dei beneficiati si svela una rete di favori senza soluzione di continuità. Tra i primi ad essere stabilizzati, a metà di questo decennio, sono stati gli uomini della scorta di Francesco Rutelli in Campidoglio. Dieci "pizzardoni" passati senza semafori dalla polizia municipale di Roma al dipartimento di Palazzo Chigi. Dal fil rouge che lega il Giubileo alla Protezione civile spuntano anche tre supermanager del calibro di Agostino Miozzo, Marcello Fiori e Bernardo De Bernardinis. Facevano parte dell'unità di staff del Giubileo e, grazie al decreto rifiuti del 2008, entrano nel Gotha dei dirigenti generali della presidenza del Consiglio con norma ad personam, e un contratto da 180 mila euro l'anno. Ma sono stati ingaggiati anche ottuagenari che arrotondano la pensione grazie ai munifici gettoni delle emergenze: è il caso dell'83enne Domenico Rivelli, chiamato come "collaboratore per le problematiche amministrativo-contabili per i rifiuti a Napoli".

Storie vecchie, mentre con la stabilizzazione di fine mandato arriva Barbara Altomonte, moglie del sottosegretario Francesco Giro, docente di scuola superiore ed ora dirigente del Dipartimento. E non è certo un caso che in questa ondata la parte del leone la facciano uomini e donne legati a doppio filo con la Corte dei conti, ossia la magistratura che deve vigilare anche sulle spese della Protezione civile.


I sindacati non rappresentano più i lavoratori.



di Filippo Bellanca.

Ritrovandomi nuovamente in cassa integrazione, l’ho appreso dalla solita lista in bacheca aziendale e non ho comunicazione su quanto tempo dovrò rimanerci, ho il tempo di mettere giù una nota per spiegare meglio la mia posizione sui sindacati italiani. Premetto che il mio sindacato di riferimento è stato la CGIL dove sono stato iscritto ed ho partecipato ad intermittenza ad alcune vertenze riguardanti contratti e contrattazioni! Partiamo dalla democrazia interna: si parla molto di rappresentanza e di tutelare i diritti delle rappresentanze sindacali, ma chi lavora in una struttura dove sono presenti i sindacati sà che i componenti delle RSU sono sempre gli stessi, non si rispettano le scadenze delle RSU, esiste una forma di tutela speciale per chi è iscritto come se gli altri non fossero lavoratori, la maggior parte dei componenti RSU approfitta dei permessi sindacali con la connivenza delle aziende, c’è un rapporto confidenziale tra i rappresentanti aziendali ed i sindacalisti molto più accentuato di quello che c’è tra sindacalisti e lavoratori, i rappresentanti nei direttivi sono scelti per amicizia e parentela, si sà già chi farà il segretario provinciale che senza discussioni e confronti seguirà una sua carriera prestabilita all’interno del sindacato, questo a prescindere dalle sue capacità! Formazione dei rappresentanti:spesso i componenti della RSU si avviano a discutere ed a contrattare con le aziende, senza avere un minimo di conoscenza di quello di cui si parla, i sindacati non sono avvertiti in anticipo sull’argomento delle convocazioni, i sindacalisti non stilano verbali di riunione, spesso non si convocano le assemblee e, qualche volta, fanno un comunicato nelle bacheche RSU. Questo è segno di mancanza di formazione all’interno delle rappresentanze sindacali! Rapporti con le aziende: in questi anni, dopo la sciagurata concertazione, si è sviluppato un forte legame tra aziende e sindacati, il legame non è solamente fatto da connivenze, quello, anche se deplorevole, è possibile in quanto si tratta di organizzazioni fatte da uomini (anche se dovrebbero essere delle eccezioni e non una regola), mi riferisco ai rapporti economici e ve ne cito alcuni:
  • Fondi Pensione. Per esempio 'COMETA' è un fondo negoziale costituito come forma di associazione il 21 ottobre 1997 per un accordo tra le organizzazioni di categoria delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic).
  • I patronati. Sono degli enti di assistenza sociale senza fini di lucro, costituiti e gestiti dalle confederazioni o dalle associazioni nazionali dei lavoratori, che hanno l’obiettivo di informare, assistere e tutelare i lavoratori dipendenti e autonomi, i pensionati e i singoli cittadini (a pagamento o retribuito dallo stato che siamo sempre noi).
  • FAPI. Fondo Formazione PMI è un’associazione costituita da Confapi, CGIL, CISL, e UIL per promuovere le attività di Formazione Continua dei dipendenti delle PMI (si parla di soldi).
Di questi esempi c’è ne sono tantissimi e spiegano il motivo per il quale i sindacati attualmente svolgono il ruolo di moderatori nelle vertenze aziendali, proprio perchè c’è un intreccio di interessi tra aziende, governi e sindacati. Nelle descrizioni e negli statuti di questi enti c’è sempre scritto eufemisticamente Lavoratori con la 'elle' maiuscola che sottintende sindacati con la 'esse' minuscola. Questo intreccio tende a ridurre le occasioni di "Lotta" (che parolaccia che ho scritto) e costringe i lavoratori a forme striminzite di protesta, sit-in, presidi, un quarto d’ora di sciopero, sciopero bianco, ecc, ecc. Contrariamente, non si spiega come mai la CGIL continua a rimanere legata a CISL e UIL dopo anni di contrattazioni separate, a livello nazionale perchè poi localmente si firma tutti insieme, giudizi differenti sulle politiche economiche e sulle strategie di organizzazione del lavoro (L’ultima legge proposta e non firmata da Napolitano è un esempio concreto). Concludo per brevità, ci sarebbe ancora tanto da scrivere, invitando i lavoratori a superare i sindacati! Non vi aspettate niente di buono, siate sospettosi, proponete "azioni di lotta" più incisive di quelle che propongono loro, non fatevi imprigionare nell’attendismo! Devono essere i sindacati a seguirvi nelle vostre iniziative, non viceversa!



Il comune "legalizza" l'occupazione abusiva di un asilo a Palermo!


Qualche giorno fa Muovi Palermo si è recato nella VI circoscrizione, nel quartiere Borgo Nuovo per raccontarvi una delle tante storie di "mala-amministrazione" di cui la nostra città è da tempo testimone.

In via San Paolo, dietro l'omonima Chiesa, sorge un edificio che doveva ospitare secondo progetto un asilo.

I lavori sono stati completati negli anni ’90, da allora è stato lasciato in balìa del tempo e dei vandali. Ristrutturato e inaugurato nel 2006 è stato poi dimenticato.Sono stati spesi migliaia di euro, inutilmente. Nel 2009 è stato vandalizzato e in seguito derubato di tutto il materiale e l’arredo scolastico. Un fatto di per se grave ma lo è soprattutto se si verifica in un quartiere considerato a “rischio” e in una città in cui mancano i posti negli asili. L’asilo è stato ceduto poi al Patrimonio che, come ci ha spiegato l’assessore alla Pubblica Istruzione Francesca Grisafi, sta predisponendo un bando per affidare la struttura a privati. Crediamo che già questo sia scandaloso. Una struttura che dovrebbe essere messa a disposizione della città e pagata dai contribuenti verrà invece gestita da privati che chiederanno quindi il pagamento di una retta mensile alle famiglie".

In realtà la struttura è da tempo occupata abusivamente da 4 famiglie sloggiate da via Roccazzo che "sono in possesso del certificato di residenza rilasciato dal Comune di Palermo". Non è uno scherzo, hanno davvero il certificato di residenza!

Uno degli abitanti ha mostrato alle nostre telecamere il certificato di residenza, rilasciato mesi fa dal Settore servizi demografici del Comune d Palermo e le tessere elettorali che sono arrivate per ognuno di loro. Ci chiediamo come sia possibile una cosa del genere. Come può l’ufficio Servizi demografici rilasciare un certificato di residenza a chi occupa abusivamente un asilo, “legalizzando” così la loro posizione? Come mai non sono stati effettuati controlli? In base a cosa è stato rilasciato questo certificato? Crediamo che questo sia un fatto gravissimo e che qualcuno dovrà risponderne. Muovi Palermo si è sempre dimostrato è solidale con chi vive in una situazione di disagio perché senza una casa, ma non è accettabile che un asilo venga occupato abusivamente invece di rendere un servizio fondamentale a decine di bambini di Borgo Nuovo e ai genitori. Ma soprattutto non possiamo accettare che chi lo occupa abusivamente abbia un certificato del Comune che attesti la loro residenza in quella struttura!

In una realtà disagiata come quella di Borgo Nuovo è davvero un insulto a tutte quelle persone che vivono ogni giorno i disagi dovuti dalla mancanza di servizi.

Vi terremo aggiornati.

http://www.muovipalermo.com/index.php?option=com_content&view=article&id=150:il-comune-qlegalizzaq-loccupazione-abusiva-di-un-asilo-a-palermo&catid=40:cittadinanza-attiva&Itemid=70


Chiacchiere e digestivo.


Alla Sapienza gli studenti protestano sui tetti. Si preparano al mondo del lavoro.

“Qui ci scappa il morto” ha commentato Schifani con cauto ottimismo.

Anche Bersani sul tetto con gli studenti. Un’occasione unica.

Gli studenti assediano il Senato al grido di “Dimissioni” e“Vergogna”. I senatori lamentano l’incomprensibilità del gergo giovanile.

La riforma universitaria è stata contestata con un fitto lancio di uova. Ma la Gelmini è nata prima.

Gli studenti hanno scelto la fine del mese per protestare. I poliziotti sono più deboli se a digiuno.

Alcuni dei contestatori hanno tentato di entrare a palazzo Grazioli. Non sapevano che apre solo la sera.

I manifestanti sono entrati in Senato incappucciati. Confondendosi coi senatori.

Gli studenti hanno occupato il Colosseo, la Mole e la torre di Pisa. Non hanno ottenuto un cazzo, ma ora sono famosissimi in Giappone.

(I manifestanti vogliono attirare l’attenzione del governo occupando simboli culturali. Questa cosa non ha senso)

L’industriale Giuliani malmena Emilio Fede. A questo punto superflue le primarie del Pd.

Giuliani picchia Emilio Fede al ristorante. Prendo quello che ha preso lui.

Emilio Fede è stato colpito più volte. Poi gli hanno fatto annusare la sua pipì.

L’aggressore di Fede è il proprietario dell’Amaro Giuliani. L’ennesimo imprenditore che si è sporcato le mani.

Emilio Fede ha ricevuto due pugni in testa. Ma per funzionare avrebbero dovuto essere dispari.

(Berlusconi, Belpietro, Capezzone e adesso Fede. Se ho capito lo schema, il prossimo bersaglio è Uan)

Fede ha detto che l’aggressore è “un amico di amici”. E allora ti è andata bene.

La Gelmini si distrae e vota contro la sua riforma. Anche D’Alema si distrae e vota col Pd.

Il Papa: “È lecito usare il preservativo con una prostituta”. E tra l’altro risparmi.

(Ratzinger riconosce l’uso del preservativo nella prostituzione. È il suo modo di darti della troia)

Pierluigi Bersani pubblica online i suoi voti. Mai più presi così tanti.

Bersani prese il massimo dei voti in storia del cristianesimo. Neanche il suo regno è di questo mondo.

Padre Pio appare sul parabrezza di un’auto. Che ora ha due gomme bucate.

Guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud. Si consiglia l’uscita Corea Ovest.

http://www.spinoza.it/2010/11/26/chiacchiere-e-digestivo/