Ladro è chi ruba, non ha importanza se ruba pochino o moltissimo.
Ladri eravamo anche noi quando rubavamo gli spiccioli dalla borsetta di mamma o dalla tasca di papà, lo eravamo quando rubavamo i biscotti o le caramelle che la nonna teneva nascosti nella dispensa e ci elargiva con parsimonia.
Lo facevamo senza timore perchè sapevamo che al massimo avremmo subito una punizione, sempre che se ne accorgessero.
Ma anche questi piccoli furti ci facevano star male: ci facevano sentire dei ladri.
E se non ci avessero mai puniti, o rimproverati aspramente facendoci sentire miserabili, noi avremmo continuato a fare i furbetti anche al di fuori del nucleo familiare.
L'etica e la morale, come ci hanno insegnato, erano le linee di condotta che non avremmo dovuto mai oltrepassare se avessimo voluto mantenere un contegno da persone rispettabili.
Con il pasare del tempo, però, abbiamo assistito a distorsioni di queste linee che pur se immaginarie, erano e dovevano restare ferree.
L'etica e la morale si sono modificate, come un elastico che si allarga e non ha confini delineati e definiti.
Rubare è divenuto naturale; è intelligente chi ruba, specie se lo fa copiosamente, leggi e de-(cretini) approvati dai ladri in parlamento hanno reso il furto poco punibile, quasi accettabile.
Le povere "etica" e "morale" sono state dichiarate obsolete in virtù di una predominante pressione: la mercificazione dei voti di scambio.
L'etica e la morale sono state sacrificate alla smania di potere e di opulenza.
Intestare una strada a Bettino Craxi? Un segno di distinzione per chi lo ha proposto, un merito per chi lo appoggia.
Ci stanno mandando un segnale: "così è se vi pare"!
Noi contiamo nulla, loro, con i nostri soldi, contano e fanno quello che gli pare e piace.