A L’Aquila, in Consiglio Comunale mesi fa, degli scellerati avevano presentato una mozione per conferire la cittadinanza onoraria a Guido Bertolaso.
Proposta fatta da consiglieri del centrodestra. La città, come prevedibile, s’è spaccata in opposte fazioni, ma la proposta era di quelle che non potevano essere lasciate cadere senza dargli importanza.
Sin dall’inizio ho sposato insieme a tanti amici, la causa di chi si opponeva. Nei mesi, ho trovato sempre più ragioni per oppormi a quest’atto, che avrebbe sancito lo spregio istituzionale dei più importanti valori democratici. Chi è sotto inchiesta, specie se si trova sotto inchiestE, non può e non deve ergersi (né essere eretto) a vittima sacrificale. Vale per tutti. Dal Presidente del Consiglio in giù e in su.
Dopo l’emergenza, gli scandali delle intercettazioni, gli sciacalli ridens, le denunce per mancato allarme e conseguente omicidio colposo (tutte ipotesi di reato, al momento), L’Aquila ha detto no.
La mozione è stata votata con 14 no, 1 astenuto, due si. Gli altri sono pure usciti dall’aula.
Per la prima volta da mesi, sono orgoglioso della mia città, del mio Comune.
Per la prima volta ho visto affermare un principio in cui mi riconosco: Bertolaso, non è martire, Bertolaso non è eroe. Bertolaso è fallibile.
A L’Aquila, per più d’uno, ha sbagliato.
Bertolaso non è uno di noi. Bertolaso non è, e non sarà, cittadino onorario Aquilano.
E ora si può andare avanti, a testa alta. Come prima.
Anche il mio Comune, un anno dopo, ha voluto per sé l’etichetta che noi altri ci siamo presi da tempo. INGRATO.
http://stazionemir.wordpress.com/2010/04/21/comune-ingrato/#comment-644