giovedì 27 gennaio 2011

Boccassini, Anm replica al Giornale: "Non ci faremo intimidire".




Un messaggio intimidatorio è arrivato all'Associazione nazionale magistrati dopo che il presidente ha definito "di inaudita gravità" l'attacco del 'Giornale' a Ilda Boccassini, uno dei pm di Milano che indagano sul caso Ruby

Una e-mail contenente minacce al presidente Luca Palamara è arrivata a un indirizzo di posta elettronica dell’Associazione nazionale magistrati. “Sta per arrivare la vostra ora”, c’è scritto tra l’altro nel testo. Le frasi di minaccia si riferiscono alla posizione di Palamara che questo pomeriggio in conferenza stampa ha detto che non subirà intimidazioni per quanto riguarda la difesa della magistratura tutta e in particolare dei magistrati della procura di Milano e di Ilda Boccassini attaccata oggi dal Giornale.

”Il metodo ‘Mesiano’ non ci intimidisce e non ci intimidirà – ha assicurato Palamara -. Come Anm esprimiamo solidarietà ai colleghi di Milano e alla Boccassini che ha ricevuto un attacco di inaudita gravità da ‘Il Giornale’ per la sola ‘colpa’ di applicare la legge come prevede la Costituzione”.

”E’ un attacco di una gravità inaudita – ha proseguito il presidente dell’Anm – perché non riguarda tutti i titolari dell’inchiesta che sono ben tre, ma uno solo, la Boccassini, con l’intento di personalizzare lo scontro. Se il prezzo di poter svolgere un’indagine è quello di subire ritorsioni, diciamo, a chi si serve di questi metodi denigratori, che non faremo un solo passo indietro”.

Le parole di Palamara si sono aggiunte a quelle del procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, che ha così commentato l’articolo del Giornale: ”Le campagne di denigrazione e l’attacco personale si qualificano da soli”.



Il vuoto degli uomini inutili.



Mi sono spesso chiesta qual'è il motivo che spinge alcuni uomini a voler possedere altri esseri viventi.
L'uomo potrebbe vivere di ciò che la natura gli offre e che gli necessita, un riparo dalla pioggia, indumenti per proteggersi dal freddo, cibo per nutrirsi.
Eppure ciò che necessita e la natura offre non gli basta.
E' evidente, allora, che il desiderio di possedere più di ciò che necessita denota il bisogno di colmare un vuoto più vasto.
Se lo stomaco è vuoto si cerca di riempirlo, se si ha sete si beve.
Se si hanno carenze affettive, si cerca di colmarle dando affetto con la speranza di averlo ricambiato.
Qual'è, allora, il vuoto che spinge questi uomini a cercare di possedere altri esseri viventi sia mentalmente che fisicamente?

Un vuoto di etica? Un vuoto di morale? Un vuoto di cultura?

E mi sono data una spiegazione: solo un uomo insicuro delle proprie capacità fisiche e mentali cerca di colmare le sue insicurezze acquisendo, anche disonestamente, beni materiali per catturare altre anime.
E' la pochezza del loro animo che li spinge a crearsi una sicurezza apparente.

Questi uomini sono vuoti a perdere.


Alle elezioni con la nuova legge antimafia.


di Rita Guma - 27 gennaio 2011
Come ben sanno i lettori di ANTIMAFIADuemila, non di rado in Italia un politico viene condannato per associazione mafiosa o un consiglio comunale viene sciolto per infiltrazione o condizionamento mafioso.


Certo il condizionamento potrebbe esserci anche dopo, ma più spesso avviene prima: la mafia appoggia un suo candidato alle elezioni e si assicura una presenza nelle istituzioni, dove si fanno le leggi e dove si prendono tante decisioni importanti, come quelle sugli appalti.

Dalle prossime competizioni elettorali politiche e amministrative, tuttavia, una nuova legge contrasterà la propaganda politica da parte dei mafiosi. Essa è entrata in vigore nell’autunno scorso e prevede il "divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione", con la pena del carcere sia per i sorvegliati speciali che facciano propaganda elettorale, sia per i candidati che se ne avvalgano consapevolmente.

Ma c’è di più: i candidati riconosciuti con sentenza definitiva colpevoli di aver accettato la propaganda della criminalità organizzata vengono condannati all'interdizione dai pubblici uffici e quindi alla ineleggibilità per la stessa durata della pena detentiva.
E tutto questo può anche spiegare l’interesse di alcuni a cercare di rimandare le elezioni politiche.

In realtà il progetto di legge è stato presentato e approvato con il sostegno dei parlamentari
di diversi partiti, da Sabina Rossa (PD) e Angela Napoli (oggi FLI) – prime presentatrici di due pdl analoghi, di cui Napoli è stata anche relatrice in Commissione Giustizia della Camera – fino al Sen. Carlo Vizzini (PdL), relatore del pdl a Palazzo Madama, passando per i deputati Misiti (IdV), Oliverio (PD), Occhiuto (UdC) e Tassone (UdC), firmatari di progetti di legge unificati nel testo infine approvato alla Camera e al Senato a larga maggioranza dei presenti e divenuto legge dello Stato il 13 ottobre 2010.

Tuttavia nei giorni dell’approvazione mancavano, non sempre per ragioni ufficiali, a Montecitorio 234 deputati e a Palazzo Madama 69 senatori. Inoltre alla Camera il testo è stato approvato solo a maggioranza – seppure larga – dei presenti, e vi sono stati alcuni astenuti o contrari.
Certo alcuni parlamentari non avranno gradito la proposta di legge per proprie posizioni eccessivamente garantiste, ma – visti i precedenti di condanne illustri per relazioni con la mafia – è lecito pensare che alcuni politici avessero il timore di non potersi ripresentare alle elezioni con questa normativa.
Ma anche negli enti locali ci saranno molti politici timorosi di andare a nuove elezioni, visto il numero (oltre 200 negli ultimi anni) dei consigli comunali sciolti per inquinamento mafioso fra Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, nonché in altre regioni (ad es in Lazio Ardea e Nettuno).

Insomma, un provvedimento di grande impatto. Eppure il grande pubblico e molti addetti ai lavori non conoscono questa legge, tanto che l’Osservatorio sulla legalità e sui diritti ONLUS ha organizzato un convegno di illustrazione della normativa dal titolo "Difendere le Istituzioni dalle infiltrazioni mafiose", che si terrà venerdì 28 gennaio 2011 dalle 17 alle 19.30 presso la sala GAM, in via Galileo Ferraris 30 a Torino con l’intervento del Presidente aggiunto onorario della Corte di CassazioneRomano De Grazia, ideatore del provvedimento legislativo, dei magistrati della Procura della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello e Andrea Padalino, e del giornalista Beppe Gandolfo, inviato del TG5 in Piemonte e Valle d'Aosta.

L'incontro – aperto a tutti - prevede ampio spazio per gli interventi del pubblico, che si annuncia costituito non solo da giuristi, politici e amministratori locali, ma dalla società civile impegnata contro la mafia, che in questa legge può trovare la risposta a molte sue istanze.

Infatti, dato che il Decreto Legislativo che dispone il commissariamento degli enti locali in conseguenza di infiltrazioni e condizionamento mafioso colpisce solo quelle province e comuni in cui la situazione è gravemente compromessa e poiché la normativa sul voto di scambio è poco efficace a causa della difficoltà di provare il reato, nelle istituzioni continuano ancor oggi ad esservi politici collusi con la mafia.
La nuova legge invece agisce in modo preventivo, e non lede la libera scelta degli elettori, come avviene invece sciogliendo i consigli degli enti locali, i cui amministratori onesti ed effettivamente rappresentativi dei cittadini perdono il seggio come quelli eletti con i voti decisivi dei criminali.





G8, Pm Perugia: “Sesso e soldi a Bertolaso in cambio degli appalti”.


La procura di Perugia chiude le indagini sulla "cricca"

Appartamento, soldi e una donna disponibile al Salaria Village: sono alcuni dei “favori e utilità” che il costruttore romano Anemone ha riservato all’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in cambio della concessione degli appalti per il G8 alle ditte del costruttore secondo la procura di Perugia. I capi di imputazione sono contenuti nell’avviso di conclusione indagini con cui i magistrati perugini si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio di Bertolaso per corruzione.

Guido Bertolaso, nella sua qualità di capo Dipartimento della Protezione Civile, avrebbe compiuto “scelte economicamente svantaggiose per la Pubblica Amministrazione” ricavandone “favori e utilità” di vario genere, proseguono i pubblici ministeri. Nelle 23 pagine del provvedimento, a Bertolaso viene contestata la corruzione assieme a Diego Anemone. Secondo la procura, l’ex capo della protezione civile, “nel compiere atti contrari al proprio ufficio, connessi all’affidamento e alla gestione degli appalti, illegittimamente favoriva l’imprenditore edile Diego Anemone, interessato all’aggiudicazione degli appalti gestiti dalla struttura di missione incardinata presso il Dipartimento” per lo sviluppo e la competitività del turismo della presidenza del consiglio dei ministri. In particolare, i pm contestano tre appalti, tutti a La Maddalena: quello per la realizzazione “del palazzo della conferenza e area delegati”, quello per la costruzione della “residenza dell’Arsenale” e quello per “l’area stampa e servizi di supporto”.

Il pubblico ufficiale Guido Bertolaso, “da solo o in concorso di volta in volta con altri soggetti – scrivono i magistrati – compiva scelte economicamente svantaggiose per la Pubblica Amministrazione e favorevoli al privato, illegittimamente operava e consentiva, nella sua posizione di vertice, che i funzionari sottoposti operassero affinchè le imprese facenti capo a Diego Anemone (da solo o in Ati con altre facenti parte del medesimo gruppo) risultassero aggiudicatarie degli appalti e consentiva che il costo dell’appalto a carico della Pa aumentasse considerevolmente rispetto a quello del bando, anche mediante l’approvazione di atti aggiuntivi successivi e a fronte di spese incongrue o meramente eccessive, al solo scopo di favorire stabilmente il privato imprenditore appaltatore, agli interessi del quale poneva stabilmente la propria funzione pubblica recependone continuativamente favori ed utilità di vario genere”.

L’avviso di chiusura indagini riguarda alcuni dei principali personaggi finiti al centro dell’inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi. Tra loro l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso e il costruttore Diego Anemone. Il provvedimento è stato inoltre disposto, tra gli altri, per i funzionari Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis, l’ex magistrato romano Achille Toro. Sono comunque complessivamente 22 gli indagati per i quali è stato disposto l’avviso di conclusione indagini. Tra i reati contestati a vario titolo la corruzione, anche in atti giudiziari.

L’avviso di conclusione indagini prevede che “qualora il pubblico ministero non deve formulare richiesta di archiviazione” fa notificare il provvedimento agli indagati. Solitamente prelude quindi alla richiesta di rinvio a giudizio. Nell’avviso non compaiono invece i nomi dell’ex ministro Pietro Lunardi e del cardinale Crescenzio Sepe. Per questo filone d’inchiesta la procura di Perugia ha infatti chiesto l’autorizzazione a procedere alla Camera.

L’avviso di conclusione delle indagini è stato firmato dal procuratore di Perugia Giacomo Fumu, dall’aggiunto Federico Centrone e dai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi che hanno coordinato le indagini dei carabinieri del Ros e del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza.



Bunga bunga: i fatti. - di Paolo Biondani e Mario Portanova




Sull'inchiesta che riguarda il premier si è alzata una cortina fumogena, specie in tv. Serve a nascondere gli eventi, abbastanza lineari, emersi dalle intercettazioni. Eccoli, a scanso di dimenticanze o di prescrizioni.

Sono passati pochi giorni dall'esplosione del nuovo scandalo che riguarda il premier - con l'inchiesta giudiziaria per prostituzione minorile e per sfruttamento - e già si è alzata una cortina fumogena mediatica: si discute se i Pm milanesi hanno speso troppo, se Nicole Minetti è o meno una persona intelligente, se la competenza territoriale dell'inchiesta è di Milano o di Monza. Si sfumano, così, alcuni eventi emersi dall'inchiesta in corso e che in ogni altro Paese al mondo avrebbero effetti politici devastanti. Dopo aver letto queste intercettazioni e queste testimonianze, può essere utile confrontarle con i recenti video del premier per farsi un'idea se il Cavaliere menta oppure no.

I reclutatori.
Le intercettazioni telefoniche identificano almeno 14 ragazze, compresa la minorenne Karima El Mahroug detta Ruby, che confermano ad amici e parenti di aver fatto sesso col premier in cambio di soldi, consegnati "direttamente da lui" o dal suo fidato tesoriere Giuseppe Spinelli. L'inchiesta registra 19 festini notturni ad Arcore solo dal primo gennaio al 12 luglio 2010, altri party con decine di ragazze a Roma o in Sardegna e almeno cinque serate orgiastiche in autunno, di nuovo a Villa San Martino.

«Ne vedrai di ogni», spiega la Minetti alla sua compagna di liceo M.T.: «C'è la zoccola, c'è la sudamericana che non parla l'italiano e viene dalle favelas, c'è quella un po' più seria, c'è la via di mezzo tipo Barbara Faggioli e poi ci sono io che faccio quel che faccio».

Le ragazze si mettono in luce tra discoteche, locali alla moda e casting televisivi. Il grande reclutatore è Lele Mora, il "fabbricante di carriere tv", che le raduna nel suo ufficio di viale Monza 9, le istruisce e le accompagna ad Arcore, suggerendo i trucchi per sedurre Berlusconi. «Ti metti lo stetoscopio e un camicione: tu sarai l'infermiera ufficiale», dice Mora, il 13 agosto 2010, alla miss piemontese Roberta Bonasia, che risponde: «Con sotto niente, ovviamente».

Mora è solo il più potente e fidato dei reclutatori di "Papi Girls". Ce ne sono altri, persino intermediari improvvisati. Al punto da recapitare ad Arcore «due valchirie che sembravano transessuali», come protesta Mora dopo la notte del 24 agosto. Ma basta intervistare Poliana Gomes, una delle amiche a cui Ruby parlava di Silvio, per sentirsi confermare che esistono altri accompagnatori ancora sconosciuti: «Anch'io sono stata ad Arcore, ma solo a cena», spiega la brasiliana, che lavora in Rai e Mediaset, «e mi ha portato una persona diversa da Mora. Per entrare nel giro bisogna frequentare i locali giusti di Milano».

Gli esaminatori.
Caricate su furgoni, taxi o auto private, le ragazze di Lele passano prima di tutto al vaglio di Emilio Fede: il direttore del Tg4 le esamina di persona, «è lui a dire questa sì, questa no», e poi parte per Arcore, dove è tra i pochi uomini (tre al massimo) ammessi nella sala sotterranea del bunga bunga. All'occorrenza, però, torna in scena Licia Ronzulli, oggi europarlamentare, già indicata dalla escort barese Patrizia D'Addario come responsabile dell'accoglienza delle "Papi Girls" nell'estate 2008 in Sardegna: il 22 agosto 2010 è di nuovo lei, con Nicole, a selezionare il plotone delle nove ragazze che passeranno la notte con Silvio.

Le preferite, peraltro, vengono «contattate direttamente da Berlusconi»: tra tutte spicca la romena Ioana Visan detta Annina, 23 anni, che tra gennaio e settembre 2010 ha inanellato 53 giornate ad Arcore. Un riscontro vivente: già due anni fa il barese Giampaolo Tarantini confessò d'averla pagata per andare a letto col premier a Roma. Ma ormai sono decine le ragazze che hanno i numeri privati di Berlusconi e lo chiamano perfino di notte (o in ospedale) per sollecitare un invito e reclamare soldi. Troppe. Il 4 ottobre Nicole annuncia che Silvio, «con questi casini politici», vuole ridurre le cene ad Arcore: «Solo una alla settimana». Al che l'italo-brasiliana Iris, 18 anni, s'infuria: «Già ci dà una miseria, è ora di rubare qualcosa da casa, magari una sua foto da giovane per venderla su eBay».

Il Bunga Bunga.
All'ingresso, nessun controllo: «Basta dire il nome e i carabinieri ti fanno entrare», si meravigliano le novizie con i videofonini che sembrano preoccupare solo Fede.

All'inizio si cena con altri ospiti: politici, imprenditori, gente di spettacolo. Berlusconi si presenta con un nugolo di belle ragazze: una battuta per tutti e un brindisi. Poi menù mediterraneo, barzellette e canzoni di Silvio.

Finita la cena, il capo decide chi resta. «Attorno a mezzanotte sentii alcune delle 20 ragazze dire: "Scendiamo al bunga bunga"», ricorda l'universitaria M. T., testimone suo malgrado.

Descrive «una sala con divanetti, un palo da lap dance, un banco bar e dei bagni dove le ragazze si cambiano per la notte».

Qui, tra una sexy-infermiera e una finta poliziotta in topless, le ragazze fanno a gara per diventare "una delle favorite". La notte del 12 luglio, ad Arcore, ci finisce anche Maria M., una danzatrice maghrebina che racconta «l'orgia» in diretta a un superpoliziotto, il prefetto Carlo Ferrigno, scandalizzato quanto lei: «C'erano Berlusconi, Mora e Fede: loro tre e 28 ragazze. Erano tutte senza reggipetto, solo le mutandine quelle strette... Tutte in braccio a Berlusconi, seminude... C'era pure la Minetti col seno da fuori che baciava Berlusconi in continuazione.... Stavano tutte discinte, mezze ubriache, lui le baciava e le toccava tutte... Alla fine sai chi è rimasto a scopare con lui? Le sorelle De Vivo e la "Fio"...».

Il prezzo.
La massa delle Papi girls trova spazi in tv, tra "pupe", "meteorine", "coloradine" o "Grande Fratello". Oltre alle promesse di successo, decine di ospiti ricevono «buste di denaro da Berlusconi»: lo confermano loro stesse al telefono, mentre la Minetti deve pacificare liti e invidie tra Aris che «ha avuto 6,5», «Iris 7», «Francesca solo 2 mila euro e un braccialetto d'oro con la F e un diamantino...».

Almeno 14 tra le più gettonate incassano uno stipendio fisso dal cassiere Spinelli. Sul gradino più alto troneggiano le otto privilegiate (compresa Elisa Toti, presunta fiamma di Renzo Bossi, figlio del leader leghista) che, in aggiunta, vivono gratis negli appartamenti di via Olgettina 65, accanto a Milano 2.

Il solito Spinelli paga gli affitti (da 600 a 1.400 euro al mese) all'immobiliare Friza srl. Le bollette sono saldate nell'ufficio postale interno a Mediaset, con imbarazzanti versamenti "contestuali" a favore di due figli del Cavaliere, Barbara e Piersilvio, e delle amichette di papà. L'unico bonifico di Silvio (10 mila euro) premia Alessandra Sorcinelli. Per il resto, sempre e solo buste di contanti.

La tenutaria.
Accusata di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile, Nicole Minetti ha in mano la gestione completa delle case di via Olgettina: fa da tramite per tutte le spese tra le Papi Girls, Silvio e Spinelli. «Il presidente mi ha delegato per la questione appartamenti», precisa al cassiere. E quando una gemellina napoletana prova a scavalcarla, rivendica la sua autorità: «Ci devo essere io perché ho la benzina io, capito?». La "benzina che finisce", per le ragazze, sono i soldi che non bastano mai.

Tra settembre e ottobre Nicole Minetti e Barbara Faggioli progettano «una garanzia per il futuro»: farsi comprare appartamenti «da 10-12 mila euro al metro», «come fanno tutte le amanti», perché «senza Silvio è finita».

Tre "olgettine" intanto si attrezzano per arrotondare con altri clienti: «Stasera vado al ristorante da Giannino, devo concludere». Mentre Barbara si lamenta delle concorrenti dei «giri di Roma», dove «fanno cene anche tre volte alla settimana con Valeria, Rafia, Cinzia...». E Iris protesta con Imma: «Alla fine quel che ti dà Papi non è così alto... Se vengo a Roma, mi deve sganciare più di due... Che palle 'sto vecchio, guarda... Però Papi, qua, è la nostra fonte di lucro».

I soldi alla minorenne.
In questo carnaio, tra il 14 febbraio e il primo maggio 2010, quando aveva appena 17 anni, Karima ha passato, come segnala il suo telefonino, almeno otto notti ad Arcore. Ora nega, ma con gli intimi ammetteva di aver fatto sesso con Berlusconi. A un amico carabiniere, che ora è testimone, spiegò fin da allora di aver detto «già al secondo incontro» la sua vera età al premier, che invece ora giura di averla sempre creduta ventiquattrenne.



Rubygate, dopo la prostituzione spunta la droga. - di Primo Di Nicola




Ecco le nuove carte dalla Procura di Milano. Dodici chili di coca su un'auto prestata da Nicole Minetti alla Polanco e fermata in via Olgettina. Negli appunti di Ruby si parla di diamanti e di milioni di euro in arrivo dal premier. Maria Makdoum: «Finita la cena il presidente disse: "E ora facciamo il bunga bunga" e spiegò che era una cosa sessuale. Le gemelle De Vivo erano in mutande. Il presidente toccava nelle parti intime». Minetti: «Berlusconi mi ha rovinato la vita». Le case alle ragazze e le manovre del premier per contattarle dopo le perquisizioni.

L'ombra della cocaina nell'ambiente più vicino ai festini che coinvolgono le ragazze di via Olgettina è il nuovo capitolo dell'inchiesta. Dalle carte che la Procura milanese ha inviato alla Camera, infatti, emerge un episodio dai contorni inquietanti e tutto da chiarire.

Ad agosto scorso la guardia di Finanza sequestrò, infatti, 12 chilogrammi di cocaina a un certo Ramirez e a una seconda persona. Ramirez è convivente di Maristella Polanco, la quale aveva ricevuto in prestito un'automobile, una Mini, da Nicole Minetti. Ramirez arriva a via Olgettina con questa Mini prestata dalla Minetti e la Guardia di Finanza lo ferma. Viene effettuata una perquisizione e trovano droga.

Il box che viene perquisito è di pertinenza di Maristella Polanco. Ora c'è un nuovo elemento. Da una conversazione telefonica tra Barbara Faggioli e Nicole Minetti emergerebbe infatti che la Faggioli riferisce alla consigliera regionale lombarda del Pdl che una persona l'ha chiamata per invitare la Minetti, appunto, a presentare la denuncia.

Continuano a emergere nuovi dettagli anche sugli elementi che supportano l'invito a comparire per il consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, già indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. Chi ha visionato le carte della Procura parla di un biglietto di appunti di Ruby in cui si fa riferimento a diamanti e denaro attesi dal premier. Ecco i nuovi resoconti

Ecco gli appunti di Ruby sequestrati dagli inquirenti
Sequestro Ruby 14/11

Diamanti
50 mila per il libro
12.000 campagna intimo
200000 da Luca Risso
70 mila Conservati da Di Maria
170 mila conservati da Spinelli
4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo tra due mesi
29/10/2010 rinuncia avvocato Giuliante
29/10/2010 nomina avvocato Di Maria

Telefonata 8/01/2011 da Minetti a Faggioli
N. io do le dimissioni, cioè sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora
Devi avere un pelo sullo stomaco
Ma a me cioè non me ne frega niente. Io voglio sposarmi fidanzarmi, avere dei bambini, una casa
Cioè litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello di fiducia a te
La politica è un casini. cioè cade lui... cadiamo noi
A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento., perché dice ?€˜bene me le sono levate dai coglioni'.


8/1/2011 SMS da Minettti a Polanco
Giusto che si faccia sentire lui se non lo farà mi comporterò di conseguenza... quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere

Sms da Minetti a Faggioli 9/1/2011
Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate

Sms da Minetti a Maristelle 10/1/2011
Amo' ma è serio che alla Fico ha regalato la casa? Amo' se è vero ti giuro che scateno l'inferno...


SMS da Minetti a De Vivo Imma 11/1/2011
A febbraio è pronto il vostro trilocale

Da Minetti a Fabbri 12/1/2011

"Le gemelle non lo vogliono il trilocale però lo prende Barbara Guerra"

SMS da Maristelle a Minetti 13/1/2011
"Domani devo pagare la visita medica

Sms minetti
Non pagarla la visita fatti dare il preventivo e lo porto da Spino

SMS 13/1/2011 da Minetti a Marincea
"Amo' lui c'è sabato. Dobbiamo andare assolutamente... Se hai qualche amica carina che possiamo portare?

Da Marincea A Minetti
"Fatto. Mia amica del cuor. Molto affidabile.. bella figa"

Appunti da un'agenda
Agenda febbaio 6 andare da papi
febb 26 andare da nicole
Febra 27 andare da papa
7 marzo Papi 2000
13 marzo papi 2000
5 aprile 2000 euro
17 aprile papi 2000
25 aprile 2000
22 maggio papi
Silvio 39335xxxx
5 giugno papi 2000

Telefonata 15/1/2011 da Faggioli a Sorcinelli

B: mi ha chiamato adesso da un numero sconosciuto mi ha detto di contattare chi è stato perquisito e di dargli appuntamento alle 9 ad arcore che ha bisogno urgentemente di parlare
B: lui ha letto le intercettazioni, son cose brutte

Telefonata da Faggioli a Arisleida 15/1/2011
B: ti chiamano solo perché mi ha chiamato il presidente Berlusconi... scandisco le parole, visto che mi stanno ascoltando. Mi ha chiesto la cortesia di farti avvicinare ad arcore alle 19. Ci sono gli avvocati.

Telefonata 15/1/2011 da Aris a Maristella
A: ha chiamato il presidente B. ha detto che alle 19 devi essere ad arcore

Intercettazione 15/01/2011 da Maristella a Faggioli
F: Sono stata chiamata
M: alle 19, amo'
F: mi ha chiesto un colloquio con i suoi avvocati. DA quanto ho capito dalle intercettazioni emergono cose molto brutte che noi ragazze diciamo su di lui

Idem da Visan a Arisleida


Da Faggioli a Minetti
B: Mi ha chiamato la segreteria del presidente e mi hanno passato il presidnet e mi ha di convocare tutte le ragazze per parlare con l'avvocato alle 19
B: Che dici? Che è ok?
N: No perché ... devo parlare al mio avvocato. IO sono indagata, per me la cosa è diversa.. Lui sarà anche il mio capo, ma io sono indagata e lui altrettanto

SMS Da Minetti a Faggioli

Preferisci che se mi vuole convocare mi convoca lui

Telefonata da Minetti a Faggioli 15/01/2011
B: gliene parlerò al presidente mi hai rovinato la vita

Telefonata 15/1/2011 Da Maristella a Minetti
M: Ma tu ci sei alle 7?
N: No, non credo. Qua la cosa si fa grossa. Io non ci penso neanche sono nella merda seria più di tutti quanti.

Serata 12/13 luglio 2010
Da un verbale 15/1/2011

MakDoum Maria: "giugno 2010 lele mora mi chiese se ero interessata a partecipare ad una serata ad arcore presso la residenza del pres consiglio e se sapevo ballare la danza del ventre e se volevo fare parte del suo harem. Mi trasferì a casa sua da giugno ad agosto.
Mi sono recata ad arcore a luglio. Alla partenza da viale monza c'erano altre ragazze. Le vetture erano........... prima di arrivare ad arcore si sono materializzate da una stradina laterale delle autovetture con i contrassegni della polizia di stato. Si trattava di una sola macchina con un lampeggiante.
Ognuna di noi si è seduta per la cena dove voleva. Finita la cena il pres disse: "e ora facciamo il Bunga Bunga" e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale. Lei fa la danza del ventre. Le De Vivo in mutante e reggiseno. Il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parte intime. E si avvicinarono anche a Emilio Fede che le toccava il seno e altre parti intime. Poi la ragazza brasiliana con perizoma ballava la samba in maniera hard.
Il presidente le toccava il seno e altre parti intime.
Anche le altre ragazze ballavano facendo vedere il seno e il fondo schiena, tutte loro si avvicinavano al presidente che le toccava nelle loro parti intime. Sono rimasta inorridita. Se avessi saputo prima quello che si faceva alla villa non sarei andata. Mora: per entrare nel mondo dello spettacolo bisogna pagare un prezzo, cioè vendere il proprio corpo. Gli dissi che non sarei mai stata disposta: sono rimasta emarginata. Ho raccontato a Ferrigno

Telefonata 11/1/2011 Da Minetti a Clotilde

N: c'è un limite a tutto non me ne frega un cazzo se lui è il presidente del consiglio e cioè .... Un vecchio e basta
Io non mi faccio pigliare per il culo così.. si sta comportando da pezzo di merda
C: lo sapevamo
N: perché uno che fa così è un pezzo di merda. Perché lui mi ha tirato nei casini in una maniera che solo dio lo sa.... In cui non ci sarei finita neanche se mettevo tutto l'impegno. Gli ho parato il culo e non si può permettere di fare così.