mercoledì 11 maggio 2011

Brindisi, negato il rinnovo della patente Motivo? L'omosessualità è una malattia.


Il diniego opposto alla richiesta dell'uomo: «Patologie potrebbero essere pregiudizio per la sicurezza di guida»

BRINDISI - Omosessuale? Niente rinnovo della patente. È successo, di nuovo, a Brindisi. Dopo il caso di discriminazione registrato a Catania, anche C. F., da undici anni regolarmente patentato, si è visto negare il rinnovo a causa di una fantomatica malattia emersa dall'esame della richiesta presentata dall'uomo. «Risulterebbero patologie che potrebbero essere di pregiudizio per la sicurezza della guida» questa la motivazione del diniego, stilata sulla base di una comunicazione trasmessa dall'Ospedale militare di Bari dove il giovane pugliese era stato mandato quando si era dichiarato omosessuale durante il periodo della leva. I deputati radicali, prima firmataria Rita Bernardini, hanno quindi depositato una interrogazione urgente ai ministri dei Trasporti e della Difesa dove viene documentata e ricostruita l'episodio di discriminazione.

IL PRECEDENTE E IL RISARCIMENTO - Insorge anche l'Associazione radicale Certi Diritti: «Non è che un esempio di discriminazione che avviene oggi in Italia contro una persona omosessuale - ha detto il segretario Sergio Rovasio, che resta comunque ottimista - Grazie all'aiuto legale del Presidente di Rete Lenford e al coinvolgimento dell'Unar, l'Ufficio anti-discriminazione del ministero delle Pari opportunità, siamo certi che la vicenda si risolverà, come già avvenuto a Catania due anni fa, con il risarcimento da parte del ministero dei Trasporti per il diniego alla guida a un cittadino in ragione del suo orientamento sessuale».

GAY CENTER - Sul caso interviene anche Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. «Invitiamo il ministero dei Trasporti - afferma - a fare chiarezza, se non dovesse bastare siamo pronti ad aprire una scuola guida per tutti, compresi i ministri. È una vicenda gravissima che copre di ridicolo le autorità competenti in materia. Non è possibile assistere a storie come questa ed è incredibile dover subire discriminazioni del genere per cose così semplici e quotidiane».

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/11-maggio-2011/brindisi-negato-rinnovo-patentemotivo-omosessualita-malattia-190618021508.shtml


Manifesti anti pm, Procura Milano chiede autorizzazione a procedere contro Lassini.


Milano - (Adnkronos) - Trasmessa al ministro della Giustizia la richiesta nei confronti di Giacomo di Capua e di Roberto Lassini. Berlusconi chiede lo stop alle polemiche: ''Non facciamoci del male''. Pdl nel caos, Santanché contro la Moratti: ''Decidono i cittadini''. Formigoni: ''Lassini mai consigliere Pdl''. Il candidato al Consiglio comunale scrive a Napolitano: ''Le chiedo pubblicamente scusa'' (LA LETTERA)

Milano, 11 mag. (Adnkronos) - La Procura di Milano ha trasmesso al ministro della Giustizia la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Giacomo di Capua e di Roberto Lassini, rispettivamente a capo della segreteria dell'onorevole Mario Manotovani e presidente onorario dell''Associazione dalla parte della democrazia', in quanto ordinavano la stampa dei manifesti con l'espressione 'Via le Br dalle Procure'.

I due, secondo la Procura, "ideavano, ordinandone la stampa (nel numero di 5000 copie) e successivamente l'affissione in spazi destinati alla propaganda elettorale, manifesti contenenti l'espressione offensiva dell'onore e del prestigio dell'ordine giudiziario".

In particolare, Di Capua ha commissionato a una società "la predisposizione di bozzetti dei predetti manifesti ai fini della successiva stampa" e a un'altra società "l'incarico di affissione dei suddetti manifesti in Milano". Per l'accusa di vilipendio all'ordine giudiziario è necessaria l'autorizzazione da parte del ministro della Giustizia.




Moratti calunnia Pisapia: “Ladro d’auto” Ma omette di dire che è stato assolto.


Lupi (Pdl): "Se si è incorsi in un errore, si chiede scusa senza crearne un caso”

Finisce con una querela per diffamazione aggravata l’unico confronto diretto tra i due candidati sindaco a Milano, Letizia Moratti eGiuliano Pisapia. Il fair play di circostanza degenera sul finale, quando Moratti sa che tocca a lei chiudere e Pisapia non può ribattere. Così lo attacca: “E’ responsabile del furto di un furgone che sarebbe stato usato per il sequestro e il pestaggio di un giovane. Pisapia è stato amnistiato”. Un’accusa falsa. Come dice subito Pisapia, andandosene rifiutando di stringerle la mano, e conferma poi rendendo pubblica la sentenza di assoluzione del 1985. Ma ormai le telecamere sono spente.

Moratti omette di aggiungere che Pisapia è stato assolto da quelle accuse nel 1987. Il sindaco, infatti, ha fatto riferimento al primo grado, come ricostruisce e spiega Il Giornale che però omette, proprio come Moratti, i successivi gradi di giudizio che hanno portato Pisapia all’assoluzione per non aver commesso il fatto.

La campagna elettorale è stata impostata così dal premier, che a Milano si gioca il tutto per tutto. E Moratti si è allineata. Il caso di Roberto Lassini, padre dei manifesti “fuori le Br dalle procure” e candidato nella lista del Pdl a sostegno di Moratti, l’aveva trovata non allineata. Il sindaco, infatti, aveva inizialmente condannato Lassini spingendosi fino a minacciare: “Siamo incompatibili, in lista o io o lui”. E’ stata in breve riportata ad allinearsi. Si è adeguata ai toni del premier. Ieri Berlusconi ha detto che “quelli di sinistra si lavano poco”? Oggi Moratti dà del “ladro d’auto” all’avversario. Che, a sentire il Pdl dunque, dovrebbe essere, in estrema sintesi, uno sporco ladro d’auto. La sentenza però dice un’altra cosa: Pisapia è “assolto per non aver commesso il fatto”. Moratti lo sapeva? Se non lei direttamente, ne erano a conoscenza gli uomini del suo staff. Perché era stato proprio Pisapia, scottato dal caso Aler che aveva coinvolto la compagna Cinzia Sasso, a raccontare in un’intervista tutta la vicenda. Ma non è bastato.

”Il sindaco Moratti alla disperata ha estratto la pistola e si è sparata sui piedi ma questa arroganza la pagherà, sono tentativi di colpi bassi come un pugile che non sa più dove colpire”, ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Mentre per Emanuele Fiano “ormai tra la Moratti e Berlusconi non c’è più nessuna differenza. Nessun sorriso gentile può coprire il fatto che la Moratti ha usato nel faccia a faccia su Sky la calunnia nei confronti di Pisapia come strumento politico”, afferma. “Evidentemente la Moratti ha imparato dal suo capo-padrone che quando non si hanno idee e quando si presenta un bilancio totalmente insufficiente, allora bisogna calunniare l’avversario”. Lei, ha aggiunto, “che ha rubato a Milano cinque anni di sviluppo, di qualità della vita e di buon governo”. Mentre Pisapia, nel pomeriggio, ribadisce la falsità dell’accusa: “La Moratti ha messo in atto un killeraggio mediatico progettato a tavolino. La mia vita è trasparente e non ho mai commesso reati”.

Dal Pdl, dopo ore di silenzio, è arrivato un messaggio distensivo da parte di Maurizio Lupi. Il vicepresidente della Camera ha invitato a “evitare di alzare i toni, se si è incorsi in un errore, si chiede scusa senza crearne un caso”. In linea con la Lega. Davide Boni, presidente del Consiglio regionale lombardo, ha infatti suggerito come sia “importante abbassare i toni, evitando che ai cittadini arrivi un messaggio distorto e confuso”. Ma il sindaco uscente, in una conferenza stampa convocata a Palazzo Marino, ha insistito: “Io ho voluto solo indicare la differenza tra la mia storia personale che è quella di una persona moderata e quella di Pisapia che non ha un percorso politico moderato”.

Persino il direttore di Libero, Vittorio Feltri, intervistato da Sky, ha criticato Moratti. “Ha sbagliato, sta facendo di tutto per perdere. Forse non ci riuscirà ma certo ce la sta mettendo tutta”, ha detto Feltri. Moratti “ha commesso uno sbaglio piuttosto grave, è caduta un’altra volta in errore”. Così, ha aggiunto, “come qualche pasticcio ha fatto nel corso della sua amministrazione. Ecopass, ad esempio, una tassa sui poveri. E, proprio in questi giorni, i lavori per le piste ciclabili su corso Buenos Aires, una delle strade più centrali e trafficate di Milano, riducendo le corsie, creando forti disagi. Non solo, ma il tutto per realizzare solo dei tratti ciclabili che non consentono di percorrere tutto il viale”, ha concluso.

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Ocse, al fisco 46,9 % dei salari Italia sale al quinto posto.


L’Italia scala la classifica del peso delle tasse sui salari. Il cosiddetto cuneo fiscale che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore, in Italia è al 46,9 per cento. Lo rileva l’Ocse nel rapporto ‘Taxing Wages’ per il 2010.
L’onere del fisco nel nostro Paese è aumentato di 0,4 punti percentuali rispetto al 2009, quando si attestava al 46,5 per cento. Nella classifica dei Paesi membri dell’Ocse, aggiornata alla fine dello scorso anno, l’Italia sale dal sesto al quinto posto per peso fiscale sugli stipendi, sorpassando l’Ungheria (46,4 per cento), ma restando dietro a Belgio (55,4 per cento), Francia (49,3 per cento), Germania (49,1 per cento) e Austria(47,9 per cento).

Inoltre l’Italia resta in fondo alla classifica Ocse sui salari, ma sale dal 23° al 22° posto superando la Grecia. Il salario netto medio di un single senza figli a carico in Italia è stato di 25.155 dollari nel 2010. La cifra è inferiore sia alla media Ocse (26.436 dollari), che a quella dell’Ue a 15 (30.089). Il salario lordo è stato invece di 35.847 dollari, lievemente superiore alla media Ocse (35.576) ma inferiore a quella europea (42.755). In questa classifica l’Italia è al 19° posto.



Celentano: “Io sto con Pisapia ma il futuro è 5 Stelle”.


Il cantante: "L'avvocato ci può traghettare verso il miracolo di sconfiggere anche il governo nazionale". Per il vero cambiamento dico Calise". Adriano lancia un appello: "Basta scempi sull'ambiente, con le schede elettorali la rivoluzione è possibile"

Ci siamo, ragazzi! Fra quattro giorni si vota per le amministrative e finalmente sapremo cosa c’è dentro l’UOVO dei milanesi. Qualcosa mi dice chela SORPRESA sarà grande. Per due motivi. Se vince Pisapia, sarà grande perché finalmente le cose cambierebbero e ciò significherebbe una tremenda sconfitta per il governo e non soltanto per ciò che riguarda la città di Milano, ma addirittura su scala nazionale, con lampi di gioia sprigionati dall’intera Europa. Se invece vince la Moratti, la sorpresa sarà ancora più grande perché le cose non cambieranno e allora sarà un disastro per noi italiani. Chi non ce la fa a tirare alla fine del mese dovrà andare in Svizzera per un bicchier d’acqua, poiché in Italia l’ACQUA non sarà più un bene comune.

Costruiranno nuove centrali NUCLEARI e presto la RADIOATTIVITA’ sarà sulle nostre tavole (Leggi l’appello sul referendum di Adriano Celentano). Tremonti, che bisognerebbe licenziare in TRONCO, ma ancora meglio sarebbe sul TRONCO, vuole regalare le spiagge agli imprenditori per la costruzione di stabilimenti balneari a cinque metri dal mare.
Ora, chiunque abbia un minimo di buon gusto può immaginare quale stravolgimento subirebbe il mare delle nostre coste. Nel giro di pochi mesi, sarebbe travolto da uno TSUNAMI di CEMENTOche, a differenza di quello NATURALE, non si placherebbe mai più.

E comunque anche per coloro il cui immaginario fosse momentaneamente ridotto a zero (può capitare), esiste, già pronta, una serie di orrende costruzioni, verificabili quindi dal vero, da cui è possibile misurare la portata che avrebbe la SVENTURA italiana, qualora fosse approvata la proposta di Tremonti. Per cui, prima di andare a votare, è consigliabile fare quattro passi alle Varesine di Milano, dove lo sfacelo, tutt’ora in atto, ha OSCURATO una buona parte di cielo. E ancora non è finita. Il BUIO seminato dai grattacieli firmato Moratti-Formigoni continuerà imperterrito la sua avanzata.

Cari milanesi, credo sia arrivato il momento di cambiare le cose. È chiaro che, votando Pisapia si cambia. Non so fino a che punto, però si cambia e questa è già una grande notizia, essendo lui il migliore e quindi il più credibile fra i rappresentanti dei vari partiti…

Ma, se davvero volete dare una svolta a questa nostra Milano così tanto amata da Leonardo da Vinci, dovete farlo in modo che il CAMBIAMENTO sia RADICALE. Non esiste altro momento più opportuno per riaccendere nel vostro cuore quella luce di entusiasmo che i PALAZZINARI CORROTTI hanno spento senza alcuna pietà. Ma, per farlo, bisogna avere il coraggio di imboccare la strada dell’incertezza: solo lei ci può dare quel NUOVO da cui nasce la speranza di un mondo migliore lontano da ogni logica di partito. E questa speranza è sotto gli occhi di tutti: si chiama Mattia Calise, 20 anni, tre esami alla laurea in Scienze politiche, giovane e forte, membro del movimento Cinque Stelle. Per ora la sua candidatura a Sindaco di Milano vale solo il 5 per cento, ma è proprio in questo 5 per cento che si nasconde la Milano del futuro. Un movimento, quello delle Cinque Stelle, la cui avanzata, lenta ma inesorabile, sta svegliando le coscienze in gran parte d’Italia. A Bologna, in un anno e mezzo, è salito dallo 0,7 al 12 per cento dei consensi.

Mi rendo conto però che ciò che vi sto chiedendo certo non è una piccola cosa. Si tratterebbe di un vero e proprio miracolo politico che tuttavia solo voi milanesi avreste il coraggio di fare. Perché voi siete i milanesi delle “Cinque Giornate” di Milano. Allora fu necessaria la forza, per liberarci dal dominio austriaco, ma oggi basterebbe scrivere una semplice crocetta sulla casella giusta del foglio elettorale e la rivoluzione è fatta.
Ma forse anche per questo non siete ancora pronti e io non vi biasimo. Probabilmente quello delle Cinque Stelle, per come siete stati maltrattati fino adesso, è un salto troppo grande anche per voi milanesi. Un salto che tuttavia, ora come ora, è raggiungibile solo attraverso Pisapia. Mi sbaglierò, ma è lui l’uomo giusto. L’uomo di transizione. Colui che ci traghetterà verso quel CAMBIAMENTO RADICALE che è sì nell’animo delle cinque STELLE, ma credo anche nel CUORE di Pisapia.

Le dichiarazioni spontanee del ministro Romano al Tg1.



Tra i membri dell’esecutivo le dichiarazioni concordate di fronte alle telecamere dei telegiornali sembrano ormai la regola. Dopo il ministro del Turismo Michela Brambilla (guarda il video), che il cinque maggio a Palazzo Chigi chiedeva esplicitamente: “Va bene se faccio qualche dichiarazione io?”, oggi è stata la volta del neoministro dell’Agricoltura Saverio Romano. Ad attenderlo in corso di Porta Venezia a Milano per un appuntamento elettorale, oltre all’obiettivo de ilfattoquotidiano.it c’era il Tg1, ma senza giornalista. Soltanto il cameraman e il fonico dell’agenzia alla quale la Rai ha appaltato il servizio. All’arrivo del ministro il tg1 riprende le domande del Fatto, che fanno riferimento alle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e favoreggiamento di Cosa Nostra, per le quali Romano è tuttora iscritto nel registro degli indagati. Romano risponde, e in pochi minuti è tutto finito. Ma le nostre domande non convincono il portavoce del ministro: “Non era il discorso della campagna elettorale”, fa notare all’operatore del tg1, “il tema era quello”. “Io non ne so niente”, risponde sincero l’operatore, offrendo di registrare altre immagini. Niente domande questa volta. “Quando vuole”, dà il segnale l’operatore. Romano rilascia una dichiarazione di trenta secondi: “La sinistra dice di occuparsi dei problemi della gente…”. Video di Franz Baraggino.