Il presidente della Commissioni affari costituzionali accusato dalla Procura di Palermo di concorso in corruzione aggravata "Sono vittima attacco mediatico per rapporto con Lapis : mai preso tangenti". Il politico riconferna la sospensione anche dopo le attestazioni di stima dal suo partito.
Il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini ha deciso di sospendersi dalla sua carica e dal gruppo del Pdl ( ed ha riconfermato la propria scelta anche dopo le numerose attestazioni di stima venute dal suo partito e non solo) per difendersi nell'ambito dell'inchiesta su presunte tangenti pagate del tributarista Gianni Lapis con denaro di don Vito Ciancimino.
Accusato dalla procura di Palermo di concorso in corruzione aggravata in relazione a sospette tangenti da Vito Ciancimino, si autosospende dal partito e dal gruppo in attesa della conclusione delle indagini preliminari.
E in una lettera inviata al presidente Schifani, al presidente Berlusconi, al segretario Alfano, al capogruppo Gasparri rivendica la sua estraneità ai fatti.
"Mi sono sempre comportato con correttezza e lealtà nel rispetto delle istituzioni della Repubblica - scrive Vizzini -. Proprio per questo decido, con animo sereno, di astenermi dall'esercizio delle funzioni inerenti agli incarichi che ricopro in parlamento e di sospendermi dal gruppo parlamentare e dal partito per attendere la conclusione dell'indagine preliminare. Ribadisco di non essermi mai occupato di appalti e di affari della società gas e di non avere mai conosciuto, come lui stesso ha dichiarato, nè Massimo nè Vito Ciancimino che in realtà, a detta del figlio, mi considerava ostile in quanto 'sbirrò'".
"Mi trovo oggi di fronte ad un attacco mediatico di un quotidiano che mi indica come percettore di somme illecite da me mai ricevute, nell'ambito di un'indagine che mi riguarda e per la quale, da due anni a questa parte, ho fornito tutta la mia collaborazione alla procura della repubblica di Palermo" spiega ancora nella lettera inviata al presidente del Senato e al vertice del partito Vizzini.
"Mi sono spogliato di ogni prerogativa parlamentare, ho fornito conti bancari, documentazioni e corrispondenze private che provano come il mio rapporto con il professor Lapis, mio consulente e già collega all'università di Palermo, abbia avuto come oggetto la restituzione di una somma, proveniente dai miei risparmi e dalle mie liquidazioni, da me lecitamente investita per il suo tramite nel 1994 (non ero più parlamentare) e restituitami dopo ben 10 anni per un importo finale pari a circa 130 mila euro - aggiunge -. Ho anche indicato alla procura cinque testimoni dei fatti, dei quali quattro già ascoltati, mentre il quinto è un avvocato civilista che mi ha assistito per operare il riconoscimento del debito da parte del professor Lapis.
Adesso, come è giusto che sia, vengono depositate intercettazioni dell'epoca 2003/2004, che ritengo superate dai documenti depositati".
"In un clima politico esasperato - sottolinea ancora Vizzini - vengono pubblicate notizie artefatte che possono fuorviare l'opinione pubblica e, proprio perchè io sono uomo pubblico, voglio che la verità sia accertata con equilibrio e rigore perchè è giusto che i cittadini e coloro che mi hanno sempre dato fiducia sappiano che mi sono sempre comportato con correttezza e lealtà nel rispetto delle istituzioni della Repubblica".
"Ricordo - conclude infine Vizzini - che ho denunciato per calunnia chiunque abbia affermato di avermi consegnato somme non dovute e dato contestualmente mandato al mio legale di perseguire chiunque dica o scriva il falso su questa mia vicenda. Mi riservo, appena possibile, di rendere pubblici tutti i documenti che provano la mia correttezza".
REAZIONI PDL "Chi conosce bene la realtà siciliana sa che il senatore Vizzini è uomo di grande onestà.
La sua storia personale e politica tramanda decine e decine di atti concreti formulati in politica contro la mafia, l'illegalità, il malaffare. L'inchiesta che oggi lo vede coinvolto non potrà che certificare la sua assoluta estraneità ad ogni ipotesi di reato. Per questo a lui, vittima di una bolla giudiziaria, esprimiamo convinta solidarietà". Lo scrivono, in una nota, i deputati siciliani Marinello, Misuraca, Germanà, Gibiino, Garofalo, Torrisi, Vincenzo Fontana.
Il ministro della Giustizia e neosegretario del Pdl, Angelino Alfano, ha sentito, "in una lunga e cordiale telefonata", il senatore Carlo Vizzini. "Nel corso dell'affettuosa conversazione - spiega una nota del ministero della Giustizia - il Guardasigilli gli ha confermato ferma stima che si basa anche su una profonda conoscenza della sua storia personale". "Per queste motivazioni", Alfano, "nella sua qualità di segretario del Pdl, ha respinto la decisione del senatore Vizzini di autosospendersi dal partito, esprimendogli solidarietà personale e politica".