Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 18 novembre 2011
“Salvezza nazionale”, ma per tutti. - di Paolo Flores d’Arcais
Che sia davvero un governo di “salvezza nazionale”, la salvezza di tutti e in primo luogo del “terzo Stato”, non dei privilegiati d’establishment e delle cricche: è questo che chiede la schiacciante maggioranza dei cittadini che all’80%, secondo i primi sondaggi, appoggia il nascente governo Monti. Salvezza dal default, ovviamente, tecnicismo che significa in concreto, per chiunque possieda titoli di Stato (milioni e milioni di italiani), perdere in un colpo solo la metà o i due terzi dei risparmi di una vita. Ma “salvezza nazionale” significa anche, altrettanto essenzialmente, liberare il Paese dalla melma onnipervasiva del crimine impunito e della menzogna catodica, autentiche sabbie mobili che lo stavano inghiottendo.
Perciò, se sotto il profilo economico e sociale, l’equità dei sacrifici non può che cominciare dallo scandalo dello scudo fiscale, 107 miliardi tassati al 5% anziché al 30% (esigere quel 25% di differenza dovrebbe essere moralmente l’abc), e proseguire con la patrimoniale e draconiane leggi anti-evasione (altrimenti pagano solo i ricchi ufficiali, e quelli veri continuano a rapinare), Monti e Napolitano non possono dimenticare che il (quasi) ventennio di melma e macerie in cui il regime ha precipitato il paese poggiava e ancora poggia da una parte sulle picconate inferte ai magistrati fedeli alla “legge eguale per tutti” (e sulla ragnatela di quelli leali alle P3 e P4 in spergiuro della Costituzione) e dall’altra sul monopolio orwelliano del sistema televisivo. “Questione morale” che interessa solo le anime belle, replicheranno troppe sponde “moderate”, incapaci ormai di pensare con categorie diverse da quelle di Giuliano Ferrara. Eppure è solo per il combinato disposto dell’illegalità/impunità e della televisione/menzogna se un metro di autostrada o metropolitana costa in Italia tre o quattro volte più che nel resto d’Europa. La corruzione impunita impone un costo economico altissimo, oltre a devastanti effetti sociali e infine antropologici.
Restituire l’etere televisivo al giornalismo-giornalismo, dove i fatti sono sovrani, realizzando imparzialità e pluralismo, e ripulire politica e istituzioni dalla pletora di leggi ad personam, autentiche leggi-canaglia che strangolano la vita civile, sono due banchi di prova su cui i cittadini giudicheranno il governo Monti, e su cui Monti giocherà la propria credibilità non meno che sullo “spread”. Indulgere su questi temi, anche in dosi omeopatiche, alla continuità e alle “garanzie” che Berlusconi pretende, significherebbe insultare gli italiani onesti.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/salvezza-nazionale-ma-per-tutti/
Governo Monti, l'occasione perduta della politica. - di Mauro Barberis
Chi mi legge sa cosa ho sempre pensato di Silvio Berlusconi e del suo governo; bene, ora ce ne siamo liberati, ma a che prezzo? Il discredito internazionale dell’Italia e la possibile rovina del paese: troppo, anche per un antiberlusconiano della prima ora.
Avevano un bel dire Rosy Bindi e Susanna Camusso, invitate a Ballarò, che il governo è caduto per un voto parlamentare. Non è vero: è caduto perché era divenuto impresentabile per i nostri partner europei, costretti a finanziare il nostro debito pubblico, e soprattutto per i mercati finanziari, che attaccavano noi, e non altri, perché da anni il Cavaliere non governava più. Ma fosse stato per la politica, ce lo saremmo tenuti sino al 2013, se non oltre.
L’unica via di uscita onorevole è stata indicata subito da Giorgio Napolitano: un accordo politico alto fra i maggiori partiti, la formazione di un governo politico di salvezza nazionale, con dentro i leader dei partiti maggiori, benché presieduto da un tecnico autorevole e gradito ai mercati. È bastata l’indicazione di un nuovo Presidente del Consiglio, diffusa irritualmente dal Presidente della Repubblica nominando senatore a vita Mario Monti, per fare calare di cento punti lo spread con i titoli tedeschi e farci risparmiare miliardi di debito. Ma fra l’indicazione lungimirante di Napolitano e il governo tecnico che sembra profilarsi, l’unica cosa comune sembra il nome di Monti.
Se si fosse formato un esecutivo con gli esponenti più autorevoli dei due schieramenti – e ce ne sono ancora, in entrambi – ci saremmo presentati all’Europa con un volto infinitamente più credibile. Invece, questa prospettiva è stata sabotata anzitutto dalla destra: da Berlusconi, interessato solo ad avere garanzie per sé e per le sue aziende, e da Umberto Bossi, pronto a gettarsi nelle praterie dell’antipolitica e della secessione. Ma la sinistra non è stata da meno, quanto a disinteresse; sin dal primo momento ha fatto pesare che tutti i sondaggi la danno in testa di almeno dieci punti, e che rinunciando alle elezioni rinunciava a una sicura vittoria elettorale: come se questo non fosse un suo preciso dovere, di fronte alla possibile rovina del paese.
Quel che rischia di uscirne, così, è un governo non politico ma tecnico, tecnicissimo, formato quasi esclusivamente di professori universitari e di alti funzionari dello Stato: un esecutivo figlio di nessuno che, per programma e durata, dipenderà mani e piedi dagli umori e dai veti incrociati degli opposti schieramenti, ugualmente refrattari a prendersi le proprie responsabilità e a pagarne il prezzo elettorale. Ma non si dica, se questa sarà la soluzione, che la democrazia e i politici italiani sono stati commissariati dall’Europa: si sono commissariati da soli, perdendo l’ultima occasione per riscattarsi.
Contro i professionisti della delusione. - di Cinzia Sciuto
Il governo Monti va valutato senza mai dimenticare il ventennio che l’ha preceduto e avendo ben presenti i suoi obiettivi e i suoi limiti strutturali. In questa prospettiva, ha già dato forti segni di discontinuità.
La prima, sulla riorganizzazione dei dicasteri: non dovendo fare i conti con il bilancino della (cattiva) politica, non è stato necessario scorporare e inventarsi deleghe per moltipliare le poltrone, per cui a ogni ministero corrisponde un oggetto reale. Alcuni segnali forti: scompare il ministero delle Riforme per il federalismo, mentre c’è quello per la Coesione territoriale. Dalla strisciante secessione alla ritrovata unità nazionale. Non mi pare poco. Scompare l’inutile ministero per l’Attuazione del programma (?), quello della Gioventù, quello della Semplificazione normativa, quello della Pubblica amministrazione e con loro i vari Rotondi, Calderoli, Brunetta e Bossi (e pure la Meloni, alla quale in quanto ‘ggiovane’ era stato affidato il ministero dei ‘ggiovani’, che nessuno si filava). Nasce invece un ministero importantissimo, quello della Cooperazione internazionale e dell’integrazione: un nome che, tenendo insieme cooperazione internazionale e integrazione, esprime una vocazione cosmopolita del nuovo governo che ci fa prendere una boccata d’ossigeno, dopo anni di becero provincialismo. È scomparso anche il ministero delle Pari opportunità, correttamente reintegrate in quello del Lavoro e delle politiche sociali (perché di politiche sociali si tratta).
La seconda riguarda la presenza delle donne. A dispetto dei numeri, è un governo molto più femminile del precedente, che contava ben 6 ministre, di cui però 4 senza portofoglio. La sensazione netta è che nel governo Berlusconi alle donne fossero assegnate deleghe del tutto secondarie, non tanto perché lo fossero in sé ma perché tali erano ritenute dai ‘boss’ del governo. Al femminismo della bella presenza e dei numeri è di gran lunga da preferire il femminismo delle competenze e della sostanza. Tre ministre di grandissimo peso: l’Interno, la Giustizia e il Lavoro. Le donne vincono quando giungono a ruoli di alto livello non in quanto donne, ma per le loro competenze e capacità.
Adesso ovviamente attenderemo il governo alla prova dei fatti. Avendo però ben presente l’obiettivo di questo esecutivo: acchiapparci per i capelli per evitare di cadere nel baratro apparecchiato per noi dalla crisi economico-finanziaria e iniziare a rimettere insieme i cocci di quelle macerie. Il tutto, non dimentiachiamolo, con il sostegno parlamentare fondamentale e inevitabile di chi quelle macerie le ha prodotte. Inutile quindi aspettarsi chissà quale rivoluzione. Ma i professionisti della delusione, se vogliono, possono ricominciare a illudersi.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/contro-i-professionisti-della-delusione/
I Verdi perdono il loro quotidiano. Terra chiude i battenti. - di Thomas Mackinson
Il foglio ecologista, nonostante i tre milioni di finanziamento pubblico, cessa le pubblicazioni. Sullo sfondo una dura battaglia fra i redattori, da mesi senza stipendio, e il direttore. Il partito solidarizza coi cronisti e promette iniziative legali per recidere il contratto di gestione.
Nella corsa per la costituente ecologista, i Verdiraccolgono un simbolo nuovo ma perdono per strada il loro organo di stampa. Un giornalesenza più direttore, senza redazione e soprattutto senza soldi nonostante i tre milioni di euro di provvidenze a disposizione.
Terra, il primo quotidiano ecologista d’Italia, ha chiuso i battenti dopo tre anni di pubblicazioni e una guerra senza esclusione di colpi tra comitato di redazione, direzione e azienda. Con tanto di accuse di comportamento antisindacale da parte dei lavoratori e querela per diffamazione da parte del direttore.
Il giornale non è nelle edicole da tempo indefinito. Il direttore-amministratore Luca Bonaccorsi, socio di maggioranza della società che edita il quotidiano (Undicidue Srl) ha rassegnato le dimissioni giusto una settimana fa. Grande imbarazzo nel partito il cui segretario, Angelo Bonelli, titolare del finanziamento pubblico, ha espresso solidarietà ai redattori e promette di andare fino in fondo per capire che fine hanno fatto i fondi e perché si sia arrivati alla serrata.
Dalla sua il direttore dimissionario, proprio sull’ultimo numero, spiega le dimissioni come una risposta obbligata alle ingerenze sempre più pressanti del partito per fare di Terra un mezzo di propaganda. “Lo scontro si è fatto insostenibile – spiega Bonaccorsi – le mie resistenze a trasformare Terra in una Pravda verde hanno scatenato attacchi ripetuti che hanno ormai il fine di far chiudere il giornale”.
Sullo sfondo, le tensioni in vista della costituente che si terrà il 26 e 27 novembre. Tensioni che si scaricano con la massima durezza sui lavoratori, gli unici per ora a pagare il prezzo della ragion politica. Sono banditi dalla redazione, anche se per oltre cinque mesi hanno lavorato senza ricevere stipendio pur di stare in edicola e garantire continuità alla pubblicazione. Mercoledì scorso hanno fatto un picchetto davanti alla redazione blindata con striscioni di questo tenore: “Dove sono i milioni del finanziamento pubblico?” e ancora “Bonaccorsi, gli accordi sindacali si rispettano”, e poi “6 mesi senza stipendio”.
I problemi sono iniziati quasi subito, quando Terra è andato in edicola nell’aprile 2009, ma appena sei mesi dopo i lavoratori si sono ritrovati dentro un’azienda in crisi e sono scattati i contratti di solidarietà. Stipendi in ritardo, lavoro extra rispetto agli accordi sindacali in fatto di orari e giorni di riposo. Le cose peggiorano a giugno con la fine degli ammortizzatori che ha fatto partire una estenuante trattativa terminata ad agosto con un accordo che prevedeva le proroghe assistitedi tutti i contratti fino a dicembre. Un patto che non sarà onorato e dopo inutili tentativi la Undicidue Srl fa balenare l’interesse di un terzo socio a entrare in società in virtù del quale chiede due settimane di tempo. Si tira avanti e si arriva al 12 ottobre, quando viene firmato un accordo che prevede la stabilizzazione delle otto persone chieste dal sindacato e di altre quattro proposte dall’azienda. I contratti dovevano essere firmati il 31 ottobre. Ma ad oggi sono state assunte solo due persone. Gli altri, niente. All’ultimo incontro l’azienda non si presenta e i sindacati la denunciano insieme al direttore per comportamento antisindacale, esposto alla presidenza del Consiglio per ottenere il sequestro cautelativo del finanziamento pubblico, ed esposto all’Ordine dei giornalisti della Toscana per violazione della clausola di solidarietà. Bonaccorsi, per parte sua, ritiene che “sia stato responsabile da parte dell’azienda non assumere dodici persone vista la crisi”.
Quanto al finanziamento per l’editoria che spetta alla società editrice di Terra – circa 6 milioni di euro in due anni - risponde: “Che significa che fine hanno fatto? Ci sono i bilanci a certificare. Sostenere un giornale costa meno di due milioni di euro all’anno?”. Ora però i conti bisognerà farli per davvero. Terra vendeva mediamente 2-3mila copie ma assorbiva due milioni. Anche perché la redazione contava 15 persone e il grosso degli investimenti, a detta dei sindacati, andava nelle cariche dei direttori, vicedirettori e condirettori, collaboratori e promozione.
I Verdi – ha annunciato Bonelli nel corso del picchettaggio – hanno incaricato i loro legali di adottare tutte le iniziative possibili per la rescissione del contratto di gestione, a suo tempo firmato da altro gruppo dirigente del partito. Il Comitato di redazione, che aveva già indetto e realizzato sette giorni di sciopero impedendo l’uscita del giornale, è intenzionato a proseguire l’agitazione, e ha dato atto a Bonelli delle iniziative avviate contro Undicidue e della concreta solidarietà espressa ai giornalisti. Per tutta risposta, il direttore uscente lascia la scrivania querelandone uno per aver messo in dubbio il suo operato e aver indicato anche nell’atteggiamento della direzione una delle ragioni del fallimento.
Terra, il primo quotidiano ecologista d’Italia, ha chiuso i battenti dopo tre anni di pubblicazioni e una guerra senza esclusione di colpi tra comitato di redazione, direzione e azienda. Con tanto di accuse di comportamento antisindacale da parte dei lavoratori e querela per diffamazione da parte del direttore.
Il giornale non è nelle edicole da tempo indefinito. Il direttore-amministratore Luca Bonaccorsi, socio di maggioranza della società che edita il quotidiano (Undicidue Srl) ha rassegnato le dimissioni giusto una settimana fa. Grande imbarazzo nel partito il cui segretario, Angelo Bonelli, titolare del finanziamento pubblico, ha espresso solidarietà ai redattori e promette di andare fino in fondo per capire che fine hanno fatto i fondi e perché si sia arrivati alla serrata.
Dalla sua il direttore dimissionario, proprio sull’ultimo numero, spiega le dimissioni come una risposta obbligata alle ingerenze sempre più pressanti del partito per fare di Terra un mezzo di propaganda. “Lo scontro si è fatto insostenibile – spiega Bonaccorsi – le mie resistenze a trasformare Terra in una Pravda verde hanno scatenato attacchi ripetuti che hanno ormai il fine di far chiudere il giornale”.
Sullo sfondo, le tensioni in vista della costituente che si terrà il 26 e 27 novembre. Tensioni che si scaricano con la massima durezza sui lavoratori, gli unici per ora a pagare il prezzo della ragion politica. Sono banditi dalla redazione, anche se per oltre cinque mesi hanno lavorato senza ricevere stipendio pur di stare in edicola e garantire continuità alla pubblicazione. Mercoledì scorso hanno fatto un picchetto davanti alla redazione blindata con striscioni di questo tenore: “Dove sono i milioni del finanziamento pubblico?” e ancora “Bonaccorsi, gli accordi sindacali si rispettano”, e poi “6 mesi senza stipendio”.
I problemi sono iniziati quasi subito, quando Terra è andato in edicola nell’aprile 2009, ma appena sei mesi dopo i lavoratori si sono ritrovati dentro un’azienda in crisi e sono scattati i contratti di solidarietà. Stipendi in ritardo, lavoro extra rispetto agli accordi sindacali in fatto di orari e giorni di riposo. Le cose peggiorano a giugno con la fine degli ammortizzatori che ha fatto partire una estenuante trattativa terminata ad agosto con un accordo che prevedeva le proroghe assistitedi tutti i contratti fino a dicembre. Un patto che non sarà onorato e dopo inutili tentativi la Undicidue Srl fa balenare l’interesse di un terzo socio a entrare in società in virtù del quale chiede due settimane di tempo. Si tira avanti e si arriva al 12 ottobre, quando viene firmato un accordo che prevede la stabilizzazione delle otto persone chieste dal sindacato e di altre quattro proposte dall’azienda. I contratti dovevano essere firmati il 31 ottobre. Ma ad oggi sono state assunte solo due persone. Gli altri, niente. All’ultimo incontro l’azienda non si presenta e i sindacati la denunciano insieme al direttore per comportamento antisindacale, esposto alla presidenza del Consiglio per ottenere il sequestro cautelativo del finanziamento pubblico, ed esposto all’Ordine dei giornalisti della Toscana per violazione della clausola di solidarietà. Bonaccorsi, per parte sua, ritiene che “sia stato responsabile da parte dell’azienda non assumere dodici persone vista la crisi”.
Quanto al finanziamento per l’editoria che spetta alla società editrice di Terra – circa 6 milioni di euro in due anni - risponde: “Che significa che fine hanno fatto? Ci sono i bilanci a certificare. Sostenere un giornale costa meno di due milioni di euro all’anno?”. Ora però i conti bisognerà farli per davvero. Terra vendeva mediamente 2-3mila copie ma assorbiva due milioni. Anche perché la redazione contava 15 persone e il grosso degli investimenti, a detta dei sindacati, andava nelle cariche dei direttori, vicedirettori e condirettori, collaboratori e promozione.
I Verdi – ha annunciato Bonelli nel corso del picchettaggio – hanno incaricato i loro legali di adottare tutte le iniziative possibili per la rescissione del contratto di gestione, a suo tempo firmato da altro gruppo dirigente del partito. Il Comitato di redazione, che aveva già indetto e realizzato sette giorni di sciopero impedendo l’uscita del giornale, è intenzionato a proseguire l’agitazione, e ha dato atto a Bonelli delle iniziative avviate contro Undicidue e della concreta solidarietà espressa ai giornalisti. Per tutta risposta, il direttore uscente lascia la scrivania querelandone uno per aver messo in dubbio il suo operato e aver indicato anche nell’atteggiamento della direzione una delle ragioni del fallimento.
Fiducia alla Camera, nasce il governo Monti. Berlusconi: “Non staccherò la spina”.
Il professore raccoglie 556 sì e 61 no. "Io con i poteri forti? E' offensivo", replica nel suo intervento, e promette impegno sul federalismo. Appello ai partiti: "Deponete le armi, in arrivo scelte non facili né gradevoli". Il Cavaliere: "Preparo la campagna elettorale". Poi torna a parlare della "sinistra che gli vuole male". Alfano: "Sì all'intervento sull'Ici, no a patrimoniale indiscriminata". Il Pd promette sostegno fino alla fine della legislatura. Bossi: "Monti? una copertura, lo cacceranno quando la gente s'incazzerà".
Dopo aver incassato un’ampia fiducia al Senato con 281 voti su 315, il presidente del consiglioMario Monti ottiene il voto della Camera con 556 sì e 61 no. Nel suo intervento ha replicato, con ironia e fermezza, all’accusa di essere espressione dei “poteri forti”. Ha chiarito che il suo governo tecnico applicherà la riforma federalista già approvata, anche sul fronte fiscale. Il governo durerà “quanto la fiducia che mi darete”, ha detto, ma la sua carica da premier sarà comunque “breve”. Il professore della Bocconi ha chiesto alla fine “una fiducia non cieca, ma vigilante”. Ma ha avvertito i partiti che è meglio “deporre le armi”, per “agevolare la presa di posizioni, anche non facili e gradevoli, nel breve periodo”.
Monti non dovrebbe avere problemi nel voto di fiducia. Può contare sull’appoggio pieno di Pd, Terzo Polo e, con molti distinguo, dell’Idv. Il Pdl vota sì, ma ieri Silvio Berlusconi ha arringato i suoi senatori con toni molto battaglieri, affermando che l’esecutivo tecnico del professore rappresenta una “sospensione della democrazia”, e che resterà in vita finché il suo partito lo vorrà. Piccolo giallo sull’ex presidente del consiglio. Era stato annunciato il suo intervento in aula nel dibattito sulla fiducia, che Berlusconi aveva annunciato sulla propria pagina Facebook, per poi cambiare idea con un nuovo post: “Ho riflettuto, preferisco non intervenire”. Ha preso la parola solo il capogruppo Fabrizio Cicchitto e dopo di lui il segretario Angelino Alfano.
Oltre all’opposizione della Lega nord, le voci più critiche contro le linee programmatiche enunciate da Monti al Senato si sono levate da Sel, per bocca di Nichi Vendola, e dalla Fiom, che lo contestano duramente sul fronte delle politiche sociali (qui la cronaca ora per ora della giornata politica di ieri). Hanno suscitato polemiche, inoltre, le dichiarazioni del neoministro dell’AmbienteCorrado Clini, che partecipando al programma radiofonico “Un giorno da pecora ha aperto al nucleare” e si è sbilanciato su altri temi controversi come gli ogm e la Tav.
LA CRONACA ORA PER ORA
18.00 – Berlusconi: “La prossima campagna elettorale sarà sul web”
17.45 – Dario Fo: “Berlusconi c’è ancora,la satira non morirà”
La fine del governo Berlusconi, e la contestuale nascita del governo Monti, non significherà la ‘morte della satira politica. Tutt’altro. Perché “di materiale da cui attingere ce n’è molto ancora….”. Ne è più che convinto Dario Fo, intervistato dall’AGI. Per il premio Nobel per la letteratura è come se più o meno nulla fosse mutato.
17.30 – Governo, Leone (Pdl): “Inaccettabili ammonimenti di Monti”
”Abbiamo imparato a conoscere negli ultimi giorni un neo-presidente del Consiglio che all’indubbia preparazione sa accomunare anche una piacevole dose di ironia, che in questi momenti non guasta. E con ironia il premier ha rintuzzato le accuse di chi lo vuole rappresentante dei poteri forti. La replica è stata rivolta, in particolare, ai parlamentari che hanno formulato quel giudizio, ma più esattamente andava estesa agli studenti scesi in piazza e alle forze politiche di estrema sinistra che l’hanno condiviso, quindi a un’area di opinioni più estesa, di cui tener conto”, dice in una nota Antonio Leone (PdL) vicepresidente della Camera. “Quanto alla fiducia vigilante – aggiunge Leone – è un invito che va accettato. Un po’ meno accettabile e l’ammonimento di Monti ai parlamentari a verificare la fiducia che i cittadini hanno in loro. Quella fiducia – conclude Leone – i deputati l’hanno già ricevuta nelle urne. E’ questa la sostanziale differenza fra chi è eletto e chi è soltanto chiamato a responsabilità superiori, senza aver affrontato il più democratico dei giudizi, che sono le elezioni”.
17.20 – Governo, Merlo, “Ora il Pd è un partito centrale”
“L’intervento di Bersani alla Camera ha confermato che il Pd non privilegia alcun istinto di partito ma ha il solo obiettivo di far uscire l’Italia dalla crisi in cui l’ha cacciata il centrodestra. E nella nuova fase politiche che si apre con il governo Monti il Pd non sarà certamente un partito comprimario”. Lo ha detto il deputato del Pd, Giorgio Merlo, soffermandosi sulle implicazioni politiche che derivano dall’appoggio del partito al
governo Monti.
17.10 – Roma capitale, Zingaretti: “Bene Monti, superati problemi governo Berlusconi”
“E’ una buona notizia che il presidente del Consiglio Mario Monti abbia deciso di portare lunedì al suo primo Consiglio dei Ministri il secondo decreto su Roma Capitale, superando così i problemi che il testo aveva avuto nel vecchio governo Berlusconi. Speriamo poi che le novità positive non si fermino qui e che con Monti si aprano anche quei livelli di concertazione sul decreto che sono stati completamente assenti in questi tre anni e mezzo”. Lo dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
16.58 – Franceschini: “Rivoluzione montiana è come la rivoluzione d’Ottobre”
Ad azzardare il parallelo è Dario Franceschini dalla sua pagina Facebook. Il capogruppo del Pd alla Camera ha pubblicato la copertina del libro ‘I dieci giorni che sconvolsero il mondo’, il racconto in presa diretta della Rivoluzione bolscevica scritto del giornalista americano John Reed. Dieci anche i giorni che hanno sconvolto l’Italia, dal voto alla Camera dell’8 novembre che ha mandato in minoranza Silvio Berlusconi, alla fiducia ‘bulgara’ di oggi a Mario Monti. “Ci siamo ispirati a John…”, ha scherzato Franceschini.
16.55 – Passera: “Priorità è risolvere la crisi occupazionale”
“Mario Monti è stato chiaro: dobbiamo puntare ad accelerare la crescita sostenibile e, secondo me, l’occupazione, il disagio occupazionale è la priorità numero uno”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, lasciando Montecitorio. “Noi dobbiamo accelerare la crescita sostenibile. ‘Sostenibile’ è molto importante, perché di crescita ce ne è stata tanta anche negli altri Paesi, negli anni scorsi, spesso però non sostenibile. Socialmente non sostenibile – ha aggiunto – cioe’ senza la creazione di posti di lavoro; finanziariamente non sostenibile, perché basata sul debito; ambientalmente non sostenibile, perché ottenuta distruggendo territorio”.
16.50 – Giovanni Pitruzzella, nuovo presidente dell’Autorità per la concorrenza
E’ lui il nuovo numero uno dell’Authority dopo che Antonio Catricalà è stato nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio del ministri
16.40 – Governo, Vendola: “Provo sentimenti di grande delusione”
“Sentimenti di grande delusione”verso i primi passi annunciati dal governo Monti. Sono quelli manifestati dal governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola che oggi ha partecipato alla Conferenza meridionale della Fiom. Vendola rileva “l’abito buono, decoroso” di questo esecutivo che però a suo avviso non basta “senza un cambiamento reale”.
16.38 – Anche il Papa fa gli auguri a Monti
Benedetto XVI, riferisce l’Osservatore Romano, “ha incontrato stamane all’aeroporto di Roma-Fiumicino, il presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Monti, il quale già ieri aveva manifestato la sua intenzione di recarsi a salutare il Papa in partenza per l’Africa. Il capo del Governo ha accolto il Pontefice ai piedi della scaletta dell’elicottero proveniente dal Vaticano. Dopo una calorosa stretta di mano, i due hanno camminato fianco a fianco conversando cordialmente e familiarmente per circa tre minuti lungo il tragitto fino ai piedi dell’aereo. Nell’occasione Benedetto XVI ha fatto gli auguri al nuovo premier”.
16.35 – Fini ringrazia i deputati di Futuro e libertà per l’Italia
Subito dopo il voto di fiducia alla Camera sul governo Monti, i parlamentari di Futuro e libertà si sono riuniti nella sede del partito. A loro si è aggiunto anche Gianfranco Fini che ha voluto stringere la mano a tutti i deputati. Il presidente della Camera, a quanto riferiscono alcuni presenti, ha voluto ringraziarli per la loro “vicinanza in questa traversata del deserto”.
16.32 – Da Scilipoti e Mussolini no alla fiducia
Gli unici deputati dell’ex maggioranza di centrodestra a negare la fiducia a Monti sono stati Alessandra Mussolini (Pdl) e Domenico Scilipoti (Pt) oltre a tutti quelli della Lega. Scorrendo i tabulati della votazione, emerge che non hanno partecipato alla votazione due deputati di Fli (Mirko Tremaglia e Francesco Divella), rispettivamente uno del Pd e uno dell’Idv (Sandra Zampa e Carlo Monai), uno di Pt (Pippo Gianni, che pure era intervenuto nel dibattito) e sei del Pdl (Francesco Colucci, Marcello de Angelis, Maurizio Del Tenno, Antonio Martino, Gianfranco Rotondi e Alfonso Papa). Un solo deputato era in missione: Ricardo Merlo dell’Udc.
16.25 – Monti: “Cercherò di avere il più ampio consenso possibile”
Lo ha detto il neopremier aggiungendo che in Parlamento tale consenso sarà “preventivo” quando l’urgenza delle decisioni non richiederà altrimenti. Lo ha detto Mario Monti in conferenza stampa a Montecitorio.
16.09 – Monti incontrerà Merkel e Sarkozy giovedì
Il presidente del consiglio Mario Monti incontrerà a Bruxelles il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy.
16.06 – Monti: le manifestazioni contro Berlusconi “mi hanno rattristato”
Le manifestazioni contro Silvio Berlusconi, compreso il lancio di monetine davanti al Quirinale, sono “episodi che mi rattristano, che condanno e che non giovano certo all’azione di questo governo”. Lo dice il premier Mario Monti in conferenza stampa.
16.01 – Sacrifici, Monti: “Darà di più chi finora ha dato meno”
“Chiederemo un maggiore contributo a chi finora ha dato meno”, spiega il presidente del consiglio Mario Monti parlando dei “sacrifici” che attendono il Paese.
15.54 – Monti: “Sento un clima nuovo”
Il governo ha avuto una ampia fiducia, e questo era atteso, ma quel che era “inattesa” è stata l”intensità del dibattito, per contenuti e prospettiva politica “e la percezione spesso dichiarata di un clima nuovo o dell’inizio di un clima nuovo per il modo di parlarsi e il dialogo tra le forze politiche”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, durante una conferenza stampa alla Camera dopo il voto di fiducia ottenuto anche dai deputati con amplissima maggioranza. Monti è tornato a chiedere il “disarmo” delle forze politiche dopo anni di durissima contrapposizione.
15.32 – Cdm lunedì alle 12
Il Consiglio dei ministri si terrà lunedì a mezzogiorno. A quanto si apprende, all’ordine del giorno dovrebbe esserci il decreto su Roma Capitale.
15.31 – Mario Monti lascia la Camera con Mario Segni
Il presidente del Consiglio Mario Monti ha appena lasciato l’Aula di Montecitorio. Nel breve tratto tra l’Aula e il corridoio dei ministri Monti si è intrattenuto con Mario Segni
15.29 – Fornero: “In settimana nomine dei vice”
“In settimana” così Elsa Fornero, ministro del Welfare, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano quando ci sarà il Cdm per la nomina dei sottosegretari e viceministri. Alla domanda se si deciderà nel Consiglio dei ministri previsto lunedì, il ministro ha risposto: “Questa è una domanda in trabochetto, ho detto in settimana”.
15.27 – Fornero: “Lunedì in Cdm prime misure”
”Lunedì in Consiglio dei ministri inizieremo a parlare dei primi provvedimenti e non solo dei criteri per prendere le decisioni”. Così Elsa Fornero, ministro del Welfare, ai cronisti in Transatlantico.
15.25 – Il governo Monti ottiene fiducia con 556 sì e 61 no
Il governo di Mario Monti ha ottenuto la fiducia alla Camera con 556 sì. I no sono stati 61. I deputati presenti e votanti sono stati 617, la maggioranza richiesta era di 309 voti.
15.12 – Di Paola (Difesa): “Italia proseguirà impegni Nato””Come ministro della Difesa farò la mia parte per assicurare che l’Italia continui a farsi carico del suo giusto onere all’interno dell’Alleanza nel breve e nel lungo termine”: lo ha detto l’ammiraglio Giampaolo di Paola a Bruxelles, salutando il Comitato militare della Nato, prima della partenza per Roma per il suo giuramento.
15.12 – Breve colloquio tra Bossi e Berlusconi a MontecitorioBreve colloquio a Montecitorio tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi a margine del voto di fiducia al governo Monti. L’ex premier, dopo un passaggio alla buvette, ha incontrato il leader della Lega in Transatlantico e insieme si sono allontanati verso il corridoio dei ministri dove si è svolto il faccia a faccia.
14.55 – Maroni (Lega): “Sì a Monti se rivede patto di stabilità”
”Mi aspetto da lui che faccia una cosa che non siamo riusciti a fare per l’opposizione del ministro dell’Economia: se rivede il patto di stabilità per far spendere soldi ai Comuni virtuosi, noi voteremo sì”. Lo ha detto Roberto Maroni alla Camera. “Se questo governo andrà avanti sul federalismo lo vedremo alla prova dei fatti, anzi, dei provvedimenti”, ha detto ancora Maroni. “Vedremo cosa presenterà questo governo e lo esamineremo provvedimento per provvedimento, emendamento per emendamento. Poi decideremo il da farsi”.
14.50 – Berlusconi: “Questa situazione non rientra nei canoni della democrazia”
”La situazione dell’euro e del mercato è tale per cui siamo consapevolmente arrivati a questa situazione, che non rientra nei canoni della democrazia che prevede che i governi siano eletti dalla gente. E’ una invenzione italiana per dare una risposta ad una situazione difficile”. Lo afferma Silvio Berlusconi a Montecitorio.
14.46 – Bossi: “Monti? Durerà finché non nascerà partito di Casini”
Mario Monti? “Durera’ fino a quando faranno il partito dietro di lui”. E’ l’opinione di Umberto Bossi. Casini e Fini? “Si’, l’hanno messo loro li’”, risponde il ‘Senatur’.
14.43 – Berlusconi: “Monti opererà per bene dell’Italia”
Il governo Monti “opererà in maniera tale da essere utile al Paese per tutto il tempo che rimane”. Così Silvio Berlusconi, all’uscita dall’Aula della Camera. L’ex premier smentisce di aver detto che sarà il Pdl a decidere quando
staccare la spina: “Solo invenzioni giornalistiche”.
14.45 – Bossi: “Monti copertura, lo cacceranno quando la gente s’incazzerà”
“Monti è una copertura, l’hanno premiato per fare il cattivo, ma lo cacceranno quando la gente si incazzerà”. Così Umberto Bossi, leader della Lega, parlando con i cronisti alla Camera. Copertura di “Casini e Fini”, precisa poi.
14.45 -Berlusconi: “Vorrei riposarmi, ma devo essere protagonista della legislatura”
“Il Pdl ha affidato ad Alfano il compito delle scelte politiche. Io non nascondo una voglia di potermi riposare e rilassare, ma sento ancora la responsabilità del voto del 2008 per essere protagonisti in questa legislatura per un anno e qualche mese”, afferma Berlusconi parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera.
14.40 – Berlusconi: “Per la sinistra io uomo nero”, loro vogliono “il male degli altri”
Berlusconi torna al vecchio stile. Conversando a Montecitorio, riferendosi alla sinistra afferma: ”Loro avevano visto in me l’uomo nero, il cattivo da allontanare dal governo e immagino l’intima soddisfazione nel non vedermi più come presidente del Consiglio. Siamo qui insieme a sostenere lo stesso governo, ma noi siamo persone che non pensamo mai di fare il male agli altri, loro sono un pò diversi da noi”.
14.38 – Berlusconi: “Napolitano molto attivo per questo governo”
”Il presidente della Repubblica è stato molto attivo in questa fase e ha dato un importante contributo alla nascita di questo governo”. Lo ha detto Silvio Berlusconi all’uscita dall’Aula alla Camera”.
14.35 – Bossi in aula solo per votare contro Monti
Umberto Bossi non ha partecipato alla seduta in Aula alla Camera per il dibattito sulla fiducia al Governo. Il leader della Lega è entrato nell’emiciclo solo al momento di votare contro. Il Senatur si è trattenuto brevemente nell’Aula, poi se n’è andato.
14.33 – Berlusconi: “Monti partito bene”
“Mi sembra che il governo Monti sia partito bene”. Lo ha detto l’ex premier Silvio Berlusconi, parlando in Transatlantico con i giornalisti.
14.18 – Alfano: “Sì a tassazione immobili, no a patrimoniale indiscriminata”
“Non ci sarà nessuna opposizione a rivedere l’imposta sull’Ici, ma resta la contrarietà a una patrimoniale, misura centralista e depressiva. Noi non siamo e mai saremo il partito della recessione”, afferma Alfano nel suo intervento alla Camera.
14.03 – Alfano (Pdl): “Voteremo compatti la fiducia a Monti”
“Voteremo compatti la fiducia al governo Monti, formato da ministri degnissimi cui va il nostro augurio di buon lavoro”. Lo ha detto in aula alla Camera il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Fiducia, ma con un “sacrificio ai principi”, per “una scelta razionale, con un atto di responsabilità in primo luogo del presidente Silvio Berlusconi”.
13.58 – Reguzzoni (Lega): “Pensate a riempire le casseforti”
”La Lega non darà la fiducia al governo Monti. Non concordiamo sul programma: dalle pensioni alle riforma dello stato centralista”. Lo conferma il capogruppo della Lega Nord, Marco Reguzzoni, che ribadisce la scelta del Carroccio di andare all’opposizione. “Il governo – afferma Reguzzoni – è espressione di chi se ne infischia dei sacrifici delle persone e pensa solo a riempire le casseforti. Abbasserete la soglia per l’uso del contante ma così favorite le banche con il pagamento delle commissioni”. Infine, un ‘avvisò a Monti: “Noi non siamo soli i 60 deputati che vede – conclude – ma milioni di persone, famiglie imprese. Il nostro nemico non è lei, ma i palazzi romani che hanno creato le condizioni per arrivare a questo governo. Il rischio non è trovarsi all’opposizione noi, ma la Padania intera”.
13.52 – Bersani (Pd): “Fiducia senza paletti né limiti”
“Abbiamo apprezzato e in larghisissima parte condiviso il discorso del presidente del Consiglio, ne abbiamo veramente apprezzato lo stile. Voteremo la fiducia senza giri di parole, asticelle, paletti, termini temporali”. Così il segretario del Pd Pierluigi Bersani nel suo intervento alla Camera sulla fiducia al governo tecnico di Mario Monti.
13.50 – Berlusconi al Tg5: “Dimissioni per non far correre rischi al paese”
“Non ce la siamo sentita di far correre rischi al paese, con il peggioramento delle Borse e degli spread”, afferma Silvio Berlusconi parlando ai microfoni del Tg5. “E, quindi, responsabilmente, se mi consente con un atto di generosità perché ci siamo dimessi non essendo stati battuti in campagna elettorale, non essendo stati sfiduciati dal Parlamento, avendo ancora la maggioranza assoluta e indiscussa al Senato. E se avessimo posto su qualunque argomento la questione di fiducia alla Camera avremmo sicuramente avuto la fiducia”.
13.43 -Berlusconi: campagna elettorale, “utilizzeremo tutti i mezzi di comunicazione”
“Il Pdl si sta preparando alla campagna elettorale”. Lo afferma il leader del partito, Silvio Berlusconi, conversando con un giornalista di Ballarò. L’ex Presidente del Consiglio conferma la nascita di una tv del Pdl. “Il Pdl si sta preparando alla campagna elettorale: utilizzeremo tutti i mezzi di comunicazione ed intensificheremo la nostra presenza sulla rete”.
13.38 – Berlusconi: “Bene il discorso di Monti, non staccherò la spina”
”L’ho ascoltato, tutto bene”. Risponde così l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, entrando nell’aula della Camera ai cronisti che gli chiedevano un commento al discorso del premier Mario Monti. “Io non ho mai detto che staccherò la spina, anche con riferimento a questo Governo. E’ un’invenzione giornalistica”. Il Cavaliere ha fatto il suo ingresso in aula accompagnato dal capogruppo Fabrizio Cicchitto, che più volte lo ha invitato a fare il suo ingresso nell’emiciclo e a non rispondere ai giornalisti che continuavano a fargli domande.
13.33 – Berlusconi al Tg5: “Preparo la prossima campagna elettorale”
Che cosa farà Silvio Berlusconi nei prossimi mesi? L’ex premier ha le idee chiare: “Lavorerò in Parlamento e nel partito – dice al Tg5 – per preparare la prossima campagna elettorale”. Nel governo Monti, afferma Berlusconi, ci sono ”buone professionalità con ministri competenti nella materia di cui si devono occupare”. Il giornalista fa notare che anche il neopresidente del Consiglio, Mario Monti, “ha avuto delle bellissime parole per lei e per Gianni Letta”. “Beh – replica il Cavaliere – Credo francamente che ce le meritiamo”.
13.28 – Bocchino (Fli): “Sostegno convinto a Monti”
“Noi da mesi auspicavamo un altro esecutivo e oggi le garantiamo il sostegno convinto e costruttivo, senza se e senza ma”. Lo ha detto il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, nell’aula della Camera, sottolineando anche la necessita’ di abbassare i toni e di intervenire sui costi della politica.
13.26 – Alfano promuove il suo libro presso il neoministro della Giustizia
Angelino Alfano in aula a Montecitorio si è avvicinato ai banchi del governo per regalare alla Guardasigilli Paola Severino una copia del suo libro “La mafia uccide d’estate”.
13.25 – La Russa (Pdl): “Daremo fiducia vigile, non si tratta di staccare la spina”
“Daremo una fiducia vigile, cioè condizionata agli impegni che abbiamo preso. Non si tratta di staccare la spina”. Lo ha detto l’ex ministro della difesa, parlamentare del Pdl, Ignazio La Russa conversando con i giornalisti in Transatlantico. Nel suo intervento alla Camera, Monti aveva ironicamente esortato a evitare l’espressione “staccare la spina” a proposito del suo governo.
13.23 -De Magistris (Idv): “Non sono fiducioso su Monti”
”Non sono fiducioso su Monti, non penso sia un governo tecnico, ma formato da persone con competenza tecnica, che ha messo la finanza, le banche e il capitale al centro della sua azione politica”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, intervenendo alla Conferenza sul Mezzogiorno promossa a Napoli dalla Fiom.
13.11 – Di Pietro (Idv): “Fiducia, ma che cosa farete sulle intercettazioni?”
L’Idv darà la sua fiducia al governoMonti, “ma non certo in bianco. Non ce ne volete, ma noi prima vogliamo conoscere il vostro programma”. Rivolgendosi a Corrado Passera, in particolare, gli chiede “farà pagare le concessioni tv a tutti o esonererà i soliti noti?”. Al neo Guardasigilli Paola Severino domanda: “Quali saranno i suoi provvedimenti? Farà da spalla alle richieste di Berlusconi sulle intercettazioni o darà ragione ai pm che invece chiedono un ampliamento di questo strumento investigativo?”.
12.58 – Bigliettino misterioso dal Pd: “Mario, come posso esserti utile?”
Si firma ”Enrico”, probabilmente è un parlamentare del Pd e molti deputati pensano al vicesegretario Enrico Letta, e si autocandida a ‘collaborare’ con il nuovo governo. E’ il bigliettino “rubato” dai fotografi ed ora in prima pagina sul Corriere.it che il premier Mario Monti ha mostrato involontariamente durante il suo intervento alla Camera. “Mario – si legge – quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!”.
12.52 – Camusso (Cgil): “No all’Ici, sì alla patrimoniale”
”In questo Paese l’Ici vuol direi innanzitutto mettere una tassazione sui lavoratori e sui pensionati che si sono costruiti la prima casa. Direi che prima c’è la patrimoniale, poi si ragiona d’altro”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, risponde a proposito della reintroduzione dell’Ici sulla prima Casa annunciata dal premier Mario Monti.
12.32 -Berlusconi assente mentre Monti replica
C’e’ Gianni Letta, che riceve addirittura una sorta di standing ovation da tutta l’Aula, ma non Silvio Berlusconi a ascoltare Mario Monti per il suo discorso in Aula alla Camera.
12.30 – Camera, quattro risoluzioni per la fiducia
Il governo chiede che si mettano in votazione nell’Aula della Camera le quattro risoluzioni di Pdl, Pt, Pd e Terzo polo identiche nel testo. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Mario Monti.
12.23 – Monti: “Poteri forti? In Italia magari ce ne fossero”
Monti torna sul tema dei “poteri forti” e ricorda di quando da commissario europeo combattè le multinazionali Usa sul fronte antitrust. “Ho avuto il privilegio di vedere quasi tutti questi poteri nel mondo, nel mio ruolo di commissario alla concorrenza”, afferma ribadendo “la mia indipendenza di giudizio e di azione”. E continua: “Molti sono giovani, non si ricordano ancora” il periodo in cui “sono stato commissario alla concorrenza, ma quei poteri forti se li ricordano ancora”. Il giorno “in cui proibii’ una fusione tra due società americane, l’Economist scrisse che il mondo degli affari americani considera Monti il Saddam Hussein del ‘business’”. Quindi “siamo leggermente disturbati da queste espressioni, ma tocca a noi dare la prova che voi non avete ragione con queste allusioni”.
12.20 – Monti: “Compito quasi impossibile, ma ci riusciremo”
Il nostro e’ un compito ”già quasi impossibile, ma ci riusciremo”. E’ un passaggio dell’intervento di Mario Monti a Montecitorio.
12.20 – Monti: “Molta parte di colpa della crisi è nei vizi della finanza e dei mercati”
“Sono convinto che molta parte della responsabilità” della crisi sia dovuta a “grandissimi vizi nel funzionamento delle istituzioni della finanza e dei mercati”, afferma il presidente Monti.
12.19 – Monti: “I partiti depongano le armi e si preparino a scelte non facili”
Monti si dice”indignato” dal fatto che si punti il dito solo sulla classe politica: “Troppo facilmente la società civile, a cui anche noi apparteniamo, punta il dito contro la classe politica: di questo sono indignato”. E rivolto ai parlamentari aggiunge: “Saremo felici se contribuiremo ad accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”. Infine, l’ennesimo appello ai partiti a “deporre le armi”, il che “speriamo possa agevolare la presa di posizioni, anche non facili e gradevoli, nel breve periodo”.
12.18 – Monti alla Lega: “Io dei poteri forti? E’ offensivo”
Mario Monti prende atto dell’opposizione della Lega, ma reagisce duramente all’accusa di essere espressione di “poteri forti”. “Permettetemi di reagire in modo molto chiaro e netto, non tanto per me quanto per i colleghi di governo, sulla questione conflitto d’interessi, poteri forti e altre espressioni di pura fantasia che considero offensive”, afferma il professore, che invita ognuno a prendere le proprie responsabilità senza scaricare le colpe dell’attuale crisi ad altri luoghi e altri tempi.
12.15 – “Durerò quanto la vostra fiducia”
“Chiamatemi pure professore, come diceva Spadolini i presidenti del consiglio vanno, i professori restano”, dice Monti annunciando che non manterrà la carica di premier “per molto tempo”. E aggiunge: “Dureremo quanto durerà la vostra fiducia in noi”, ma l’“intenzione è proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni”. Il premier chiede di evitare espressioni come “staccare la spina”, non siamo un “apparecchio elettrico”. E, aggiungere, “non saprei a quel punto se dovremmo essere un rasoio o un polmone artificiale”.
12.14 – Monti: “Federalismo, attueremo le norme già approvate”
“Questo è un governo di impegno nazionale”, afferma Mario Monti. Rispetto alle “omissioni” rilevate nel discorso programmatico. A proposito del federalismo, Monti scherza sulle sue origini varesine e afferma: “Non vedo alcuna contraddizione tra rispetto di quanto già deciso in materia di federalismo, e in particolare federalismo fiscale, che il mio governo attuerà, e avere istituito specifica attenzione alla coesione territoriale, valore che interessa a tutti”. Monti promette attenzione anche “agli italiani all’estero”
12.08 – Fiducia, iniziato l’intervento di Monti
Intervenendo al dibattito sulla fiducia, Monti ringrazia il presidente della Repubblica e Gianni Letta, il cui nome suscita un lungo applauso.
11.51 – Berlusconi su Facebook: “Intervengo alla Camera. Anzi no”
Circa un’ora fa sulla pagina Facebook di Silvio Berlusconi è apparso il seguente post: “Oggi alla Camera farò la dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Monti, a nome del Popolo della Libertà”, seguito da numerosi commenti di apprezzamento. Poi è seguito un nuovo post: “Ho riflettuto e preferisco non intervenire oggi in aula. Nella discussione generale parlerà il capogruppo Fabrizio Cicchitto e la dichiarazione di voto la farà il nostro segretario politico Angelino Alfano”.
11.48 -Bossi: “Il discorso di Monti? Non l’ho sentito”
“No non l’ho sentito”. Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha risposto così ai microfoni di Tgcom24 a chi gli chiedeva se avesse sentito il discorso del neo presidente del consiglio Monti.
11.22 -Mussari (Abi): “Sostegno ancora più convinto a Monti
”Avevamo già espresso il nostro sostegno al governo, e oggi, dopo averlo ascoltato, lo confermiamo ancor di più”. Lo ha detto il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, parlando a margine di un convegno a Firenze. “Dai mercati arrivano lievi segni di ripresa – ha proseguito – e anche se non dobbiamo affezionarci, li registriamo favorevolmente. Oggi abbiamo lo stesso rischio della Spagna, ma la nostra economia è solida e il Paese è stabile e può tornare a crescere”.
11.21 – Cicchitto rimarca: “Abbiamo ancora la maggioranza”
Fabrizio Cicchitto difende a spada tratta l’operato di Silvio Berlusconi. Ricorda che nel rassegnare le dimissioni “Berlusconi ha fatto due atti di responsabilità: ha dato dimissioni, ma ha anche dato l’appoggio questo governo senza il quale non saremmo a discutere qui il suo governo, ma a preparare le elezioni anticipate”. Cicchitto aggiunge che “lo schieramento politico uscito vincitore nel 2008 non ha perso la maggioranza al Senato e ha recentemente ottenuto 300 voti alla Camera che sono meno di 316 ma più di quelli dell’opposizione”.
11.20 – Gianni (Pid): “Sulla fiducia mi astengo”
“Oggi mi astengo sulla fiducia”. Lo annuncia Pippo Gianni (Pid). Il parlamentare dice anche: “Nonostante il momento difficile per il Paese, checché dicano i mass media, ritengo che ci sia una sospensione della democrazia parlamentare e del diritto dei cittadini di essere rappresentati”.
11.14 – Catania (Agricoltura): “Sugli ogm Clini ha parlato a titolo personale”
Le recenti affermazioni del neoministro dell’Ambiente Corrado Clini in materia di Ogm “sono esclusivamente sue opinioni personali, non hanno valenza a livello di governo”. Così ha risposto il neoministro delle Politiche agricole Mario Catania, a margine di una conferenza stampa. Rispetto al nucleare, si è limitato a dire: “Non mi tocca”.
11.03 – Cicchitto a Monti: “Attenti a patrimoniale e Ici, si evitino tensioni”
Su Ici e imposta patrimoniale “vi chiediamo una considerazione assai attenta per evitare di creare tensioni, vista la nostra posizione in merito”, afferma Cicchitto intervenendo su due dei punti più delicati evocati nelle linee programmatiche di Monti ieri in Senato. Al termine dell’intervento, il capogruppo ha confermato il sì dl Pdl alla fiducia.
10.59 – Cicchitto (Pdl): aumento spread non è un problema di “nomi e cognomi”
Sullo spread, i fatti dimostrano che “il problema era ben altro che un nome, un cognome e un governo”, e il nodo ora rocca la Francia e la Spagna. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto nell’intervento in aula sulla fiducia al governo Monti
10.52 -Monti martedì prossimo a Bruxelles
Il neo premier Mario Monti sarà a Bruxelles martedì prossimo per una serie di incontri istituzionali. Fonti del Consiglio Ue confermano che alle 11.30 Monti incontrerà il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy. Un incontro con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso è in agenda nel corso della stessa giornata.
10.48 – Donadi (Idv): “Basta privilegi”
“Basta privilegi”, rimarca il capogruppo Idv Massimo Donadi riprendendo il discorso di Monti al Senato. “In questo vedo una continuità con il lavoro che ha svolto come commissario per la concorrenza in Europa. Speriamo che quello ‘stile Monti’ lo porti anche in Italia, perché quando si parla di privilegi si parla di tante cose, ma a noi viene in mente anche l’Antitrust”. Donadi ha criticato anche le uscite del neoministro dell’Ambiente Corrado Clini, in particolare riguardo alla sua apertura al nucleare, bocciato dal recente referendum.
10.46 – I vescovi incoraggiano Monti
Sir, l’agenzia stampa della Conferenza episcopale italiana, ha pubblicato una nota-editoriale dedicata al nuovo esecutivo nella quale si auspica che dal nuovo governo arrivi “un’iniezione di fiducia per il Paese tutto, che non solo ne ha bisogno, ma anche la desidera”. Per dare risposta positiva ai problemi c’è bisogno di “coesione nazionale”.
10.40 – Scilipoti in aula con il lutto al braccio: “La democrazie è morta”
Fascia scura al braccio in segno di lutto e un mazzo di volantini da distribuire a deputati e giornalisti dove campeggia una grossa croce nera e la scritta: “Oggi è morta la democrazia parlamentare”. Il parlamentare Domenico Scilipoti si è presentato così questa mattina a Montecitorio per l’esordio in aula alla Camera del governo Monti.
10.35 – Napoli: “Berlusconi non interverrà alla Camera”
“Parlerà Cicchitto e la dichiarazione di voto verrà fatta da Alfano, mentre Berlusconi non parlerà”. Lo annuncia Osvaldo Napoli, deputato del Pdl, a Tgcom24. “Il Pdl appoggia totalmente Monti – aggiunge – ma ci sono problematiche che discuteremo di volta in volta. Sulla patrimoniale e Ici siamo decisamente contrari”.
10,32 – Gasparri: “Anche i sottosegretari devono essere tecnici”
“Si leggono sui giornali ipotesi amene. Abbiamo già rappresentato al presidente Monti la nostra posizione circa l’opportunità che nel governo fossero nominati solo tecnici. Ciò vale per i ministri, come è di fatto accaduto, ma deve valere anche per i sottosegretari. Per essere considerati tecnici non basta non essere mai stati eletti o semplicemente inseriti in qualche lista”. Lo dichiara il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri.
10,31 – Franceschini: “Cittadinanza per i figli degli immigrati”
Dario Franceschini (Pd) ha auspicato una legge sulla cittadinanza dei figli degli immigrati e, parallelamente al risanamento finanziario, il varo delle riforme istituzionali e di una nuova legge elettorale.
10.19 -Briguglio (Fli): “Passera, serve nuova legge su conflitto d’interesse”
“Col governo Monti nel quale figurano ministri come Corrado Passera per il quale è stata sollevata ipotesi di conflitto d’interesse si sono create le condizioni perchè si possa varare una nuova normativa bipartisan”. E’ quanto dichiara Carmelo Briguglio, vice presidente vicario dei deputati di Fli. “L’uscita di Berlusconi da palazzo Chigi -afferma- affranca il tema del conflitto d’interesse da ogni pregiudizio, in ambedue i sensi, sia in quello di una blindatura sia in quello di un attacco al Cavaliere”.
10,15 – Camera, solo una trentina di deputai Pdl in aula
All’inizio del dibattito sulla fiducia alla Camera, abbastanza pieni i banchi del Pd e dell’Idv, diversamente da quelli del centrodestra, dove ci sono solo una trentina di deputati.
10.14 – Franceschini (Pd): “Con Monti fino alla fine della legislatura”
“Non diremmo mai che possiamo staccare la spina al governo quando vogliamo, ma diremmo che noi vogliamo che il governo Monti resti fino alla fine della legislatura”. Lo afferma Dario Franceschini, capogruppo del Pd, in polemica con il Pdl, nel dibattito che precede il voto di fiducia al governo Monti.
10.03 – Camera, iniziato il dibattito sulla fiducia
E’ cominciato alla Camera il dibattito sulla fiducia al governo Monti. Al termine del dibattito, verso le 12, è in programma la replica del presidente del Consiglio, quindi le dichiarazioni di voto e infine, dalle 14, la chiama dei deputati per il voto.
10.01 -Versace: “Monti svolta epocale”. E il Pdl “fa male al paese”
‘Il discorso pronunciato dal Presidente Mario Monti al Senato segna una svolta epocale per la politica italiana. Per la prima volta dopo molti anni si sono sentite echeggiare parole di verità sull’Italia e sulla crisi della sua finanza pubblica”. Lo afferma Santo Versace, ex Pdl che accentua così il suo distacco da Silvio Berlusconi. “Quel che mi preoccupa è che qualcuno già dichiari che il Governo durerà quanto vorrà il Pdl. In un momento di grande emergenza, dichiarazioni del genere fanno male al Paese ed a chi le pronuncia perche sono il sintomo della mancanza di senso dello stato”.