Candidati e poi arrestati: a Napoli fioccano le manette in campagna elettorale. - Vincenzo Iurillo



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Rapina, truffa, falso, corruzione, traffico internazionale di droga: con queste accuse sono finiti in carcere o ai domiciliari tre candidati alle amministrative di alcuni dei principali Comuni partenopei. Due del centrosinistra e uno del Terzo Polo.

Alle amministrative di alcuni dei principali comuni del Napoletano partecipano candidati consiglieri che hanno una oggettiva difficoltà a fare campagna elettorale. Perché sono agli arresti. In carcere o ai domiciliari, a seconda della gravità dei reati e del quadro probatorio. Potrebbe essere un buon viatico, chissà. L’anno scorso alle amministrative di Quarto (Napoli) il candidato consigliere del Pdl Armando Chiaro, incarcerato per le pesanti accuse della Dda di Napoli di collusioni con la camorra, venne eletto in pompa magna. Le manette non spaventano l’elettorato napoletano.
Stavolta i guai giudiziari dei candidati-arrestati derivano da reati di criminalità comune. Rapina, droga, truffa, falso. Precisazione importante: al momento della candidatura, erano tutti a piede libero. I provvedimenti giudiziari sono arrivati dopo. A liste presentate. Ad Acerra il ventenne Christian Sagliocco, candidato della lista ‘Acerra nel cuore’ che fa parte della coalizione del Terzo Polo, ai primi di aprile è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver partecipato a una rapina. Acerra è un Comune bollente, e non solo per la presenza dell’inceneritore. Tra i 565 candidati la prefettura ha scoperto quattro pregiudicati per estorsione e ne ha escluso uno, Amodio De Luca, a causa di una condanna per rapina e furto aggravato. E la campagna elettorale è avvelenata da numerose intimidazioni camorristiche ai danni di esponenti di tutti gli schieramenti.
A Torre Annunziata la lista civica ‘Arca’, alleata con il Pd e il centrosinistra, ha tra i suoi candidati Salvatore Izzo, imprenditore della società nautica ‘Izzo Mare’. Il 5 aprile Izzo è stato arrestato per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti: avrebbe fornito uno dei motoscafi utilizzati per il trasporto di hashish tra la Spagna e l’Italia. Sette arresti a gennaio, un’ordinanza di custodia cautelare per altre otto persone nell’aprile successivo. Ma di questi otto, solo due persone sono stati catturati, gli altri sei sono sfuggiti alla cattura, e la Dda ha deciso di non diffondere la notizia dell’arresto di Izzo per non compromettere le indagini in corso. Che sarebbe quindi rimasta ‘segreta’, o comunque circoscritta a un ristretto nucleo di amici, conoscenti e familiari, se non l’avesse resa pubblica il candidato sindaco dello schieramento avversario.
Il commissario del Pd napoletano Andrea Orlando, intervistato da Gerardo Ausiello de Il Mattino sull’arresto di Izzo, ha detto: “Basta con le liste civiche fai da te, dove spesso si insinuano indagati e rinviati a giudizio. Anche alle amministrative occorre una maggiore presenza dei partiti, che hanno il dovere di preservare la loro immagine e quindi fanno più controlli”. Magari fosse sempre vero. A Casavatore, infatti, è proprio il Pd che è scivolato sulla buccia di banana del candidato in manette. In lista nel partito di Bersani c’è l’insegnante e sindacalista 47enne Paolo Proto, già consigliere comunale a Casalnuovo. Il 4 aprile, a liste appena presentate, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per reati che spaziano dalla corruzione alla truffa, dal falso alla frode informatica. Grazie ai suoi ganci nel provveditorato agli studi di Napoli, Proto – secondo i magistrati – sarebbe riuscito a far falsificare le graduatorie degli insegnanti e del personale amministrativo, ottenendo mazzette fino a 6mila euro dalle persone beneficiate dall’incremento truffaldino del punteggio. In ogni caso, l’insegnante sotto accusa si è ritirato dalla campagna elettorale, comunicandolo con un telegramma al segretario della sezione cittadina del Pd.

Operaio cade da impalcatura e muore Tragedia nel giorno della festa lavoratori.




(foto di repertorio)

La vittima è un operaio romeno impegnato in un cantiere a Rocca di Cambio, L'Aquila.
E' morto in cantiere il giorno della Festa del Lavoro: protagonista della vicenda è un operaio romeno, Vasile Copil, di 51 anni, dipendente della cooperativa "Rocca di Cambio" di Roma, costretto a lavorare nonostante la giornata di festa nel cantiere di un residence a Rocca di Cambio (L'Aquila). Sull'accaduto è stata aperta un'inchiesta dalla procura della Repubblica dell'Aquila.

L'operaio stava lavorando su un'impalcatura situata all'altezza del terzo piano della palazzina: Copil si è sporto per prendere alcuni materiali all'impalcatura del piano superiore, perdendo l'equilibrio e cadendo a terra. A dare l'allarme è stato un altro operaio che stava lavorando nel cantiere. Sul posto è arrivata l'ambulanza del 118 ed è intervenuto anche l'elisoccorso del 118 dell'Aquila; i sanitari hanno cercato di rianimare Copil, praticandogli prima il massaggio cardiaco e utilizzando poi un defibrillatore, ma l'uomo è morto pochi minuti dopo l'arrivo dei sanitari, prima che venisse caricato sull'elicottero per il trasporto in ospedale. L'autorizzazione alla rimozione della salma è quindi arrivata dal magistrato di turno, il sostituto procuratore, David Mancini, titolare dell'inchiesta: non si conosce il motivo per il quale gli operai fossero al lavoro nonostante il giorno festivo. Il cantiere è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri.

Il sindaco di Rocca di Cambio, Gennaro Di Stefano, è rimasto impressionato dalla morte, nel giorno della Festa del Lavoro, dell'operaio romeno. "Non lo conoscevamo di persona, visto che la ditta è di Roma - ha spiegato Di Stefano - ma c'è il dolore forte in paese per questa morte. Purtroppo incidenti sul lavoro continuano a capitare per l'incuria, l'incoscienza, la mancanza di un minimo di protezione, accortezza e rispetto delle regole. Più succedono - ha aggiunto - e più non si prendono provvedimenti"


Tagli, ritagli e frattaglie.


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Giuliano Amato nominato super-consulente da Rigor Montis sui soldi pubblici ai partiti è uno schiaffo agli italiani. Una pernacchia. Un potente vaffanculo della Casta. Una provocazione. E' come buttare un fiammifero acceso in un pagliaio. Qualche volta mi chiedo se Monti e il Trio Lescano che lo appoggia abbiano veramente capito dove si trovano, in quale momento storico. L'Italia è sull'orlo del collasso economico, dopo il quale può succedere di tutto. Al confronto di Rigor Montis, di Alfano, Bersani e Casini, Maria Antonietta, alla quale venne attribuita la frase "Se non hanno pane, mangino brioches!", rivolta al popolo affamato durante la Rivoluzione francese, è una statista.
Giulano Amato ha una certa esperienza nel maneggiare i soldi e di finanziamenti pubblici, è stato tesoriere del PSI di Craxi. Uno dei rari casi in cui il tesoriere fa carriera e il capo finisce sotto accusa e latitante. L'esatto contrario dei tesorieri Belsito della Lega e di Lusi della Margherita.
Si invocano i tagli e si imbarca un tizio che prende 32.000 euro di pensione al mese. E' uno scherzo di Carnevale? Per le pensioni va applicato un tetto massimo di 3.000 euro. Sono più che sufficienti per vivere. Con il risparmio (valutabile in 7 miliardi di euro all'anno) delle mega pensioni, doppie e triple, dei vitalizi dei politici si apra un fondo per pagare i debiti che lo Stato ha con gli imprenditori che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno. Affidare un incarico al superpensionato Amato per contenere i costi è una dichiarazione di guerra a chi non riesce a mangiare con la sua pensione e dopo il taglio di 200 euro al suo misero reddito decide farla finita buttandosi dal terrazzo. I sacrifici, o li facciamo tutti, o non li fa nessuno! Ma questo, Rigor Montis non lo sa. Non capisce che senza esempi, occupandosi di ritagli e frattaglie al posto dei tagli e senza l'appoggio dell'opinione pubblica, è già finito. Che sarà travolto. Un ferrovecchio a cui i partiti cercheranno di attribuire le colpe per poi essere spazzati via a loro volta.
Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento (ma forse loro non ci saranno).



http://www.beppegrillo.it/2012/05/tagli_ritagli_e/index.html

Casta, Cicchitto: ‘Gente incazzata per tagli e tasse’, ma lui va allo stadio con l’auto blu.




“Per quanto riguarda i tagli oggi c’è una incazzatura mortale da parte della gente che si vede tagliare le voci più varie oppure aumentare le tasse”. E’ quanto dichiarato ieri dal capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto in un incontro a Verona. E la gente ha ragione ad essere indignata, visto che l’onorevole continua ad andare allo stadio con l’auto blu con tanto di lampeggiante, come testimoniano le nostre telecamere la sera della partita Roma – Napoli all’Olimpico

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Nuoto - Shock nel nuoto, è morto Dale Oen.



Il campione norvegese era negli Stati Uniti per allenarsi ed è stato trovato incosciente sotto la doccia. I compagni di squadra prima, il personale paramedico e il pronto soccorso poi hanno provato a rianimarlo, ma non c'è stato nulla da fare.

Alexander Dale Oen - 0

Alexander Dale Oen è morto. Uno dei più forti ranisti di sempre se ne va prematuramente e per cause ancora non note.


A 26 anni, Alexander era a Flagstaff, in Arizona, insieme alla squadra norvegese per degli allenamenti. Si era appena ripreso da un infortunio alla spalla e aveva grandi speranze di risultato ai prossimi Giochi Olimpici di Londra. Poco prima di morire, il ragazzo aveva parlato via Skype con la famiglia in Norvegia e nulla lasciava presagire che non stesse bene.
E' stato ritrovato privo di sensi sotto la doccia e, trasportato in ospedale, dichiarato morto poco dopo. Per recuperare dall'infortunio alla spalla, stava curando l'infiammazione con dei corticosteroidi e si stava riprendendo, con grande voglia di tornare in forma e ai massimi livelli.
Secondo le prime ricostruzioni, durante la giornata aveva effettuato un allenamento leggero, fisioterapia e poi era andato a giocare anche a golf. Dopo aver dialogato a distanza con la famiglia, era andato a farsi la doccia per non uscirne più. I compagni di squadra si sono allarmati perché non lo vedevano tornare; così sono andati a cercarlo e l'hanno trovato privo di sensi. Hanno tentato la rianimazione cardio-polmonare e dopo circa 6 minuti è arrivata l'ambulanza. Anche in ospedale è stato tentato tutto il possibile, ma dopo un'ora i medici hanno dichiarato il decesso. Per capire le ragioni della morte, sarà necessaria l'autopsia.
Alexander Dale Oen era candidato a una medaglia per Londra2012: nel suo palmares figura l'argento olimpico nei 100 rana a Pechino, l'oro sulla stessa distanza ai Mondiali dello scorso anno, due ori e quattro argenti europei totali più numerosi altri titoli in vasca corta. Era un entusiasta, tanto che l'allenatore nei giorni scorsi aveva dovuto placare la sua smania di tornare al massimo. "Alexander è pronto a cambiare marcia - aveva commentato - ma gli chiediamo di essere paziente. Non vogliamo che corra rischi. Dobbiamo tenerlo a freno, sta nuotando forte".


Palermo, stop alla confisca: le ville di Pizzo Sella tornano ai privati.




La terza sezione della Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dal Comune e dalla Procura generale di Palermo sul caso della collina che sovrasta il golfo di Mondello. Per tredici famiglie, proprietarie degli immobili in contenzioso ormai dal 1997, sembra concludersi un incubo.


PALERMO. Stop alla confisca per le case di Pizzo Sella, quella che gli ambientalisti hanno definito "la collina del disonore", che sovrasta il golfo di Mondello a Palermo. Le ville tornano ai privati. Lo ha deciso la terza sezione della Cassazione, che ha rigettato i ricorsi presentati dal Comune e dalla Procura generale di Palermo. Per tredici famiglie, ufficialmente proprietarie degli immobili in contenzioso ormai dal 1997, sembra concludersi un incubo. La confisca viene definitivamente revocata, come riportano alcuni quotidiani locali. "Si tratta di un grande risultato per noi - spiega il legale dei residenti - l'avvocato Giorgio Ganci - perché finalmente viene legittimata la buonafede di chi aveva acquistato quegli immobili con i risparmi di una vita. Bisognava distinguere sin dall'inizio chi non poteva immaginare che dietro a quel progetto ci fosse un ecomostro e chi, invece, voleva specularci".
La vicenda delle abitazioni di Pizzo Sella, comincia nel 1978, quando la Sicilcalce spa - una ditta vicina all'allora boss di Cosa nostra Michele Greco - ottiene 314 concessioni edilizie. Dopo alterne vicende, che hanno visto l'alternarsi di diversi costruttori, il progetto passò alla "Calcestruzzi" di Gardini e Ferruzzi, che con un mutuo di 36 miliardi di lire, ottenuto dal Monte dei Paschi di Siena, in un paio d'anni riuscì a completare e vendere le prime villette: strutture, 170 in tutto, delle quali cinquantanove sono abitate. "Molte di queste - aggiunge l'avvocato Ganci - non sono neanche state terminate. Quelle che adesso tornano in possesso dei legittimi proprietari sono infatti state vendute a loro dalla società ex Poggio Mondello, mentre vi sono ancora lotti in cui sono presenti strutture in cemento non concluse e appartengono ad altre due ditte, Baia del Paradiso e Residence".

1° maggio - festa del lavoro.



Auguri a chi un lavoro ce l'ha, un augurio particolare a chi non ce l'ha e spera di trovarlo.