martedì 29 maggio 2012

Ddl Corruzione. Il deputato Sisto (Pdl) ripresenta emendamento “cancella Ruby”.

francesco paolo sisto interna nuova


Orlando (Pd): "Così come non è passato la prima volta, non passerà neppure dopo quest'ennesimo tentativo". Il governo aveva già dato parere negativo con il ministro della Giustizia Severino. Silvio Berlusconi è proprio accusato di concussione nel processo sulle "cene eleganti" ad Arcore.

In una giornata in cui gli occhi dell’Italia sono puntati sul dramma dell’Emilia-Romagna, squassata da un nuovo terremoto anche oggi, torna per l’esame d’aula l’emendamento del Pdl Francesco Paolo Sisto al ddl corruzione che prevede che ci sia concussione solo se vi è passaggio di denaro o altra utilità patrimoniale. Oltre questa proposta alla Camera arriveranno anche altri emendamenti, una trentina, che tendono ad ammorbidire le pene per corrotti e corruttori. Il deputato del Pdl ha ripresentato la proposta battezzata anti Ruby, secondo la quale comportamenti indebiti che non abbiano ad oggetto un bene di rilevanza patrimoniale potrebbero dunque non essere più reato, almeno a titolo di concussione. Un reato di cui Silvio Berlusconi è accusato nel processo Ruby per aver telefonato la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 in Questura a Milano per permettere alla minorenne marocchina Karima El Marough, detta Ruby, di lasciare gli uffici dopo era stata accompagnata perché denunciata per furto. Con quella chiamata da Parigi l’allora presidente del Consiglio non ricevette nessun vantaggio patrimoniale, ma solo la liberazione della ragazza poi diventata il cuore dello scandalo delle serate ad alto tasso erotico nella sua residenza di Arcore.  Il 10 maggio scorso il governo, tramite il ministro della Giustizia Paola Severino, aveva dato parere negativo.
Un “emendamento – sottolinea Sisto che è un avvocato penalista – che non nasce affatto dal processo milanese ma che vuole evitare pene così gravi a fronte di comportamenti che non abbiano altrettanta gravità”. Il deputato fa l’esempio del sindaco che ha spinto il consigliere comunale incompatibile a dimettersi e ha così fatto subentrare un altro soggetto in sua vece e per questo è stato accusato di questo reato. Insomma nulla centrerebbe il leader del suo partito con questa iniziativa già contestata. 
Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Partito Democratico, in una nota afferma: “Quello di Sisto, mi pare l’ennesimo tentativo di boicottare l’approvazione del Ddl corruzione, vanificando l’impegno del ministro Severino e i passi avanti compiuti in Commissione. Sisto sa che su quell’ipotesi di emendamento abbiamo espresso una valutazione assolutamente negativa perché, al di la’ delle precise ed evidenti finalità che lo ispirano, finisce per restringere in modo inaccettabile la fattispecie della concussione. Così come non è passato la prima volta, non passerà neppure dopo quest’ennesimo tentativo”.
Nella trentina di emendamenti presentati al ddl anticorruzione, le proposte di modifica firmate da Francesco Paolo Sisto e Manlio Contento puntano a ridurre soprattutto le pene minime per diversi reati contro la pubblica amministrazione: dalla corruzione per l’esercizio della funzionè alla Corruzione tra privati. A questo proposito, i pidiellini puntano anche a ripristinare i tetti minimi e massimi di pena per la corruzione per l’esercizio della funzione a com’erano prima dell’emendamento del Pd approvato in Commissione Affari Costituzionali e Giustizia: riducendo le condanne da 4 a 8, rispettivamente a 3 e 7. Poi, ci sono alcune proposte di modifica che mirano a cancellare dei reati previsti dal testo Severino: l’Induzione indebita a dare o promettere utilità e il ‘Traffico di influenze illecite”. Per quanto concerne la Corruzione tra privati, Sisto propone di cancellare il secondo comma che parla della pena di reclusione fino a 1 anno e 6 mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma e cioè gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori. I due parlamentari del Pdl chiedono quindi che il reato di Corruzione tra privati sia perseguibile solo a querela della persona offesa.

Inchiesta Bpm: “Legge di Milanese per sisma in Abruzzo favoriva videopoker”.

marco milanese_interna nuova


Il parlamentare del Pdl è accusato di concorso in corruzione nell'indagine che ha portato in carcere Massimo Ponzellini. Avrebbe inserito una norma voluta dalla Atlantis di Corallo nel decreto sul terremoto del 2009, con il pretesto di reperire maggiori entrate fiscali da destinare agli aiuti. La replica: "Tutto falso e infondato".

Una legge approvata dal Parlamento per aiutare le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal sisma sarebbe stata in realtà ‘disegnata’ su misura per arricchire i signori del gioco d’azzardo. Promotore, il deputato Pdl Marco Milanese, già coinvolto in altri guai giudiziari, ora di nuovo indagato dalla Procura di Milano per concorso in corruzione. E’ un risvolto che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Ponzellini, attuale presidente di Impregilo ed ex numero uno di Bpm. Ponzellini è finito ai domiciliari perché avrebbe incassato quasi sei milioni per concedere i prestiti della Bpm alle imprese con cui aveva rapporti ‘privilegiati’.
Il capo d’accusa principale riguarda i 150 milioni erogati dalla banca milanese ad Atlantis, società specializzata in macchinette per videopoker e scommesse controllata da Francesco Corallo. Proprio alla società di Corallo fa riferimento la vicenda della legge ‘ad hoc’. A presentare Corallo a Ponzellini, secondo la procura, è Marco Milanese, all’epoca dei fatti sottosegretario all’Economia. Milanese è relatore del disegno di legge che poco dopo il terremoto in Abruzzo autorizza l’utilizzo nei locali pubblici di macchine per videopoker digitali di ultima generazione.
La norma venne presentata come un modo per agevolare le entrate fiscali allo scopo di aiutare le popolazioni abruzzesi, dato che lo Stato trattiene una quota significativa delle scommesse. Per i pm il testo della norma venne scritto direttamente nello studio Mag, una struttura privata specializzata nelle norme sui monopoli e sui giochi, che lavorava per l’Atlantis di Corallo. Per questa vicenda Milanese è indagato per corruzione. Proprio il legale rappresentante della Mag, Guido Marino, interrogato dai pm, collega “il superamento degli ostacoli politici” per fare approvare questa legge a “un determinante intervento dell’onorevole Milanese”.
La genesi della legge è raccontata nelle carte dell’inchiesta. Nel 2009 “era nota la necessità dello Stato di reperire risorse per la ricostruzione dell’Abruzzo dopo il terremoto”, spiega Marino, ma era noto che “il ministero dell’Economia cercasse fonti di finanziamento diverse da imposte ordinarie e probabilmente da reperire attraverso la disciplina dei Giochi”. Così Atlantis pensa che sia il momento di spingere per far approvare nuovi progetti in materia, in grado di portare ulteriori introiti (anche) allo Stato. La Mag si mette al lavoro sulle Vlt, le slot machine di ultima generazione, e consegna un piano dettagliato a Corallo e alla Atlantis. Secondo Marino, per avviare l’iter parlamentare Atlantis si rivolge inizialmente “all’onorevole Laboccetta” (Amedeo Labocetta del Pdl, ndr), ritengo per la sua carica nella Commissione Finanze”. Ma “in seguito si dice avesse cercato contatti più efficaci all’interno del ministero, trovandoli sempre per quanto appreso nell’ambiente nell’on. Milanese”. 
Le dichiarazioni dell’imprenditore, scrive il gip, arrivano pochi giorni dopo una perquisizione negli uffici della Mag, in seguito alla quale, si legge nell’ordinanza, i militari hanno “formulato l’ipotesi che allo stesso Marino fosse stato chiesto da Corallo Francesco di redigere un articolato normativo, sul presupposto di un già esistente accordo con Milanese per il suo recepimento nel cosiddetto decreto Abruzzo del 2009″.  
Dopo la diffusione dei contenuti dell’ordinanza, Marco Milanese ha respinto ogni accusa: “Quanto riportato dalle agenzie di stampa riguardo a un’ipotetica corruzione da parte di Francesco Corallo per interventi in suo favore è completamente falso e privo di ogni fondamento”, afferma. “Gli atti parlamentari dimostrano inequivocabilmente che non sono stato Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, come scritto, che non sono stato relatore del ‘decreto Abruzzo’ con norme che riguardavano il gioco d’azzardo che sono stato relatore, invece, della legge 220/2012, cosiddetta legge di stabilità per il 2011, con la quale sono state introdotte misure severe e molto stringenti per le società concessionarie aventi sedi nei paradisi fiscali o non facilmente identificabili quanto alla composizione sociale”.
L’ex braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti aggiunge: “Non ho mai presentato Corallo a Massimo Ponzellini. Non ho mai avuto nessuna utilità da Franceso Corallo sotto qualsiasi forma. Mi riservo azioni legali nei confronti di chiunque, per ignoranza o per finalità strumentali ad altri obiettivi, abbia associato il mio nome a fatti di natura delittuosa”.

Bpm, arrestato Massimo Ponzellini per i finanziamenti a Corallo. di WALTER GALBIATI ed EMILIO RANDACIO


Bpm, arrestato Massimo Ponzellini per i finanziamenti a Corallo


Il banchiere è ai domiciliari, sull'imprenditore, invece, pende una misura cautelare che non può essere eseguita perché latitante. Fermato anche Antonio Cannalire "soggetto in stretti rapporti" con l'ex numero uno della Banca Popolare di Milano.


MILANO - Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano e attuale numero uno di Impregilo, è stato messo agli arresti domicialiari dalla Procura di Milano per i finanziamenti concessi alle società riconducibili a Francesco Corallo sul quale pende una misura cautelare, ma che non può essere eseguita perché latitante. Con Ponzellini ai domiciliari anche Antonio Cannalire emerso come "un soggetto in stretti rapporti con Ponzellini, su cui esercitava una forte influenza e con cui avrebbe curato pratiche di finanziamento chiaramente anomale con personaggi di rilievo istituzionale".

Le accuse, nell'inchiesta coordinata dai pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici, sono di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e alla corruzione privata. Nell'ambito della stessa vicenda la Procura contesta ai banchieri anche il divieto di contrarre obbligazioni. Tra gli indagati figurerebbero anche Enzo Chiesa, ex dg della Bpm, e Marco Milanese ex braccio destro di Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. A Ponzellini vengono, inoltre, contestate anche presunte "mazzette" per 5,7 milioni di euro.

Nel mirino degli inquirenti era finito lo scorso ottobre il finanziamento da 148 milioni di euro da parte di Bpm alla società Atlantis/BpPlus, "un finanziamento che - scrivevano i pm in un decreto di sequestro - appare incomprensibile, sia secondoi canoni di buona amministrazione sia, più gravemente, secondo le regole della disciplina in materia di riciclaggio". La banca avrebbe prestato soldi alla Atlantis che, risalendo la catena di controllo, farebbe capo attraverso una società offshore delle Antille Olandesi a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, condannato per reati di criminalità organizzata, e legato al clan di Nitto Santa Paola. 

I ricavi della Atlantis, attiva nei giochi d' azzardo e vincitrice di una gara d'appalto con l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), finirebbero al di fuori dei confini nazionali, senza saperne la destinazione. Dubbi sarebbero emersi anche su un aumento di una fideiussione concessa ad Atlantis, in occasione della quale non sarebbero stati verificati i requisiti della società, primo fra tutti la necessità che la società per ottenere le concessioni sui giochi d' azzardo dalla Stato italiano non avesse sede in Paesi a fiscalità agevolata. E per capire i legami tra il gruppo Atlantis e l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), la Guardia di finanza ha già perquisito gli uffici di Roma di quest'ultima, il cui direttore generale, Raffaele Ferrara, è presidente dell'Organismo di Vigilanza della Bpm.

Forte scossa di terremoto avvertita nel Nord Italia.

Un geologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
Un geologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia


ROMA - Una forte scossa di terremoto è stata avvertita  tra Veneto ed Emilia Romagna.

La forte scossa di terremoto avvertita nel nord Italia ha avuto una magnitudo 5.7. Il dato, ancora preliminare e non definitivo, è stato comunicato dall'Ingv alla Protezione Civile. L'epicentro sarebbe ancora in Emilia, in provincia di Modena.

La scossa di terremoto è stata avvertita distintamente a Milano, specie nei piani alti delle abitazioni.

La scossa di terremoto è stata avvertita nel veneziano, intorno alle ore 9, con movimento ondulatorio sentito in particolare ai piani alti delle case. La scossa sembra aver avuto particolare intensità in altre zone del Veneto, come nel vicentino.

Dopo la scossa di terremoto di questa mattina nuovi crolli si sono registrati a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, paesi già colpiti dalla scossa del 20 maggio. Sono in corso le verifiche dei vigili del fuoco e della Protezione Civile.



http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2012/05/29/TERREMOTI-FORTE-SCOSSA-VENETO-EMILIA-ROMAGNA_6947531.html

Roberto Forchettoni (Marco Travaglio).




Il punto di partenza sono le “vacanze di gruppo”che Formigoni trascorre ogni anno fra i Caraibi e la Costa Smeralda, “come tutti gli italiani” tranne gli “sfigati” giornalisti che raccontano le sue ferie a sbafo per pura invidia. 
Ieri Carla Vites, ciellina,moglie di Antonio Simone, ciellino, ex assessore alla Sanità arrestato ai tempi di Tangentopoli e riarrestato l’altro giorno col faccendiere Piero Daccò, ciellino pure lui, ha scritto al Corriere per fare gli auguri di compleanno al consorte detenuto e per lumeggiare le vacanze di gruppo di Formigoni, ciellino. 
La signora è rimasta sfavorevolmente impressionata da alcune simpatiche fandonie raccontate dal pio indossatore-governatore, tipo: “Conosco Daccò da molti anni, ma non ha mai avuto rapporti direttamente con me, ma con l’assessorato”. Ora, van bene le vacanze di gruppo, ma quant’è grande questo gruppo? No, perché se al seguito di Daccò s’imbarcava ogni volta l’intero assessorato, uno yacht non bastava e conveniva noleggiare perlomeno la nave Concordia. “La sorte – narra Carla Vites – mi ha riservato una conoscenza ravvicinata col Governatore: conosco lui, Antonio Simone e altri da circa 30 anni”. Fra gli “altri” è compreso Daccò,quello dei rapporti solo indiretti e istituzionali tramite l’assessorato. “Lo spettacolo dei rapporti di Formigoni con Daccò è sotto gli occhi dei molti chef d’alto bordo dove regolarmente veniva nutrito a spese di Daccò stesso: Sadler, Cracco, Santin, Aimo e Nadia, per non parlare dei locali à la page della Costa Smeralda” dove “era possibile ammirare il nostro Governatore seguire come un cagnolino al guinzaglio Daccò, lo stesso che non aveva rapporti diretti”. Evidentemente, non visto, lo seguiva l’intero assessorato. “Vederli insieme (Roberto e Piero, ndr) era una gioia degli occhi”, specie per una donna che ha “militato per lui in Cl volantinando, incontrando gente, garantendo per la sua persona”. La divisione dei compiti non valeva solo per le ferie di gruppo, ma anche per le elezioni di gruppo: c’era chi volantinava, votava e faceva votare, e chi – uno, in particolare – mangiava. Ammazza quanto mangiava, Roberto Forchettoni. 
Insomma “Robertino con Daccò e tutta la sua famigliola si divertiva tanto! Eccolo con la sua 24 ore sul molo di Portisco arrivare dritto da Milano pronto a imbarcarsi sullo yacht di Daccò (sempre con l’assessorato al seguito, ndr) dove le sue figliole (di Daccò, ndr) lo attendevano con ansia, pronte a togliersi il pezzo di sopra del bikini appena il capitano avesse tirato su l’àncora ”,mettendo fra l’altro a dura prova il suo celebre voto di castità (a quello di povertà badava Daccò padre).Ogni tanto Erika, una delle Daccò figlie, si sfogava con la signora Simone: “Pensa, noi Daccò siamo i migliori amici di Formigoni (sempre tramite l’assessorato, ndr) e non riusciamo a dirgli di non indossare quelle orrende camicie a fiori”. Ecco, non riuscivano proprio a dirglielo, né a lui né a tutto l’assessorato. Perché lui è troppo “narcisista”oltreché distratto da “feste e banchetti, yacht e ville”, tutto pagato ci mancherebbe. Il che, secondo Carla Vites, spiega il suo disinteresse al vile denaro, visto che le sue uniche spese sono “per qualche camicia a fiori o per una giacca orrendamente gialla”: quelle se le compra lui, anche perché nessuno oserebbe mai regalargliele. Probabilmente si serve dallo stesso sarto di Calderoli, “un sarto quasi cieco” secondo la fidanzata dell’ex ministro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha indotto la signora Simone ascrivere al Corriere è stata vederlo “mollemente adagiato su un letto megagalattico del Salone del Mobile, che se la ride soddisfatto, esibendo a beneficio dei giornalisti quel che resta di un fisico a suo tempo quasi prestante”, mentre “il suo migliore amico” Antonio Simone marcisce “in una cella che ospita altri cinque detenuti”. Ora noi, al posto del Governatore, saremmo molto preoccupati per quel parallelo, vagamente allusivo, fra il divano e la cella di San Vittore. Noi e tutto l’assessorato, s’intende.


http://triskel182.wordpress.com/2012/04/20/roberto-forchettoni-marco-travaglio/