Orlando (Pd): "Così come non è passato la prima volta, non passerà neppure dopo quest'ennesimo tentativo". Il governo aveva già dato parere negativo con il ministro della Giustizia Severino. Silvio Berlusconi è proprio accusato di concussione nel processo sulle "cene eleganti" ad Arcore.
In una giornata in cui gli occhi dell’Italia sono puntati sul dramma dell’Emilia-Romagna, squassata da un nuovo terremoto anche oggi, torna per l’esame d’aula l’emendamento del Pdl Francesco Paolo Sisto al ddl corruzione che prevede che ci sia concussione solo se vi è passaggio di denaro o altra utilità patrimoniale. Oltre questa proposta alla Camera arriveranno anche altri emendamenti, una trentina, che tendono ad ammorbidire le pene per corrotti e corruttori. Il deputato del Pdl ha ripresentato la proposta battezzata anti Ruby, secondo la quale comportamenti indebiti che non abbiano ad oggetto un bene di rilevanza patrimoniale potrebbero dunque non essere più reato, almeno a titolo di concussione. Un reato di cui Silvio Berlusconi è accusato nel processo Ruby per aver telefonato la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 in Questura a Milano per permettere alla minorenne marocchina Karima El Marough, detta Ruby, di lasciare gli uffici dopo era stata accompagnata perché denunciata per furto. Con quella chiamata da Parigi l’allora presidente del Consiglio non ricevette nessun vantaggio patrimoniale, ma solo la liberazione della ragazza poi diventata il cuore dello scandalo delle serate ad alto tasso erotico nella sua residenza di Arcore. Il 10 maggio scorso il governo, tramite il ministro della Giustizia Paola Severino, aveva dato parere negativo.
Un “emendamento – sottolinea Sisto che è un avvocato penalista – che non nasce affatto dal processo milanese ma che vuole evitare pene così gravi a fronte di comportamenti che non abbiano altrettanta gravità”. Il deputato fa l’esempio del sindaco che ha spinto il consigliere comunale incompatibile a dimettersi e ha così fatto subentrare un altro soggetto in sua vece e per questo è stato accusato di questo reato. Insomma nulla centrerebbe il leader del suo partito con questa iniziativa già contestata.
Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Partito Democratico, in una nota afferma: “Quello di Sisto, mi pare l’ennesimo tentativo di boicottare l’approvazione del Ddl corruzione, vanificando l’impegno del ministro Severino e i passi avanti compiuti in Commissione. Sisto sa che su quell’ipotesi di emendamento abbiamo espresso una valutazione assolutamente negativa perché, al di la’ delle precise ed evidenti finalità che lo ispirano, finisce per restringere in modo inaccettabile la fattispecie della concussione. Così come non è passato la prima volta, non passerà neppure dopo quest’ennesimo tentativo”.
Nella trentina di emendamenti presentati al ddl anticorruzione, le proposte di modifica firmate da Francesco Paolo Sisto e Manlio Contento puntano a ridurre soprattutto le pene minime per diversi reati contro la pubblica amministrazione: dalla corruzione per l’esercizio della funzionè alla Corruzione tra privati. A questo proposito, i pidiellini puntano anche a ripristinare i tetti minimi e massimi di pena per la corruzione per l’esercizio della funzione a com’erano prima dell’emendamento del Pd approvato in Commissione Affari Costituzionali e Giustizia: riducendo le condanne da 4 a 8, rispettivamente a 3 e 7. Poi, ci sono alcune proposte di modifica che mirano a cancellare dei reati previsti dal testo Severino: l’Induzione indebita a dare o promettere utilità e il ‘Traffico di influenze illecite”. Per quanto concerne la Corruzione tra privati, Sisto propone di cancellare il secondo comma che parla della pena di reclusione fino a 1 anno e 6 mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma e cioè gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori. I due parlamentari del Pdl chiedono quindi che il reato di Corruzione tra privati sia perseguibile solo a querela della persona offesa.