Il volto di Guido Allegrezza dopo l'aggressione
Una coppia lesbica a Velletri accerchiata, minacce a una transessuale a Ardea , un attivista preso a sassate all'Eur, un gay picchiato a Campo de' Fiori: dilaga per le vie di Roma l'intolleranza e la violenza. Preoccupazione nella comunità Glbt: "Servono pene esemplari".
ROMA - Tre aggressioni, tra Roma e provincia, ai danni di una coppia lesbica, una transessuale e un noto attivista omosessuale. Tutte contraddistinte dalla ferocia omofoba dei protagonisti, spesso giovanissimi convinti di poterla fare franca. Una vera e propria escalation che, nei giorni scorsi, era già stata segnata dagli insulti e dalle botte a un ragazzo gay 1, nella zona di Campo de' Fiori e dal ferimento alla testa di una ragazza lesbica, nella Gay Street.
In tutti i casi, le vittime hanno avuto il coraggio di rivolgersi alle forze dell'ordine, sporgendo denuncia. Ora sono assistite dalle associazioni che si battono per i diritti delle persone omosessuali e che hanno dato la loro disponibilità ad assisterli legalmente, oltre che a costituirsi parte civile nei processi che saranno istruiti a carico dei violenti. Ma nella comunità omosessuale, intanto, cresce la preoccupazione.
Le reazioni 2
I primi due casi vengono denunciati dal Gay Center e da Arcigay Roma, che hanno ricevuto la segnalazione delle vittime alla Gay Help Line (800713713). Ad Ardea, una transessuale ha subito ripetute minacce, ingiurie e danneggiamenti, all'inizio di giugno. Poco meno di 50 anni, originaria della Serbia (da dove è fuggita per salvarsi dalla pulizia etnica messa in atto dall'esercito croato), Stefania - il nome è di fantasia - stava prendendo il sole, sulla spiaggia libera. "Ero sdraiata - racconta a Repubblica.it - e leggevo un libro. A un certo punto, senza alcun motivo, si sono avvicinati a me quattro ragazzi, intorno ai 20 anni di età".
In tutti i casi, le vittime hanno avuto il coraggio di rivolgersi alle forze dell'ordine, sporgendo denuncia. Ora sono assistite dalle associazioni che si battono per i diritti delle persone omosessuali e che hanno dato la loro disponibilità ad assisterli legalmente, oltre che a costituirsi parte civile nei processi che saranno istruiti a carico dei violenti. Ma nella comunità omosessuale, intanto, cresce la preoccupazione.
Le reazioni 2
I primi due casi vengono denunciati dal Gay Center e da Arcigay Roma, che hanno ricevuto la segnalazione delle vittime alla Gay Help Line (800713713). Ad Ardea, una transessuale ha subito ripetute minacce, ingiurie e danneggiamenti, all'inizio di giugno. Poco meno di 50 anni, originaria della Serbia (da dove è fuggita per salvarsi dalla pulizia etnica messa in atto dall'esercito croato), Stefania - il nome è di fantasia - stava prendendo il sole, sulla spiaggia libera. "Ero sdraiata - racconta a Repubblica.it - e leggevo un libro. A un certo punto, senza alcun motivo, si sono avvicinati a me quattro ragazzi, intorno ai 20 anni di età".
L'hanno insultata e umiliata, pubblicamente, con espressioni come "fai schifo, noi i travestiti li uccidiamo" e per metterle paura l'hanno minacciata con dei racchettoni, arrivando quasi a colpirla. A quell'ora - erano circa le 14 - quel tratto di spiaggia era poco frequentata, e in zona non c'erano altre persone. "Sono stata colpita - prosegue - dalla loro tranquillità, impressionante. Sono venuti da me a freddo, soltanto per intimidirmi e offendermi. Volevano anche sapere se fossi straniera".
Da quel momento è iniziata una vera e propria persecuzione. Il giorno dopo, uscendo di casa, Stefania si accorge che la sua auto è stata danneggiata: le era stato rotto lo specchietto. "Segno che mi avevano seguita fino a casa", osserva. Nulla a confronto di quello che le accade il giorno dopo, quando sulla stessa auto vengono rovesciate feci e banane. "Non ho mai avuto problemi - racconta Stefania, che ha sporto denuncia ai carabinieri della locale stazione - di questo tipo. L'ultima volta che sono stata insultata in questo modo vivevo ancora in Serbia".
Dal mare ai Castelli, la seconda aggressione è avvenuta a Velletri. Due giovani lesbiche sono state insultate da alcuni ragazzi mentre si trovavano all'interno di un pub. Sono state notate, perché non avevano nascosto il fatto di essere una coppia: una mano che stringe l'altra, forse anche un abbraccio. Dimostrazioni d'affetto come se ne vedono tante, sul versante eterosessuale. Costrette a uscire, sono state inseguite e minacciate con calci e pugni sulla loro auto, al grido di "sporche lesbiche".
Una volta entrate nella macchina sono state accerchiate dal branco, che ha impedito loro di allontanarsi, bloccando la strada con un'altra auto: soltanto l'arrivo dei carabinieri, chiamati pochi minuti prima dalla coppia, ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
Il caso più grave, però, dal punto di vista della prognosi, è quello che vede protagonista Guido Allegrezza, noto attivista per i diritti delle persone Glbt, aggredito la notte scorsa nel quartiere dell'Eur, in una zona abitualmente frequentata da gay. Allegrezza, che si trovava nei pressi di un bar, è stato affrontato da quattro ragazzi tra i 25 e i 30 anni, che gli hanno iniziato a lanciare contro delle pietre, ferendolo alla testa e procurandogli la frattura delle costole, oltre a varie contusioni.
Trasportato al San Camillo, i medici lo hanno giudicato guaribile in 30 giorni (la denuncia è scattata d'ufficio). La vicenda è stata anche segnalata all'Oscad, l'osservatorio contro le discriminazioni della polizia di stato e dei carabinieri, che monitora le violenze omofobe anche al fine di suggerire alle Questure possibili contromisure, a livello di vigilanza e servizi mirati. Nel giugno dello scorso anno 3, tra l'altro, nella stessa zona dell'Eur, un altro ragazzo aveva denunciato di essere stato rincorso da un gruppo di giovanissimi armati di bastoni.
"Siamo di fronte ancora una volta a casi violenti. Quello che ci preoccupa - dicono Fabrizio Marrazzo, di Gay Center e Roberto Stocco, presidente di Arcigay Roma - è il ripetersi quasi quotidianamente di episodi di insulti e aggressioni. E se si pensa che quelli denunciati sono solo una parte dei casi che accadono realmente c'è di che allarmarsi. Occorre che le forze dell'ordine intervengano, che le istituzioni rispondano ma bisogna mobilitare anche l'opinione pubblica. I casi di cui abbiamo notizia sono un forte campanello di allarme che non si tratta di casi isolati ma che c'è una vasta area di disagio e di sottocultura che produce azioni di questo tipo. Secondo i dati di Gay Help Line, solo due casi di aggressioni su dieci vengono denunciati. Per questo chiediamo a tutti di reagire e di partecipare numerosi alla manifestazione-concerto di Piazza Farnese il 22 giugno, al quale prenderà parte il ragazzo aggredito a Campò dè Fiori. Da quella piazza può venire una significativa risposta collettiva contro l'omofobia".
"L'aggressione chiaramente omofoba ad Allegrezza si aggiunge a quelle denunciate in questi giorni e sta suscitando allarme e sconcerto in tutta la comunità gay romana. Chiediamo pene esemplari per gli aggressori dopo gli episodi di questi giorni e ribadiamo la necessità di una legge contro l'omofobia: le istituzioni si facciano portatrici di questo messaggio al Parlamento", afferma il Coordinamento Arcobaleno, invitando tutti a partecipare alla manifestazione del 22 giugno.
Ed è "sdegnato" anche il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. "Chiunque ferisce fisicamente o moralmente le persone omosessuali e transessuali si pone fuori dal consesso civile di un paese. La risposta della comunità gay sarà ferma e decisa. Invitiamo quindi tutti i cittadini romani e non solo a partecipare a tutte le iniziative in programma a giugno nella capitale e che culmineranno nella grande parata del Pride il 23 con lo slogan quanto mai
opportuno "Vogliamo tutto": vogliamo anche una legge contro l'omofobia.