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venerdì 27 luglio 2012
Spending review, per gli studenti fuoricorso la retta aumenta fino a raddoppiare.
Un emendamento dei relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), approvato dalla commissione Bilancio del Senato prevede che chi è in ritardo con gli esami paghi più tasse. Il 100% di maggiorazione per chi ha un Isee di 150mila euro, il 25% sotto i 90mila.
Spunta un emendamento bipartisan alla spending review, che vorrebbe aumentare e addirittura raddoppiare (“aumenti fino al 100%”) le tasse universitarie degli studenti fuoricorso. La proposta, approvata dalla maggioranza dalla commissione Bilancio del Senato, è dei relatoriGilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd). Nello specifico è previsto che gli studenti che non riescono a laurearsi entro i tempi previsti dovranno a pagare fino al doppio delle tasse universitarie se hanno un reddito familiare superiore a 150mila euro. Mentre per redditi tra 90mila e 150mila euro potrà essere al massimo del 50 per cento e sotto i 90mila euro del 25 per cento.
Queste somme andranno a pagare, “in misura non inferiore al 50 per cento”, le borse di studio, mentre per la parte restante saranno destinate ad altri interventi di sostegno al diritto allo studio. In particolare i relatori hanno individuato come beneficiari di queste risorse aggiuntive i servizi abitativi, servizi di ristorazione, servizi di orientamento e tutorato, attività a tempo parziale, trasporti, assistenza sanitaria, accesso alla cultura, servizi per la mobilità internazionale e materiale didattico.
Gli incrementi potranno essere disposti dalle università, entro i limiti massimi che saranno individuati dal ministero dell’Istruzione entro il 31 marzo di ogni anno, sulla base di principi di equità progressività e redistribuzione, del reddito familiare Isee e della specifica condizione di studenti lavoratori.
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Patroni Griffi: 'Obiettivo del governo 50-52 province'.
ROMA - L'Aula del Senato comincerà lunedì alle 11 ad esaminare il decreto sulla spending review. A renderlo noto è il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri al termine della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. "E' molto probabile che ci sarà il voto di fiducia - dichiara Gasparri rispondendo ai cronisti - anche se ovviamente nessuno lo ha ancora detto ufficialmente"
ANCHE BANKITALIA DOVRA' TIRARE CINGHIA - Anche la Banca d'Italia dovrà tenere "conto dei principi contenuti" nel decreto sulla spending review, "nell'ambito del proprio ordinamento". Lo prevede un emendamento dei relatori, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. In particolare Bankitalia è chiamata a "tenere conto" delle norme del decreto sulla spending review che prevedono risparmi su auto blu, buoni pasto, ferie e permessi, consulenze esterne e canoni di locazione degli uffici.
TASSE ATENEI, FINO +100% A FUORI CORSO - Le tasse universitarie per gli studenti fuori corso possono aumentare fino al raddoppio, rispetto a quelle previste per gli studenti in corso. Lo prevede un emendamento al dl spending review, presentato dai relatori e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. L'aumento fino al 100% è previsto per i redditi oltre 150.000 euro. I criteri per gli incrementi delle tasse per gli studenti non a posto con gli esami saranno stabiliti ogni anno con un decreto del ministro dell'Istruzione ma nel frattempo il dl spending review fissa i paletti. L'aumento massimo è per gli studenti di famiglie abbienti, mentre per redditi tra 90.000 e 150.000 euro può essere al massimo del 50% e sotto i 90.000 euro del 25%. Il decreto ministeriale in ogni caso dovrà tenere conto "della specifica condizione degli studenti lavoratori".
A PROF IN PENSIONE ENTRO AGOSTO NO RIFORMA - Per gli insegnanti che entro il 31 agosto di quest'anno matureranno i requisiti per andare in pensione dal 1/o settembre sempre di quest'anno non si applicheranno le novità della riforma Fornero. Lo prevede un emendamento dei relatori al dl spending review all'esame della Commissione Bilancio del Senato.
ALL'ASTA UNICA AUTO BLU COMUNE FABRIANO - Gli assessori si sono dimezzati i compensi a 700 euro, si cerca nelle pieghe dei residui passivi e si fa guerra all'evasione, sindaco e giunta vanno al lavoro con l'auto privata - una Punto a metano per il primo cittadino -, e l'unica auto blu comunale, una vecchia Alfa 156 finisce all'asta per la seconda volta: alla prima, non l'ha voluta nessuno. E' la spending review modello Fabriano, comune di 33 mila abitanti e 2.300 disoccupati (il 17% della forza lavoro), al brusco risveglio dal sogno degli anni d'oro della metalmeccanica. Una città un tempo ricca e ora in crisi, come il resto del Paese. "L'Imu sulla prima casa non l'abbiamo alzata - spiega il sindaco Giancarlo Sagramola, Pd, eletto a maggio - e abbiamo confermato il limite di esenzione per l'addizionale Irpef a 12 mila euro di reddito familiare". I servizi a domanda (asili nido, scuolabus) si pagheranno in anticipo, "ma cerchiamo di ridurre al minimo i tagli: dobbiamo farcela, e ce la faremo".
PATRONI GRIFFI: DIMEZZARE LE PROVINCE - "Noi guardiamo ad un riordino che ci dia 50-52 province", dunque "un sostanziale dimezzamento" delle stesse. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ospite di Radio Anch'io su Rai Radio1, parlando della spending review.
BONANNI, SI SACRIFICA SEMPRE STATO SOCIALE - Lo stato sociale viene sacrificato? "Certo", risponde il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ospite di Radio Anch'io parlando di spending review, "si vanno a colpire sempre le realtà e le prestazioni sociali. Questo - aggiunge - ci preoccupa molto".
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Scarpinato e Ingroia, non lasciamoli soli. - Beatrice Luzzi
Non c’è più tempo né scelta. Chiedo al Fatto Quotidiano e ai suoi coraggiosi sostenitori di lanciare immediatamente una pressante campagna mediatica a difesa di Scarpinato e Ingroia perché simbolo di tutti coloro che vogliono sia scoperchiato definitivamente il vaso di Pandora. Se saranno costretti ad abbandonare il loro posto, noi elettori italiani alle prossime elezioni scriveremo sulle nostre schede elettorali solo i loro due nomi. Di persone serie e oneste ce ne sono tante in Italia, di quelle che a queste virtù aggiungano anche la capacità di sacrificare le loro esistenze a beneficio della collettività pochissime, e tra queste coloro che trovano il coraggio di dire la verità si contano sulle dita di due mani. Sono stati uccisi quasi tutti. Vogliamo restare completamente monchi? Scriveremo solo i loro nomi sulle nostre schede elettorali. Sono loro che ci rappresentano e non vogliamo, questa volta no, lasciarli soli!
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/26/scarpinato-e-ingroia-non-lasciamoli-soli/307112/
Deontologicamente, la proposta è valida, ma non sortirebbe alcun effetto perchè le schede con su scritti i loro nomi risulterebbero nulle. Sappiamo, infatti, e i trascorsi lo confermano, che le schede nulle e le astensioni non fanno altro che agevolare chi i voti - quelli di scambio, che non sono pochi come si vorrebbe far credere - li ottiene con "estrema certezza". La protesta dovrebbe essere ideata con criteri e parametri diversi per poter sortire un esito che sia allo stesso tempo "non sfavorevole" per i cittadini onesti e valido per l'ottenimento del fine da raggiungere. Non condivido, pertanto, la proposta della Luzzi.
By Cetta.
Deontologicamente, la proposta è valida, ma non sortirebbe alcun effetto perchè le schede con su scritti i loro nomi risulterebbero nulle. Sappiamo, infatti, e i trascorsi lo confermano, che le schede nulle e le astensioni non fanno altro che agevolare chi i voti - quelli di scambio, che non sono pochi come si vorrebbe far credere - li ottiene con "estrema certezza". La protesta dovrebbe essere ideata con criteri e parametri diversi per poter sortire un esito che sia allo stesso tempo "non sfavorevole" per i cittadini onesti e valido per l'ottenimento del fine da raggiungere. Non condivido, pertanto, la proposta della Luzzi.
By Cetta.
In Sicilia la formazione è affare di famiglia.
Sono tutti figli, nipoti e parenti di qualcuno. E' il business procura lavoro più in voga nell'isola.
Il più in vista è Francantonio Genovese, deputato del Pd e figlio e nipote d’arte (il padre Luigi è stato senatore della Dc per sei volte, mentre lo zio Nino Gullotti otto volte ministro): ha piazzato la moglie, due nipoti e tre cognati nel ricco business dei corsi di formazione in Sicilia con quattro società che nell’ultimo anno hanno incassato quasi 2 milioni di euro. Lo scrive Panorama in un articolo pubblicato sull numero in edicola da giovedì 26 luglio.
Genovese non è l’unico politico siciliano i cui familiari sono attivi nei corsi di formazione, un settore sul quale, nel 2012, sono piovuti 455 milioni di euro che servono, in larga misura, per pagare gli 8.612 dipendenti: il business è bipartisan. A Taormina, scrive Panorama, impera incontrastato il Cufti, finanziato con 2 milioni. La direttrice del centro è Fina Maltese, moglie di Carmelo Briguglio, parlamentare del Fli. Mentre la direttrice dei corsi è la di lei figlia, Claudia Viola. Altro ente ad alta densità parentale è l’Anfe. Vincenza Dentino, consorte del consigliere regionale del Pid, Nino Dina, è in forza alla sede di Palermo. Nella sede di Catania, invece, ha lavorato fino al 2009 Saveria Grosso, moglie del governatore Raffaele Lombardo.
Tutti soldi e corsi che, secondo Panorama, non servono a far calare il numero delle persone senza occupazione: in Sicilia la disoccupazione giovanile sfiora il 30 per cento, benché la sola Ue dal 2003 al 2010 abbia finanziato corsi per 1,5 miliardi di euro.
Volkswagen: "Marchionne inqualificabile deve dimettersi da presidenza Acea".
L'azienda tedesca attacca l'ad Fiat, a capo dell'associazione delle case automobilistiche europee, che ieri aveva accusato la Volkswagen di causare "un bagno di sangue sui prezzi" di mercato. Fiat non commenta.
Fiat "non commenta" le dichiarazioni del portavoce di Volkswagen. Ieri, durante la conference call con gli analisti per la presentazione dei conti, il responsabile vendite della casa automobilistica tedesca, Christian Klingler, ha respinto le accuse di Marchionne, sottolineando che la società non persegue una politica di prezzi eccessivamente aggressiva in Europa, pur ammettendo che la concorrenza in Europa si stia intensificando. Volkswagen ieri ha comunicato conti in crescita nel secondo trimestre, risultati in contrasto con quelli delle altre case automobilistiche concorrenti come Psa Peugeot-Citroen, Ford e General Motors.
Falsi ciechi, scoperta intera famiglia.
TORINO - A Torino è stata scoperta una famiglia di falsi ciechi. Nella stessa città la Guardia di Finanza ha anche individuato altri due falsi ciechi: in tutto sei persone che hanno procurato all'Inps un danno che supera i 700 mila euro. La famiglia di "furbetti" (fratello, sorella, madre e zio) intascava indennità di accompagnamento sin dal 1982: 800 euro al mese. In un altro caso, le indagini sono scattate, sempre a Torino, dopo la segnalazione di un cittadino al 117, il numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza. La persona denunciata, oltre alla cecità, simulava anche un'infermità che la costringeva sulla carrozzella. Sesto caso quello di un falso cieco, residente a Torino, di origini siciliane, che è riuscito a mettere in tasca 80.000 euro nell'arco di 10 anni.
Nei confronti dei sei finti ciechi individuati è scattata la denuncia per truffa aggravata e continuata ai danni dell'Inps. Nel caso in cui risultino assunti nella graduatoria riservata ai diversamente abili, rischiano anche il posto di lavoro. I filmati e le prove raccolte sono stati acquisiti dalla Procura di Torino, che nel frattempo ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per risarcire l'erario, dei beni mobili ed immobili degli indagati. Si tratta di conti correnti, titoli, 13 terreni agricoli e cinque appartamenti nelle province di Torino e Latina, per un valore complessivo di quasi 600.000 euro. Il primo caso, infatti, riguarda una donna originaria della provincia di Latina, residente a Moncalieri (Torino) e centralinista di un ente pubblico, che da oltre 30 anni percepiva un'indennità di accompagnamento. Una volta lontana dall'ufficio, riponeva nella borsa il bastone e si muoveva con sicurezza per la città. I finanzieri si sono poi incuriositi quando hanno scoperto che anche il fratello, la madre e lo zio, tutti residenti in provincia di Latina, risultavano portatori dello stesso handicap. I successivi accertamenti nella cittadina laziale hanno confermato i sospetti: anche nel loro caso, la cecità era del tutto simulata. I quattro sono stati filmati in un ristorante quando, nel corso di un ricevimento, oltre a ballare, si muovevano con disinvoltura tra i tavoli. Il quinto falso cieco, un dipendente di una ditta privata residente a Torino da più di 20 anni, è stato filmato mentre accompagnava il figlio a scuola, attraversando incroci stradali privi di semafori e cicalini sonori per non vedenti, o mentre faceva acquisti al mercato. In dieci anni aveva percepito 80.000 euro non dovuti. L'ultimo caso riguarda un'altra centralinista di un ufficio pubblico a Torino che, dichiarata cieca totale da 14 anni, ha intascato indebitamente oltre 130.000 euro, ma in realtà conduceva una vita pressoché normale. E' stata filmata mentre saliva alcuni scalini dopo aver parcheggiato la sedia a rotelle per dirigersi verso lo studio del proprio medico, mentre suonava il cicalino della carrozzella per avvisare un finanziere che le impediva il passaggio e mentre evitava un cassonetto appositamente posto sul marciapiede.
Nei confronti dei sei finti ciechi individuati è scattata la denuncia per truffa aggravata e continuata ai danni dell'Inps. Nel caso in cui risultino assunti nella graduatoria riservata ai diversamente abili, rischiano anche il posto di lavoro. I filmati e le prove raccolte sono stati acquisiti dalla Procura di Torino, che nel frattempo ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per risarcire l'erario, dei beni mobili ed immobili degli indagati. Si tratta di conti correnti, titoli, 13 terreni agricoli e cinque appartamenti nelle province di Torino e Latina, per un valore complessivo di quasi 600.000 euro. Il primo caso, infatti, riguarda una donna originaria della provincia di Latina, residente a Moncalieri (Torino) e centralinista di un ente pubblico, che da oltre 30 anni percepiva un'indennità di accompagnamento. Una volta lontana dall'ufficio, riponeva nella borsa il bastone e si muoveva con sicurezza per la città. I finanzieri si sono poi incuriositi quando hanno scoperto che anche il fratello, la madre e lo zio, tutti residenti in provincia di Latina, risultavano portatori dello stesso handicap. I successivi accertamenti nella cittadina laziale hanno confermato i sospetti: anche nel loro caso, la cecità era del tutto simulata. I quattro sono stati filmati in un ristorante quando, nel corso di un ricevimento, oltre a ballare, si muovevano con disinvoltura tra i tavoli. Il quinto falso cieco, un dipendente di una ditta privata residente a Torino da più di 20 anni, è stato filmato mentre accompagnava il figlio a scuola, attraversando incroci stradali privi di semafori e cicalini sonori per non vedenti, o mentre faceva acquisti al mercato. In dieci anni aveva percepito 80.000 euro non dovuti. L'ultimo caso riguarda un'altra centralinista di un ufficio pubblico a Torino che, dichiarata cieca totale da 14 anni, ha intascato indebitamente oltre 130.000 euro, ma in realtà conduceva una vita pressoché normale. E' stata filmata mentre saliva alcuni scalini dopo aver parcheggiato la sedia a rotelle per dirigersi verso lo studio del proprio medico, mentre suonava il cicalino della carrozzella per avvisare un finanziere che le impediva il passaggio e mentre evitava un cassonetto appositamente posto sul marciapiede.
Roberto Formigoni, arroganza Celeste. - Peter Gomez
Roberto Formigoni dice di aver letto le carte e di non avere “nulla da temere”. Di fronte ai testimoni e ai documenti che, secondo l’accusa, raccontano la sua vita da nababbo finanziata per dieci anni da Pierangelo Daccò, il futuro ex governatore dei lombardi afferma spavaldo: “La corruzione dov’è? Io non l’ho trovata”. Un po’ come, qualche mese fa, non era riuscito a trovare, dopo aver promesso ai giornalisti di esibirle, le ricevute delle sue vacanze da jet set trascorse, a spese di Daccò, ai Caraibi, a Saint Tropez, in Costa Smeralda, a Montecarlo o su uno yacht di oltre 20 metri. Un Ferretti 70 sul quale, secondo i marinai, in una cabina di prua venivano sempre “custoditi gli effetti personali” di Formigoni “imbarcati all’inizio della stagione e portati via nel mese di ottobre”.
Il fatto che Daccò fosse un faccendiere capace di farsi liquidare più di 70 milioni di euro da gruppi sanitari convenzionati con la Regione non inquieta il Celeste presidente. E nemmeno i due partiti che ancora lo sostengono: la Lega e il Pdl. Eppure la vicenda Formigoni, ora arricchita da un invito a comparire, spiega bene almeno 200 dei 500 punti di spread che separano l’Italia dalla Germania.
Formigoni, infatti, resiste sulla sua poltrona perché qui la politica, che pure continua ad attaccare la magistratura, ha totalmente demandato ai giudici il compito di selezionare le proprie classi dirigenti. I comportamenti dei leader da noi non contano. Contano (qualche volta) i reati, che però possono essere accertati (giustamente) solo al termine di un processo.
Il principio di elementare prudenza che, nelle democrazie mature, spinge partiti e istituzioni a escludere dalla vita pubblica chi non è in grado di chiarire le sue frequentazioni o giustificare le proprie ingenti spese, in Italia non vale.
Risultato: a Berlino il Presidente della Repubblica, Christian Wulff, si dimette in febbraio per un prestito a tassi di favore alla moglie e cinque giorni di vacanza finanziati da un produttore cinematografico (287 euro per notte). A Roma come a Milano, a destra come a sinistra, migliaia di piccoli o grandi Formigoni, invece imperano e montano in cattedra, arroganti. I Daccò di turno fanno lievitare la spesa pubblica. E il Titanic Italia va, placido, verso il naufragio. La crociera intanto non la offre un lobbista-faccendiere. A pagare sono solo i cittadini.
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