TELEGRAMMA DA GODERICH, SIERRA LEONE.


La nuova sala di terapia intensiva a Goderich, Sierra Leone

Mercoledì 1 agosto è entrata in attività la nuova sala di terapia intensiva del Centro chirurgico e pediatrico di Goderich, in Sierra Leone. I lavori di ampliamento della vecchia sala, che sono stati eseguiti in modo da non interrompere l’attività sanitaria, sono stati finanziati grazie alla campagna SMS solidale che abbiamo condotto nell’ottobre 2010.
Il Centro è l’ospedale di riferimento per la traumatologia per l’intera Sierra Leone e l’unica struttura del Paese in cui viene effettuato il trattamento in endoscopia delle lesioni all’esofago causate dall’ingestione accidentale di soda caustica, un fenomeno abbastanza comune in un Paese dove il sapone è fabbricato in casa.

Truffa ai disabili, consigliere regionale e quattro medici finiscono in manette.


Antonello Peru
Antonello Peru (Pdl) è accusato di aver fatto stipulare all'Asl di Sassari una convenzione con l'associazione responsabile dei raggiri.
SASSARI - Avrebbero costituito un'organizzazione, l'Associazione Italiana Operativa Neuropsichiatrica (Aion Onlus) a scopo di lucro, traendo profitti dalle pseudo visite specialistiche,dalle donazioni dei familiari dei pazienti e dalle vendite delle pubblicazioni della società editrice Saturno, nonchè dai contributi della Regione Sardegna. In realtà, sotto la copertura formale dell'associazione, i due neurologi finiti in carcere oggi a Sassari, Giuseppe Dore e Marinella D'Onofrio, avevano concepito un «protocollo terapeutico», la psiconeuroanalisi, divulgato a livello nazionale dai loro colleghi che, sostenuto come efficace terapia contro il morbo di Alzheimer e in genere contro tutte le forme di demenza, si concretizzava in gravissime violenze fisiche e psicologiche nei confronti dei pazienti, tutte documentate dalle riprese dei carabinieri.

Il consigliere regionale del Pdl Antonello Peru, invece, è stato arrestato in quanto si sarebbe adoperato per fare stipulare una convenzione tra la Asl di Sassari e l'associazione Aion per la concessione di locali nell'ospedale Alivesi di Ittiri, con l'impegno per futuri progetti di collaborazione. Peru si sarebbe adoperato anche per la stesura da parte della Asl di un bando per la ricerca scientifica, in modo che risultasse vincitrice la stessa Aion.

Sono 15 le persone arrestate dai carabinieri del Comando Provinciale di Sassari e 5 le perquisizione nelle abitazioni di altrettanti indagati eseguite stamani all'alba. Tutti ritenuti responsabili dei reati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed ai maltrattamenti in danno di disabili mentali, sequestro di persona, lesioni personali. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Sassari Carla Altieri, su richiesta del pm Michele Incani. Le indagini, partite lo scorso aprile dopo che i carabinieri avevano scoperto che ad Ittiri (Ss) alcuni malati affetti da patologie neurodegenerative venivano picchiati, sono state condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale e dal Nucleo Operativo della Compagnia di Alghero, con la collaborazione della Stazione di Ittiri. I fatti accertati partono dall'aprile 2011.

Il grande bluff. - Alessandro Guzzini*



Nei giorni scorsi avevamo scritto del rischio che l’intervento della BCE si rivelasse tardivo e di dimensioni troppo limitate (nella quantità e nel tempo): il nostro timore era che ancora una volta la Banca si trovasse bloccata dalle diverse opinioni presenti nel consiglio ed in particolari da quelle intransigenti degli esponenti tedeschi e finisse per varare misure insufficienti.

Purtroppo il nostro timore si è rivelato del tutto fondato e nella riunione di giovedì il presidente Draghi non solo non ha annunciato nessun intervento concreto, ma ha addirittura lasciato intendere che i mercati avevano frainteso le intenzioni della BCE, che solo pochi giorni fa erano state espresse piuttosto chiaramente dallo stesso governatore.

Rileggendo quindi gli avvenimenti degli ultimi giorni appare evidente che nel consiglio della banca si è consumato un forte scontro e che purtroppo ancora una volta sono stati i falchi tedeschi ad avere la meglio. L’unica concessione che è stata fatta dalla BCE è che questa potrà intervenire sul mercato secondario per l’acquisto di titoli di stato a breve, ma solo successivamente ad una richiesta di aiuto ufficiale dei relativi governi ai fondi EFSF/ESM.

Tutto ciò come abbiamo espresso già nei nostri precedenti articoli è chiaramente insufficiente ad arginare una crisi che rischia ormai di travolgere anche i paesi core dell’Euro come la Germania. Come dimostra la crisi giapponese degli anni ‘90 e come testimoniato dagli episodi vissuti di recente negli Stati Uniti, la monetizzazione del debito non rappresenta, in un momento di deleveraging complessivo del settore privato e finanziario, una minaccia di inflazione.

Il rischio è casomai l’opposto, ovvero che il processo di deleveraging metta in moto, in assenza di misure sufficienti di stimolo fiscale e monetario, una spirale deflattiva che in ultimo possa portare al default a catena di imprese, banche e stati.
I segni di questo processo sono già del tutto evidenti in Europa con effetti nefasti su crescita, occupazione e benessere generale: ed è sempre più chiaro anche al grande pubblico che tali effetti potrebbero essere efficacemente contrastati se solo ci fosse in Europa una classe dirigente degna di tale nome.

Purtroppo invece la classe dirigente europea è formata perlopiù da un’elitedi burocrati senza alcuna legittimazione democratica, legati a dogmi economici già falliti in passato ed ossessionati dalla paura di contravvenire a leggi e regolamenti che essi stessi hanno creato. Tutto ciò potrebbe portare nel medio periodo ad un cambiamento drastico nello scenario politico Europeo con l’ascesa in molti paesi di movimenti Euroscettici, e in ultimo, alla disintegrazione dell’Euro: le dichiarazioni di irreversibilità della valuta unica effettuate dal presidente Draghi serviranno a ben poco in assenza di azioni drastiche e tempestive, che riflettano un’analisi dei problemi economici pragmatica e scevra da pregiudizi storici.



*Amministratore Delegato di Finlabo SIM 

http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-grande-bluff/

Spending review, tra tagli a sanità e enti regalo da 10 milioni ai partiti. - Marco Palombi


aula senato INTERNA NUOVA

In tempo di tagli in tutti i settori i senatori garantiscono comunque un aumento del fondo spesa per i gruppi parlamentari. Una norma che non potrà essere modificata alla Camera. Il gruzzolo inizialmente previsto era di 150 milioni: viene ridotto di 30 milioni subito (da 100 a 70), ma aumentato di 40 nel 2013 (da 50 a 90).


È uno di quegli emendamenti che passano regolarmente inosservati e vengono altrettanto regolarmente approvati. All’ingrosso c’è scritto più o meno così: all’articolo X della legge Y sostituire le parole ‘100 milioni’ con le seguenti ‘70 milioni’ e al terzo periodo sostituire ’50 milioni’ con ‘90 milioni’. Firmato: Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto Fratin del PdL, relatori in Senato della spending review. Che vuol dire? si chiederà il lettore. In parole povere che, dentro quel decreto che taglia la sanità e affama gli enti locali per miliardi di euro, dentro quello stesso decreto nel quale non si è riusciti a trovare 38 milioni per garantire duemila esodati del gruppo Finmeccanica, il Senato ha invece avuto la capacità di scovare altri 10 milioni da infilare nel fondo di spesa per i gruppi parlamentari, meglio noto come Legge Mancia, vale a dire l’argent de poche a disposizione degli eletti per foraggiare spesucce nei collegi d’appartenza (alcuni gruppi come il Pd, va detto, ora li devolvono tutti ad uno scopo tipo l’emergenza sisma, altri come IdV non partecipano proprio alla spartizione).
Insomma, se noi traducessimo più o meno in una lingua comprensibile quelle poche, oscure righe potremmo scrivere questo: i soldi della Mancia erano 150 milioni, cento quest’anno e 50 il prossimo. Con un barbatrucco i fondi vengono ridotti di 30 milioni subito (a 70), ma aumentati di 40 nel 2013 (90 milioni). Il totale nel biennio, insomma, passa da 150 a 160 milioni. Questa trouvaille – va confessato – la dobbiamo al lavoro di Silvana Mura, deputata di Italia dei Valori, secondo cui peraltro “ancora peggio è il fine dell’operazione, anche se questa è una mia illazione e non ho le prove. Perché infatti spostare la maggior parte della spesa (guadagnandoci pure 10 milioni) all’anno prossimo? Perché si cerca di prendere tempo, visto che, considerata la situazione economica e politica, è probabile che nessuno avrà il coraggio di spartirsi i soldi del 2012”.
Insomma, spiega la tesoriere di Italia dei Valori, “conviene spostare il malloppo al 2013 in attesa di tempi migliori e pure per schivare un mio ordine del giorno già approvato che impegna il governo a destinare tutti i soldi al terremoto”. Anche l’esecutivo, peraltro, non è che ci faccia una grandissima figura: “Vede, tace e non provvede – insiste – Mura perché un membro del governo mi ha detto chiaro e tondo: noi fino alla fine dell’anno stiamo fermi per rispetto del Parlamento”.
Per chi si facesse soverchie aspettative sull’utilità della denuncia, però, va chiarito che non c’è alcuna possibilità che il decreto venga modificato alla Camera, magari togliendo 38 milioni al fondo della Legge Mancia per destinarli a quei duemila esodati rimasti a bocca asciutta in Senato: il governo ha già chiarito che Montecitorio deve approvare la spending review così com’è, per mandarla in Gazzetta Ufficiale prima delle vacanze estive. La cosa è talmente risaputa che a Montecitorio tutti erano convinti che il voto definitivo sarebbe arrivato venerdì sera e chiusa lì: meglio di no, ha spiegato un Gianfranco Fini preoccupato dall’immagine di un Parlamento che si prende il solito mese di ferie , votiamo martedì o mercoledì prossimo, che fa meno casta. Motivo per cui un manipolo di disperati ieri s’affannava a non dormire durante la discussione generale sul provvedimento: “Effettivamente è un po’ inutile”, ammetteva sconsolato il deputato Touadì (Pd). Il risultato è che i 10 milioni sono assicurati: chiamarla spending review è solo quel tocco di genio che rende la cosa indimenticabile.

Ricatto a Berlusconi: gdf arresta Pintabona, “ambasciatore” di Lavitola. - Marco Lillo


lavitola interna nuova



E' accusato di concorso in estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, come l'ex direttore de L'Avanti per il quale oggi è arrivata una nuova ordinanza di custodia. Il giornalista avrebbe chiesto di rivolgersi al Cavaliere perché gli elargisse una somma di danaro.

La Guardia di Finanza di Napoli e Palermo stamattina ha arrestato Carmelo Pintabona, su richiesta dei pm Henry John WodcockFrancesco Curcio e Vincenzo Piscitelli, del pool della Procura di Napoli, coordinato dall’aggiunto Francesco Greco. Pintabona, presidente della Fesisur, la Federazione delle associazioni siciliane in Sud America ed esponente dell’Mpa, il Movimento per l’Autonomia fondato da Raffaele Lombardo, era stato tirato in ballo da Valter Lavitola nelle sue dichiarazioni dopo l’arresto. Per l’ex direttore de L’Avanti, detenuto nell’inchiesta sui finanziamenti all’editoria, oggi è arrivata una nuova ordinanza di custodia. Come Pintabona, è accusato di concorso in estorsione ai danni di Silvio Berlusconi
Lavitola nel corso dell’interrogatorio investigativo del 25 aprile scorso aveva detto di essersi trovato in gravi difficoltà economiche durante la latitanza e di essersi confidato con Pintabona un giorno in cui si erano incontrati per discutere di commercio del pesce, settore nel quale entrambi sono in affari: “Io gli dissi: vedi se tu riesci a contattare a Berlusconi per conto mio e digli che sono nella cacca.. io gli ho chiesto semplicemente, dico: vedi se riesci a contattare Berlusconi e vedi se lui è disponibile a darmi una mano; lui mi ha detto che non è riuscito a contattarlo… aveva provato ad andare a casa sua, non so se questo è vero oppure mi abbia raccontato una sciocchezza, lì a Roma, ed è stato fermato da un funzionario di polizia, non so se quando è entrato o quando è uscito, e gli hanno detto pure: lei lo sa che aiutare un latitante è favoreggiamento?”.
Probabilmente per la Procura di Napoli Pintabona ha svolto il ruolo di ambasciatore delle richieste estorsive di Lavitola, e il suo ruolo evidentemente deve essere andato al di là del tentato aggancio con il Cavaliere, come raccontato in maniera un po’ minimalista a verbale dall’ex direttore dell’Avanti. A Pintabona è contesta l’estorsione insieme a Lavitola, già recluso a Poggioreale.