domenica 4 novembre 2012

Berlusconi: “Pensavo di chiedere scusa agli italiani perché non ce l’ho fatta”.


Berlusconi Condannato


L'ex presidente del Consiglio intervistato per il libro di Vespa: "La crisi ha cancellato i nostri sforzi, anche se noi abbiamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent'anni". Conferma di essere stato tentato di non ricandidarsi, ma "sto ricevendo pressioni da tutti per restare in campo".

Per la prima volta Silvio Berlusconi chiede scusa agli italiani. Lo fa nel libro di Bruno Vespa “Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini Beppe Grillo“. “Pensavo di chiedere scusa agli italiani – dice l’ex presidente del Consiglio – perché non ce l’ho fatta. La crisi ha cancellato i nostri sforzi, anche se noi abbiamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent’anni. Abbiamo garantito la pace sociale negli anni più duri della crisi”.
Il Cavaliere aggiunge: “Abbiamo garantito la pace sociale negli anni più duri della crisi. Abbiamo impiegato 38 miliardi in ammortizzatori sociali. Abbiamo tagliato le spese ai ministeri con la prima vera spending review e attuato il più grande stanziamento sulla cassa integrazione della storia italiana”. E’ vero che lei ha pensato anche di non entrare in Parlamento?, chiede Vespa. “Sì, è vero anche se sto ricevendo pressioni da tutti i miei di restare in campo come padre fondatore del movimento”.
Vendola: “Scuse con 20 anni di ritardo”E così hanno buon gioco gli oppositori. “Berlusconi chiede scusa. Con quasi venti anni di ritardo” commenta laconico Nichi Vendola su Twitter. “Senza infierire, è semplicemente l’ammissione di un fallimento politico e di governo – rincara la dose Giorgio Merlo (Pd) – Cioè il fallimento della ricetta di governo del centro destra. Un motivo in più per invertire la rotta. Senza populismi ed estremismi vari, è il momento per il dopo Monti per un governo di centro sinistra. Riformista e democratico. Con il Pd e l’Udc come assi centrali della futura coalizione”.
Le versioni di B.Nelle ultime settimane le versioni di B. sono state più d’una. Prima l’annuncio apparentemente definitivo: “Non mi candido e via alle primarie” (era il 24 ottobre). Poi, sull’onda della sentenza di condanna a 4 anni per evasione, una prima parziale retromarcia: conferma che non si candiderà a Palazzo Chigi, ma detta la linea anche nel rapporto tra Pdl e governo Monti (ed è il 27). Poi ridimensiona tutto dicendo che il Pdl non farà “una campagna elettorale contro Monti” e che la spina da staccare “dipenderà dall’accettazione o meno da parte del governo delle nostre richieste di modifica alla legge di stabilità”. Nella stessa occasione aveva spazzato via la posizione del partito sulle preferenze nella legge elettorale: il suo Lucio Malan ha fatto approvare il testo che prevede le preferenze e lui ha detto che sono “un’anomalia” (ed è il primo novembre).
“Senza di me più facile ricompattare i moderati”
Berlusconi conferma ancora tuttavia che non vuole tornare a guidare il governo: “Una delle motivazioni che mi hanno indotto a rinunciare a una nuova candidatura a palazzo Chigi è perché alcuni leader del centrodestra sono afflitti da un vero complesso nei miei confronti. Così senza di me sarà più facile ricompattare tutti gli elettori dell’area moderata dentro una sola coalizione. Questo è l’unico modo per battere la sinistra, che dal 1948 a oggi rappresenta la minoranza degli italiani rispetto alla maggioranza dei moderati”. E quindi lancia un messaggio a Casini: “Non può tradire una tradizione di alternativa alla sinistra, che risale appunto alla vittoria dei democristiani e dei partiti moderati del 1948″. 
“Alfano è il miglior figo del bigoncio”Poi un nuovo elogio per il segretario del Pdl: “Alfano è il miglior protagonista oggi in circolazione, il miglior ‘fico del bigoncio’, come si usa dire”. Il migliore, dice, “non soltanto per le sue doti di intelligenza, ma anche per la sua correttezza e lealtà. Angelino è preparato, è coraggioso, è uno che mantiene la parola data”. Negli ultimi mesi Alfano ha recuperato quel quid di cui gli contestava la mancanza? chiede Vespa: “Non ho mai affermato nulla del genere. All’inizio smentivo tante dichiarazioni fasulle che mi venivano attribuite tra virgolette, poi mi sono arreso”. ”Alfano è il nostro segretario a pieno titolo e con il sostegno di tutti” insiste il Cavaliere. Ma non è che dopo Villa Gernetto, chiede Vespa a Berlusconi, la leadership di Alfano si è indebolita e il dialogo con il centro è più difficile? “Chi pensa questo sbaglia di grosso. Sarà Alfano a prendere gli accordi con le altre componenti del centrodestra. Se metteranno giudizio”.
“Le primarie saranno un evento storico perché indicheranno il mio successore”Secondo l’ex capo del governo le primarie del PdL “saranno un evento storico non perché saranno le prime nella storia del nostro movimento, ma perché dovranno scegliere il successore di Berlusconi”. Dunque, “un confronto – sostiene l’ex premier – aperto, libero, di alto profilo politico, un confronto di personalità all’interno del nostro movimento che vogliano segnalarsi come protagonisti, che portino avanti la tradizione e i valori della nostra rivoluzione liberale, che risveglino negli italiani lo spirito del 1994 per salvare il paese e impedire che sia governato dalla sinistra”. 
“Montezemolo? Scontato che stia nel centrodestra”
Luca Cordero di Montezemolo? “E’ scontato che il suo movimento faccia parte del centrodestra”. Poi il riferimento all’accordo dei mini-partiti che, oltre a usufruire di centinaia di migliaia di euro “girati” dal Pdl, potrebbero godere di un seggio garantito alle prossime elezioni come “premio” per il sostegno al governo dopo l’addio di Fini. “In democrazia, dove il voto popolare è libero, non esistono seggi sicuri per nessuno – risponde Berlusconi a Vespa – Ma mi lasci dire che sono grato a tutti i parlamentari che, anche sfidando l’impopolarità, hanno sostenuto con convinzione il mio governo”.

Indagato il deputato Idv Cimadoro. E’ cognato di Antonio Di Pietro.


Indagato il deputato Idv Cimadoro. E’ cognato di Antonio Di Pietro


Concorso in abuso d'ufficio il reato contestato a Bergamo all'onorevole che, secondo L'Eco di Bergamo, risulta titolare di una società di compravendite immobiliari, la Helvetia, e di quote nella Immobiliare San Sosimo. Avrebbe esercitato pressioni per indirizzare alcune pratiche.

I “guai” per Antonio Di Pietro sembrano non finire.Gabriele Cimadoro, parlamentare dell’Italia dei valori e cognato dell’ex pm di Mani Pulite, risulta indagato per concorso in abuso d’ufficio nell’ambito di un’indagine condotta a Palazzago, in provincia di Bergamo, per la quale sarebbero state iscritte nel registro degli indagati in tutto 54 persone per reati che vanno dall’abuso d’ufficio al falso ideologico e materiale, sino alla tentata concussione. Lo scrive oggi “L’Eco di Bergamo”. La Procura di Bergamo sta infatti indagando sui presunti favori di cui avrebbero goduto alcune licenze edilizie e su alcuni terreni che hanno cambiato destinazione d’uso all’interno del Pgt. Per il sostituto procuratore Giancarlo Mancusi, che coordina l’inchiesta, ci sarebbero state pressioni in municipio per indirizzare alcune pratiche. Cimadoro, titolare di una società immobiliare, in passato è stato assessore e consigliere comunale a Palazzago. Ma il pressing, per l’accusa, sarebbe avvenuto quando non aveva cariche comunali. L’inchiesta è condotta dai Carabinieri della compagnia di Zogno.
Secondo il quotidiano la Procura sta cercando di tracciare “la fitta rete di presunti favori e interessi immobiliari a Palazzago”. Cimadoro risulta titolare di una società di compravendite immobiliari, la Helvetia, e di quote nella Immobiliare San Sosimo che nell’omonima frazione del paese sta realizzando un progetto su un’area artigianale. La sua posizione è allo stato “defilata e ancora al vaglio” e “non è escluso che si giunga alla richiesta di archiviazione” un’indagine che, da quattro anni, “continua a imbarcare filoni e s’è estesa a qualche comune della Valle Imagna”. Tra i 54 sotto inchiesta ci sono il sindaco uscente Umberto Bosc, il suo predecessore Ferruccio Bonacina (entrambi della Lega Nord) e altri amministratori locali. L’ipotesi è che, prima ancora dell’approvazione del contestato Pgt, a Palazzago alcune licenze edilizie percorressero canali privilegiati. A beneficiarne sarebbero stati imprenditori e privati, grazie alla presunta complicità di pubblici ufficiali. Una delle tecniche, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di protocollare solo la pagina iniziale della Dia (Denuncia di inizio lavori), “sostituendo poi il progetto contenuto con uno più vantaggioso per costruttori e committenti”. Quindi alcuni avrebbero cambiato destinazione d’uso. Gli investigatori sono impegnati negli accertamenti patrimoniali con l’analisi di conti bancari per scovare movimenti sospetti: passaggi di denaro per i presunti benefici nelle pratiche edilizie e urbanistiche fino a poco tempo fa non ne erano emersi.