Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
sabato 17 novembre 2012
Sandro Usai, un eroe morto in silenzio.
Dove sono i tricolori sulla bara e i ministri commossi? Dove sono i funerali di Stato e le dirette televisive? Dove sono le lacrime e gli editoriali....Forse è meglio così, gli eroi muoiono in silenzio, con il giubbotto della Protezione civile. Era SANDRO USAI, volontario morto a Monterosso nell'alluvione del 25 ottobre, voglio vedere chi mette questa immagine nel suo profilo...scusate non è Simoncelli...
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=350699388298567&set=a.101619776539864.3639.100000755262538&type=1&theater
La crisi stacca la luce a 30mila greci.
Ogni mese la compagnia elettrica ellenica (Deh) taglia la fornitura di corrente a circa 30.000 utenti che non possono pagare la bolletta in seguito al calo dei redditi causati dalle misure di austerità varate dal governo con riduzioni di stipendi e pensioni ma risparmia le aziende in arretrato con i pagamenti. Lo rivela oggi il quotidiano Kathimerini riferendo dichiarazioni rese dal direttore amministrativo della Deh, Arthouros Zervos, il quale ha ammesso che la compagnia interrompe la fornitura di elettricità quando le bollette restano inevase, ma non ha precisato se ciò avviene perchè l'utente non ha il denaro per pagare la corrente oppure perchè non paga la tassa di proprietà sulla casa che, quasi raddoppiata, da un anno è stata inserita nella bolletta.
Zervos ha fatto le sue dichiarazioni rispondendo alle domande rivoltegli dal deputato Vassilis Economou, del partito Sinistra Democratica (nella coalizione di governo con Nea Dimokratia e Pasok), il quale chiedeva spiegazioni circa l'elevato numero di abitazioni di Atene alle quali negli ultimi tempi è stata tagliata la fornitura di elettricità.
Molti utenti hanno denunciato il fatto che, dopo la sospensione della fornitura di elettricità, la Deh ha rimosso dalla loro abitazione anche il contatore invece di apporvi i sigilli.
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=171617&utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook
Helzapoppin' all'italiana.
Le immagini sono tutto. I fotogrammi accelerati dell'Italia, in apparenza sconnessi, hanno la logica dell'ultima spiaggia, del prossimo 8 settembre. Viviamo in un Helzapoppin'all'amatriciana. Istantanee. L'elicottero che porta in salvo Passera e i sottosegretari dalla furia degli operai del Sulcis. Fini, Napolitano e Schifani che ridono e scherzano mentre si apprestano a modificare la legge elettorale. I fumogeni sparati dal ministero della Giustizia sui manifestanti a Roma (qualche magistrato sarà esiliato in Guatemala o nella Terra del Fuoco per punizione?). Cinque comparse impalate come stoccafissi su un palco a rispondere a domande prepagate nell'imitazione di supereroi che dovrebbero salvare il Paese. Uno con il telefonino per i suggerimenti da casa. La Toscana devastata, la gente sui tetti delle auto o schiacciata sotto un ponte, solo per una perturbazione temporalesca più abbondante del solito. Berlusconi nell'imitazione della mummia di Tutankamon con l'itterizia giallo cagarella da elezioni stampata sul volto. I salotti esclusivi dei talk show dove le disgrazie del Paese servono a far aumentare lo share e a rendere felici mummie politiche, come Forminchioni e Polverini, sedute in poltrona o sui trespoli, l'intervistatore di partito pensoso. L' aeroporto di Fiumicino trasformato in una discarica. Renzi sindaco errante. La guerra totale in Medio Oriente ormai alle porte trattata come notizia di cronaca. L'importanza quotidiana h24 di Casini in televisione. L'election day, ma anche no, lo sbarramento al 42,5%, al 40%, ma anche no, la preferenza diretta, ma anche no, il premiolino del 10% al primo partito, ma anche no, eliminare il M5S, ma anche sì. I conti risanati di Rigor Montis con il debito pubblico schizzato a 2.000 miliardi (si possono risanare i conti aumentando il debito? Si. Certo. Miracolo! Miracolo bocconiano!). La legge anti corruzione che premia i corrotti. Monti in loden, la Frignero in tailleur. La Val di Susa militarizzata come l'Afghanistan. Il tabernacolo di Bersani. Nuove liste elettorali di giornata, come le uova: la montezemola libera e bella, la giannina con il papillon, la tremontina no global. Il sangue dei ragazzi che colpiscono il manganello con le loro facce. Lo spread crescente tra stipendi dei politici (e dei tecnici al governo) e quelli degli impiegati e degli operai. Il fisco più "leggero" per le famiglie dei disoccupati. La trattativa Stato mafia scomparsa dai media dopo le telefonate quirinalizie di Mancino. Gli esodati al mattino, pensionati la sera ed esodati ancora il giorno seguente. La metastasi dell'ILVA, la peste di Taranto. I voti comprati dalla 'ndrangheta in Lombardia a 70 euro e in Sicilia dalla mafia a 300 euro (è l'Italia a due velocità mafiose).
Qualsiasi somiglianza tra l'Italia e la realtà è puramente casuale.
http://www.beppegrillo.it/2012/11/helzapoppin_allitaliana/index.html#comments
ALITALIA NEL MIRINO DELLA PROCURA .
LA GUARDIA DI FINANZA HA PERQUISITO GLI UFFICI DELLA COMPAGNIA A FIUMICINO - SI INDAGA SU PRESUNTI REATI NELLE TRATTATIVE PER L'ACQUISIZIONE (SALTATA) DI WINDJET, LA COMPAGNIA AEREA DEL PRESIDENTE DEL CATANIA CALCIO ANTONINO PULVIRENTI, FALLITA AD AGOSTO - ALITALIA, NEI PRIMI NOVE MESI DI QUEST'ANNO, È ANDATA SOTTO DI 173 MLN €...
Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"
PULVIRENTI
La Guardia di finanza ha perquisito ieri gli uffici dell'alta direzione di Alitalia per acquisire documenti. Gli uomini delle fiamme gialle sono arrivati la mattina a Fiumicino su incarico della Procura della Repubblica di Catania che indaga sui rapporti intrattenuti per l'acquisizione di WindJet, saltata in agosto.
La Procura ha aperto indagini preliminari per accertare se vi siano stati reati nelle trattative condotte da Alitalia per l'acquisizione della piccola low cost di Antonino Pulvirenti, l'imprenditore titolare anche del Catania Calcio. Finita in insolvenza con 140 milioni di debiti, WindJet ha cessato i voli il 13 agosto, lasciando a terra circa 300mila passeggeri.
ANTONINO PULVIRENTI DI WINDJET
Le indagini sono dirette anche alla «verifica della sussistenza di reati nella gestione di WindJet e in particolare nella redazione della documentazione contabile», secondo una nota della Procura catanese, che ha fatto perquisire anche gli uffici di questa compagnia.
RAGNETTI
Tra le ipotesi di reato ci sarebbe l'estorsione. Sono state smentite le voci che sia indagato Andrea Ragnetti, l'amministratore delegato e direttore generale di Alitalia-Cai in carica da marzo. Il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, ha puntualizzato in una nota: «Le indagini sono in fase di accertamenti preliminari, finalizzati alla individuazione di responsabilità personali. Con riferimento a notizie di stampa circolate nei giorni passati, si precisa che per i fatti denunciati in danno di WindJet non sono state effettuate, allo stato, iscrizioni nei confronti di noti».
WINDJETWINDJET
L'inchiesta è partita da una denuncia di WindJet. All'inizio di agosto la compagnia di Pulvirenti aveva accusato Alitalia di «averne orientato l'attività per oltre sette mesi» durante le trattative finalizzate all'integrazione societaria, poi di essersi tirata indietro con un grave danno patrimoniale ed economico per il piccolo vettore e il deliberato intento di «appropriarsi della quota di mercato di un concorrente».
Alla palazzina "Rpu" di Alitalia, nell'area tecnica dell'aeroporto di Fiumicino, i finanzieri hanno passato al setaccio alcuni uffici del sesto piano, in particolare la direzione legale e la direzione finanziaria. Se ne sono andati a metà pomeriggio portando via documenti.
ALITALIA LOGO PASSEGGEROCIMOLI GIANCARLO
La visita dei finanzieri ha creato subbuglio all'Alitalia, che attraversa una fase critica per i conti fragili. I primi nove mesi del 2012 sono in rosso per 173 milioni, in netto peggioramento rispetto ai due anni precedenti, la compagnia sta tagliando personale, ha annunciato 690 esuberi poi li ha sospesi per trovare altre forme di risparmio. Il patrimonio netto consolidato è ridotto a 300 milioni, c'è il rischio che l'anno prossimo sia necessario un aumento di capitale.
Gli azionisti più piccoli tra i venti soci italiani hanno espresso malumore per i risultati e critiche alla gestione. Nell'ultimo cda, il 25 ottobre, c'è stata una lite, quattro consiglieri hanno mosso contestazioni al vertice, in particolare a Ragnetti, il quale secondo sarebbe uscito dalla sala del consiglio dicendo «siete tutti pazzi». Ragnetti non c'era all'arrivo dei finanzieri. Due giorni fa era a Milano, ieri era in volo per gli Stati Uniti, secondo la versione circolata all'interno del l'azienda.
FRANCESCO MENGOZZI
Le vicende giudiziarie toccano anche la vecchia gestione dell'Alitalia pubblica. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio di alcuni ex amministratori e 5 dirigenti formulata il 28 febbraio dalla Procura di Roma, ieri c'è stata l'udienza davanti al gup Wilma Passamonti. I pm Nello Rossi, Stefano Pesci e Maria Francesca Loy hanno confermato la richiesta di rinvio a giudizio degli ex amministratori delegati Giancarlo Cimoli e Francesco Mengozzi, contestando il reato di bancarotta, per dissipazione o distrazione, secondo i casi.
USALA: "MERCOLEDÌ 21 NOVEMBRE ALLE 16, ECCO L'ORA DELLA MIA MORTE". BALDUZZI: "SPERO NELLA RAGIONEVOLEZZA".
“Lunedì sera partiamo per Roma, in nave: io, mia moglie e due assistenti. Mercoledì mattina, alle 9.30, ci piazziamo davanti al Ministero dell’Economia, in via XX Settembre. Aspetto che i ministri mi ricevano e mi diano notizie sugli stanziamenti. Se la situazione non si sblocca, alle 16 non ricarico più le batterie degli strumenti che mi tengono in vita. L’avevo promesso e lo faccio. Noi sardi abbiamo una parola sola”.
Salvatore Usala, malato di Sla gravissimo, inchiodato nel suo letto di Monserrato dal 2004, lo aveva promesso: “Se il 21 novembre i soldi del Governo non arrivano sono pronto a morire in diretta tv”. Un’azione di protesta destinata a diventare un inferno per i ministri Fornero e Balduzzi che poche settimane fa erano volati fin nella sua casa di Monserrato per cercare di trovare un accordo. Anche in quel caso, però, nessun risultato. “Non ce ne facciamo niente della loro elemosina, quei 200 milioni per i malati non autosufficienti che ci hanno proposto sono una vergogna, un insulto”.
A casa Usala, intanto, i preparativi per la trasferta romana sono quasi conclusi. Chiesti i permessi in Questura, acquistati i biglietti del traghetto Cagliari-
Civitavecchia, preparate le borse con tutte le apparecchiature, pronto il pulmino che porterà i quattro in continente. “Questo viaggio per noi è un sacrificio- commenta Giuseppina, instancabile compagna di Salvatore- Oltre alle spese di diverse migliaia di euro che dobbiamo sostenere di tasca nostra, c’è la fatica e il dolore di Tore costretto a spostamenti così complicati. Non è facile viaggiare in queste condizioni: devo portare i ventilatori, gli aspiratori, i sondini, le pappe, le medicine, l’apparecchio per la pressione. Ci costringono a questo ennesimo gesto di protesta, evidentemente non hanno capito che non stavamo scherzando”.
Civitavecchia, preparate le borse con tutte le apparecchiature, pronto il pulmino che porterà i quattro in continente. “Questo viaggio per noi è un sacrificio- commenta Giuseppina, instancabile compagna di Salvatore- Oltre alle spese di diverse migliaia di euro che dobbiamo sostenere di tasca nostra, c’è la fatica e il dolore di Tore costretto a spostamenti così complicati. Non è facile viaggiare in queste condizioni: devo portare i ventilatori, gli aspiratori, i sondini, le pappe, le medicine, l’apparecchio per la pressione. Ci costringono a questo ennesimo gesto di protesta, evidentemente non hanno capito che non stavamo scherzando”.
Intanto sabato pomeriggio è arrivata anche la risposta del ministro della saluta Balduzzi: "Spero prevalga la ragionevolezza, perché gli impegni del governo sono stati mantenuti. Abbiamo confermato lo stanziamento dei fondi delle non autosufficienze inclusa la Sla. Il rifinanziamento del fondo per le politiche sociali e i fondi per le patologie neuro degenerative nel riparto destinato alla sanità ci sono". Balduzzi ha aggiunto che "l'ordinamento sta facendo il massimo sforzo nei confronti di queste persone e della loro lotta, si può fare di più ma in questa situazione è già stato fatto moltissimo".
Donatella Percivale
È morto Patrick Edlinger, addio al dieu dell’arrampicata.
LA PALUD-SUR-VERDON, Francia – Patrick Edlinger è morto ieri, 16 novembre, all’età di 52 anni. Pochissime sono al momento le notizie sulle dinamiche dei fatti, ma in base a quanto appreso su alcuni giornali francesi – ma ancora da confermare – , il leggendario arrampicatore francese sarebbe stato trovato privo di vita nella sua casa.
A dare l’annuncio ieri sera è stato il giornale Le Dauphiné Libéré, ma in breve tempo la notizia ha fatto il giro della stampa francese e poi estera. Edlinger doveva prendere parte giovedì prossimo alla rassegna Rencontres du cinéma de montagne di Grenoble, dove sarebbe stato ospite insieme al suo film “La vie au bout des doigts et Opéra vertical”.
Edlinger era nato il 15 luglio del 1960 a Dax, ma ha legato il suo nome alle verticali pareti del Verdon, di cui è diventato un simbolo. È stato uno dei climber più forti della storia, in particolare negli anni ’80 quando gli fu dato il soprannome di “dieu dell’escalade libre”. È diventato famoso nel mondo per le sue salite solitarie, in libera e slegato.
“Ho iniziato ad arrampicare in free solo perchè quando ho cominciato non c’era nessuno che arrampicava con me – ci aveva detto nel 2009 quando lo abbiamo intervistato in occasione del Trento FilmFestival -, e quindi non potevo che arrampicare in solitaria. Le solitarie però sono anche le mie preferite, rappresentano il modo più puro di arrampicare. E’ quello il momento in cui attraverso la scalata scopri te stesso e diventi consapevole di alcune cose che altrimenti non scopriresti”.
“L’arrampicata per me è un modo di vivere non solo uno sport – diceva Edlinger -. E’ un pretesto per girare il mondo, per trovare nuovi posti e nuova gente. La cosa più importante è restare libero per tutta la vita, questo è il mio vero programma per il futuro”.
Cartelli di pericolo.
L'installazione di decine di cartelli stradali con la segnalazione di pericolo per caduta lacrimogeni è stata realizzata questa notte a Roma lungo Via Arenula proprio di fronte al Ministero della Giustizia. In questo modo pedoni e automobilisti possono essere avvisati di cadute accidentali di gas urticanti provenienti dal Ministero di cui è però incerta la provenienza. E' la prima azione artistica del gruppo 00KK (zerozerokappakappa) che con questa azione intende rendere un servizio ai cittadini romani dopo gli avvenimenti del 14 Novembre.
http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=2372701819119034825#editor/target=post;postID=6071762695629794832
Egitto, treno investe scuolabus 47 bambini muoiono a Manfalut.
IL CAIRO - Quel passaggio a livello era aperto. Non doveva. A trasformare l'entusiamo di 60 bambini egiziani in gita scolastica in una tragedia, è stato un colpo di sonno dell'addetto al passaggio al livello della città. Nello scontro tra lo scuolabus e un treno in corsa hanno perso la vita quarantasette piccoli di età compresa tra i quattro e i sei anni e due adulti. La tragedia è avvenuta nel villaggio di al-Mandara, a Manfalut, a 356 chilometri a sud del Cairo, nella provincia centrale di Assiut. Altri 13 bambini sono rimasti feriti in modo non grave, secondo quanto ha poi precisato dal governatore della provincia, Yehya Keshk.
Tutte le ricostruzioni concordano: il passaggio a livello non era chiuso quando il mezzo scolastico lo ha attraversato. L'addetto al passaggio a livello, che si era addormentato sul posto di lavoro e non aveva azionato le sbarre, è stato arrestato. Ahmed Youssef, un automobilista che si trovava sul luogo dell'incidente al momento della tragedia, ha dichiarato che il bus è stato trascinato per oltre un chilometro, prima che il treno riuscisse a fermarsi.
Il ministro dei trasporti egiziano, Rachad al Metini, e il capo dell'Autorità per le ferrovie hanno rassegnato le dimissioni al presidente Moahmed Morsi, che ha dichiarato che tutti i responsabili saranno puniti. Il primo ministro Hisham Kandil ha aperto un’inchiesta.
Il presidente egiziano ha ordinato al primo ministro, ai ministri della Difesa e della Salute e al governatore di Assiut "di offrire tutta l'assistenza possibile alle famiglie delle vittime". "Vi sono molti morti e feriti fra i ragazzi. Li stiamo contando e trasferendo negli ospedali", ha riferito un portavoce del ministero della Sanità, Mamdouh al-Weshahi. Il governatore di Assiut ha inviato "un'equipe di 45 medici sul luogo dell'incidente per soccorrere i bambini feriti".
Il primo ministro egiziano Hesham Kandil e il ministro degli Interni Ahmed Gamal sono diretti verso il luogo dello scontro. Intanto sta montando la rabbia tra le famiglie e i locali che cercano i sopravvissuti, insultano i funzionari e gridano contro Morsi. Uno degli abitanti del villaggio, Sheik Mohammed Hassan, ha detto che il governo dovrebbe essere più attento ai problemi interni, invece di concentrare la sua attenzione sulla violenza nella vicina Gaza. "Il sangue delle persone di Assiut è più importante di Gaza".
In Egitto gli incidenti stradali e ferroviari sono frequenti a causa delle insufficienti misure di sicurezza. Il più grave disastro ferroviario risale al 2002, quando nell'incendio di un treno che collegava Il Caito a Luxor morirono 376 persone.
Tutte le ricostruzioni concordano: il passaggio a livello non era chiuso quando il mezzo scolastico lo ha attraversato. L'addetto al passaggio a livello, che si era addormentato sul posto di lavoro e non aveva azionato le sbarre, è stato arrestato. Ahmed Youssef, un automobilista che si trovava sul luogo dell'incidente al momento della tragedia, ha dichiarato che il bus è stato trascinato per oltre un chilometro, prima che il treno riuscisse a fermarsi.
Il ministro dei trasporti egiziano, Rachad al Metini, e il capo dell'Autorità per le ferrovie hanno rassegnato le dimissioni al presidente Moahmed Morsi, che ha dichiarato che tutti i responsabili saranno puniti. Il primo ministro Hisham Kandil ha aperto un’inchiesta.
Il presidente egiziano ha ordinato al primo ministro, ai ministri della Difesa e della Salute e al governatore di Assiut "di offrire tutta l'assistenza possibile alle famiglie delle vittime". "Vi sono molti morti e feriti fra i ragazzi. Li stiamo contando e trasferendo negli ospedali", ha riferito un portavoce del ministero della Sanità, Mamdouh al-Weshahi. Il governatore di Assiut ha inviato "un'equipe di 45 medici sul luogo dell'incidente per soccorrere i bambini feriti".
Il primo ministro egiziano Hesham Kandil e il ministro degli Interni Ahmed Gamal sono diretti verso il luogo dello scontro. Intanto sta montando la rabbia tra le famiglie e i locali che cercano i sopravvissuti, insultano i funzionari e gridano contro Morsi. Uno degli abitanti del villaggio, Sheik Mohammed Hassan, ha detto che il governo dovrebbe essere più attento ai problemi interni, invece di concentrare la sua attenzione sulla violenza nella vicina Gaza. "Il sangue delle persone di Assiut è più importante di Gaza".
In Egitto gli incidenti stradali e ferroviari sono frequenti a causa delle insufficienti misure di sicurezza. Il più grave disastro ferroviario risale al 2002, quando nell'incendio di un treno che collegava Il Caito a Luxor morirono 376 persone.
Grillo: "Noi garanzia contro l'eversione Anticipano il voto perché hanno paura".
Grillo ad Aosta
Il Movimento 5 stelle vero baluardo contro l'eversione, primo partito del Paese, una forza che fa paura alla vecchia politica, "ultima speranza di una rivoluzione senza violenza". Beppe Grillo risponde alle accuse da una piazza di Aosta in cui 4.000 persone sfidano il gelo per assistere al comizio di chiusura della campagna referendaria contro la costruzione di un pirogassificatore per il trattamento dei rifiuti della regione. Il suo è come sempre un discorso dai toni accesi, fatto di attacchi alle varie "caste" e di promesse di cambiamento e di democrazia diretta.
"Se non ci fosse il Movimento 5 stelle in Italia arriverebbero gli eversivi, quelli veri. Noi abbiamo riempito un vuoto. Negli altri Stati ci sono le albe dorate, in Francia c'è Le Pen, in Ungheria e in mezza Europa ci sono i nazisti", dice Grillo. E ancora: il Movimento 5 stelle è "solo all'inizio. E' un virus che non si ferma più, è la dimostrazione che la politica senza soldi funziona. Siamo la prima forza politica in Italia, siamo l'ultima speranza di una rivoluzione senza violenza, siamo una barriera protettiva tra lo Stato e la gente".
Il freddo pungente non impedisce a Grillo di lanciare invettive. La prima contro i giornalisti, prima del comizio-show: "Perché non fate i giornalisti veri? Ogni tanto andate a fare un'inchiesta". Poi rivolgendosi a una inviata de La 7: "Siete della Telecom, perché non fate un bel servizio sul buco di 200 milioni che avete". Quindi corregge il tiro: "Io non ce l'ho con voi, ma voi siete dei tramiti e io non parlo con i tramiti ma parlo con la gente".
"Se non ci fosse il Movimento 5 stelle in Italia arriverebbero gli eversivi, quelli veri. Noi abbiamo riempito un vuoto. Negli altri Stati ci sono le albe dorate, in Francia c'è Le Pen, in Ungheria e in mezza Europa ci sono i nazisti", dice Grillo. E ancora: il Movimento 5 stelle è "solo all'inizio. E' un virus che non si ferma più, è la dimostrazione che la politica senza soldi funziona. Siamo la prima forza politica in Italia, siamo l'ultima speranza di una rivoluzione senza violenza, siamo una barriera protettiva tra lo Stato e la gente".
Il freddo pungente non impedisce a Grillo di lanciare invettive. La prima contro i giornalisti, prima del comizio-show: "Perché non fate i giornalisti veri? Ogni tanto andate a fare un'inchiesta". Poi rivolgendosi a una inviata de La 7: "Siete della Telecom, perché non fate un bel servizio sul buco di 200 milioni che avete". Quindi corregge il tiro: "Io non ce l'ho con voi, ma voi siete dei tramiti e io non parlo con i tramiti ma parlo con la gente".
L'attacco più pesante è per i politici. "Io in Parlamento? Non potrei, io sono un delinquente - afferma a margine del comizio - Ma mi ci vedete a me a Roma con Cicchitto, o con Gasparri o con Fini che mi dice 'ha facoltà di parlare'? Non potrei starci dieci minuti". "Se andremo in Parlamento, ci andranno persone scelte dalla Rete, professionisti, gente onesta, per bene, educata, con un'etica. Io non so ancora chi ci andrà, saranno votate in Rete".
E quando i giornalisti gli chiedono che cosa pensi dell'ipotesi di accorpare regionali e politiche, il leader del Movimento 5 stelle risponde: "Se facessero le elezioni domani, noi saremmo in difficoltà perché dobbiamo raccogliere le firme mentre i partiti no. Per questo stanno cercando di anticipare. Hanno paura. Se Schifani si lascia scappare che possiamo arrivare all'80% o sta delirando o ha informazioni che noi non abbiamo".
Durante il comizione Grillo insiste molto sul fatto che la casta teme il Movimento. Anche a proposito di un possibile premio di maggioranza al 42,5% nella nuova legge elettorale: "Vogliono mettere questo per non farci entrare, ma possono mettere quello che vogliono, noi arriveremo all'80% degli italiani che vogliono cambiare". E aggiunge: "Noi vogliamo entrare in Parlamento per modificare la Costituzione. Vogliamo inserire nella Costituzione il referendum propositivo senza quorum e rendere obbligatoria la discussione in Parlamento delle leggi di iniziativa popolare che possono essere proposte con 50 mila firme, se poi il Parlamento dice no si va al referendum". Per realizzare la sua missione, il Movimento 5 stelle "si dà 25 anni di tempo perché la politica è una visione" e "ci vuole una rivoluzione del pensiero".
Quanto alle eventuali alleanze, Grillo chiude a la porta ad Antonio Di Pietro: "Con lui non c'è mai stato idillio politico, c'è un rapporto di amicizia ma politicamente siamo distanti anni luce".
Nella fredda serata di Aosta c'è spazio anche per i dissidenti dell'Emilia Romagna, Federica Salsi e Giovanni Favia, mai menzionati in modo esplicito e liquidati come "ragazzi che sono al secondo mandato e si stanno agitando perché non hanno più carriera". "Il nostro movimento - ripete Grillo - ha quattro regole e devi rispettarle. Se sei eletto come consigliere la tua carriera finisce da consigliere, se le regole non ti vanno bene puoi andare nel Pd o nel Pdl".
Il leader del 5 stelle parla anche degli scontri di mercoledì scorso: "Deve finire questa guerra tra poveri. Io non ho mai visto i poliziotti manganellare un politico corrotto o un banchiere, ma ho sempre visto manganellare studenti, agricoltori e operai". "Vedo gente che guadagna 1.200 euro al mese - continua - manganellare studenti, operai, pastori, agricoltori. Deve finire questo. Abbiamo bisogno di un incontro tra polizia e cittadini, quartiere per quartiere, per decidere di quale sicurezza c'è bisogno".
http://www.repubblica.it/politica/2012/11/17/news/grillo_comizio_aosta-46822760/