Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 3 marzo 2013
La vera perdente? L'Europa anti-nazionale. - Ida Magli
A queste elezioni è stato presente un Convitato di pietra, un convitato che ha subìto, in silenzio, una grave sconfitta: l’Europa. Nessuno ne ha parlato, ma il risultato della lista Monti lo grida a gran voce. Monti è il fiduciario dell’Ue, è stato mandato (o chiamato, come si preferisce dire) esplicitamente a mettere in riga l’Italia, in apparenza per la questione del bilancio, ma in realtà perché l’Europa è diventata, con la crisi dell’euro, sempre più dubbiosa sulla fattibilità dell’unificazione e teme che da un giorno all’altro qualcuno degli Stati in difficoltà possa abbandonarla. L’Italia è uno Stato cardine dell’Unione, tanto sul piano concreto quanto su quello simbolico: nessuna Europa unita è possibile senza l’Italia. Tutta l’area del Mediterraneo sarebbe messa in forse da un’eventuale uscita dell’Italia e sicuramente molti Stati a quel punto ne seguirebbero l’esempio.
Tutti discorsi ovvi, è chiaro, ma il problema è che nessuno, né politici né giornalisti, come sempre per quanto riguarda l’Europa, ha affrontato e affronta il discorso. Le analisi sui risultati delle elezioni mancano perciò di una riflessione determinante e in definitiva risultano false.
Sicuramente molti dei voti che Bersani si aspettava e che sono mancati all’appello, sono andati per quest’unico motivo al movimento di Grillo. L’appoggio incondizionato del Pd a Monti ha convinto i suoi elettori che il partito era schiacciato sull’Europa e che, di conseguenza, anche se fosse andato al governo, non sarebbe stato libero di prendere nessuna iniziativa. D’altra parte è chiaro che non si può rappresentare il partito dei lavoratori, degli operai, e affiancarsi alla grande finanza che governa l’Europa. Il partito che oggi si chiama Pd ha una lunga storia alle spalle durante la quale i suoi elettori sono stati sempre fedelissimi, e molti avevano sopportato perfino il terribile 2012 del governo Monti, con i suoi quarantacinque suicidi di piccoli imprenditori e le centinaia di migliaia di disoccupati messi in cassa integrazione o del tutto sul lastrico, ritenendo che si trattasse di stringere i denti in un momento di crisi. La creazione della lista Monti ha fatto capire a tutti (e non soltanto agli elettori del Pd) che erano stati ingannati, che il potere europeo si era installato definitivamente in Italia e che non avrebbe più lasciato la presa.
Non parlare chiaramente del rapporto con l’Ue è stato anche il più grave errore di Berlusconi. Molti dei silenziosi antieuropeisti che bivaccavano nel Pdl se ne sono andati qua e là nelle piccole liste createsi durante il periodo di disintegrazione del partito, ma sarebbero tornati a votare per il Pdl se Berlusconi avesse fatto chiaramente una scelta antieuropeista. L’annullamento del partito di Fini, con la sua scomparsa dal parlamento, la scomparsa dei radicali con la fuoriuscita perfino di Pannella e di Bonino, il quasi annullamento del partito di Casini, sono tutti dovuti al loro dichiarato europeismo e all’abbraccio montiano. La situazione della Lega è più complessa perché le cause che hanno provocato il suo declino sono molteplici, dall’oscuramento della figura di Bossi agli scandali finanziari, ma è indubbio che il vecchio slogan della secessione è diventato con il passare del tempo sempre più logoro perché la presenza dell’Europa ha spinto tutti i cittadini, compresi quelli del nord, a riscoprire l’amore per l’Italia, o perlomeno a preferire lo Stato italiano piuttosto che l’annullamento dell’identità e dell’indipendenza nell’immenso buco nero dell’Europa.
Tutti hanno capito ormai, non soltanto gli Italiani, che nell’Ue gli Stati devono annullarsi e che i governi nazionali diventerebbero, nel momento in cui l’Unione europea riuscisse a formare una vera unione politica, puri fantocci agli ordini di Bruxelles e dell’alta finanza europea e mondiale. La Borsa scende? Ma certo: a chi gioca in Borsa non importa nulla di chi sia a governare uno Stato, ma che ci sia l’occasione per giustificare un po’ di movimento e vendere oggi per ricomprare domani a minor prezzo. Il ministero del Tesoro ha contemporaneamente collocato tutti i titoli emessi: il rischio del “fallimento” degli Stati è una delle più grosse fole messe in circolazione dai mercanti, bugiardi di professione cui da che mondo è mondo è da imbecilli credere.
Sono passati settant’anni da quando è stata progettata l’Ue, con la motivazione di non farsi la guerra. I giovani, tutti i giovani, non soltanto quelli di Grillo, non soltanto quelli italiani, trovano perfino ridicola, assurda un’idea del genere. La guerra? La guerra per conquistare un impero? Il nazismo, il fascismo appartengono alla storia. E la storia è passata sulla testa dei giovani di oggi. È questa la forza degli uomini.
Ida Magli
26 Febbraio 2013
http://www.italianiliberi.it/Edito13/la-vera-perdente-l-europa-antinazionale.html
"Bersani deve fare un passo avanti". E' la strada verso la governabilità. - Sergio Di Cori Modigliani
Non c’è niente da fare: non capiscono. Davvero non si rendono conto. Tant’è vero che l’unica idea che finora si sta manifestando sui social networks e sul web (a dichiarata firma PD con qualche complicità PDL) consiste in una neo-moda di squadrismo mediatico, basata sull’insulto, sulla calunnia, sul falso, sulla pubblicazione di dati e affermazioni false, e siamo ormai al record surrealista di persone intelligenti che attribuiscono al M5s e a Beppe Grillo addirittura la responsabilità dell’attuale crisi e della cosiddetta ingovernabilità. Si cerca di rovesciare le carte, quindi è necessario rispedire la palla sul loro campo, perché stanno tentando abilmente (mica tanto poi) di annebbiare la mente di chi legge e ascolta per costruire l’ennesimo falso.
Per due anni di seguito, il PD ha detto solo e soltanto una cosa: “Berlusconi deve fare un passo indietro” senza mai parlare del loro programma. Il Berlusca lo ha fatto e per un anno ci hanno spiegato che era necessario appoggiare Monti insieme a Berlusconi senza mai parlare del loro programma.
Adesso, invece, non è più possibile.
Questo è il punto. Soltanto questo.
Qual è il programma del PD? Sono a favore dell’abolizione del finanziamento ai partiti? Il M5s ha già dichiarato che non prenderanno il contributo rinunciando a 35 milioni di euro. Quali sono i punti essenziali del programma del PD in materia di spesa, lavoro, occupazione, legalità?
Il corriere della sera è andato a chiederlo a Massimo D’Alema, uno degli esponenti di punta della vecchia guardia piddina, D’Alema ha “bypassato” la risposta come se la domanda non fosse stata fatta e ha dato la sua soluzione all’attuale fase in atto. Ecco che cosa ha detto D’Alema:
“La strada è chiara: la presidenza della Camera al M5s con un governo presieduto da Bersani…è necessaria un’assunzione di responsabilità da parte delle forze principali…nessuno può avere interesse a precipitare il paese verso nuove elezioni che sarebbero un drammatico choc. Neanche il Movimento 5 stelle che ha ottenuto un successo e che ragionevolmente credo voglia dimostrare la capacità di generare cambiamenti positivi per l’Italia….quindi al centrodestra vada la presidenza del senato e al movimento 5 stelle la presidenza della camera, ovviamente sulla base della proposta di personalità che siano adeguate a ruoli istituzionali di garanzia….”.
Per D’Alema è fatta, lui non vede neppure il problema. E’ convinto che si risolva dando come regalo qualche presidenza. Come era accaduto con la Lega.
Si tratta, per il momento, di uno scontro tra due idee esistenziali e politiche che sono davvero incompatibili.
A mio avviso, invece, per poter cominciare a trattare, è assolutamente necessario “che Bersani faccia un passo avanti”.
Per quale motivo noi elettori e anche il gruppo parlamentare del M5s dovremmo credere a un ipotetico cambiamento dato che le persone e le personalità sono ancora le stesse?
Quindi, la prima mossa spetta al presidente del consiglio incaricato in pectore che deve invitare l’attuale segreteria a dimettersi ( nell’interesse del suo partito) sostituendo coloro che non hanno fatto negli ultimi vent’anni ciò che oggi sostengono di essere disponibili a fare e consentire alla nuova segreteria di avanzare un piano programmatico di legislatura, con scadenze specifiche indicate, che accolga istanze portate avanti dal M5s e che non è difficile ricavare anche dal risultato elettorale (astensione e calo del bacino elettorale dei due maggiori partiti): dall’immediato abbattimento dei costi della politica alla immediata legge sul conflitto d’interesse; dalla riduzione del numero dei parlamentari all’abolizione di privilegi parlamentari inutilmente costosissimi (benefits, auto blu, consulenze a pioggia, ecc.); dall’introduzione del concetto di reddito di cittadinanza (per far fronte immediato al disagio dei ceti sociali più colpiti) alla suddivisione finanziaria “legale” tra banche d’affari speculative e banche che gestiscono il risparmio dei correntisti, mettendo a disposizione linee di credito alle imprese medio-piccole in difficoltà, per dare inizio alla ripresa economica e così via.
Se Bersani fa un passo avanti e, con una rinnovata dirigenza, immette nel suo programma di governo questi punti, penso che i neo-eletti di M5s troverebbero naturale dargli la fiducia, rinunciando –per il momento- a portare avanti altre istanze che vengono –di comune accordo- rimandate. Ma solo in un contesto che mostri che il PD ha raccolto la richiesta di rinnovamento proveniente dall’esito elettorale. Come si fa a dare la fiducia a chi ha già dimostrato “sul campo” di essere inaffidabile?
Che ci fa il M5s con la presidenza della camera? La foto ricordo?
Allora, che facciamo?
Andrea Scanzi ben sintetizza l’attuale fase di oggi nel seguente modo:
”Grillo, anzitutto, si toglie i sassolini dalle scarpe e giustamente ricorda la badilata di cazzate empie piovute addosso ai 5 Stelle da parte dell'intellighenzia stinta del Pd (fassisti del web, qualunquisti, Casa Pound, bla bla bla). Non puoi prima darmi del criminale e il giorno dopo chiedermi di salvarti la vita perché altrimenti muori: troppo facile, dovevi pensarci prima. Grillo, oltretutto, è un vendicativo permaloso. Figuriamoci se non reagisce a uno schiaffo con un calcio sulle palle: è fatto così. Una volta superata la soddisfazione di infierire sulla boria patetica di chi credeva di avere già vinto e ha sbagliato pure questa, il punto è un altro (ed è dirimente): che facciamo? Non c'è nessuna base spaccata (i giornalisti stanno perdendo la testa, è bellissimo). La stragrande maggioranza dei grillini detesta il Pd, perché lo conoscono benissimo. C'è solo chi è possibilista e chi no. Per ora siamo alle scaramucce. La mia sensazione è che il centrosinistra stia cercando ogni scusa per giustificare l'inciucione (tipo: "Visto? Grillo ci ha detto no, quindi tubiamo con Berlusconi". E' la linea D'Alema, cioè la linea-nulla). La mia paura è che Grillo possa peccare in orgoglio. Tradotto: occorre aspettare i punti del programma governativo di Bersani. In 20 anni non hanno fatto né il conflitto di interessi, né opposizione, né progetti seri per abbattere i costi della politica: dubito che se ne ricordino adesso. Se lo faranno, poiché costretti dall'acqua alla gola, il M5S dovrà appoggiarli (a costo di dare la fiducia: non facciamo i puristi del nulla, su). Se sarà invece la solita aria fritta, avremo per un po' (sei mesi, un anno) il governissimo e di lì a poco le elezioni anticipate. Filippo Petardo Facci (chi?) dice che la prossima volta il M5S non prenderà più voti, come accaduto in Grecia coi movimenti di protesta. Quindi il M5S farà un botto ulteriore. E la Casta lo sa. Per questo, in ogni modo, cercherà di barcamenarsi. Trincerandosi in Parlamento e tirando a campare”.
Sono d’accordo con questa analisi.
Stanno giocando, come al solito, con carte truccate. Si rifiutano di parlare del programma e propongono come novità governativa le solite facce. Come si fa a ragionare in questi termini? Perché il M5s dovrebbe dare la fiducia a coloro contro i quali è andato per tutta la campagna elettorale?
Bersani deve fare un passo avanti.
Tutto qui.
Cambi il suo management, legga le voci del suo programma alla nazione e abbia il coraggio di sfidare il M5s a un dibattito pubblico su ogni singolo punto del programma, in modo tale da consentire al paese di “sentire” che davvero stiamo andando verso la trasparenza pragmatica delle istituzioni, e non verso la consueta, vecchia, ammuffita compravendita di presidenze, così come viene presentata da Massimo D’Alema, l’ennesimo genio della politica che dimostra di non aver capito affatto che cosa sta accadendo nel paese.
La governabilità c’è eccome!
Ma sui programmi e sulla sostanza.
Non sulla qualità e sulla quantità delle presidenze di camera, fondazioni bancarie, commissioni clientelari.
Tutto il resto è fumo negli occhi.
Come ha detto il premio Nobel Dario Fo, regalando un solido consiglio esistenziale a Pierluigi Bersani, quando la Gruber lo ha intervistato: “Buttati, dai, fai un bel salto e sono certo che il M5s voterà a favore”.
Altrimenti, che si prepari ad essere testimone della propria estinzione per incapacità politica, per incompetenza manageriale, per mancanza di creatività e scarsa propensione all’assunzione di responsabilità individuale davanti alla collettività.
Altrimenti, dato che è il primo partito alla camera, c’è sempre il M5s che può assumere l’incarico di formare un governo, presentare un programma e vediamo chi lo vota in parlamento.
Così vediamo chi non vota per l’abolizione delle province, chi non vota per l’abolizione dei cosiddetti rimborsi elettorali, chi non vota per una vera legge anticorruzione, chi non vota per una nuova legge elettorale, chi non vota per misure che rilanciano la piccola e media impresa, chi non vota per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, chi non vota per il reddito di cittadinanza, chi non vota per la legge sul conflitto di interesse, chi non vota per la cancellazione degli enti inutili, chi non vota per l’annullamento delle fondazioni bancarie, chi non vota per l’abolizione deiprivilegi parlamentari, chi non vota per la decurtazione del numero dei deputati, ecc.,ecc…..
Grillini, il primo summit in albergo a Roma Beppe: "In Parlamento circonvenzione di elettore".
Albergo blindato: Grillo non c'è. Dovrebbe arrivare domani con Casaleggio. Code alla Camera dopo l'invito dei Grillini del Lazio a visitare il Parlamento. "Grillo come Stalin": l'ex comico querela Libero. Gli eleti M5S alla stampa: "Decide Casaleggio, ne sa più di noi". Deputati e senatori si scambieranno informazioni attraverso una mailing list su Google group.
Roma, 3 marzo 2013 - Summit dei neoeletti grillini all'Hotel Saint John di Roma senza Grillo. Obiettivo del meeting per ora e' conoscersi. La presenza di Grillo e Casaleggio e' attesa per domani. L'albergo è praticamente blindato per la stampa (solo alcuni cronisti sono riusciti ad entrare).
Grillo è rimasto nella sua villla a Marina di Bibbona. L'ex comico rifugge la stampa italiana mentre continua arilasciare interviste a quella straniera. Ma si fa vivo come sempre sul blog. Stavolta dice: ''L'articolo 67 della Costituzione recita: 'Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato'. Questo consente la liberta' piu' assoluta ai parlamentari che non sono vincolati ne' verso il partito in cui si sono candidati, ne' verso il programma elettorale, ne' verso gli elettori. Insomma, l'eletto puo' fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno''. Il pezzo è titolato ''Circonvenzione di elettore'' ed è un attacco all'istitutzione parlamento. Per Grillo bisognerebbe "cacciare a calci" i parlamentari che cambiano casacca.
''L'elettore, al momento del voto, crede in buona fede alle dichiarazioni di Tizio o Caio, di Scilipoti o De Gregorio - prosegue - lo sceglie per la linea politica espressa dal suo partito e per il programma. Gli affida un mandato di un lustro, un tempo lunghissimo, per rappresentarlo in Parlamento e per attuare i punti del programma. Gli paga lo stipendio attraverso le sue tasse perche' mantenga le sue promesse. Il voto e' un contratto tra elettore ed eletto ed e' piu' importante di un contratto commerciale, riguarda infatti la gestione dello Stato. Se chi disattende un contratto commerciale puo' essere denunciato, chi ignora un contratto elettorale non rischia nulla, anzi di solito ci guadagna''.
IL SUMMIT - Intanto i primi neo eletti dei grillini sono arrivati a Roma. I primi ad arrivare in un albergo nel centro della capitale sono i siciliani Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Azzurra Cancelleri. ''Come si svolgera' l'incontro? Non ve lo possiamo dire'', rispondono con gentilezza. Provenienti da tutta Italia si sono organizzati ognuno alla sua maniera per raggiungere Roma. ''Io sono venuta in aereo anche se sono contro l'aereo perche' inquina troppo. Ma costava meno del treno'', dice Laura Castelli, 26 anni, giunta da Torino.
Abbigliamento informale, jeans o tuta, zainetti con il logo del Movimento a sostituire le valigie. Cosi' si presentano i neo-eletti. In queste giornate romane dovranno decidere la linea da tenere in Aula, ma anche conoscersi e iniziare a organizzarsi per la vita da parlamentari.
''Non ho ancora trovato casa. Spero di avere il tempo di farlo in questi giorni'', dice uno di loro che vuole restare nell'anonimato. Intanto nell'attesa che arrivino gli altri colleghi e prenda il via l'incontro, i primi arrivati vanno insieme a pranzo: niente ristoranti, ma un forno dove ordinano panini e tranci di pizza. ''Siamo in silenzio stampa'', ripetono deputati e senatori eletti ai giornalisti. La consegna e' massimo riserbo.
COMUNICAZIONE ESTERNA: DECIDE CASALEGGIO - Riunione per decidere la comunicazione interna oggi a Roma tra gli eletti del Movimento Cinque Stelle. Nell’incontro, cui alcuni cronisti sono riusciti ad avere accesso, si è stabilito di demandare a domani ogni decisione sulla comunicazione verso l’esterno, quando ci sarà l’incontro con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. “Deciderà lo staff”, ha spiegato un eletto, e poi, ha ricordato un parlamentare siciliano, “Casaleggio ne sa più di noi, ha fatto un impero, parliamone con lui”.
COMUNICAZIONE INTERNA - Quanto alla comunicazione interna la fa da padrone Internet. Votata a maggioranza all'assemblea dei parlamentari Cinque Stelle a Roma la comunicazione interna tra gli eletti. Durante l'incontro riservato in un albergo romano, al quale sono riusciti ad avere accesso alcuni cronisti, si e' deciso che deputati e senatori si scambieranno le informazioni attraverso una mailing list su un Google group. Sara' invece creato un forum organizzativo per la logistica, dai curricula degli assistenti parlamentari alle possibilita' di case in affitto a Roma. Si e' poi deciso che i gruppi di Camera e Senato terranno una riunione congiunta una volta a settimana. Domani, durante la riunione con Beppe Grillo, si decidera' sui forum tematici e la comunicazione esterna.
IMPRENDIBILE - Dal canto suo l'ex comico, in mattinata, ha continuato a seminare i cronisti in Toscana. Malgrado gli siano corsi dietro per quasi un chilometro, i giornalisti che ne presidiano la casa dove si trova da qualche giorno con la moglie ed alcuni fedelissimi non sono riusciti a strappargli neppure una parola. Anche stamani Grillo è uscito dalla sua casa al mare incappucciato, come aveva fatto ieri, per ingannare i media, in compagnia di un amico del posto. Voleva fare una corsetta, ma non aveva calcolato che i fotografi lo attendevano ‘al varco’. I giornalisti lo hanno raggiunto e tempestato di domande, ma senza ottenerne alcuna risposta. Stufo del ‘pressing’, il comico ha trovato rifugio in uno stabilimento balneare da dove, a bordo di un’auto, e’ tornato a casa.
GRILLO QUERELA LIBERO - Non piace a Beppe Grillo essere accostato a Stalin. Il leader di Cinque Stelle ha querelato Maurizio Belpietro, direttore di Libero, per diffamazione dopo che, in seguito all’esclusione di Federica Salsi dalla lista dei candidati, sulla versione on-line del quotidiano erano stati pubblicati occhiello e titolo: “Per me sei fuori - Beppe Grillo in versione Stalin: via la Salsi dalla lista degli eletti, blocca la Vento e fa il censore”. La procura di Genova, presso cui il legale del leader del M5S, l’avvocato Enrico Grillo, ha depositato la querela, ha aperto un fascicolo a carico di Belpietro, del responsabile del sito “LiberoQuotidiano.it” su cui è apparso l’articolo e dei dirigenti del consiglio di amministrazione di “Libero” ipotizzando, appunto, il reato di diffamazione. Si tratta del primo atto giudiziario di Grillo dopo il clamoroso esito elettorale alle politiche. Il legale di Grillo spiega: “Quella notizia è stata per molto tempo visibile sul sito “LiberoQuotidiano.it”. Abbiamo trovato quell’accostamento troppo forte, decisamente. Abbiamo deciso di attendere che le elezioni si svolgessero per procedere, così da evitare polemiche ed eventuali strumentalizzazioni”. Il fascicolo dovrebbe essere trasferito in breve a Milano, competente per territorio.
CODE ALLA CAMERA - Centinaia di persone sono state in fila davanti all’ingresso principale della Camera dei deputati, in Piazza Montecitorio a Roma, per la visita periodica guidata del palazzo. IlMovimento 5 Stelle del Lazio ieri aveva lanciato online l’invito a tutti i cittadini a partecipare con lo slogan: ‘Tutti in Parlamento, la casa dei cittadini!’.
Alcuni attivisti 5Stelle sono stati circondati dalle telecamere appena individuati. ‘’Abbiamo invitato i cittadini a visitare Montecitorio per far conoscere a tutti il posto dove entreranno gli eletti a 5 Stelle - ha detto Roberto - Là dentro entreranno i rappresentanti dei cittadini e noi li accompagneremo fino alla porta’’. Secondo un altro grillino doc, che non ha voluto dire il suo nome, ‘’il momento politico è delicato per noi e per l’Italia. Tutti i candidati si incontreranno e uscirà fuori la posizione ufficiale dei 5 Stelle, che poi andra’ messa ai voti online’’. Un uomo che era in fila accanto a lui, dichiaratosi elettore di Grillo, ha chiesto all’attivista come si spiega l’elezione a Latina di madre e figlio al Senato e alla Camera per M5S. ‘’Se sono due persone valide - è stata la risposta - non vedo perche’ no. Non devono mica farsi i favori a vicenda’’. La fila davanti alla Camera continua a crescere di minuto in minuto ed è già arrivata ai margini della piazza.
Secondo i funzionari di polizia sul posto, l’afflusso di visitatori, infatti, è superiore alla media. Probabile che l’invito dei grillini sia stato accolto. Fonti del palazzo prevedono, a fine giornata, oltre 5.000 presenze rispetto alle normali 1.800. Per questo motivo e’ stato anche posticipato l’ultimo turno di visita dalle 15.30 alle 16.30.
DAI SERVIZI SEGRETI ALLA CHIESA, IL PARTITO DEL "GOVERNISSIMO" VUOLE AMATO E DE GENNARO. - Marco Lillo
Sembra che americani, massoneria e Vaticano siano favorevoli all'inciucio e alle larghe intese e tremino all'idea di un accordo Bersani-Grillo. In caso di alleanza Pd-Pdl sarebbe probabile l'ex premier al Quirinale e l'ex capo della Polizia ai vertici di Finmeccanica
C’è un partito più potente dei partiti che tifa per le larghe intese tra il Pd e il Pdl . Sono i politici trasversali di lungo corso, i manager di stato e i burocrati sopravvissuti a mille ribaltoni che tremano ogni volta che sentono parlare di accordo tra Beppe Grillo e Pier Luigi Bersani.
Il partito del governissimo si muove nel silenzio, non appare in tv, ma ha le idee molto chiare sugli uomini giusti per costruire una diga morbida e assorbente all’urto della nuova politica. Istituzioni secolari come la Chiesa e la massoneria vedono come il fumo negli occhi il governo di scopo. E sperano che Bersani non riesca nella missione impossibile di strappare al Movimento 5 stelle la fiducia al senato.
Un Governo Bersani appoggiato da Grillo che si impegni a realizzare pochi punti come il taglio dei costi della politica e la lotta al conflitto di interessi è uno scenario antitetico a un governo Bersani appoggiato da Berlusconi. E nei palazzi romani gode di maggior credito e popolarità la seconda ipotesi.
I grandi quotidiani dedicano paginate all’Europa in ansia e ai mercati in fibrillazione e sembrano quasi auspicare un clima da solidarietà nazionale. L’architrave di questa stagione sarà la nomina del presidente della Repubblica. In caso di larghe intese, il primo nome sul campo è quello di Giuliano Amato. L’ex consigliere di Bettino Craxi che i grillini vedono come il fumo negli occhi per la sua pensione d’oro, potrebbe essere il Capo di Stato migliore (quasi scontato) per mettere d’accordo Pd e Pdl. Il Cavaliere potrebbe sancire l’inciucio accettando la presidenza del senato e la nomina di Amato al Quirinale sarebbe la cornice per il riordino del settore della sicurezza e della difesa. Il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Gianni De Gennaro, potrebbe essere il nuovo presidente di Finmeccanica dove verrebbe confermato nel ruolo di amministratore delegato Alessandro Pansa, un manager recentemente al centro delle cronache per i favori chiesti a Mediobanca a beneficio della ex moglie del ministro Vittorio Grilli nel 2007. Pansa rischierebbe di saltare in caso di accordo Grillo-Bersani, con grande dispiacere di Ignazio Moncada. Molti lettori non conosceranno neanche il nome di questo 64enne torinese, in ottimi rapporti con Pansa, formalmente presidente di una controllata periferica del gruppo Finmeccanica, la Fata, ma meglio noto come il “grande burattinaio”. Così lo definiva l’ex presidente della banca del Vaticano, lo Ior, Ettore Gotti Tedeschi nella conversazione con l’ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, intercettata dai Carabinieri nel ristorante Rinaldi al Quirinale nel maggio del 2012. Moncada, oltre a essere molto amico del capo dei servizi segreti del Dis, cioé del Dipartimento Informazione e Sicurezza, Giampiero Massolo, è in buoni rapporti sia con gli ex socialisti, come Giuliano Amato e Giulio Tremonti, che con gli ex Ds, come il torinese Piero Fassino.
Quanto a De Gennaro, se anche non riuscisse a raggiungere la presidenza di Finmeccanica (anche il ministro della difesa Giampaolo Di Paola potrebbe aspirare a quella carica, nonostante il divieto di porte girevoli con la Difesa) il sottosegretario non finirebbe ai giardinetti. Per lui, in caso di larghe intese e di presidenza Amato, potrebbe liberarsi la poltrona di segretario generale del Quirinale. Proprio Amato lo promosse a capo della Polizia nel 2000 e poi lo portò con sé al ministero nel 2007 quando Antonio Manganelli divenne Capo della Polizia nel solco della continuità. Una poltrona che, sempre se prevalessero le larghe intese, potrebbe finire a un altro uomo fidato di Gianni De Gennaro: l’attuale numero due del Dis Pasquale Piscitelli, prefetto dal 2003 e poi capo della segreteria di De Gennaro al Dipartimento della Pubblica sicurezza prima di diventare suo numero due al Dis. Piscitelli sarebbe il capo della polizia ideale per un governo trasversale mentre in un Governo di sinistra appoggiato dal Movimento 5 stelle risalirebbero le quotazioni dell’attuale Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, già capo del servizio segreto civile con il Governo Prodi.
In questo valzer, secondo gli osservatori più attenti, rientrerebbe anche il passaggio del prefetto di Perugia Vincenzo Cardellicchio alla Presidenza del Consiglio. Un passaggio decretato il 26 febbraio dal Consiglio dei ministri presieduto da Monti nonostante fosse stato nominato a Perugia solo nel maggio 2012. Anche Cardellicchio è considerato vicino a Gianni De Gennaro e potrebbe essere nominato al Dis dopo l’eventuale spostamento di Piscitelli al vertice della Polizia.
Dal Quirinale al Viminale, insomma, la filiera Amato-De Gennaro, blinderebbe gli apparati di sicurezza nel segno della continuità e della fedeltà atlantica. Sempre che prevalgano quelle larghe intese che tanto piacciono anche Oltreoceano. Un po’ come accadde nel 1996 quando Antonio Maccanico tentò di dare vita a un governo che andasse da D’Alema a Berlusconi prima delle elezioni che propiziarono la nascita del primo Governo Prodi sostenuto da Rifondazione Comunista. Allora i poteri forti, gli americani, la massoneria e il Vaticano erano favorevoli all’inciucio. La sensazione è che anche stavolta sia così.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/01/dai-servizi-segreti-alla-chiesa-partito-del-governissimo-vuole-amato-e-di-gennaro/516626/
Grillo e la riscoperta dell'umano. - Ida Magli
Tutti i giornali sono d’accordo: Grillo ha riempito con i suoi ragazzi la fatidica Piazza S. Giovanni. Sono giovani, sono inesperti, sono entusiasti: si torna a vivere. È questa l’umanità che ha fatto la storia: quella che si è lanciata nella vita ingenuamente, forte soltanto del proprio entusiasmo, della sicurezza che essere uomini significhi sognare, sperare, amare, godere, gioire, e credere di riuscirci lavorando strenuamente per realizzare il sogno.
Siamo usciti, con questi sognatori, dall’incubo peggiore che gli Italiani si siano mai trovati a sperimentare, malgrado il loro lungo passato pieno di catastrofi: non avere un futuro. Non avere ciò che sostanzia, per ogni uomo, l’idea di futuro: che sarà bello, gioioso, nuovo, diverso, ricco di vita. Può forse il pareggio di bilancio, per quanto lo si prospetti come indispensabile, “costituire il futuro”? Può forse la Banca Centrale Europea, per quanti bond italiani sia disposta ad acquistare, vestire i panni della Fata Turchina? Basta, sì basta! Abbiamo assoluto bisogno di tornare a vivere la vita vera, quella che ha sempre reso ricchissimi gli Italiani anche quando erano poveri: la capacità di credere nel futuro, di lavorare per il futuro, nella bellezza della propria terra, nella fiducia del suo "stellone" gioioso e fortunato.
Tutto questo è stato deliberatamente ucciso, seppellito nel mondo lugubre dei sacerdoti del denaro, sordi e ciechi di fronte a qualsiasi cosa che non sia l’accumulo delle proprie monete. Economisti e banchieri si sono impadroniti dell’Europa e hanno scelto l’Italia come centro sperimentale del proprio potere, dove cominciare a sostituirsi ai politici, ormai del tutto succubi e corrotti. Ci sono riusciti con tanta facilità da rimanerne stupiti essi stessi. Forse non avevano immaginato, pur nella loro immensa presunzione, che sarebbe bastato il tintinnio delle monete a farsi addirittura chiamare da politici e capi di stato per governare al proprio posto. Nel giro di un anno hanno costretto al suicidio 45 imprenditori. Un risultato davvero di tutto rispetto! L’Italia non è mai stato un Paese da suicidio, neanche in tempo di guerra. I membri del governo, però, sono rimasti impassibili. Sono dei “fannulloni” questi Italiani, purtroppo: sanno soltanto lamentarsi. Il giorno successivo al suicidio di un imprenditore Mario Monti è andato a consolare, non la famiglia disperata, ma i funzionari di Equitalia: quelli sì che sono dei solerti lavoratori!
La verità è che con la tirannide dei banchieri-politici si è diffusa nell’aria la certezza della loro incancrenita disumanità. L’arido deserto della loro anima è incompatibile con la vita. Hanno ingoiato, distruggendoli, tutti i sentimenti, gli affetti, i valori, nei quali gli Italiani hanno creduto, e per i quali hanno lavorato e combattuto fin dall’inizio della loro storia. Tutto è stato azzerato, in nome del bilancio, in nome di una moneta. Perfino la Chiesa si è azzittita. Dopo aver sempre proclamato il primato dello spirito sulla materia, non ha avuto la forza di ribellarsi al primato del dio euro.
C’è stato, a Sanremo, il “segno” della morte della italianità, un segno che soltanto il pensiero musicale italiano poteva inventare: la deliberata, consapevole cacofonia della canzone Mononota.
Adesso, però, i giovani di Grillo hanno lanciato il grido della speranza: “Politici, andate a casa”. Per prima cosa, dunque, un Presidente della Repubblica che non appartenga ai partiti, che non sia né un economista né un banchiere, che non piaccia ai politici che non sia un fiancheggiatore dei politici, ma che rappresenti davvero gli Italiani, quello per cui tutto il mondo ha sempre apprezzato gli Italiani: l’arte, la poesia, la musica...
Ida Magli
23 Febbraio 2013
http://www.italianiliberi.it/Edito13/grillo-e-la-riscoperta-dell-umano.html
LA BANDA DI SIENA RISCHIA DI SEPPELLIRE BERSANI: LE INTERCETTAZIONI MUSSARI-CECCUZZI SAREBBERO “POLITICAMENTE DEVASTANTI” PER IL PD! PER QUESTO SONO SCOMPARSE?
1. IL GIALLO DELLE INTERCETTAZIONI MPS: SCOMPARSI I BROGLIACCI DI QUATTRO MESI DI CO-GESTIONE TELEFONICA MUSSARI-CECCUZZI
Gian Marco Chiocci e Paolo Bracalini per "Il Giornale"
CECCUZZI MUSSARI AMATO
Le intercettazioni tra l'ex presidente Mps Mussari e l'ex sindaco Pd di Siena Ceccuzzi fanno fatica a vedere la luce. Non escono fuori. Di quei quattro mesi di fitte chiacchierate telefoniche (gennaio-aprile 2010) c'è una nitida traccia nei brogliacci. Se ne parla in un'informativa dei carabinieri sul gruppo di potere politico-economico senese denominato la «banda della birra» che ha finito per tirare dentro anche i figli del fantino «Aceto» Degortes.
Le intercettazioni tra l'ex presidente Mps Mussari e l'ex sindaco Pd di Siena Ceccuzzi fanno fatica a vedere la luce. Non escono fuori. Di quei quattro mesi di fitte chiacchierate telefoniche (gennaio-aprile 2010) c'è una nitida traccia nei brogliacci. Se ne parla in un'informativa dei carabinieri sul gruppo di potere politico-economico senese denominato la «banda della birra» che ha finito per tirare dentro anche i figli del fantino «Aceto» Degortes.
Chi le ha ascoltate, poi, assicura siano «politicamente» devastanti per il partito di Bersani che si è sempre dichiarato estraneo alle logiche e alle spartizioni della banca della città del Palio. Ma se quelle intercettazioni non escono in modo integrale un motivo c'è. A detta degli inquirenti - e la cosa non può che non lasciare perplessi - non sarebbero state trascritte integralmente (ma solo in modo parziale o riassuntivo) perché all'epoca vennero ritenute non utili all'inchiesta sulla gestione e la compravendita di ristoranti e immobili targati Mps.
In procura si corre comunque a precisare che alla luce degli accadimenti sul crac della banca più antica del mondo, quelle conversazioni verranno riesumate dagli archivi, riascoltate dalla prima all'ultima, e nuovamente trascritte per essere convogliate nel fascicolo sul disastro Antonveneta e derivati.
DALEMA CECCUZZIFRANCO CECCUZZI
Solo leggendo le trascrizioni dei colloqui Mussari-Ceccuzzi avremmo chiaro ciò che una «gola profonda» inserita nei segreti meccanismi del«groviglio armonioso» aveva spifferato ai carabinieri ad aprile 2012. Una fonte, dato il livello, estremamente importante, «conosciuta nell'ambiente e ben inserita negli ambienti politico imprenditoriali delle province di Siena e Grosseto».
Informazioni relative all'esistenza «da alcuni anni, di un gruppo di persone molto note in città che avrebbe sfruttato illegalmente, a fini di lucro, la posizione di potere assunta quale presidente della Fondazione Mps prima e della banca Monte dei Paschi poi, dall'avvocato Giuseppe Mussari».
La fonte rivelava ai carabinieri una serie di compravendite, su immobili d'interesse Mps, supervisionate direttamente dall'ex numero uno di Mps.
MUSSARI
«La Banca vende dove vuole e a chi vuole continua la gola profonda facendo riferimento a specifici casi -; e certe offerte non possono essere rifiutate perché sponsorizzate dal presidente Giuseppe Mussari». Da qui il discorso si allarga al gruppo «solito riunirsi in un bar-birreria di piazza del Campo» gestito «da Andrea Bellandi, in passato consigliere e assessore ai Lavori pubblici al Comune di Siena».
MUSSARI TREMONTI DRAGHI GUZZETTI JPEG
Tra gli immobili citati a verbale dalla fonte, sul quale sarebbero state effettuati accertamenti capillari, vi sarebbe un appartamento di Castiglion della Pescaia «che era stato concesso al Partito democratico durante le elezioni amministrative del maggio 2011».
2. IL COMUNE DI SIENA RISCHIA IL CRAC: LE ELEZIONI POTREBBERO ESSERE ANNULLATE PER DUE ANNI
Marco Franchi per "Il Fatto Quotidiano"
2. IL COMUNE DI SIENA RISCHIA IL CRAC: LE ELEZIONI POTREBBERO ESSERE ANNULLATE PER DUE ANNI
Marco Franchi per "Il Fatto Quotidiano"
Mentre il Monte dei Paschi cerca di guardare al futuro dopo aver incassato i Monti bond e mosso un'azione di responsabilità contro gli ex vertici travolti dalle inchieste giudiziarie, i senesi fanno i conti con il rischio crac del Comune. E del Pd.
È infatti attesa per il 4 marzo la decisione della Corte dei conti sulla relazione del commissario Enrico Laudanna che dall'estate scorsa ha preso le redini dell'amministrazione comunale dopo la mancata approvazione del bilancio consuntivo.
IMU MUSSARI NON RISPONDE
Bilancio che oggi si presenterebbe in rosso per circa 16 milioni e zavorrato da una montagna di debiti (circa 300 milioni) nonostante i 230 milioni versati dal 2001 al 2011 nelle casse comunali dalla Fondazione Mps. Una situazione disastrosa che potrebbero convincere la Corte a chiedere il dissesto formale del Comune di Siena che verrebbe così ricommissariato per altri due anni facendo saltare le elezioni fissate a maggio.
Ai conti che non tornano si aggiunge lo smarrimento della sinistra senese.
LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA JPEG
Il partito di Bersani in città non ha solo ha perso consensi ma anche il suo candidato alle comunali visto il ritiro dalla corsa dell'ex sindaco Franco Ceccuzzi nonché vincitore delle primarie locali, indagato dalla procura di Salerno per il fallimento del Pastificio Amato insieme all'ex presidente del Monte Giuseppe Mussari e all'ex direttore generale Marco Morelli.
Dopo la rinuncia di Ceccuzzi nel dibattito è entrato a gamba tesa il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, che avrebbe proposto a Bersani la candidatura a sindaco dell'assessore regionale ai trasporti ed ex primo cittadino di Chiusi, Luca Ceccobao. Una soluzione che troverebbe ampia sponda anche nelle stanze della segreteria regionale del partito. Ma che, se accolta, per il Pd senese rischia di suonare di fatto come un commissariamento a tutti gli effetti.
PIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI
Qualche giorno fa, infatti, il segretario dell'Unione Comunale Giulio Carli e quello provinciale Niccolò Guicciardini avevano parlato di nuove primarie precisando che "lo stabilisce lo statuto del Pd".
Ma quelle di Ceccobao sindaco odi nuove primarie non sono le uniche ipotesi al centro del dibattito. Ambienti vicine alle liste civiche senesi starebbero infatti ragionando sulla figura di sindaco di garanzia per tutti, un professionista cui affidare una sorta di governo di transazione finché non verrà ritrovata la quadra sia sui conti sia sul confronto interno al centrosinistra.
LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA JPEG
Altre ipotesi sono quella di candidare Laura Vigni di Sinistra per Siena allargando dunque la scelta all'intera coalizione. Oppure Fabrizio Vigni (presidente della società Siena Ambiente che gestisce lo smaltimento dei rifiuti della provincia) o la docente universitaria Gabriella Piccinni entrambi sponsorizzati da Alessandro Starnini, ex presidente della Provincia di Siena in quota Pd.
PASSERA MUSSARI GRILLI O JPEG
Nel frattempo il partito si trova anche con un'altra grana da gestire: ieri in Procura sarebbe stato presentato un esposto relativo ad alcune spese dell'amministrazione provinciale e in particolare quelle riferite agli incarichi affidati all'agenzia di comunicazione di riferimento del Pd. Intanto, ai piani alti di Rocca Salimbeni, il cda del Monte ha deciso giovedì sera di avviare azioni di responsabilità e risarcitorie nei confronti di Mussari, dell'ex direttore generale Antonio Vigni e delle due banche, Nomura e Deutsche Bank, con cui aveva intrapreso rispettivamente le operazioni strutturate Alexandria e Santorini.
GIUSEPPE MUSSARI E SUSANNA CAMUSSOMARCO MORELLI FOTO INFOPHOTO
La quantificazione del risarcimento è ancora da definire ma il calcolo potrebbe essere fatto sulla base dei flussi di interesse pagati e ricevuti. In occasione dell'assemblea del 25 gennaio, anche la Fondazione Mps si era detta "determinata" ad eventuali azioni di responsabilità se ci fossero stati gli elementi utili a giustificarla. Elementi sempre più concreti.
3. LE "TELEFONATE COMPROMETTENTI" TRA MUSSARI E CECCUZZI
Dall'articolo di Andrea Greco e Francesco Viviano per "la Repubblica"
I Carabinieri di Siena hanno anche effettuato ore di intercettazioni telefoniche anche tra Mussari e Ceccuzzi, «telefonate compromettenti» dice chi indaga, che hanno svelato gli interessi personali di chi faceva il bello e il cattivo tempo dentro e fuori la banca. Queste telefonate ora saranno ripescate alla luce dell'intreccio di inchieste giudiziarie che hanno per protagonisti nomi ricorrenti: anche a Salerno Mussari, Ceccuzzi e Marco Morelli (interrogato ieri) sono indagati, per il fido da 19 milioni concesso da Mps al Pastificio Amato sull'orlo del fallimento.
3. LE "TELEFONATE COMPROMETTENTI" TRA MUSSARI E CECCUZZI
Dall'articolo di Andrea Greco e Francesco Viviano per "la Repubblica"
I Carabinieri di Siena hanno anche effettuato ore di intercettazioni telefoniche anche tra Mussari e Ceccuzzi, «telefonate compromettenti» dice chi indaga, che hanno svelato gli interessi personali di chi faceva il bello e il cattivo tempo dentro e fuori la banca. Queste telefonate ora saranno ripescate alla luce dell'intreccio di inchieste giudiziarie che hanno per protagonisti nomi ricorrenti: anche a Salerno Mussari, Ceccuzzi e Marco Morelli (interrogato ieri) sono indagati, per il fido da 19 milioni concesso da Mps al Pastificio Amato sull'orlo del fallimento.
4. LA PROFEZIA DI GRILLO
Dal blog di Beppe Grillo
Bersani é fuori dalla storia e non se ne rende conto. I giochini sono finiti e quando si aprirà la voragine del Monte dei Paschi di Siena forse del pdmenoelle non rimarrà neppure il ricordo.
Dal blog di Beppe Grillo
Bersani é fuori dalla storia e non se ne rende conto. I giochini sono finiti e quando si aprirà la voragine del Monte dei Paschi di Siena forse del pdmenoelle non rimarrà neppure il ricordo.