Maxisequestro di alimenti biologici contraffatti.



Operazione della Gdf in diverse regioni italiane. Scoperte 1.500 tonnellate di soia, mais e grano tenero ucraino spacciate per biologiche, ma con alto contenuto di Ogm. Ventitre gli indagati.

Maxisequestro della Guardia di Finanza in diverse regioni d'Italia di prodotti alimentari contraffatti o contaminati con pesticidi: si tratta di 1.500 tonnellate di soia, mais e grano tenero ucraino falsamente certificati come biologici ma in realtà ad alto contenuto di Ogm e di 30 tonnellate di soia provenienti dall'India e contaminate con pesticidi. Ventitre persone sono state iscritte nel registro degli indagati.
L'indagine, condotta dalla Gdf di Pesaro e dagli uomini dell'Ispettorato repressioni frodi del ministero delle Politiche Agricole, ha portato a sequestri e decine di perquisizioni in Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, i prodotti, destinati al mercato zootecnico e alimentare, venivano sdoganati a Malta da una società gestita da italiani e poi introdotti nel nostro Paese. 

Coinvolte anche una decina di società, tra cui quelle moldave ed ucraine che curavano l'approvvigionamento delle granaglie, e gli enti di certificazione ed analisi dei prodotti con sede a Fano e Sassari, di cui dovranno essere accertati ruolo e responsabilità.

Truffa allo Stato, sequestrati 12 milioni a Denis Verdini


Denis Verdini (Ansa)

Il provvedimento legato ad un'inchiesta per truffa per una presunta indebita percezione di fondi per l'editoria.

Per ordine della Procura di Firenze, la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di beni per 12 milioni a carico della società Settemari, dei deputati del Pdl Denis Verdini e Massimo Parisi e di altre persone. Il provvedimento è legato ad un'inchiesta per truffa, per presunta indebita percezione di fondi per l'editoria.

Graviola: rimedio naturale contro il cancro?




Graviola è il nome con cui le popolazioni di lingua portoghese indicano l'albero Annona muricata, fruttifero sempreverde appartenente alla famiglia delle Annonaceae, tipico delle foreste tropicali. I suoi frutti deliziosi, morbidi e succosi, riconoscono svariati impieghi alimentari, e possono essere consumati interi o come base per la produzione di frullati, succhi, cocktail, sorbetti e gelatine. E' tuttavia nella corteccia, nelle foglie, nelle radici, nei semi e nei ramoscelli, che la graviola racchiude molecole dalle possibili applicazioni nella cura contro il cancro. Alcune di queste sostanze sono state ribatezzate acetogenine annonacee, e sono tuttora ritenute responsabili dei sorprendenti effetti antitumorali ed antivirali ampiamente dimostrati in vitro. GraviolaUna di queste sostanze, la cis-annonacina, ha dimostrato un effetto citotossico (capacità di danneggiare le cellule, in questo caso tumorali) nei confronti di linee cellulari dell'adenocarcinoma del colon, 10.000 volte superiore a quello dell'Adriamicina ® (Doxorubicin), chemioterapico usato nel trattamento di una vasta famiglia di forme tumorali.
Gli estratti etanolici della graviola si sono dimostrati efficaci contro il virus Herpes symplex, il protozoo responsabile della leishmaniosi ed il mollusco di acqua dolce Biomphalaria glabrata, ospite del verme parassita Schistosoma mansoni.
In vitro, le acetogenine estratte dalla graviola hanno dimostrato importanti effetti citotossici contro cellule cancerose del fegato (epatoma), del seno (MCF-7), della prostata (PC-3), del pancreas (PACA-2), del polmone (A-549) e del colon (HT-29). Purtroppo non esistono a tutt'oggi studi su larga scala che confermino le proprietà antitumorali della graviola sulla specie umana, come del resto dimostra la mole piuttosto esigua di studi reperibili su pubmed. In molti siti internet, per contro, si narrano aneddoti su un tentativo fallito di brevettare alcune acetogenine da parte di un'importante industria farmaceutica, che dopo 7 anni di studi abbandonò il progetto per l'incapacità di sintetizzare molecole specifiche e brevettarle. Allo stesso tempo si decantano le notevoli proprietà antitumorali della graviola e la mancanza degli effetti collaterali tipici dei farmaci chemioterapici (affermazione non del tutto esatta). Aldilà delle considerazioni più maliziose e dei piani marketing, non dobbiamo dimenticare: a) l'assenza di studi clinici significativi sull'uomo; b) la possibile interferenza con concomitanti terapie chemioterapiche; c) le difficoltà di standardizzazione dei principi attivi, legate agli innumerevoli fattori che influenzano la resa della pianta, ma anche a possibili sofisticazioni. Oltretutto, la graviola produce effetti collaterali non trascurabili, come quelli ipotensivi, vasodilatatori e cardiodepressivi (diminuisce l'eccitabilità miocardica); tra gli altri possibili effetti collaterali si sottolineano la nausea ed il vomito (ad alte dosi) ed i disordini del movimento, con mieloneuropatia e sintomi simili a quelli della malattia di Parkinson. In caso di utilizzo prolungato, l'effetto antibatterico potrebbe alterare la normale flora batterica intestinale. L'utilizzo di graviola è sconsigliato in soggetti ipotesi o cardiopatici; prudenza nei pazienti in trattamento con farmaci ipotensivi. Non usare durante la gravidanza e l'allattamento.
Per quanto esposto nell'articolo, è a dir poco essenziale che ogni eventualità d'utilizzo venga preventivamente discussa con personale sanitario esperto ed informato sulle modalità d'uso, sui potenziali effetti collaterali e sulle interazioni farmacologiche della graviola.