La due volte governatrice con il Pd, ai domiciliari: pericolo di reiterazione del reato.Maria Rita Lorenzetti, attuale presidente di Italferr, è stata arrestata questa mattina e condotta ai domiciliari, coinvolta nell’inchiesta sul nodo fiorentino dell’alta velocità. Per due volte presidente della Regione Umbria con il Partito Democratico, la donna – stando a quanto spiegato in un primo momento dal suo legale, Luciano Ghirga – era accusata di inquinamento probatorio. È poi emerso che la misura cautelare è stata decisa per evitare il rischio di reiterazione del reato. L’indagine portata avanti dalla procura di Firenze ha coinvolto 31 persone e portato a molte perquisizioni su tutto il territorio italiano. La Lorenzetti aveva già ricevuto un avviso di garanzia, dove si ipotizzavano i reati di corruzione, associazione a delinquere e abuso di ufficio. Secondo l’accusa, la presidente di Italferr avrebbe spinto perché venissero pagate due società impegnate nei lavori che ancora non avevano visto quanto spettava loro. In cambio avrebbe ottenuto alcuni favori professionali per il marito. La difesa sostiene invece che i “vantaggi per il marito” siano “assolutamente inesistenti”.Provvedimenti sono stati notificati anche al geologo Valter Bellomo, a Furio Saraceno (Nodavia), Valerio Lombardi (Italferr), al consulente Alessandro Coletta e a Aristodemo Busillo della Seli.
Un caso in sordina, quello della Lorenzetti, ex governatrice Pd dell’Umbria, arrestata pochi giorni fa per corruzione. Del suo rapporto privilegiato con la Finocchiaro abbiamo già detto. Ma passano i giorni e abbiamo sempre più particolari sul sistema Pd. La Lorenzetti voleva finire in un authority, quella dei trasporti. E si attivava con tutti. Maria Rita Lorenzetti, come riporta Il Fatto, dopo aver tentato inutilmente di fare pressioni sull’attuale presidente del Consiglio per pilotare la sua nomina alla guida dell’autorità dei trasporti, muove ogni casella possibile. Si affida all’amica Anna Finocchiaro che la rassicura dicendole, fra l’altro, di aver già fatto il suo nome a Pier Luigi Bersani, all’epoca segretario del Pd; e a Vito Riggio, dal 2003 presidente dell’Enac, candidato alla guida dell’Authority che si mostra sostenitore di Lorenzetti: “Rita non fare casino (…) a noi non ci serve il tuo ritiro perché comunque il Pd uno lo deve mettere (…) e l’unica donna che può andare per il Pd sei tu”. La Finocchiaro il 14 settembre dice alla Lorenzetti: “Io ho suggerito a Bersani che se torna in ballo l’Autorità sui Trasporti… ci metto te”. Lorenzetti ribatte: “Ci metti me? Amore mio, ti ringrazio”. La nomina non arriverà per poco… ma l’unione di intenti è chiara…