Nel silenzio generale, Renzi sta per imporre agli italiani una nuova e odiosa tassa: quella sulla giustizia. Se i cittadini vogliono far valere i propri diritti, dovranno pagarli cari. E se non possono permetterselo, saranno costretti a subire torti e soprusi: il decreto legge sulla riforma della Pa e l’efficienza degli uffici giudiziari stabilisce infatti una serie di ulteriori aumenti a pioggia per il contributo unificato (il c.u. è una tassa sulle cause civili e amministrative, che si paga all'inizio del procedimento) pari a circa il 15%. Una somma mostruosa.
Dopo gli aggravi già disposti dai precedenti provvedimenti, arriva un’altra stangata per il semplice accesso al sistema giustizia a carico dei cittadini che vogliono iniziare un procedimento per far valere i propri diritti. Un modo brutale e iniquo di fare cassa, senza assicurare in alcun modo il miglioramento qualitativo del settore. Pagheremo quindi una nuova tassa per avere servizi scadenti: cause di lavoro, liti tributarie, ricorsi e controversie civili e amministrative saranno più costosi senza diventare minimamente più efficienti. È manifesta la volontà deterrente del Governo, che intende generare atteggiamenti di autorinuncia e scoraggiare la proposizione di nuovi contenziosi, come ad esempio quelli presentati dalla Onlus per la protezione ambientale. E a proposito degli standard europei, in Svezia e Finlandia c’è l'esenzione del pagamento di ogni tassa per accedere alla giustizia; in Irlanda, si paga un massimo di 125 euro; in Belgio, 82 euro; in Austria, 175 euro; in Gran Bretagna 180 sterline; in Olanda, 150 euro. I cittadini italiani, per vedere tutelati i propri diritti, possono arrivare a pagare fino a 1.600 euro per un primo grado, fino a 2.500 euro in grado di appello e fino a 3.200 euro per la Cassazione.
Lo Stato diventa mero esattore, violando di fatto il diritto di accesso agli organi di giustizia e rendendo così più oneroso il ricorso ai Tribunali da parte di chi ne ha bisogno. I cittadini e le imprese, in definitiva, vengono discriminati in base alle disponibilità economiche: si tratta di una misura incivile e antidemocratica che penalizza i più deboli a vantaggio dei più forti. È la riforma dell’Ingiustizia. Il M5S ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità, a prima firma di Andrea Colletti - Deputato del M5S, per palese violazione del diritto alla difesa, del principio di uguaglianza e della progressività contributiva stabiliti dalla nostra Carta fondamentale. Con il Governo Renzi, alcuni cittadini sono più uguali degli altri di fronte alla legge.