FOCUS RIFORMA GIUSTIZIA CIVILE: C’entrano qualcosa le banche con la riforma della Giustizia civile? - Roberta Clerici

FOCUS RIFORMA GIUSTIZIA CIVILE:  C'entrano qualcosa le banche con la riforma della Giustizia civile?
In queste ore i giornali riportano analisi sui punti critici della riforma della giustizia penale, prescrizione, intercettazioni, falso in bilancio etc.., col risultato che della riforma della giustizia civile, ovvero l’unica che molto probabilmente verrà votata oggi dal Consiglio dei Ministri, nessuno parla.
A pensare male si fa peccato… ma poiché è una tecnica politica quella di pilotare l’attenzione pubblica su un tema, per poi procedere senza particolari intoppi su altro, vale la pena ricordare che la riforma del settore civile riguarda milioni di Italiani che – di punto in bianco – si ritroveranno a fare i conti con modifiche sostanziali.
Non che tutti i punti siano da scartare, anzi. Divorziare senza passare dal Giudice, o avere l’accesso al gratuito patrocinio anche per pagare le transazioni, sono belle conquiste, assieme ad altre, ma permane una generale sensazione che anche questa ri-forma andrà a favorire caste e lobbies, banche in testa.
Tanto per cominciare Renzi annunciò che per la prima volta in Italia i cittadini sarebbero stati consultati on-line, attraverso il sito del Ministero della Giustizia. A parte che la consultazione dura fino al 31 agosto, mentre il testo è in discussione oggi (i!), molti cittadini non si sentono autorizzati ad intervenire, perché magari si sentono poco competenti.
Invece sarebbe fondamentale che lo facessero, perché sennò il rischio è che la riforma cada dall’alto (come comunque ac-cadrà) senza nemmeno un tentativo di offrire visioni diverse ed innovative, specie da parte di coloro che faticano a tirare la fine del mese.
La riforma prevede una fortissima accelerazione per il recupero crediti, mediante accesso ai dati dei conti in banca, procedure più rapide e snelle, più potere agli Ufficiali giudiziari, esecutorietà delle sentenze di primo grado, filtri per le impugnazioni etc.
Bene potrebbero dire in molti! Chi di noi non è mai impazzito per recuperare una somma che qualcuno ci deve e magari ha rinunciato dopo inutili solleciti pur di non stare in causa 10 anni. Ma altrettanto a chi di noi non è mai capitato di ricevere una richiesta di pagamento del tutto folle, esagerata, o persino immotivata?
La riforma non prevede nulla per castigare questi “cattivi creditori” e la cosa è davvero preoccupante. Una ri-forma, ovvero qualcosa che si prefigge di dare una nuova forma all’esistente, deve essere organica e doveva prevedere rimedi per entrambi i problemi ed invece, almeno per come è stata presentata, parte dal presupposto che in questo paese tutti i debitori sono totali farabutti, mentre tutti i creditori degli assoluti santi.
Epperò sappiamo che non è così. Banche, Equitalia, assicurazioni, amministrazioni di condominio… non sempre i creditori si comportano bene! Lo sappiamo dalle cronache, ma anche dall’esperienza.
Dove c’è corruzione etica e malaffare, questo si insinua ovunque e ci sono creditori che senza tanti complimenti pignorano immobili e beni pur sapendo di non avere tutte le carte in regola, o magari dopo aver fatto firmare contratti capestro scritti “piccolo, piccolo”.  Banche – (le fatidiche banche!) che magari hanno maturato il credito applicando interessi sugli interessi, agenzie di riscossione tributi che pretendono somme anche non dovute o prescritte, agenzie di recupero crediti che chiedono interessi oltre il saggio legale, gente senza scrupoli a cui è bastato un credito di 500 euro per pignorare una casa, mettere tutta una famiglia in strada e magari mandare amici e conoscenti a partecipare all’asta. Senza parlare di quei professionisti che hanno emesso una parcella spropositata o amministratori di condominio particolarmente distratti nei conteggi.
Ecco che i creditori non sono affatto tutti santi ed agevolarli indiscriminatamente con una serie di interventi normativi, ovvero un’autostrada a 6 corsie, è davvero pericoloso per un sistema fragile come il nostro.
Siccome è necessario voltare pagina ed abbreviare i tempi biblici, andava previsto un sistema di contrappeso nel recupero crediti. Magari automatico. Ad esempio se una banca viene scoperta a citare ingiustamente un cittadino per interessi illegali, una norma che imponga di rimborsarlo 5 volte tanto. Idem per il professionista beccato a gonfiare ad arte una parcella.. radiato per sempre senza appello. A queste condizioni, una riforma ci stava anche, ma in assenza di correttivi, sembra fatta apposta per agevolare solo una parte.
Ed è qui che si insinuano i dubbi più forti, ovviamente da accertare, che tutta questa fretta sia dettata più dallo stato di sofferenza delle banche Italiane, che hanno in pancia troppi insoluti e dalle pressioni degli organismi sovranazionali che le guardano a vista, che dai bisogni dei singoli cittadini o delle piccole e medie aziende.
Il governo ci ha detto che la norma è pensata per le imprese che faticano a recuperare i crediti e ripetendolo a tamburo ne ha fatto uno slogan. Sembra però dimenticare che sono le stesse imprese che da anni gridano allo scandalo per essere vessate sopratutto da banche ed Equitalia, addirittura promuovendo referendum e raccolta firme per sollecitare soluzioni.
Senza scordare che tra i primi debitori delle imprese c’è proprio lo Stato, è ben curioso che l’incipit che il Ministero della Giustizia ha scelto per motivare la sua riforma della giustizia civile sia proprio un rapporto - guarda caso - della Banca Mondiale, (Giustizia.it -Riduzione dei tempi) che lamenta i tempi di recupero crediti, piuttosto che quello del CEPEJ, ovvero la commissione europea per l’efficienza della giustizia, che segnala una rosa di problemi ben più ampi.
A fronte di ciò viene un dubbio: non è che l’Italia abbia ricevuto pressioni sopranazionali per concentrarsi sull’accelerazione del processo esecutivo, rendere immediatamente esecutive le sentenze di primo grado e limitare le impugnazioni per consentire alle banche Italiane di rientrare velocemente dei crediti insoluti iscritti a bilancio?
C’entra qualcosa il fervente dibattito sulla costituzione di ”Bad Bank“ ove farli confluire? Sono decine e decine gli articoli riguardanti gli allarmi sullo stato di salute della banche Italiane, con gli interventi del FMI, le relazioni di Abi, BANKITALIA ,etc (alcuni link in fondo pagina) e – sarà solo una coincidenza- ma in gran parte sono di poco antecedenti alla pubblicazione sulle linee guida della riforma.
Eppoi chissà perché facendo un giro in Tribunale nelle sezioni delle esecuzioni si ha l’impressione che tra i pignoranti ci siano spesso i soliti noti ed alle successive aste, specie quelle succose, compaiono.. altri soliti noti. Non solo il circuito è sempre stato piuttosto chiuso, ma adesso sembra che le banche vogliano creare direttamente holding per acquistare immobili venduti all’asta. Come dire: li mando all’asta oggi e domani li ricompro a prezzi vantaggiosi. Sul sito di Repubblica (Economie e Finanza) si può leggere: 
“Nel piano strategico al via il 28 marzo l’ad Carlo Messina prepara annunci rilevanti in materia. Dovrebbe nascere un’unità di business dedicata, in cui collocare la Rehoco (Real Estate Home Company, piccola holding dedicata ai mutui e al riacquisto di immobili in asta fallimentare)”.
Allora nel proporre una riforma del processo esecutivo bisognerebbe essere onesti, fare due o tre studi statistici per distinguere i cattivi pagatori da coloro che vengono vessati, i reali creditori da quelli in malafede, castigare coloro che coi debiti fanno business sporchi e prevedere sistemi che garantiscano livelli di giustizia equa alle parti in causa, ma non coi decreti d’urgenza, che mal si conciliano col concetto stesso di riforma. E siccome chi fa furbo di professione troverà comunque modo di nascondere i propri tesori alle Cayman o dietro fiduciarie, riconoscere che il rischio di dare tutti i privilegi solo ai creditori, in questo paese, è quello di fare male a coloro che già sono alla canna del gas.
Quindi è bene che i cittadini dicano la loro, anche e soprattutto sulla Giustizia Civile anche se il tema sembra …apparentemente noioso.
Roberta Clerici

11 Foto della natura che mostrano dei colori mai visti.


Le foto della natura a volte mostrano una realtà magica, che va al di là dell’umana comprensione. Una fotografia è qualcosa che cattura un istante, le emozioni che regalano le foto in bianco e nero sono uniche, ma quando davanti all’obiettivo della macchina fotografica troviamo uno scenario ricco di colori, come una tela con pennellate intense di colori sgargianti, allora non si può non rimanerne affascinati.
Queste foto della natura che vogliamo condividere con voi ritraggono dei paesaggi naturali degni dei migliori pittori al mondo.
Gli impressionisti come Claude MonetPierre-Auguste Renoir o Jacob Abraham Camille Pissarro non avrebbero saputo creare paesaggi più belli neppure sfruttando tutta la varietà delle loro tavolozze.
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La sorgente termale Grand prismatic spring nel parco di Yellowstone, nel Wyoming, Stati Uniti. Foto di: Yann Arthus-Bertrand (Corbis)
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La Wave rock, una formazione rocciosa in Arizona, Stati Uniti. Foto da: Getty Images
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Gli alberi di Dead Vlei, nel deserto della Namibia. Foto da: Getty Images
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I campi di senape a Luoping, nella provincia cinese dello Yunnan. Foto da: Getty Images
Foto natura 02
Il Fly geyser nel deserto Black Rock del Nevada, Stati Uniti. Foto di: Keith Kent (Corbis)
Foto natura 03
Il monte Roraima nella regione della Gran Sabana, nello stato venezuelano di Bolívar. Foto di: Philip Lee Harvey (Corbis)
Foto natura 04
Il parco geologico di Zhangye Danxia, nella provincia di Gansu, in Cina. Foto da: Corbis
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L’area geotermale di Dallol, in Etiopia. Foto di: Dr. Richard Roscoe (Getty Images)
Foto natura 06
La porta dell’inferno, un cratere nel deserto del Karakum, in Turkmenistan. Foto da: Getty Images
un campo di tulipani ad Alkmaar, nel nord dei Paesi Bassi. Foto di: Hollandluchtfoto/Getty Images
Un campo di tulipani ad Alkmaar, nel nord dei Paesi Bassi. Foto di: Hollandluchtfoto (Getty Images)
Le grotte del lago Carrera dette le cattedrali di marmo, nella Patagonia cilena. Foto di George Lepp (Corbis)
Le grotte del lago Carrera dette le cattedrali di marmo, nella Patagonia cilena. Foto di: George Lepp (Corbis)

Erice, 29 agosto 2014.


Il 29 agosto ci siamo recati a Partinico per restituire l'holter cardiaco, ECG dinamico, che Sara aveva indossato il giorno prima e per la seconda volta, visto che la prima volta non aveva funzionato a dovere smettendo di registrare i battiti cardiaci dopo solo sei delle 24 ore previste. 


Il giorno prima, infatti, per evitare che si verificasse la stessa anomalia della volta precedente, abbiamo provveduto a portare noi una batteria nuova fiammante
Ed abbiamo fatto bene, perchè, anche se ci avevano fissato l'appuntamento, avevano dimenticato di mettere la batteria dell'holter sotto carica e avremmo, pertanto, rischiato di non concludere nulla per la seconda volta.   

  

Per scaricare la tensione accumulata e cambiare aria, abbiamo deciso di fare una capatina ad Erice.

Quest'anno, per vari motivi, non ci eravamo potuti permettere una vacanza vera e propria, ma solo capatine in giornata in posti più o meno artistici ed ameni; oltretutto avevamo, finalmente, un'auto decente, più comoda ed efficiente della precedente, potevano affrontare anche qualche kilometro in più.  

Siamo arrivati ad Erice oltre l'ora di pranzo, quindi, posteggiato l'auto, siamo andati direttamente in piazza a mangiare qualcosa.
Dopo aver calmato i morsi della fame, 
ci siamo messi in moto per ammirare le bellezze di questo splendido paese medioevale.
Ecco che cosa abbiamo visto:







Cetta