venerdì 29 maggio 2015

Scoperto un nuovo 'nonno' dell'uomo.


Era un ominide contemporaneo di Lucy.


La piu' celebre antenata dell'uomo, Lucy, era tutt'altro che sola: dopo la recente scoperta dell'australopiteco chiamato Little foot, il 'ritratto di famiglia' dei nostri progenitori si arricchisce con una nuova specie chiamata Australopithecus deyiremeda. Lo ha scoperto Yohannes Haile-Selassie, del Museo di Storia naturale di Cleveland, che lo ha descritto su Nature. L'ominide viveva, come Lucy, nell'attuale regione degli Afar, in Etiopia, all'incirca 3,5 milioni di anni fa, ossia nello stesso periodo nel quale e' vissuta Lucy.

''E' una nuova conferma che la specie di Lucy, Australopithecus afarensis, non e' l'unica potenziale antenata dell'uomo, tra le molte che popolavano la regione di Afar nel Pliocene'', ha spiegato Haile-Selassie. ''Prove fossili dal sito di Woranso-Mille mostrano chiaramente - ha aggiunto - che ci sono stati almeno due, se non tre, possibili progenitori umani che vivevano nello stesso momento e tutti vicini tra loro''.

Scoperta nel 1974, Lucy e' stata considerata a lungo l'ominide da cui si sarebbe evoluta la specie Homo, ma i recenti ritrovamenti di nuove specie di Austrolopitechi mettono ormai in discussione questa teoria. La famiglia dei possibili 'nonni' dell'uomo continua infatti ad allargarsi.

La nuova specie, di cui sono stati individuati i fossili di denti e mandibola, e' stata chiamata Australopithecus deyiremeda, dal linguaggio utilizzato in questa regione e sta a significare 'il parente piu' vicino'. Il nuovo ominide 'abitava'infatti a soli 35 chilometri da sito in cui viveva Lucy.

giovedì 28 maggio 2015

LA TRAGEDIA GRECA: SENZA ANAGNORISIS NON C'E' CATARSIS. - Charlie Brown




Nessuno può negare che la situazione greca sia una tragedia vera. Quale sia l’entità delle sofferenze del paese lo si intuisce leggendo "The Lost Continent" di Gavin Hewitt, editore della BBC per l’Europa.

Parlo di questo. 

Secondo Aristotele, la sfortuna dell’eroe tragico è da ricondurre alla sua hamartia, ossia ad un suo errore di fondo che lo precipita in una serie di eventi negativi provocandone la rovina. Dalla sua disgrazia l’eroe tragico attiene però una illuminazione circa la realtà vera, l’anagnorisis. Esito del tutto è la catarsi, una purificazione ed un rinnovamento. 
Insomma: vederci chiaro dopo il proprio fondamentale errore, purificandosi e rinnovandosi.

Nulla di ciò è presente nella attuale tragedia greca, che assume quindi i connotati di una sordida disavventura.
L’hamartia, il tragico errore di fondo c’è, eccome. Alberto ha più volte sottolineato che tale errore consiste nell’aver consegnato al mercantilismo ed agli appetiti della finanzia internazionale il “sogno europeo”. L’incarnazione di tale errore, di tale ripugnante e mostruoso accoppiamento tra ideali ed egoistiche mire è l’euro, vincolo assurdo e strumento di sopraffazione. 

L’attuale crisi greca, come le precedenti, non è che la manifestazione pratica di tale voluta ottusità. È una crisi che non ammette soluzione razionale perché è il sintomo di una irrazionalità di fondo.

Tecnicamente si possono confrontare le “ipotesi” e le pie intenzioni dell’ultima lista di "riforme" con l'andamento reale   dell’economia greca la quale, sulla base dei propri flussi finanziari interni, ha già fatto default sull'ultima rata dovuta al FMI .
Chi poi sia responsabile dell’insostenibile debito greco e come l'imbroglio e l'avidità dei grandi interessi economici e finanziari abbiano peggiorato una situazione già in partenza assurda è noto a tutti coloro che si informano un minimo.
È l’anagnorisis, l’apertura degli occhi alla realtà, che manca del tutto.

Edipo che continua pervicace nell’incesto perché non vuole capire. Vederci chiaro sulla Grecia è l’ultima cosa che gli Euro geni vogliono. Un po’ per superbia un po’ per paura e per terrore .
Raggiungiamo noi l’anagnorisis dunque: apriamo gli occhi alla fondamentale verità di questa lunghissima crisi:

1) Se la crisi si “risolve” (con un commissariamento ed con nuovi “aiuti” – si mormora ad alta voce di un nuovo bail out se il paese capitola alle condizioni dei creditori) l’euro è fallito politicamente poiché è fallito l’ideale di mettere in comune le proprie istituzioni per progredire insieme ed in pace.
Emerge in tale scenario che, soprattutto a causa dell’Euro, nel continente vale la regola del più forte e del più furbo. “Might is right”.

2) Se la crisi non si risolve (e la Grecia esce dall’eurozona o fa la fine di Cipro) l’euro è fallito tecnicamente. Ma è fallito anche politicamente poiché esso è stato dichiarato chiave d'arco dell’intera costruzione europea.
Il risultato non cambia: l’euro è già ampiamente fallito.
Quale la catarsi?
Molto semplice: la purificazione dalla velenosa menzogna che indentifica l’euro con la convivenza ed il progresso in Europa.
Una menzogna alla quale si vuole continuare a credere e per la quale si vuole continuare a “combattere” ma che resta sempre e solo questo: una bugia.

Fonte: http://goofynomics.blogspot.it
Link: http://goofynomics.blogspot.it/2015/05/la-tragedia-greca-senza-anagnorisis-non.html
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=4114

L'ITALIA E' IL SECONDO PAESE CAVIA DELL'ESPERIMENTO LIBERISTA DOPO LA GRECIA. - Giorgio Cremaschi



Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano.

Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi. Quella che doveva essere un'alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra. Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.

Oggi l'Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del '53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti. 

Oggi grazie al trucco del ballottaggio, che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il PD che, aldilà dell'exploit delle europee si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli. 

Ho detto il PD ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.

Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all'esecutivo. Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura. Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi. 
Ci sarà una sola camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo. Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli. E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.

Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?

Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria. Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi. Che come presidente della BCE continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.

Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei "periferici" e in crisi.

Queste costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l'euro.

Con toni più brutali un editoriale de Il Sole 24 Ore, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del fiscal compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili. Non crediate di avere dei diritti si diceva una volta.

I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile. La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.

Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto. Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media. Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l'ha fatta.

La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta. È un errore credere che egli sia un democristiano. No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare. È questo ruolo è tutto all'interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale. Matteo Renzi ha scalato il PD, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto. Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere. Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese. Crispi alla fine dell'800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.

Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell'esperimento liberista dopo la Grecia. In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso. Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali. Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica. Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse. A questo serve la mutazione genetica del PD in partito della nazione. Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.

Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna. Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile. Quello che vuole il segretario del PD è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.

Renzi è l'espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell'Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire. Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell'Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo. Poi c'è il Movimento 5 stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo. E infine c'è l'arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale. La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.

Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più PD. È un segnale importante, ma insufficiente. Occorre un rottura più profonda. Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario. Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il PD nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.

Ci vogliono scelte nette per costruire l'alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il PD ed i suoi alleati.


Fonte: http://temi.repubblica.it/
Link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-votare-pd-unico-antidoto-al-potere-assoluto-renziano/?h=0

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15094

DENUNCIATO UNO DEI MASSIMI SPONSOR SCIENTIFICI DELLA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI AI BAMBINI.

DENUNCIATO UNO DEI MASSIMI SPONSOR SCIENTIFICI DELLA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI AI BAMBINI: ERA A LIBRO PAGA DELLE MULTINAZIONALI DEL FARMACO
Il principale sostenitore della terapia farmacologica ai minori é a libro paga dei produttori di farmaci!
Un nuovo grave scandalo per conflitto di interesse parte dalla Medical School di Harvard negli Stati Uniti ed investe l’Europa: il Prof. Joseph L. Biederman, professore di psichiatria presso la Harvard Medical School e direttore dell'Istituto di Psicofarmacologia pediatrica presso il Massachusetts General Hospital di Harvard, uno dei più autorevoli sostenitori al mondo della terapia a base di psicofarmaci sui bambini per problemi della Condotta e Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD), è a libro paga di una multinazionale farmaceutica.
A lui si deve in larga misura se a bambini di due anni è stata fatta diagnosi di "disturbo bipolare" e se sono stati trattati con un potente cocktail di farmaci, molti dei quali mai approvati per tale patologia dalla Food and Drug Administration (FDA) e nessuno dei quali autorizzato per minori di dieci anni.
L’esperto, sui cui lavori scientifici si basano anche nel nostro paese molte strategie terapeutiche sui minori, pubblicava studi clinici in teoria ‘indipendenti’ sull’efficacia dei farmaci, e contemporaneamente incassava denaro per consulenze private da parte dei produttori dei farmaci.
L'autorevole quotidiano americano New York Times ha diffuso la notizia secondo la quale il Dott. Joseph Biederman, uno dei massimi esperti mondiali sul disturbo bipolare, aveva presentato i risultati dei propri trials clinici sull'efficacia del Risperidone a esponenti della Johnson & Johnson, azienda produttrice dell'antipsicotico ‘Risperdal’, prima ancora di iniziarli.
L'esperto, che ha redatto molte delle linee guida a livello internazionale che regolano la somministrazione di antipsicotici ai bambini, utilizzati anche su bambini iperattivi e distratti, citava apertamente e con certezza – in via anticipata - la circostanza che le sperimentazioni di questa molecola sui minori avrebbero dato esito positivo.
Gli inquirenti hanno inoltre esibito email e documenti interni della multinazionale farmaceutica che dimostrano come la società intendesse servirsi del suo rapporto privilegiato con il dottor Biederman per aumentare le vendite degli psicofarmaci, incluso il famoso ‘Concerta’ (metilfenidato, stesso principio attivo del Ritalin), psicofarmaco per la sindrome “ADHD” (Iperattività e Deficit di Attenzione), con studi pilotati atti a ridimensionare i pericoli di effetti collaterali sui piccoli pazienti.
Il medico, che è al centro di una vera e propria bufera mediatica e giudiziaria, anche per non aver saputo spiegare in modo convincente la provenienza di ingenti somme in dollari sui propri conti bancari personali, ha tardivamente redatto una lettera di scuse e di assunzione di responsabilità, firmata con altri due colleghi coinvolti nell’inchiesta, che sta circolando in ambiente medico.
Dal momento che le aziende farmaceutiche non hanno accesso diretto ai pazienti, esse hanno l'esigenza di appoggiare le loro sperimentazioni ad atenei medici, dove i ricercatori ottengono di poter utilizzare, a scopo didattico, pazienti di ospedali e cliniche, o di società private di ricerca (CROs), che attraverso i medici di base arruolano pazienti.
Sebbene le CROs siano di solito più efficienti, i finanziatori preferiscono utilizzare le scuole mediche, sia perché la ricerca condotta da queste è formalmente più quotata, ma soprattutto perché consentono loro di sfruttare la grande influenza di medici ritenuti poter rappresentare l'opinione prevalente o essere considerati "key opinion leaders "(KOLs) ovvero 'leader di opinione'.
Sono queste le persone che scrivono libri e articoli su riviste mediche, redigono le "linee guida", occupano posti importanti nella FDA governativa ed in altri gruppi di consulenza, o in rinomate società professionali, e prendono la parola in innumerevoli riunioni e cene che si svolgono ogni anno per ragguagliare i clinici sui farmaci da prescrivere.
L'avere un "KOLs" come il Dr. Biederman sul libro paga vale ogni centesimo speso.
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Fonte: denuncia del New York Times
"La verità sulle case farmaceutiche"
Marcia Angell, direttrice per oltre vent'anni del New England Journal of Medicine.
Tratto da “The New York Review of Books, vol. 56 n.1, del 15 gennaio 2009.

mercoledì 27 maggio 2015

Il Vitalizio è morto, lunga vita al Vitalizio. - Hieronymus Haller Bosch



Il Vitalizio è Apatia. 
Il Vitalizio è Rassegnazione. 
Il Vitalizio è Fatalismo. 
Il Vitalizio è Corruzione.

Ogni anno i cittadini delle 20 Regioni italiane sono tenuti a pagare spontaneamente e allegramente quasi 3.200 Vitalizi a ex consiglieri regionali del pdlegaselfi (ed affini).

Ogni anno i cittadini della regione Veneto spendono felicemente per 226 ex consiglieri (+45 familiari Reversibili!) di più in vitalizi che per le indennità ai consiglieri.
 “Una regione dove il passato costa più del presente”.

Ogni anno i cittadini della regione Liguria offrono con fiducia quasi 5 milioni di euro per 131 vitalizi erogati a ex statisti regionali. Con una legislatura alle spalle 1.755 euro. Con due legislature, 3.511 euro. Con tre legislature Vitalizio da 5.266 botte.

Ogni anno i cittadini della regione Umbria donano a 93 ex consiglieri regionali,4 milioni di Vitalizi che costano più del doppio (1,9 milioni) del trasporto scolastico. 

Ogni anno i cittadini della regione Puglia, sono lieti di pagare 134 vitalizi diretti agli ex consiglieri e 39 assegni di reversibilità che costano 13 milioni di pappine. 
Per i nuovi consiglieri/statisti regionali, invece, visto che per ciascuna legislatura verseranno 40.000 euro, alla fine se ne ritroveranno accreditati dai cittadini 140.000 euro. 

Ogni anno i cittadini della regione Marche, sperperano spensieratamente 4 milioni in Vitalizi, in media 340 mila euro al mese per 127 consiglieri regionali in pensione o loro eredi aventi diritto, il doppio  del costo del Trasporto Pubblico Locale.

Ogni anno i cittadini della regione Campania, regalano 31 milioni di pappine per i Vitalizi regionali che vanno da un minimo di 2.504 a un massimo di 5.258 euro al mese con un regalo rispetto ai contributi versati che per molti consiglieri/statisti ha superato i 600 mila bruscolini. 

Ogni anno i cittadini della regione Toscana, pagano sorridendo circa 4,6 milioni di euro per i vitalizi di ex consiglieri regionali, ex assessori o relativi familiari. Circa 382mila euro al mese per157 beneficiari di cui 46 di loro sono eredi (Conti, Marchesi, Principi!). 

Il Vitalizio è il simbolo del Partito degli Astenuti che
“Vince sempre ma non festeggia mai”. 

Metteteci alla prova.
Vivi non Votare il Vitalizio, l'indennità di fine mandato ed i rimborsi forfettari. 
Vota la Vita Vota Il Reddito di Cittadinanza :-))


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Pd, la legge sui partiti che fa fuori il M5s. Firmata dai big, voluta da Renzi: se passa, i 5 stelle non si potranno candidare. - Pietro Salvatori

RENZI GRILLO

Se passa questa legge il Movimento 5 stelle non potrà più candidarsi alle elezioni. Non ci sono scappatoie, non ci sono questioni interpretative. E "questa legge" non è una legge qualsiasi, ma un testo presentato ufficialmente da tutta la filiera direttiva del Partito democratico.
Tre articoletti snelli, illustrati oggi a via del Nazareno da Matteo Orfini (presidente del partito), Lorenzo Guerini (vicesegretario) insieme a Nico Stumpo e Andrea Di Maria. il testo disciplina "La democrazia interna dei partiti". E spiega che, per potersi candidare alle elezioni, è necessario che qualunque movimento politico acquisisca personalità giuridica, con tanto di statuto e regolamenti che rispondano a determinati canoni.
Esattamente quello che Beppe Grillo ha sempre rifiutato di fare. Anzi, il "Non Statuto" e la forma liquida dell'organizzazione interna sono sempre stati vanto e fiore all'occhiello di tutti i 5 stelle. "Noi non siamo come tutti gli altri, noi siamo una comunità di cittadini che si auto-organizzano liberamente". Tutto questo non sarebbe possibile se la legge sui partiti passasse. In quel caso o il M5s dovrebbe rinnegare uno dei suoi cardini costitutivi, accettando di assumere una forma partito, o sarebbe irrimediabilmente fuori dalle prossime elezioni.
Il Pd fa sul serio. "Ci sono state tante proposte da parte di singoli parlamentari - ha spiegato - Ma tengo a sottolineare che questa è la proposta del Pd, di tutto il Pd". Plastica la presenza al suo fianco di Orfini, presidente e leader dei Giovani Turchi, del cuperliano De Maria e del bersaniano Stumpo. E in calce alla proposta si legge anche la firma di Gennaro Migliore, ex Sel. Il testo, depositato stamattina a Montecitorio, è stato presentato al Senato da due pezzi da novanta come Luigi Zanda e Anna Finocchiaro. "Il testo dà attuazione all'articolo 49 della Costituzione - spiega Guerini - ed è un naturale completamento all'Italicum".
L'intento è quello di rendere più trasparente e controllabile la vita democratica dei partiti. Gli estensori parlando del "rispetto di puntuali standard di democrazia interna". Quali? È presto detto: "La disciplina delle procedure di ammissione e di espulsione, l'ambito di applicazione della regola maggioritaria, gli strumenti posti a tutela delle minoranze, le modalità di selezione delle candidature alle cariche pubbliche e le procedure per la scelta del leader".
Ovvio che il respiro sia generale, che parli a tutti gli attori in campo. Così come è ovvio che con una formulazione del genere agli uomini di Grillo possano fischiare le orecchie. Orfini è secco: "La nostra è una norma a favore della trasparenza e della democrazia: se Grillo è contrario alla trasparenza e alla democrazia è un problema di Grillo, non di questa proposta di legge, né tantomeno del Pd.
"Oggi dimostriamo la capacita' del Pd di costruire unità - prosegue il presidente Dem - e sfidiamo anche le altre forze politiche a dimostrare coerenza con i loro proclami. Verificheremo in Parlamento chi ha davvero voglia di rendere il nostro sistema più trasparente e democratico".
Fine del discorso. Se il M5s ci vorrà stare, bene, altrimenti ne trarrà le conseguenze. Nessuna scappatoia possibile. Viene scritto infatti nero su bianco che "l'acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l'elezione della Camera dei deputati".
Il primo tassello di un trittico che comprenderà un intervento anche sulle primarie e sulla regolamentazione delle fondazioni. In occasione dell'inchiesta che ha coinvolto quella di Massimo D'Alema, si parlò proprio della legge sui partiti come risposta alla forte richiesta di Raffaele Cantone di studiare una legge ad hoc. Non sarà così. "Ma stiamo facendo un lavoro di coordinamento per studiare una proposta specifica", spiega De Maria. "Noi condividiamo le preoccupazioni di Cantone - aggiunge Orfini - sull'utilizzo delle fondazioni come strumento parallelo alla politica. Oggi l'opacità è permessa dalla legge. Serve una maggiore trasparenza, anche e soprattutto su come vengono reperite e spese le risorse".
Si vedrà nelle prossime settimane. Intanto il Pd fa sul serio sulla legge sui partiti. Manca solo la firma di Matteo Renzi. Ma solo perché non è in Parlamento. Tutto il gotha del partito ha apposto la propria firma ed è intenzionato ad andare avanti. Che al M5s piaccia o meno.

http://www.huffingtonpost.it/2015/05/26/pd-legge-sui-partiti-che-fa-fuori-il-m5s_n_7441746.html?ir=Italy

Questo fanno Renzi e il suo PD...con metodi discutibili e niente affatto democratici.
Quindi, per il PD "l'acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l'elezione della Camera dei deputati" vale più della fedina penale pulita, dell'etica personale. 
Non hanno mai fatto una legge che evitasse a Berlusconi, condannato in via definitiva per truffa allo Stato,di entrare in Parlamento a legiferare pro domo sua!
Hanno una paura fottuta del m5s che sta rendendo pubbliche tutte le loro magagne, i loro sotterfugi, per non parlare della loro corruzione.
Affermano, inoltre, che con questa legge stanno attuando l'art. 49 della Costituzione che recita: 

"Articolo 49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale."

Che c'entra lo statuto?

Cetta. 

Fifa, vertici del calcio sotto accusa per corruzione: Fbi ordina arresti a Zurigo.



Retata nell'albergo che ospita il meeting annuale. Sei persone arrestate, almeno altre otto ricercate. Sotto indagine anche il numero uno Sepp Blatter, che la settimana prossima punta alla quinta rielezione consecutiva.

L’operazione delle autorità svizzere è scattata all’alba e ha portato all’arresto di sei responsabili della Fifa che saranno estradati negli Usa dove dovranno rispondere dell’accusa di corruzione. La ‘retata’ – riporta il New York Times – è avvenuta al Baur au Lac hotel dove i leader dell’organismo che governa il calcio mondiale sono riuniti per il loro meeting annuale. Dopo essersi fatti consegnare le chiavi gli agenti sono saliti nelle camere del lussuoso albergo e hanno cominciato ad eseguire gli arresti.
Le accuse di corruzione mosse dalle autorità americane coprono gli ultimi 20 anni, e riguardano le gare per aggiudicarsi i campionati mondiali così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione guidata da Sepp Blatter ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar. Lo stesso Blatter risulta indagato dall’Fbi: il numero uno della Fifa non è però tra i responsabili del calcio mondiale messi in stato d’accusa dal dipartimento di Stato americano. Blatter, 79 anni, dovrebbe essere rieletto venerdì prossimo per la quinta volta consecutiva presidente della Fifa. Guida il governo del calcio mondiale dal giugno del 1998, quando successe a Joao Havelange. E’ stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011.
Secondo il New York Times, che cita fonti proprie vicine alle indagini, le accuse includono frode, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro e sono dirette contro “membri del potente comitato esecutivo della Fifa, che raccoglie un potere enorme e porta a termine i suoi affari in gran parte in segreto”. L’operazione del dipartimento della Giustizia Usa coinvolge oltre 10 dirigenti del calcio mondiale, ma non tutti questi si trovano a Zurigo per il Congresso della Fifa. Fra i presenti, sempre secondo il quotidiano newyorkese, ci sono Jeffrey Webb delle isole Cayman, che è vicepresidente del comitato esecutivo Fifa; Eugenio Figueredo dell’Uruguay, anche lui vicepresidente e fino al 2014 presidente di CONMEBOL (cioè la Confederazione sudamericana del calcio); e Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro del comitato e presidente della CONCACAF (cioè della Confederazione del calcio di Nord e Centro-America e Caraibi) fra il 1990 e il 2011.
Quanto alla estradizione degli arrestati negli Stati Uniti, spiegano le autorità svizzere, la decisione potrebbe arrivare immediatamente. “La polizia cantonale di Zurigo interrogherà i fermati oggi a proposito della richiesta Usa di arresto”, si legge in una nota dell’Ufficio federale di Giustizia elvetico (Foj). “Una procedura semplificata sarà applicata alle persone ricercate che acconsentono all’estradizione immediata. Il Foj potrà approvare immediatamente la loro estradizione in Usa e ordinare l’esecuzione dell’estradizione stessa”, spiega l’ufficio svizzero. Se invece una persona ricercata si opporrà all’estradizione, “il Foj inviterà gli Usa a presentare una richiesta formale di estradizione entro la scadenza dei 40 giorni prevista dal trattato bilaterale di estradizione”.
I sospettati di corruzione – si legge ancora nella nota – sarebbero stati coinvolti in schemi per pagare i funzionari del calcio – delegati della Fifa e altri funzionari di sotto-organizzazioni Fifa – per un totale di oltre 100 milioni di dollari Usa. In cambio si crede che abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei di calcio in America Latina”. Secondo la richiesta Usa, spiega l’ufficio svizzero, questi reati sono stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sono stati effettuati tramite banche Usa”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore nel corso di una conferenza stampa a New York del ministro della giustizia Loretta Lynch e del capo dell’Fbi, James ComeyAd imprimere un’accelerazione alle indagini – spiegano i media Usa – la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia che ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. I vertici della Fifa hanno sempre respinto ogni addebito di corruzione, ma evidentemente questa non è stata la conclusione delle indagini.
L'hotel Baur au Lac di Zurigo

MEDICI VENDUTI: PAROLA DI MEDICO! - Franco Giusto


Medico: una professione meravigliosa. Ma per esserlo deve evolversi nella giusta direzione e cioè quella di imparare a riconoscere la vera natura della persona. Qualunque sia la specialità, dal medico di famiglia al neurochirurgo, il paziente deve essere considerato nella sua realtà fisica, mentale e spirituale, strettamente connesse fra loro e non solo in distretti corporei. Curare le malattie è indispensabile ma senza ridursi a sterili dispensatori di farmaci o atti chirurgici senza entrare in empatia col paziente. 
Non è facile questa evoluzione per il medico perché innanzitutto prevede quella di se stesso come persona. La presunzione di curare un paziente rendendolo solo un consumatore di farmaci porta all'insuccesso terapeutico. Non a caso la locuzione latina “medice cura te ipsum” consiglia al medico di imparare prima a curare e conoscere se stesso ( nel senso metaforico più globale ) per poi poter professare nel giusto modo nei confronti degli altri. Questo fa la differenza.
So che indubbiamente ci sono persone pronte a farmi l'elenco di medici che non vivono questa realtà.  Ho scritto come dovrebbe essere il vero medico sperando che qualche collega possa leggerlo e sapere se è d'accordo. Non che io sia migliore degli altri, per carità, abbiamo tutti bisogno di riconoscere e migliorare i propri  limiti, la nostra umanità, ma la professione che abbiamo scelto non può esimere da quanto scritto. Purtroppo l'università di medicina non  insegna nulla di tutto questo, anzi gli esempi  inducono solo nell'arrivismo, nella competizione, a considerare il paziente un mezzo per fare esperienza e denaro, molti medici non  vedono oltre la punta delle proprie scarpe. Tutto questo è vero. I livelli apicali nelle cliniche universitarie e negli ospedali sono al 99 per cento controllati dai partiti politici e dalla massoneria che vi pongono i propri adepti. Anche i medici più sani moralmente e inizialmente volenterosi, inseriti in questi ambienti sanitari così deteriorati, ne rimangono a loro spese coinvolti e sconvolti  perdendo per strada l'entusiasmo per la professione. Concorsi di cui si sa già all'inizio chi vincerà, corruzione da parte delle case farmaceutiche, problemi economici, mancanza di aggiornamento, caos organizzativi secondari ai tagli della sanità, e tanto altro inducono a svalorizzare i principi di questa professione, che dovrebbe essere al servizio della salute non solo fisica del paziente. Comunque, so per vissuto certo e conosco medici che ancora vivono appieno i sentimenti originali della professione, che pensano prima ai pazienti che a se stessi, medici che fanno volontariato di tasca propria, medici che hanno sani principi  e non un salvadanaio al posto del cuore. Ci sono, sono pochi, ma resistono. Anch'essi fanno parte di quella piccola porzione di umanità che va controcorrente e cerca di mantenere accesa la fiamma del bene per non finire inghiottiti nel buio totale di questo mondo.

Franco Giusto - medico chirurgo in pensione.


In un paese in degrado l'etica è negletta, e anche la professione delle professioni subisce danni irreparabili. Come giustamente lamenta il medico che ha scritto l'articolo, anche chi vorrebbe esercitare al meglio la professione viene fagocitato e accantonato dalla massa di rampanti arrivisti super raccomandati dalla politica. E i risultati si vedono e si toccano con mano. Per esperienza personale abbiamo dovuto consultare tre neurologi per scoprire che mia figlia non era affetta da epilessia, ma di un'anomalia cardiaca: il "forame ovale pervio" (PFO), curabile con un semplice intervento chirurgico. 
Cetta.

Nino Galloni a RAI1 il 15 maggio 2015.



Nino Galloni confuta con pochi semplici numeri l'ipotesi che l'Italia sia fuori dalla crisi e dalla recessione economica.

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Chiaramente, la notizia, tutta da verificare, è diramata in vista delle elezioni; ma sappiamo tutti che la crisi economica trae origini antiche: 
il primo 'errore madornale lo ha fatto il governo quando approvò e varò la legge sul lavoro a tempo determinato, la famigerata legge Biagi, fatta per agevolare i datori di lavoro e schiavizzare i lavoratori costringendoli ad accettare stipendi sempre più bassi.
L'altro errore, sempre commesso dal governo, fu quello di entrare a far parte della UE per cui si determinò una svalutazione della nostra moneta locale pari al 50%.
Naturalmente, la corruzione ha dato il colpo finale.

Cetta.

martedì 26 maggio 2015

Sicilia, caso Gettonopoli ad Aci Catena: i consiglieri hanno il dono dell’ubiquità. - Giuseppe Pipitone

Sicilia, caso Gettonopoli ad Aci Catena: i consiglieri hanno il dono dell’ubiquità

Soltanto tra il giugno del 2014 e il gennaio del 2015 i 20 consiglieri comunali del comune catanese sono riusciti a riunirsi 854 volte: una media di 4 commissioni consiliari al giorno, tutti i giorni, festivi compresi. Un esempio: il 15 gennaio, alle 15 e 30, il vice presidente della sesta commissione si trovava ad intervenire sia su un atto d'indirizzo per la riduzione del canone dell'acqua potabile, mentre la sua presenza viene registrata negli stessi minuti anche nella terza commissione.

In sette mesi hanno speso quasi 160 mila euro per le riunioni del consiglio comunale e a volte riuscivano ad essere presenti in più commissioni diverse nello stesso momento, grazie ad un soprannaturale dono dell’ubiquità: il gettone di presenza da 51,33 euro, però, era naturalissimo e ovviamente doppio. L’ultima Gettonopoli di Sicilia esplode ad Aci Catena, provincia di Catania, nella stessa zona che fece da cornice ai Malavoglia di Giovanni Verga. La voglia di lavorare, invece, non sembra mancare ai venti consiglieri comunali del comune catanese che soltanto tra il giugno del 2014 e il gennaio del 2015 sono riusciti a riunirsi 854 volte: una media di 4 commissioni consiliari al giorno, tutti i giorni, festivi compresi, talmente alta da far impallidire le 1.133 riunioni convocate nel municipio d’Agrigento in un anno, il primo a meritarsi l’appellativo di Gettonopoli di Sicilia.
All’ombra della Valle dei Templi, però, la media di tre commissioni consiliari al giorno aveva fatto scattare le indagini della guardia di Finanza: una fattispecie che difficilmente si verificherà ad Aci Catena. Il motivo? Il regolamento comunale di Aci Catena non specifica il numero massimo delle commissioni che i consiglieri possono fissare e nemmeno la durata minima di ogni riunione utile per fare scattare il gettone. Capita quindi che due diverse commissioni si riuniscano per ben 40 volte con l’obbiettivo di stilare il regolamento della Consulta Giovanile: un atto che sarà evidentemente complicatissimo da stilare, dato che ad oggi non ha ancora visto la luce.
In più ad Aci Catena esistono ben 9 commissioni diverse: questo vuol dire che tra i venti consiglieri comunali c’è anche chi somma fino 6 incarichi contemporaneamente. Cosa succede se due commissioni sono convocate nello stesso giorno alla stessa ora? Logica vuole che il consigliere comunale scelga a quale commissione partecipare, assentandosi dalle altre. La logica, però, non ha nella Sicilia una delle sua sedi di riferimento: e ad Aci Catena capita anche che qualche consigliere sia evidentemente dotato del dono dell’ubiquità. Non si spiega altrimenti come mai il 15 gennaio scorso, alle 15 e 30, solo per citare un esempio, il vice presidente della sesta commissione (Territorio, Cimitero, Sanità, Protezione Civile) si trovi nello stesso momento ad intervenire sia su un atto d’indirizzo per la riduzione del canone dell’acqua potabile, mentre la sua presenza viene registrata anche nella terza commissione, dove si discute di modifiche dello statuto comunale: entrambe le sedute finiranno tra le 18 e 40 e le 18 e 50, eppure secondo i verbali – che IlFattoQuotidiano.it ha consultato – il medesimo consigliere è presente in entrambe le riunioni.
“Evidentemente ad Aci Catena il dono dell’ubiquità esiste: più consiglieri erano presenti nello stesso giorno ed allo stesso orario in commissioni diverse”, commenta Angela Foti, deputata regionale del Movimento Cinque Stelle, che da mesi porta avanti la campagna contro le Gettonopoli di Sicilia. Il movimento di Grillo vorrebbe tagliare i gettoni di presenza e il numero delle commissioni nei consigli comunali, e un disegno di legge sulla materia è fermo da mesi all’Assemblea regionale Siciliana. Si tratta di una norma che cancellerebbe 1.482 posti da assessori e consiglieri comunali, per un risparmio totale di 48 milioni di euro: doveva essere approvata insieme alla legge Finanziaria, ma è stata stralciata.
Finita all’ordine del giorno del 19 maggio, ha subito un altro rinvio, dato che l’aula del parlamento regionale quel giorno era semi deserta: dopo la pausa dovuta alle elezioni amministrative, quindi, la legge anti Gettonopoli tornerà a Sala d’Ercole il 9 giugno. E nonostante manchino ancora ben due settimane per discutere dei tagli ai consigli comunali, il ddl continua ad essere detonatore di polemiche. “Non enfatizziamo la questione delle indennità agli amministratori locali, magari qualcuno dirà che sono difensore della Casta. Ma se io difendo i consiglieri comunali, ad esempio, di Castel di Lucio, in provincia di Messina, che guadagnano meno di 200 euro l’anno, allora sì, difendo questa Casta”, era stato, qualche giorno fa, il commento del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Per la cronaca Castel di Lucio conta 1.300 abitanti, elegge 12 consiglieri, un sindaco e 4 assessori: in pratica un amministratore ogni 70 persone.

Truffa sui soldi per i migranti, indagato il responsabile della Caritas Campania.

Truffa sui soldi per i migranti, indagato il responsabile della Caritas Campania

Sabato a Napoli era stato arrestato il responsabile di una onlus accusato di aver intascato parte dei soldi destinati all'assistenza per gli stranieri arrivati in Italia e ospitati in alcune strutture. L'avvocato di don Vincenzo Federico però respinge tutte le contestazioni: "Accusa dir poco surreale".

Rischia di allargarsi l’inchiesta di Napoli che ieri ha svelato come i soldi destinati per l’assistenza ai migranti fossero utilizzati dal responsabile di una onlus in acquisiti personali tra cui due immobili. Dal capoluogo partenopeo arriva anche la notizia che finivano a responsabili e collaboratori della Caritas parte dei soldi lucrati sugli aiuti ai migranti.
Allo stato si tratta di una ipotesi sulla quale stanno lavorando i magistrati della Procura di Napoli, titolari dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di Alfonso De Martino, il presidente dell’associazione “Un’Ala di riserva”, accusato di essersi appropriato di oltre un milione di euro, investiti in acquisto di case e schede telefoniche, e della compagna, Rosa Carnevale, per cui il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Oltre ai due funzionari della Protezione civile sono finiti nel registro degli indagati anche due esponenti campani della Caritas, compreso don Vincenzo Federico, responsabile della Caritas Campania.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e i sostituti Raffaello Falcone e Ida Frongillo affermano che è “verosimile” un coinvolgimento della Caritas di Teggiano Policastro, in provincia di Salerno, che gestisce quattro strutture dove negli ultimi anni sono stati ospitati migliaia di immigrati, provenienti soprattutto dal Nord Africa come quelli accolti nei centri della onlus di De Martino.
L’ipotesi investigativa si fonda sul presunto traffico di pocket money (le piccole somme di denaro, 2,5 euro al giorno a ciascun migrante): De Martino si sarebbe impossessato di tali somme acquistando schede telefoniche presso la rivendita di cui è titolare la sua compagna (ben 582.248 pocket money, sottolineano gli inquirenti). Parte di questi ticket provengono – spiegano gli investigatori – dalle strutture gestite dalla Caritas di Teggiano.
Questo capitolo dell’inchiesta ha origine da alcune dichiarazioni rese ai pm dallo stesso De Martino nel gennaio scorso. Racconta De Martino di aver conosciuto, in ragione dell’attività nel campo della solidarietà, i responsabili di vari centri, tra i quali Fiore Marotta, collaboratore della Caritas di Teggiano, “riconducibile al responsabile della Caritas Campania don Vincenzo Federico”. “Fui io – dice De Martino – a proporre a Fiore Marotta di far convergere sulla mia edicola, qualora ne ravvisasse l’esigenza, i ticket che venivano riconosciuti ai loro ospiti in forza del contratto stipulato con la Regione Campania. I buoni sociali, anche se potevano essere spesi per l’acquisto di altri beni, venivano utilizzati dagli ospiti immigrati quasi totalmente per l’acquisto di ricariche telefoniche del valore di cinque euro. Spiegai a Marotta che la nostra edicola aveva la convenzione per il cambio, e il cambio da noi praticato era più favorevole per gli immigrati”. Sabato, nell’ambito di questa indagine, la sede della Caritas di Teggiano è stata perquisita dai finanzieri. I responsabili della Caritas risulterebbero indagati per peculato.
Parla di “accusa a dir poco surreale“, l’avvocato Renivaldo Lagreca, legale di don Federico. “Non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati – spiega il legale – ma la spendita dei ticket in schede telefoniche. Ora dopo aver precisato l’ovvio, e cioè che non siamo titolari di compagnie telefoniche, sarà assai agevole verificare che nessuna ricarica ha interessato la Caritas di Teggiano-Policastro”.  Gli inquirenti evidenziano la distanza tra l’immagine pubblica di De Martino e quella, ritenuta invece autentica, di persona invischiata in vari traffici. Lui si descrive come “una persona votata al sociale e ad aiutare le persone più deboli”.

venerdì 22 maggio 2015

Il grillino che salta dal Parlamento alla startup. - Luciana Maci



Luca Carabetta, ingegnere, 23 anni, è il collaboratore parlamentare di Ivan Della Valle (Movimento 5 Stelle) che ha contribuito a scrivere alcune norme dell'Investment Compact. E ora lancia una società per sviluppare un dispositivo cerca-oggetti, Trivo, che ha appena debuttato sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. 


Dopo aver contribuito a estendere la vita delle startup innovative da quattro a cinque anni e dato la possibilità agli startupper di evitare il ricorso al notaio per la costituzione della società, ora lancia lui stesso una startup, Trivo, che ha appena debuttato sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. Tutto questo in soli 23 anni di vita. Lui si chiama Luca Carabetta, è torinese, diplomato in Informatica, laureato in Ingegneria energetica e da marzo 2013 collaboratore parlamentare del deputato del Movimento Cinque Stelle Ivan Della Valle.
È in questo ruolo che ha lavorato dietro le quinte alla preparazione degli emendamenti presentati dal parlamentare all’Investment Compact, la legge approvata a marzo che ha introdotto la nuova categoria delle pmi innovative, ma che prevede anche novità per l’ecosistema delle startup. In particolare erano a firma di Della Valle tre emendamenti-chiave presentati insieme ad altri e successivamente approvati: uno per garantire le agevolazioni alle startup innovative fino a 5 anni di vita; un altro per consentire la costituzione di startup attraverso la firma digitale in alternativa al ricorso al notaio, norma che ha suscitato le proteste dei notai e di cui ora si attende il decreto attuativo; e infine un emendamento per aprire un mega-portale con tutti i bandi per le startup. Misure di cui potrebbe usufruire anche la startup di cui Carabetta è founder e Ceo, nata all’inizio di quest’anno per sviluppare e commercializzare un dispositivo in grado di rintracciare persone, animali e oggetti che sono stati smarriti attraverso un modulo bluetooth adatto per “setacciare” gli spazi chiusi, e un GPS, per esplorare ogni parte del globo.
“Io e altri sei ragazzi torinesi – racconta Carabetta EconomyUp – ci siamo incontrati e abbiamo deciso di creare qualcosa dal nulla, con la convinzione che in Italia si possa ancora fare qualcosa di buono, che qui ci siano ancora concrete possibilità per i giovani”.  Il suo percorso di vita ne è già testimonianza: a un’età in cui molti suoi coetanei si affannano dietro agli esami da dare all’Università lui ha contribuito a scrivere una legge. Del resto negli anni precedenti si è impegnato e, va detto, ha anche preso il treno giusto, quello di un movimento politico appena nato e quindi più aperto ai neofiti rispetto forse ad altri partiti più radicati e storici.  
Diplomato in informatica, Carabetta ha lavorato per qualche anno come consulente informatico. A 18 anni ha cominciato a frequentare i comitati locali No Tav, che si oppongono alla costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione, fornendo loro consulenza informatica gratuita. Nel movimento No Tav c’era anche Della Valle, di cui sarebbe diventato collaboratore parlamentare.
“Ho iniziato a partecipare a eventi e convegni – dice a EconomyUp - e mi sono appassionato ai temi ambientali ed energetici. Così ho deciso di iscrivermi a Ingegneria energetica al Politecnico di Torino, continuando però a lavorare”. In quel periodo faceva tre cose: il consulente, lo studente e il militante. Nel 2009 nasce il Movimento 5 stelle, nel 2010 i grillini si presentano alle elezioni regionali e in Piemonte vengono eletti due consiglieri. Carabetta è lì a dare una mano, sempre a titolo gratuito.  È così, frequentando e aiutando il Movimento, che nel 2013 gli viene chiesto di dare l’“ennesima” mano, stavolta però in Parlamento e sotto contratto. “Ho dovuto interrompere l’attività di consulente informatico, anche se con quella guadagnavo di più" sottolinea.
Con Della ValleCarabetta è il referente dei grillini in parlamento per le startup. E adesso è anche uno startupper a tutti gli effetti. “In questi mesi - spiega - abbiamo definito le specifiche del nostro dispositivo con due società di Roma, Genesi Elettronica e PWM Semiconductors. Ora puntiamo a sviluppare il prototipo definitivo, per questo abbiamo deciso di utilizzare il crowdfunding, chiedendo 100mila euro su Indiegogo: questa modalità di raccolta fondi consente ai clienti interessati di prenotare Trivo con qualche mese di anticipo, dandoci così la possibilità di strutturare l'impresa e avviare la produzione. È un modo per aiutare dei giovani a partire con un'impresa”.