lunedì 13 giugno 2016

IL CASTELLO DI MONTEBELLO E LA LEGGENDA DI AZZURRINA. - Dominella Trunfio



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Un tempo la rocca di Montebello fu teatro di numerose battaglie, oggi è un antico monumento mozzafiato, che racchiude una storia millenaria ornata di una buona dose di antiche leggende.
Il castello di Montebello si trova a Rimini, in Emilia Romagna nella valle del Marecchia e dell'Uso, dove arte, storia e natura si fondono armoniosamente.
La vera protagonista di questo castello è Azzurrina, la figlia di Ugolinuccio di Montebello, nata nel 1370 e scomparsa appena cinque anni dopo. Si narra che la piccola fosse albina. Ed è per questo diventata la protagonista di una leggenda popolare medievale, molto conosciuta in Romagna, dal momento che la superstizione popolare collegava l’albinismo a eventi di natura diabolica.
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LA STORIA DI AZZURRINA

Per evitare che Azzurrina fosse vittima delle antiche credenze, la madre le tingeva periodicamente i capelli di nero con pigmenti di natura vegetale che, perdendo la tonalità, donavano alla piccola dei riflessi azzurri. Da qui il nome di Azzurrina.
La povera bambina era tenuta comunque relegata in casa, vigilata da due guardie per garantirne l'incolumità. Si racconta che il 21 giugno del 1375, mentre giocava con una palla di stracci durante un brutto temporale, accadde un terribile incidente.
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La palla di Azzurrina cadde all’interno della ghiacciaia sotterranea e la bimba corse a recuperarla. Si udì forte urlo e subito dopo della bambina e della palla non vi fu più traccia. 
La leggenda narra che da allora il fantasma di Azzurrina viva ancora oggi nel Castello di Montebello, manifestandosi ogni cinque anni il 21 giugno, durante il solstizio d’estate, in corrispondenza della data della sua scomparsa. 
"...Anno dopo anno, i colori di quel mondo e di quella storia iniziarono a spegnersi. I ricordi divennero polvere nella mente dei posteri ed il tempo ne approfittò per continuare indisturbato il suo corso. Passò un secolo. Montebello cambiò i propri signori regnanti. I nuovi castellani vennero a conoscenza,dalle voci dei più anziani, di una vecchissima leggenda legata alla rocca. Parlava di una strana bimba dalla pelle pallida ed i capelli azzurri. Durante certi giorni, all'imbrunire, un flebile lamento sembrava provenire dal nevaio. Era appena percettibile e bisognava essere molto attenti per udirlo. Passò quasi un altro secolo e tutti, proprio tutti si dimenticarono di Deline. La sua vicenda pareva essere definitivamente sepolta nel passato. Poi, un giorno, uno strano giorno, incominciarono improvvise le apparizioni...", si legge sul sito del castello di Montebello.

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Oggi ai turisti in visita alla Rocca vengono fatte ascoltare diverse registrazioni effettuate nel castello. In esse alcuni riconoscono il pianto di bambina, altri una risata, molti dicono di sentirci una voce, di distinguerci una parola, tanti altri sostengono di non sentirci né più né meno che vento e pioggia nel temporale. 

Lasciando libera l’interpretazione, il Castello resta un luogo affascinante, che merita una visita almeno una volta nella vita.
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Il Castello di Montebello è visitabile e aperto al pubblico, consulta qui orari e prezzi del biglietto d'ingresso. E' possibile portare con sè il proprio cane. 

Banche, la platea si allarga e più tempo per i rimborsi. - D. Colombo e M. Mobili




Più tempo prima che scatti il cosiddetto “patto marciano” (l’accordo che consente al creditore di acquisire un bene di proprietà del debitore, con l’obbligo di versargli l’eventuale differenza tra importo del credito e valore) stipulato tra una banca e un imprenditore e platea più ampia degli obbligazionisti subordinati di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti che potranno accedere ai rimborsi automatici e forfettari all’80 per cento.

“Palazzo Madama ha licenziato il decreto con il 55esimo voto di fiducia. La parola adesso passa alla Camera”.

Queste le due novità principali introdotte nel testo del Dl banche dal Senato, che ieri ha licenziato il decreto con il voto di fiducia al governo. Il provvedimento passa ora alla Camera e dovrà essere approvato in via definitiva entro la fine del mese. La fiducia sul maxiemendamento firmato dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi è la 55esima: 169 sì e 70 no. 

Cambia, anche se solo leggermente, la parte del Dl dedicata agli indennizzi. Rimangono i paletti, concordati con l’Europa, che prevedono l’accesso ai rimborsi forfettari all’80% per i clienti delle 4 banche fallite che hanno acquistato obbligazioni subordinate prima del 12 giugno 2014 e abbiano un reddito Irpef sotto i 35mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro. 

Per tutti gli altri si prevede invece la possibilità di procedere con l’arbitrato, con cui si potrebbe ottenere anche un risarcimento al 100 per cento.

Per il relatore al Dl e presidente della Commissione Finanze Mauro Maria Marino (Pd) l’atteso Dpcm sugli arbitrati «dovrebbe arrivare in tempi brevi soprattutto per consentire ai soggetti che richiedono l’indennizzo di poter scegliere la strada da intraprendere tra forfait e arbitrato conoscendo le regole del gioco». 

Le risorse verranno reperite da un fondo di solidarietà alimentato dalle banche, che attualmente non prevede più un tetto massimo come inizialmente fissato in 100 milioni di euro dalla stabilità 2016. Il Governo, inoltre,si è impegnato al Senato affinché i rimborsi erogati agli obbligazionisti delle 4 banche fallite «non siano soggetti ad alcuna imposizione fiscale».

Oltre al capitolo degli indennizzi il provvedimento contiene misure a sostegno delle imprese e per l’accelerazione del recupero dei crediti e le modifiche alle procedure fallimentari, l’ampliamento del Fondo di solidarietà per la riconversione e riqualificazione dei dipendenti bancari e disposizioni in materia di imposte differite attive (Dta). 
Mentre non è stato modificato l’articolo 7 che dispone il ritorno al Mef delle quote della “Sga”, la società di gestione creata nel 1997 per il salvataggio del Banco di Napoli e che ora potrebbe essere usata all’interno del Fondo Atlante in quanto specializzata nel recupero dei crediti deteriorati. Ipotesi confermata dallo stesso ministro Pier Carlo Padoan in un’intervista all’agenzia Rueters. 
Si tratta di norme molto attese dal settore bancario che, grazie alle misure varate, dovrebbe riuscire a far ripartire il mercato dei crediti deteriorati aumentando il potenziale di recupero di risorse dalle cartolarizzazione e rendendo così i portafogli da cedere più “appetibili” agli investitori nazionali e stranieri. 
L’abbattimento dei tempi (anche attraverso il patto marciano che trasmette alla banca il bene in garanzia senza passare per il tribunale in caso di inadempienza) è già compreso nei piani che stanno mettendo a punto sia il fondo Atlante che altri operatori del settore.

Durante l’esame del provvedimento non sono mancati momenti di tensione a palazzo Madama, l’ultimo dei quali ieri, quando sul testo del maxiemendamento sono sorti diversi problemi in commissione Bilancio. 
Uno, sollevato dalla Ragioneria dello Stato, ha portato allo stralcio della misura, precedentemente approvata dalla commissione Finanze, che permetteva di cedere il credito d’imposta del 65% sui lavori di efficientamento energetico nei condomini (ecobonus) alle banche e non solo ai fornitori. 
Per la Ragioneria la misura, poi stralciata dalla Bilancio, avrebbe aumentato il debito e il deficit. Altre due norme presentate dai relatori Marino e Karl Zeller (Aut) ma poi ritirate, prevedevano la possibilità di pignorare l’intero saldo del conto (nella parte eccedente le tre volte l’assegno minimo) e la regolamentazione del leasing finanziario. Dalla maggioranza si esprime soddisfazione con il relatore della commissione finanze Marino che parla di «un decreto molto atteso» mentre secondo il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, è importante aver centrato l’obiettivo del Governo, «ossia quello di allargare le tutele delle imprese e delle persone fisiche rispetto alle difficoltà nei rapporti con il sistema bancario».

Critiche le opposizioni.Per Marco Marin (Fi) il decreto «crea distinzioni» negli indennizzi mentre per Anna Cinzia Bonfrisco (Conservatori e Riformisti) «con questo decreto il Governo non si è preso la cura di affrontare il vero problema, risolvere lo stock delle sofferenze. Per Renzi, «le banche sono vittime delle imprese e degli artigiani che non pagano i debiti contratti e delle famiglie che non pagano puntualmente le rate dei mutui». L’ex ministro Giulio Tremonti (Grandi Autonomie e Libertà) ha criticato il voto di fiducia e chiesto una commissione interparlamentare avvisando che per il settore bancario italiano arriveranno nuovi problemi dagli stress test: «A luglio usciranno gli stress test europei - ha affermato - ed è certo che sarà negativo per alcune banche italiane».

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-06-09/banche-platea-si-allarga-e-piu-tempo-i-rimborsi-225312.shtml?uuid=ADVqPMZ&fromSearch

Verso un altro Universo attraverso i buchi neri.

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L’ipotesi è stata, ancora un volta, avanzata da Stephen Hawking, il quale ha inoltre affermato che ciò che entra nei buchi neri può anche salvarsi e non scomparire del tutto.

I buchi neri sono presenti nel cuore di quasi tutte le galassie dell'Universo. Essi potrebbero essere la porta verso altri universi. Così sostiene l'ipotesi di Stephen Hawking.

I buchi neri sono ancora oggi uno dei grandi misteri del nostro Universo. Anche se sono entrati nell’immaginario comune come grandi lavandini che inghiottono tutto ciò che passa loro vicino, riservano ancora molti enigmi che devono essere spiegati dagli astrofisici.

Una delle domande a cui si attende una risposta è quella che riguarda cosa succede a ciò che entra nel buco nero. Secondo la Relatività Generale ciò che precipita al suo interno verrebbe inesorabilmente distrutto, ma l’ipotesi cozza con quanto sostiene la meccanica quantistica, secondo la quale, semplificando al massimo, ciò non è possibile.

La soluzione l’avrebbe trovata Stephen Hawking, il celebre astrofisico ed esposta per sommi capi ad una conferenza tenutasi al Kth Royal Institute of Technology di Stoccolma (vedi video a fine pagina). Hawkinh sostiene che ciò che viene risucchiato da un buco nero rimarrebbe intrappolato lungo l’”orizzonte degli eventi”, quella sfera che circonda un buco nero che lo delimita dal resto dell’Universo e lì rimanere in una specie di “ologramma”.

Stephen Hawking al Kth Royal Institute of Technology di Stoccolma. | KTH 
LA SCAPPATOIA. Così intrappolata, la materia e l’energia possono poi ritornare nel nostro Universo sotto forma di radiazione di Hawking, ossia sotto forma di “radiazioni quantistiche”, o finire in un altro Universo.

Purtroppo non c’è da sperare però, che si possa ritornare da un buco nero tali e quali si è entrati.  Spiega Hawking: «L'informazione delle particelle entranti viene restituita, ma in una forma caotica e non più utilizzabile. E così l'informazione, per qualsiasi scopo pratico, si perde».

Nel film di fantascienza Interstellar si ipotizza la possibilità di sopravvivere al viaggio in un buco nero. Oggi Stephen Hawking lo sostiene con una sua ipotesi
I buchi neri dunque, non sarebbero degli inghiottitoi senza possibilità di ritorno, quest’ultimo sarebbe possibile anche se non più nella forma in cui si è entrati. Hawking ha aggiunto scherzosamente: «Se sentite di essere in un buco nero, non mollate. Vi è una via d’uscita».

Che abbia ragione Christopher Nolan, il regista di Interstellar? In un buco nero si può entrare e uscire in un altro Universo a più dimensioni…