sabato 28 gennaio 2017

Vorrei....

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Vorrei che l'"Unità" e il "corsera (corriere della serva) parlassero dei finanziamenti che Buzzi ha elargito a Marino per la sua campagna elettorale; 
delle responsabilità della famiglia Boschi nella vicenda di banca Etruria; 
dei problemi economici di Tiziano Renzi, ...
Mi pare che anche Renzi abbia agevolato la scalata di amici in ranghi governativi o centri di potere, come anche la stessa Boschi, Alfano e tanti altri; 
il codice penale va applicato anche nel loro caso se si tratta di vicende simili a quelle che riguardano la Raggi.

Ma siamo in Italia, dove nulla è come dovrebbe essere e a pagare sono sempre quelli che non si prostrano al potere costituito (e non costituente). 
Siamo una stelletta degli Usa, ma non abbiamo nessuna voce in capitolo, non veniamo chiamati a votare i loro rappresentanti, siamo solo chiamati a rispettare le regole che ci impongono indirettamente servendosi di persone poco rispettabili: i nostri governanti.

Cetta 

Ma davvero la Russia di Putin ha deciso di legalizzare la violenza domestica?


russiaduma

Siamo tornati nella guerra fredda? Così sembra osservando la campagna di disinformazione contro la Russia che vediamo su tutti i media occidentali, di destra e di “sinistra”, statali e privati che non fanno altro che copia-incollare le news senza alcuna verifica o approfondimento e anzi banalizzando tutto per mera propaganda.

L’ultima ‘fake news’ è che la tirannica Russia “depenalizza le violenze domestiche”. In pratica “si potranno liberamente picchiare mogli e figli”. E’ ovvio che così non è, ma ormai si è abituati a credere alla propaganda di guerra dell’UE e degli USA contro la Russia che ci si casca senza pensare che le informazioni non sono mai neutrali politicamente.
Nella sua conferenza stampa del 23 dicembre scorso che potete leggere qui il presidente russo Vladimir Putin ha affermato chiaramente: “Non dobbiamo schiaffeggiare i bambini e giustificarlo sulla base di alcune vecchie tradizioni (…)”. Eppure è lui il mostro che promuoverebbe la violenza domestica. In realtà la proposta di revisione della legge che chiede maggiore lassismo circa le punizioni corporali in famiglia non arriva da Putin ma da un gruppo di genitori spalleggiati dalla Chiesa Cristiano-Ortodossa.
In pratica la Duma di Stato, cioè il parlamento russo, aveva votato una legge durissima contro le violenze domestiche: chi in famiglia alzava le mani veniva severamente punito con l’incarcerazione fino a due anni. Il problema è che le pene previste erano superiori a quelle inflitte a chi avrebbe commesso lo stesso reato fuori casa. In alcuni casi un genitore che sgridava suo figlio con uno schiaffo veniva arrestato senza troppi complimenti. Mentre se il bambino veniva schiaffeggiato dal vicino di casa, quest’ultimo se la cavava in pratica solo con una multa.
E’ quindi stato approvato un emendamento – promosso fra l’altro da una deputata donna – che equipara le pene: il marito che picchia sua moglie o il padre che tira una sberla al figlio subirà ora la stessa condanna di chi dà un pugno per strada alla moglie di un altro. Lo stesso varrà per chi maltratta un bambino. La legge russa dice ora che chi picchia una persona per la prima volta senza provocare lesioni dovrà pagare una multa di 30mila rubli e prestare un lavoro forzato di “pubblica utilità” per sei mesi. In caso di recidiva la multa sale a 40mila rubli e oltre ai lavori forzati va preso in considerazione l’arresto per tre mesi. Qualora invece il maltrattamento comporti lesioni alla vittima, il colpevole sarà condannato penalmente. Si può essere d’accordo o meno con questa riforma, certamente però non si tratta di “depenalizzare” alcunché!

Brexit: maxi dimostrazione contro uscita dall'Ue il 25 marzo.

Il Big Ben © EPA


Prevista una 'marcia sul Parlamento', si punta ad almeno 750mila manifestanti.

Il gruppo anti-Brexit Unite for Europe sta organizzando per il prossimo 25 marzo a Londra quella che promette di essere una tra le più grandi proteste di piazza che il Regno Unito abbia mai visto nella sua storia: l'iniziativa prevede una 'marcia sul Parlamento' e gli organizzatori puntano a raggiungere un'affluenza di almeno 750mila persone, riporta il quotidiano britannico The Guardian.

    L'iniziativa e' prevista per l'ultimo fine settimana prima della scadenza imposta dalla premier Theresa May per avviare il processo che porterà all'uscita del Regno Unito dall'Ue. "Non ci illudiamo che la marcia possa fermare l'articolo 50 - ha detto Peter French, un esponente di Unite for Europe -. Si tratta di dimostrare la forza delle opinioni contro la Brexit".

    La dimostrazione contro la guerra in Iraq nel 2003, con 750mila persone secondo la polizia e fino a due milioni secondo gli organizzatori, e' finora la più grande tenuta nella storia recente del Paese.


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E' una nuova moda quella di manifestare contro il volere della maggior parte della popolazione? 
Mi pare che al referendum hanno votato per l'uscita dalla UE, hanno cambiato idea?
In USA dimostrano contro Trump vincitore alle elezioni;
in Italia, dopo il referendum contrario al cambiamento della Costituzione, hanno messo al governo un tizio che non è altri che un sosia del precedente e che sta continuando a fare ciò che aveva cominciato il suo predecessore. 
Non contiamo più nulla?
Se non contiamo più nulla perchè ci fanno andare a votare?
E la Consulta, un organo di stato che dovrebbe far rispettare la Costituzione, la stessa che sedicenti servi del potere costituito volevano cambiare, perchè ha dichiarato che il premio di maggioranza è legittimo se, invece, è quanto di più illegittimo si possa concepire?
Perchè si da la possibilità ai capolista di presentarsi anche in 10 circoscrizioni?
Mi rifiuto di accettare queste regole confuse, raffazzonate, che danno luogo a varie interpretazioni a seconda dei casi.
Le leggi debbono essere chiare e semplici e non debbono prestarsi alle libere interpretazioni.
Siamo seri!!!!!

Cetta.