martedì 9 maggio 2017

Migranti: Zuccaro, ci sono prove interessi mafie sull'accoglienza.

 © ANSA

Audizione in commissione Antimafia: 'I clan attratti da fondi, con polizia su navi trafficanti in galera'.


"C'è una massa di denaro destinata all'accoglienza dei migranti che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose e dico questo sulla base di alcune risultanze investigative". Lo ha ribadito il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, in audizione alla Commissione Antimafia sottolineando comunque come "sia sbagliato ritenere che la mafia operi dovunque, perché così rischiamo di aumentare l'aurea di onnipotenza".

"Sabato scorso - ha detto ancora Zuccaro - è arrivata a Catania una nave con 498 migranti soccorsi ed il cadavere di un giovane ucciso a freddo su un barcone da un trafficante perché non si era tolto il cappello. Se sulla nave della Ong che ha fatto l'intervento vi fossero state unità della nostra polizia giudiziaria avremmo già preso i trafficanti e li avremmo già nelle nostre galere". 
Zuccaro ha concluso che "l'obiettivo delle indagini non sono le Ong ma i trafficanti ed alcune recenti modalità del traffico li stanno favorendo". Questi criminali, ha aggiunto, "sono autori di violenze inaudite e del tutto gratuite".
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/05/09/migranti-zuccaro-prove-interessi-mafie_699cad6f-d626-49b2-8dab-0ea161172f7a.html

Interessi favoriti da chi gira la testa dall'altro lato per non vedere? Le leggi vanno fatte rispettare, non basta farle per mettere a posto la coscienza.

Consip, inchiesta sulle consulenze. Tra i legali che hanno avuto incarichi il presidente della cassaforte di Renzi.

Consip, inchiesta sulle consulenze. Tra i legali che hanno avuto incarichi il presidente della cassaforte di Renzi

La magistratura contabile ha messo nel mirino i contratti con professionisti esterni, ritenuti eccessivi sia per quanto riguarda il numero degli incarichi sia per il valore degli importi pagati. Soprattutto perché la centrale acquisti della pubblica amministrazione ha una direzione 'Legale e Societario' con 49 persone in organico. Alberto Bianchi dal 2012 ha incassato da Consip 290mila euro.

Nuova inchiesta su Consip. Stavolta a muoversi è stata la Corte dei Conti, che ha messo nel mirino le consulenze affidate dalla centrale acquisti della pubblica amministrazione a professionisti esterni. I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di esibizione e sequestro di documenti nella sede della società in house del Tesoro. L’inchiesta, non collegata con quella che ha portato in carcere l’imprenditore Alfredo Romeo (accusato di aver pagato tangenti al responsabile dell’ufficio acquisti di Consip Marco Gasparri per avere informazioni sulle gare), punta a verificare la regolarità di diversi incarichi. Consulenze eccessive, secondo gli investigatori, sia per il numero sia per il valore degli importi pagati, considerato che Consip può contare su una una direzione ‘Legale e Societario’ con 49 persone in organico.
Nei mesi scorsi era emerso che tra gli avvocati che lavoravano per Consip c’era anche Alberto Bianchi, presidente della Fondazione Open, la cassaforte di Matteo RenziBianchi a partire dal 2012 ha incassato dalla società pubblica compensi per un totale di 290mila euro. L’ad di Consip Luigi Marroni ha affidato tra l’altro a Bianchi – che a marzo ha ottenuto dal ministero dell’Economia la riconferma come consigliere di amministrazione dell’Enel – la difesa dell’azienda nel contenzioso con Consorzio nazionale servizi (Cns) e Manutencoop facility management (Mfm) per le “scuole belle” di Renzi: le due coop, che avevano vinto otto lotti su 13 dell’appalto da 1,6 miliardi del 2012, erano poi state multate dall’Antitrust per condotta anticoncorrenziale e Consip voleva escluderle dalle gare. Peraltro nella manovrina recentemente varata dal governo Gentiloni quell’affidamento viene prorogato per la quarta volta, nonostante la sanzione e la censura dell’Anac.
Ma Bianchi, oltre a lavorare per Consip, ha difeso in numerosi contenziosi anche Siram, azienda società specializzata in servizi energetici e facility management che si è aggiudicata in via provvisoria uno dei lotti della gara Fm4 al centro dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Romeo. Interpellato dal Fatto, ha spiegato che si trattava “non di conflitto“, ma di “convergenza, perché “non difendo mai né Siram né altri quando c’è conflitto con Consip, e non assumo mai incarichi per società che hanno a che fare con Consip senza esplicita autorizzazione di Consip”. E ancora: “Nessuno finora mi ha saputo dire dove e quando in concreto mi sono trovato in conflitto di interessi. Come se quando difendo Consip in contenziosi nati da concorrenti di Siram contro aggiudicazioni di Consip lo faccia con l’occhio strabico di chi tutela gli interessi di Siram anche quando tutela Consip. Solo pensarlo è offensivo”.

Consip, Woodcock sotto accusa: "Non doveva parlare del caso". - Dario Del Porto, Conchita Sannino

Consip, Woodcock sotto accusa: "Non doveva parlare del caso"

Il pg della Cassazione apre un'azione disciplinare per le frasi riportate da Repubblica. Marco Gasparri conferma ai pm: "A me 100mila euro da Romeo".

NAPOLI - Da accusatore ad accusato. Secondo il Pg della Cassazione, quel magistrato ha violato il riserbo: doveva tacere. Procedimento disciplinare per Henry John Woodcock, il pm napoletano che, insieme alla collega Celeste Carrano, ha indagato su presunte tangenti e cordate nel mega appalto Consip. Si tratta dell'inchiesta madre - i cui atti sono stati poi trasferiti a Roma - che ha portato all'arresto dell'imprenditore Alfredo Romeo, e al coinvolgimento degli eccellenti, tra cui il ministro Luca Lotti e il padre di Matteo Renzi. Un'altra pagina a sorpresa, nella tormentata vicenda: proprio mentre ieri, a piazzale Clodio, fa un altro passo avanti il complesso filone romano e va in scena l'incidente probatorio che cristallizza le dichiarazioni di Marco Gasparri contro Romeo. "Sì, presi 100mila euro da Romeo per consigli e informazioni sulle gare", ribadisce il funzionario Consip di fronte al procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, e al pm Mario Palazzi.
Ora, però, c'è anche il pm Woodcock a dover dare spiegazioni. Al centro della dura contestazione che gli viene mossa dal Pg Pasquale Ciccolo, finisce il ragionamento riportato da Repubblica lo scorso 13 aprile. Nell'articolo vengono dettagliatamente ricostruite alcune riflessioni del pm sulle ore più tese dell'indagine sul capitano del Noe Giampaolo Scafarto: è l'ufficiale che ha redatto la corposa informativa Consip. A Roma, i pm prima revocano la delega al nucleo, poi mettono sotto inchiesta l'investigatore. Grave l'ipotesi. Aver manomesso un passaggio del dossier, attribuendo a Romeo, invece che al suo consulente Italo Bocchino, questo brano: "Renzi, l'ultima volta che l'ho incontrato...".

Le frasi di Woodcock smentivano sia i contrasti con i colleghi della capitale, sia l'idea di un complotto "investigativo" contro Renzi. Un errore, insomma. "Mi chiedo, ma cui prodest? Perché il capitano ( Scafarto, ndr) avrebbe dovuto fare questo? Perché avrebbe dovuto mettere in atto una pianificazione eversiva contro Renzi? A me pare davvero una cosa da pazzi...". E ancora: "La guerra non esiste. Io sono amico di Ielo, ci sentiamo e ci vediamo. Lo stimo, lavora bene da trent'anni. Certo, ci sono scelte diverse. Ma date alla mia procura il tempo di depositare le carte. Lì c'è la prova di quanta professionalità è stata usata in questa vicenda". Argomentazioni che, secondo il pg della Cassazione, avrebbero interferito con il lavoro dei colleghi, oltre che violato il riserbo. Woodcock, che si è appena espresso pubblicamente a favore della legalizzazione delle droghe leggere, ora prepara la difesa. Ad assisterlo, sarà l'ex procuratore di Torino Marcello Maddalena.

Intanto, a Roma viene interrogato davanti al giudice Gaspare Sturzo, per oltre 5 ore, il funzionario Consip Marco Gasparri. Che conferma tutte le accuse. "Ho preso 100 mila euro da Alfredo Romeo per garantirgli consigli e informazioni sulle gare bandite in Consip": ribadisce l'indagato. Risponde alle domande dei magistrati e degli avvocati Francesco Carotenuto, Giovambattista Vignola e Alfredo Sorge. I legali sembrano tuttavia fiduciosi. "Gasparri ha reso molti chiarimenti rispetto ai precedenti interrogatori - scrivono in una nota - precisando diversi aspetti, ritenuti molto utili alla difesa di Romeo e della società Romeo Gestioni, tanto da ritenere ormai difficilmente configurabili ipotesi di reato e di illeciti".

Romeo è in cella dal primo marzo per corruzione, e ora nei suoi confronti si profila la richiesta di giudizio immediato da parte di Roma. In un altro filone, risultano tuttora indagati: per traffico d'influenze Tiziano Renzi; per violazione del segreto d'ufficio il ministro Lotti, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante regionale della Toscana Emanuele Saltalamacchia.


http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/05/09/news/consip_woodcock_sotto_accusa_non_doveva_parlare_del_caso_-164970526/