Il materiale è crollato all'interno della galleria Bertè nel tratto tra Masone e Ovada, al momento non risultano feriti. La tratta è stata chiusa per permettere le verifiche tecniche di sicurezza. Faccia a faccia al ministero guidato da Paola De Micheli martedì mattina alle 10. Il governatore Giovanni Toti: "Sono allibito". L'ad della concessionaria: "Mi dispiace profondamente. Procederemo con il massimo rigore".
Una parte del soffitto della galleria Bertè tra Masone e Ovada, lungo l’autostrada A26 Genova-Gravellona Toce in direzione del capoluogo ligure, si è staccato nel pomeriggio di lunedì poco prima delle 18.30. Solo per puro caso le lastre di cemento non ha colpito le auto in transito lungo una delle tre corsie. Dopo il crollo, la tratta è stata chiusa tra Masone e il bivio A26/A10 per permettere le verifiche di sicurezza da parte della polizia stradale e dei tecnici di Autostrade. Secondo le prime verifiche, si legge in una nota del concessionario, “si sarebbe verificato il distacco di una ondulina e di parti dell’intonaco a cui era collegata, le cui cause sono in corso di accertamento”. Mentre il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha convocato con urgenza la concessionaria: l’appuntamento è per martedì alle 10 presso la sede del Mit.
Dopo il crollo del ponte Morandi e le verifiche imposte dalla procura di Genova su alcuni viadotti liguri dopo lo scandalo dei presunti falsi report, si tratta di un altro duro colpo alla viabilità in Liguria in giornate di particolare traffico durante le feste. “Ci vorranno almeno 4 ore per poter riaprire in sicurezza”, ha detto l’ad di Autostrade Roberto Tomasi che si trovava proprio a Genova per incontrare il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci alla ricerca di soluzioni per ovviare ai problemi di traffico in entrata e in uscita dal porto ligure. “Mi dispiace profondamente per quanto successo oggi. Daremo massima attenzione a quello che è successo. I tecnici sono subito intervenuti nella galleria e stanno verificando l’accaduto – ha aggiunto – Procederemo col massimo rigore, su tutti i fronti”.
Immediate le reazioni da parte di esponenti del Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e di Liberi e Uguali. Per tutti “la misura è davvero colma”, e come dice l’ex ministro Andrea Orlando su Twitter, “ora credo sia ancor più difficile contestare le scelte fatte dal governo sul tema concessioni e mi auguro che Aspi ritiri la lettera dei giorni scorsi e chieda scusa”. Un riferimento agli articoli del Milleproroghe, approvato salva intese, che puniscono i concessionari inadempienti. Nessun commento invece dalla quarta anima del governo, i renziani di Italia Viva. Si dice “allibito” il governatore ligure Giovanni Toti: “Questo ulteriore episodio ci lascia allibiti. Da tempo chiediamo di conoscere la situazione di sicurezza di gallerie e viadotti. Ho parlato con il ministro De Micheli che mi pare sia ugualmente allibita”.
Con la convocazione fissata per martedì mattina diventa due i faccia a faccia tra il ministero e la concessionaria. Poche ore prima del crollo i vertici di Autostrade si erano riuniti a Roma con i funzionari del ministero delle Infrastrutture avevano promesso sul piatto la disponibilità a ridurre i pedaggi autostradali in Liguria per circa 10 milioni di euro. Alla riunione voluta dalla ministra Paola De Micheli hanno partecipato il capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il direttore generale per la Vigilanza sulle concessionarie autostradali, anche Aiscat, Polizia stradale, Protezione civile e il gestore autostradale. In merito alla situazione delle autostrade della Regione Liguria sono state verificate le soluzioni tecniche per limitare i disagi e accelerare la cantierizzazione inerenti alle verifiche e alla sostituzione delle barriere antirumore e antivento, oltre agli interventi per la sicurezza.