L’hanno ritirata fuori dal sarcofago. La mummia si muove ancora, è la testa che è compromessa. Marasma senile. Ha visioni dall'oltretomba. Vede comunisti ovunque e delira che “vuole andare in Europa dove manca il pensiero profondo del mondo”.
Già, peccato che l’unico “pensiero profondo” della mummia sono sempre stati i cazzi propri. Fin da quando ha visto la luce nel lontano 1943. Non era ancora iniziata la Seconda Guerra Mondiale e in Unione Sovietica imperava Stalin. Preistoria per i comuni mortali. Infanzia per la mummia di Arcore. Sono passati 82 anni suonati. Una vita in fuga impreziosita da pagine ormai epiche.
Come quando negli anni settanta trovò tonnellate di soldi sugli alberi e divenne ricco sfondato per grazia ricevuta. In Russia comandava Breznev e imperversava la Guerra Fredda. A quel tempo di comunisti ce n’erano eccome in giro, ma la mummia aveva ben altro per la testa. Pararsi il culo. Si sentiva in pericolo e pensò bene di corrompere i cattivi. Pagando la mafia. In contanti. E via. In una fuga sempre più serrata, dalla galera. Fino agli anni novanta quando la mummia ormai braccata e indebitata fino al collo era ad un passo dal baratro. Doveva pararsi il culo, ancora.
Questa volta pensò bene di corrompere la democrazia italiana. Scese in campo e trasformò il parlamento nel suo studio legale e Palazzo Chigi in un ufficio Mediaset. Roba da terzo mondo ma che funzionò. Fece saltare i suoi processi uno dopo l’altro e lucrò al meglio sul mega conflitto d’interessi.
Erano gli anni in cui in Russia Gorbaciov archiviava il comunismo con la perestroika, ma fu proprio in quel periodo che la mummia cominciò a vedere comunisti ovunque. Gli servivano per distrarre i telecittadini mentre la mummia si dedicava al suo “pensiero profondo” e cioè i cazzi propri.
Colpa di un paese allo stremo, colpa di opposizioni inette e complici, ma saranno solo i posteri a capire davvero come abbia fatto la mummia ad umiliare la democrazia italiana per quasi vent’anni. Una vergogna epocale.
Decenni di beghe legali e alla fine la mummia ha fatto la fine di Al Capone. Incastrata per grane col fisco. Ma niente gattabuia. Solo il titolo ufficiale di delinquente.
Siamo ai giorni nostri e la fuga continua. Deve continuare. Sono arrivati al potere i “grillini” e in Russia comanda il suo amico Putin ma lui vede comunisti ovunque. Tutta colpa di quel dannato marasma che gli è scoppiato in testa. Non sa più quello che dice anche se il perché continua a fuggire lo sa eccome. Pararsi il culo, come sempre.
Ha il terrore che i comunisti a 5 stelle facciano una legge sul conflitto d’interessi e che la sua ditta finisca addirittura sul mercato, senza protezione politica. Roba da non credere. I soliti comunisti illiberali. Ormai siamo alla farsa.
La mummia esce dal sarcofago e blatera il programma per le europee. Pannolone per tutti e agevolazioni fiscali sui corredi funerari. Risate che echeggeranno in tutta Europa dove uno come Berlusconi non avrebbe mai messo piede in parlamento, in compenso in galera ne avrebbe messi due.
Non resta che assistere al penoso spettacolo. Con le sue badanti che trascinano la mummia a sbavare di qua e di là. Non resta che cogliere il lato positivo di questa penosa epopea. La mummia sulla scena politica servirà a ricordare a tutti l’inferno da cui stiamo cercando di uscire. Servirà come monito a non mollare mai la difficile strada del cambiamento. Ormai la mummia va solo compatita, presto tornerà nel suo sarcofago. Per sempre.>> (Tommaso Merlo)