Che vergogna di Paese. Ogni ora che passa, ogni nuova intercettazione svelata, ogni nuova dichiarazione a propria discolpa da parte delle persone coinvolte, squaderna sotto gli occhi di milioni di italiani il quadro spaventoso di una certa magistratura che tramava a fin di nomine, scatti di carriere, aggiustamenti di indagini sgradite, consolidamento di un potere invisibile, di bassissimo conio, parallelo a quello sancito per legge che lo vorrebbe invece autonomo e indipendente dalla politica.
È sin troppo ovvio che se ciò accade, la politica può leccarsi i baffi, portando all’incasso assai di più di quanto stimato in questi giorni da Giuliano Ferrara, per il quale - come ha scritto - la magistratura è da quasi trent’anni che predica bene e razzola male. Si direbbe che Ferrara aveva visto lungo.
Che vergogna di Paese.
Uno dei coinvolti dice, a sua discolpa, che “di notte” ognuno può fare ciò che gli pare. Come dire che tutti i gatti, al buio, sono neri.
Un altro dice che, in quello che un collega giornalista ha definito lucidamente un Csm “by night”, qualcuno “dormiva”. Ci fu un tempo in cui i mafiosi dicevano, nelle Corti d’Assise, a loro difesa:“Presidente, io non c’ero, e se c’ero dormivo”. Questi sono gli argomenti Alti degli Alti membri dell’Alto sinedrio chiamato Csm.
Infine c’è lui, il politico Pd che sino a ieri si leccava i baffi, che si “autosospende” maramaldeggiando: “non c’è reato”. Mentre giuristi e politici di fine concetto sfogliano l’inconsueta margherita: “Il reato ci fu o non ci fu?”. E già che c’è, il maramaldo ci mette il carico contro i “moralisti” “senza morale”, incarnandosi nel povero “Enzo Tortora”, puntando l‘indice contro altri dirigenti Pd all’insegna del “così fan tutte”.
Che vergogna di Paese.
Qualche giorno fa scrivevamo che il Capo dello Stato Sergio Mattarella si trovava a fronteggiare una situazione da far vacillare le ginocchia a chiunque.
Oggi, man mano che il verminaio sta venendo alla luce, riteniamo che sia la parte sana della magistratura a dover far sentire la sua voce per coadiuvare lo sforzo del Capo dello Stato, non a caso tirato in ballo anche lui da troppi maramaldi che avevano trovato la pacchia convinti di essere “a prova di Trojan”.
Magistrati per bene - perché siete migliaia - insorgete. Fate sentire la vostra voce. Denunciate lo schifo, le camarille, le sporche alleanze con una politica squallida che stanno sfregiando il vostro lavoro, il vostro ruolo, la vostra funzione.
Mettete nero su bianco il vostro disagio. Come fecero, all’indomani della strage di Capaci, tantissimi giovani sostituti procuratori che denunciarono, con nomi e cognomi, gli usurpatori del Tempio - magistrati anche loro - che avevano spianato la strada a chi poi avrebbe ucciso Giovanni Falcone.
Il quale - ricordiamolo sempre - si ribellò sino alla fine all'Italia della vergogna, al Csm di allora, che pure, rispetto a quello di oggi, potremmo definire un collegio di educande svizzere. Tempo ne rimane poco.
saverio.lodato@virgilio.it
La rubrica di Saverio Lodato
Foto © Paolo Bassani
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