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sabato 3 agosto 2019
Bibbiano, confermati i domiciliari per sindaco Andrea Carletti. Polemiche sulla commissione d’inchiesta regionale: presidenza al Pd.
L'avvocato difensore del primo cittadino, Giovanni Tarquini, nei giorni scorsi aveva presentato una corposa memoria difensiva chiedendone la liberazione, sostenendo che il suo assistito si fosse rifatto a leggi regionali e avesse agito sempre nella legalità.
Il Giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, Luca Ramponi, ha confermato gli arresti domiciliari per Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano coinvolto nell’inchiesta Angeli e Demoni sugli affidi illeciti di minori da parte dei servizi sociali della Val d’Enza. La decisione del magistrato arriva dopo che la difesa del primo cittadino aveva chiesto la revoca della misura cautelare.
Carletti, che si è autosospeso dal Partito Democratico, è accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico e si trova agli arresti domiciliari dal 27 giugno. Già dopo il lungo interrogatorio di garanzia, per il sindaco erano stati confermati i domiciliari. Il suo avvocato difensore, Giovanni Tarquini, nei giorni scorsi aveva presentato una corposa memoria difensiva chiedendone la liberazione, sostenendo che, per gli incarichi alla Onlus di Torino Hansel e Gretel al centro delle contestazioni, Carletti si fosse rifatto a leggi regionali e avesse agito sempre nella legalità.
Si tratta di uno “stravolgimento della realtà”, ha commentato Tarquini dopo la decisione del gip. “Sono stati del tutto ignorati – ha continuato – gli elementi oggettivi illustrati e documentati in modo esaustivo e articolato nella memoria difensiva a supporto della totale estraneità del mio assistito dai reati contestati e della richiesta di revoca della misura cautelare. C’è in questa vicenda un costante stravolgimento della realtà dei fatti e una palese confusione dei ruoli e delle competenze di amministratori e tecnici”. Secondo il legale “appare evidente un pregiudizio di fondo e una preoccupante mancanza di serenità che si riflette sul percorso dell’accertamento giudiziario e così anche su quest’ultima decisione”.
Intanto, scoppia la polemica politica dopo che venerdì si è insediata la commissione d’inchiesta regionale. Al centro delle proteste che si sono levate dalla destra, il fatto che la presidenza sia stata affidata a Giuseppe Boschini, consigliere del Pd, mentre le due vicepresidenze siano andate a Igor Taruffi di Sinistra Italiana e Raffaella Sensoli del Movimento 5 Stelle. “Il Pd nomina una commissione d’inchiesta in Emilia Romagna sullo scandalo degli affidamenti illeciti di minori assegnandosi la presidenza e dando le due vicepresidenze al M5s e alla Sinistra italiana. Lo stesso Pd che ha i propri esponenti coinvolti nello scandalo e che non voleva si parlasse di Bibbiano. Lo stesso M5S che chiedeva verità, ma a livello locale vanta tra le sue fila un avvocato che ha rinunciato a ogni ruolo istituzionale per difendere una delle principali indagate. Una situazione talmente paradossale che farebbe quasi ridere, se di mezzo non ci fosse il dramma di tante famiglie”, ha scritto su Facebook Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
Strage discoteca Corinaldo: presa la banda dello spray al peperoncino, arresti per omicidio.
Fermo immagine del ragazzo che avrenne spruzzato lo spray urticante.
Gruppo criminale di Modena faceva rapine con il prodotto urticante.
Grazie alle rapine compiute con lo spray al peperoncino la banda di giovanissimi che ha provocato la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona), dove il 7 dicembre scorso morirono cinque giovani e una madre, riusciva a mettersi in tasca circa 15mila euro al mese. E' quanto hanno accertato gli investigatori che stanno ora indagando su tutta un'altra serie di episodi analoghi avvenuti in 60 locali del centronord e anche all'estero: uno dei colpi è infatti stato realizzato a "Chessy, presso il parco divertimenti Disneyland". In tutti e 60 i casi è stata accertata la presenza dei giovani.
Sette gli arresti: in carcere sei ragazzi tra i 19 e i 22 anni, tutti residenti nel Modenese, accusati di omicidio preterintenzionale e lesioni: farebbero parte di una banda dedita alle rapine in discoteca spruzzando spray al peperoncino. Arrestato anche un ricettatore solo per associazione. Quella sera erano tutti alla Lanterna Azzurra. I sei ragazzi arrestati sarebbero responsabili di molteplici furti e "agivano con stabilità". Erano in contatto con il ricettatore, arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto. Il ricettatore, è stato precisato, veniva contattato anche prima del furto.
"Grazie ai carabinieri e agli inquirenti: avevamo promesso indagini serie e rigorose per prendere i responsabili di quella tragedia e ora c'è un segnale importante. Nessun arresto restituirà le vittime ai propri cari, purtroppo, ma è nostro dovere individuare i colpevoli e punirli come meritano. Speriamo che la Giustizia preveda galera certa per tutti, senza sconti o attenuanti", ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
La strage di Corinaldo non è l'unico episodio in cui bande di giovani hanno utilizzato spray al peperoncino provocando caos e tragedie. Il 3 giugno 2017 a Torino, in piazza San Carlo, durante la proiezione sul maxi schermo della finalissima di Champions tra la Juventus e il Real Madrid, i componenti di un altro gruppo di giovanissimi - anche in questo caso definito 'banda dello spray' - sparsero del liquido tra la folla provocando caos e un fuggifuggi disperato di migliaia di persone. Nella calca, rimasero ferite oltre 1.500 persone e due morirono in seguito.