mercoledì 2 ottobre 2019

Il gamberetto verde che non cambia più sesso per il cambiamento climatico. - Pasquale Raicaldo



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Fotografia di Valerio Zupo.

Gli studi della stazione Anton Dohrn sull’Hippolyte inermis, a Ischia, indicano che l’acidificazione oceanica incide sulle microalghe e sul loro rapporto con i piccoli invertebrati.


Il gamberetto di prateria (Hippolyte inermis) rischia di non riprodursi più: i cambiamenti climatici cui il pianeta va incontro potrebbero impedirgli di cambiare sesso, come invece accade regolarmente nel caso di questo invertebrato che si mimetizza tra le foglie delle piante marine.

E’ quanto emerge dall’ultima scoperta del centro di ricerca di Ischia della Stazione Zoologica Anton Dohrn, impegnata da sempre nello studio degli effetti dell’acidificazione marina, legata nel mare dell’isola ai “vents”, l’emissione di anidride carbonica effetto del vulcanesimo secondario dell’effervescente sottosuolo ischitano.

A Ischia, in soldoni, si creano naturalmente le condizioni a cui gli oceani vanno incontro per effetto delle emissioni di anidride carbonica. E sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori è finito il rapporto tra un gamberetto e le microalghe delle quali si nutre, le diatomee epifite tipiche degli ambienti costiere, in particolare il genere Cocconeis, fondamentali per la vita, lo sviluppo, l’inversione sessuale e la riproduzione di molti piccoli animali invertebrati.

L'ambiente dei vents a Ischia, dove le emissioni di CO2 portano all'acidificazione del mare. Fotografia di Pasquale Vassallo.

Su loro è incentrato un lavoro pubblicato sulla rivista scientifica “Plos One” da Mirko Mutalipassi, in collaborazione con Valerio Mazzella e il ricercatore Valerio Zupo. In sostanza, il metabolismo della microalga del genere Cocconeis viene condizionato dall’acidificazione – naturale a Ischia, indotta dall’uomo nel pianeta – e inizia a non produrre i composti, o produrre in modo meno significativo, i composti che servono ai gamberetti, e ad altri organismi marini, per sopravvivere.


Diatomea, fotografia di Valerio Zupo

«Proprio così – conferma Zupo – perché l’alterazione dei rapporti chimici tra organismi e l'ambiente porta la modifica dei metaboliti secondari, con un impatto sul sistema di chemio-recezione degli organismi marini».

L’acidificazione del mare genera un effetto a catena, di cui i gamberetti sono solo alcune delle possibili vittime: con soli esemplari maschi, la specie rischierebbe l’estinzione. Ed è uno degli effetti sistemici più significativi sin qui scoperti dal Dohrn, che proprio con Valerio Zupo porta avanti anche un promettente studio sull’efficacia di un metabolita prodotto dalla diatomea su alcune tipologie di cancro. Ma l’acidificazione, a quanto pare, potrebbe ostacolare, insieme alla riproduzione del piccolo Hippolyte inermis, anche l’identificazione delle molecole più interessanti per gli scopi farmacologici.


Un primo piano del gamberetto di prateria. Fotografia di Valerio Zupo

Quel che è certo, grazie all’ultimo studio, è che il gambero sia una specie-sentinella in grado di mostrare come i rapporti tra organismi cambino, in modo drastico, in relazione ai cambiamenti climatici. Un tema sul quale la stazione Anton Dohrn è particolarmente attenta: a Ischia, come anticipato dal presidente Roberto Danovaro, aprirà infatti un Centro di ricerca sull’impatto dei cambiamenti globali sugli ecosistemi marini. E del resto “l’acidificazione del mare è l’altra faccia del problema dell’immissione di CO2 in atmosfera e del cambiamento climatico: una minaccia sempre più seria per le specie che popolano gli oceani e per gli ecosistemi”, spiega Maria Cristina Gambi, che con Nuria Teixido studia da anni l’adattamento delle specie animali all’acidificazione.


Ambiente dei vents a Ischia. Fotografia di Pasquale Vassallo

Stress ambientali che influiscono diversamente da specie a specie. «Non tutte le specie – conferma il biologo Marco Munari, che coordina il centro ischitano del Dohrn - rispondono allo stesso modo agli agenti di stress ambientali: è importante quindi studiarne gli effetti su più specie e non solo, ma anche come possono cambiare le interazioni tra le diverse specie, e quindi il funzionamento stesso di un ecosistema, per prevedere e prevenire danni sia di tipo ecologico che economico». Come quelli di un piccolo gamberetto verde che potrebbe smettere di riprodursi.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2019/09/25/news/il_gamberetto_verde_che_non_cambia_piu_sesso_per_il_cambiamento_climatico-4558458/

Mafia, Vito Nicastri condannato a 9 anni. "Ha finanziato la latitanza di Messina Denaro".- Salvo Palazzolo

Risultati immagini per vito Nicastri

Il "re" dell'eolico era accusato di concorso esterno. Da alcuni mesi collabora con i pubblici ministeri, ma ha sempre escluso rapporti con le cosche trapanesi. Condannato anche il fratello Roberto.

Il "re" dell'eolico, Vito Nicastri, l'imprenditore di Alcamo in affari con Paolo Arata, l'ex consulente di Matteo Salvini, è stato condannato oggi pomeriggio a nove anni di carcere dal gup di Palermo Filippo Lo Presti. Per concorso esterno in associazione mafiosa. I sostituti procuratori Gianluca De Leo, Giacomo Brandini e il procuratore aggiunto Paolo Guido gli contestavano di aver intrattenuto rapporti spregiudicati con esponenti delle cosche, quelli più vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro, imprendibile dal giugno 1993. Per Nicastri, accusato dalla Dia di Trapani di intestazione fittizia e corruzione nell'ambito del caso Arata, è la prima condanna per mafia. Nonostante già negli anni scorsi avesse subito una maxi confisca di beni per un milione e trecento mila euro.

Da maggio, dopo l'arresto per la vicenda Arata, l'imprenditore collabora con i magistrati della procura di Palermo, ha svelato alcuni episodi di corruzione di pubblici funzionari, chiamando in causa il suo socio coculto Arata, ma ha sempre negato di avere avuto rapporti con esponenti mafiosi. Ora, questa sentenza lo smentisce. Il gup ha condannato anche il fratello di Vito, Roberto, pure lui a 9 anni, per concorso esterno in associazione mafiosa.


Era stato il pentito Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro, a svelare che Vito Nicastri avrebbe fatto avere "una borsa piena di soldi" agli uomini legati al latitante. L'anno scorso, il "re" dell'eolico era già agli arresti domiciliari, ma iniziò a fare affari con Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia e allora consulente per l'energia della Lega. Affari che ad agosto sono stati raccontati nel corso di un incidente probatorio, al tribunale di Roma: Nicastri ha confermato di aver saputo di una mazzetta da 30 mila euro che il suo socio avrebbe promesso al sottosegretario Armando Siri, per piazzare un emendamento che doveva aprire le porte a molti finanziamenti. Per questo filone, indaga la procura di Roma, sotto inchiesta ci sono Arata e Siri, quest'ultimo rimosso dal presidente del Consiglio Giusepep Conte, nonostante le resistenze della Lega.


L'impero.
Negli anni Novanta, si vantava di essere uno dei pochi imprenditori puliti nel settore dell’energia alternativa. E invece era lui il perno del sistema di potere che ruotava attorno alle pale eoliche. Vito Nicastri, l’ex elettricista di Alcamo diventato in vent' anni un top manager, avrebbe avuto alle spalle uno sponsor potente: l’ultimo grande latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro.
Per questa ragione, nel 2013, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani gli aveva confiscato un impero economico: un miliardo e trecento milioni di euro, tanto valevano le 43 società di capitali che Nicastri utilizzava per gestire i suoi affari nel settore dell’eolico e del fotovoltaico; alcune con sede in Sicilia, altre in Lazio e Calabria. Sono passate tutte allo Stato. E con le società, anche un tesoro fatto da 98 beni immobili: Nicastri aveva investito in centinaia di terreni fra Trapani, Palermo e Reggio Calabria.

Per sé aveva fatto realizzare una sontuosa villa ad Alcamo, ma aveva acquistato anche decine di appartamenti e magazzini fra Trapani e Catanzaro. La confisca riguarda pure una grande passione di Nicastri: un catamarano di 14 metri per 8, costruito nel cantiere di Belleville, in Francia, nel 2009; è rimasto ancorato saldamente al porticciolo turistico di Castellammare del Golfo. L’imprenditore aveva una passione anche per le auto di grossa cilindrata, gli sono state sequestrate Mercedes e Audi. Infine, la Dia ha messo i sigilli a 60 rapporti finanziari, fra conto correnti, dossier titoli e polizze assicurative. Fu una delle confische più grande di tutti i tempi.


https://palermo.repubblica.it/cronaca/2019/10/01/news/mafia_vito_nicastri_condannato_a_9_anni_vicino_al_latitante_messina_denaro_-237431538/

Roma, 13enne giù dal balcone. I pm indagano per istigazione al suicidio. Ipotesi bullismo.

Roma, 13enne giù dal balcone. I pm indagano per istigazione al suicidio. Ipotesi bullismo

Inchiesta del procuratore aggiunto Monteleone sul caso della ragazzina morta domenica sera nella zona di Valle Aurelia dopo essere caduta dal nono piano. Polizia al lavoro su telefonino e pc per verificare alcuni messaggi ricevuti.
Dietro la decisione di togliersi la vita ad appena 13 anni lanciandosi dal nono piano di un condominio a Roma, potrebbe nascondersi una storia di bullismo e vessazioni. E’ il sospetto della Procura di Roma che sulla vicenda, avvenuta nel tardo pomeriggio di domenica nella zona di Valle Aurelia, hanno avviato una indagine ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Al momento il procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, è contro ignoti ma gli inquirenti hanno avviato una attività istruttoria ad ampio raggio per cercare di accertare il contesto in cui si è consumata la fine tragica della ragazzina. “E’ cresciuta in una famiglia in cui i genitori stavano attraversando un momento di crisi, come accade spesso – spiega chi indaga all’Ansa – ma dall’analisi del suo cellulare potrebbe emergere una realtà diversa”. Il riferimento è ai tanti messaggi trovati su un social network frequentato dalla minorenne in cui emergono insulti, frasi offensive. Parole cariche di odio scritte da utenti “anonimi” che prendono pesantemente di mira la 13enne. Qualche amica avrebbe però tentato anche di difenderla, schierandosi con lei, scrivendo messaggi pubblici di solidarietà e invitando i bulli a desistere, a farla finita. Ma quei comportamenti vessatori dei cyberbulli non sarebbero finiti e avrebbero potuto indurre la ragazza, secondo l’ipotesi dei pm, a farla finita.
I magistrati hanno affidato le indagini agli agenti del commissariato Aurelio che analizzeranno il telefonino e il pc della ragazza per cercare di risalire all’autore o agli autori dei messaggi e, parallelamente, proseguiranno nelle audizioni di parenti e amici al fine di delineare il “vissuto” della giovane.
La storia della ragazzina di Valle Aurelia non è l’unico episodio di questo tipo su cui sono al lavoro i pm di Roma del pool dei reati contro la persona. Verifiche infatti sono state disposte per il caso legato al tentato suicidio di una bimba di 10 anni avvenuto alcuni giorni fa. Il fatto risale al 25 settembre e la tragedia è stata evitata grazie all’intervento di due agenti della Direzione Centrale della Polizia Criminale che attratte da un capannello di persone che guardavano verso l’alto e dalle urla di aiuto di un’anziana donna, hanno subito capito la gravità della situazione. Entrate nell’appartamento e hanno afferrato la bimba evitando che si lanciasse nel vuoto.
Io non so quale sia stata la vera causa del folle gesto, ma temo fortemente per questa generazione che oserei chiamare "di cristallo". A questi ragazzi, che vivono di tecnologia, manca l'istruzione per l'uso, manca la capacità di reazione, manca la stima di se stessi, hanno costante bisogno di consenso, senza il quale non si sentono gratificati. Manca, forse, l'appoggio morale, una presenza stabile. La nostra è una società malata, priva di contenuti, dedita al consumo, all'apparire, all'estetica.
E non per colpa dei nuclei familiari o, quantomeno, non tutta, molta colpa è da attribuire alla società che costringe i nuclei a ritmi stressanti e frustranti nei quali c'è poco tempo da dedicare nel dovuto. C.

Silvio Berlusconi, gli azzurri vogliono Matteo Renzi: "È lui a portare avanti le nostre battaglie"


ritratto di Dorian Gray

"Renzi sta portando avanti le nostre battaglie. Sul no all'aumento delle tasse, sugli investimenti nelle opere pubbliche, sulla necessità di puntare sulle partite Iva. Basta con la politica di Salvini". Gli azzurri si lamentano con Silvio Berlusconi e ormai nemmeno da poco tempo. I forzisti chiedono - secondo Italia Oggi - di chiudere definitivamente l'ipotesi di un centrodestra unito e di puntare al dialogo con il senatore di Firenze.

I movimenti verso Italia Viva hanno subito una fase di rallentamento, ma gli azzurri scontenti puntano a due date in particolare: la prima è la Leopolda, la seconda sono le elezioni in Umbria. Nei prossimi giorni dovrebbero esserci nel gruppo IV del Senato alcuni nuovi innesti, principalmente dal Pd (uno dei papabili è Stefano e D'Alfonso). A presentare il conto saranno le Regionali in Umbria: qui Forza Italia sarà decisiva. 

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13509977/silvio-berlusconi-matteo-renzi-schiaffo-matteo-salvini-giorgia-meloni.html

Io l'ho sempre sostenuto, Renzi, ideologicamente, non è di sinistra, ma non è neanche di destra. Lui è un "amorfo" che usa la politica per curare i propri interessi, da perfetto emulo di mister B. La sua ultima sortita: quella di perorare l'unione tra m5s e Pd, per poi estromettersi dal Pd e fondare un suo partito, ne è una prova. Lui, infatti, non essendo più leader del Pd, non potendo esercitare alcuna pressione per imporre le regole e le indicazioni che gli venivano impartite dall'alto, ha dovuto creare un suo entourage attraverso il quale mettere a punto le manovre che gli venivano assegnate.
Trattandosi di politica, che è "amministrazione della res pubblica", personaggi come lui e come B., servi di non sia sa quali padroni, rappresentano il peggio del peggio.
E se B. afferma che gli "azzurri" vogliono Renzi per portare avanti le loro battaglie, sorge spontanea una domanda: chi sono gli azzurri ai quali si fa riferimento?

C.

Il cappotto e l’asola - Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 2 Ottobre:

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono

Tutto avremmo immaginato, nella vita, fuorché di concordare in pieno con Dario Franceschini: “Avviso ai naviganti: la smania quotidiana di visibilità logora i governi. Già visto tutto. Si inventano litigi sull’Iva, quando nessuno vuole aumentarla, solo per avere qualche riflettore acceso”. Ce l’ha con i renziani e alcuni M5S che han montato una polemica sul nulla, come se qualcuno volesse aumentare l’Iva e loro no. In realtà l’impegno di sterilizzare l’aumento dell’Iva dal 22 al 25% sarà rispettato.
Ma, siccome c’è anche quello di tagliare le tasse sul lavoro (sciaguratamente chiamato “cuneo fiscale”) e le coperture non ci sono, Conte e il Tesoro vorrebbero aumentare l’Iva dell’1-1,5% a chi paga in contanti oltre una certa soglia: per dare più soldi ai lavoratori e incentivare i pagamenti con carta (a costo zero), disincentivare il cash e recuperare evasione.
L’aumento sarebbe volontario: se tutti pagano “tracciabile”, l’Iva non sale per nessuno. Apriti cielo.
Risultato: chi pensava di lucrare per il suo ego e la sua bottega ha convinto milioni di italiani che il neonato governo sia già in crisi e regalato a Salvini&C. il pretesto per strillare al “governo delle tasse”, mentre gli onesti ne pagheranno un po’ meno e i disonesti un po’ di più.

È il morbo della “salvinite”, perché il re della sparata da titolo è Salvini, che però fa solo quelle che gli portano consensi, mentre i giallorosa sono specializzati in quelle che portano consensi a lui. O perché dicono cazzate, o perché dicono cose anche sensate, ma nei tempi e nei modi sbagliati. Fioramonti si candida a nuovo Toninelli con le trovate di tassare le merendine e levare i crocifissi dalle scuole. Che possono avere un senso in tempi normali, ma buttate lì senza prepararle né spiegarle, nel mondo dell’istruzione che ha ben altre urgenze, sono autogol da 2 a 0 per Salvini. Idem per Letta che lancia il voto ai sedicenni, subito cavalcato da 5S, Pd e Lega: davvero bastano un milione di studenti ambientalisti in piazza per abbassare l’età elettorale? Poi c’è l’auto-tripletta di Pisapia, che intima al governo di abolire i dl Sicurezza, approvare lo Ius culturae (altra denominazione assurda) e il suicidio assistito tutto d’un colpo, per la gioia di Salvini e Meloni che non vedono l’ora di farci la campagna elettorale per le Regionali. I diritti sono cruciali, ma nel 2019, con le destre al 45%, un governo d’emergenza dovrebbe prima rassicurare la maggioranza degli italiani su troppe tasse, poco lavoro, immigrazione clandestina incontrollata ecc. e poi dedicarsi alle minoranze. Sabrina Ferilli, donna di sinistra coi piedi ben piantati a terra, lo ripete sempre: “Uno chiede un cappotto e quelli gli parlano dell’àsola”.