Continuano le speculazioni sui dispositivi di protezione individuale che sono necessari per arginare l'epidemia e saranno indispensabili nella fase 2 del lockdown. Le forze dell'ordine sono impegnate da settimane a vigilare e continuano i sequestri di materiale illegale o venduto a prezzi esorbitanti.
Continuano le speculazioni sui dispositivi di protezione individuale che sono necessari per arginare l’epidemia di Sars Cov 2 e saranno indispensabili nella fase 2 del lockdown. Le forze dell’ordine sono impegnate da settimane a vigilare e continuano i sequestri di materiale illegale o venduto a prezzi esorbitanti. Erano senza certificazioni, quindi illegali e chissà se non addirittura pericolose, le oltre 240.000 mascherine sequestrate dai finanzieri del Comando provinciale di Milano, in parte in dodici farmacie milanesi (oltre 30mila) e in parte nel magazzino di una società fornitrice.
I militari sono risaliti, poi, alla catena di distribuzione individuando il fornitore dei dispositivi di protezione individuale in una società di Milano, che opera nel settore della grande distribuzione farmaceutica, che le aveva importate dalla Cina e messe in vendita senza aver prima provveduto agli adempimenti finalizzati a garantire la sicurezza e l’adeguatezza dei dispositivi. Nel magazzino della società sono state sequestrate quasi 210.000 mascherine. Il responsabile della cooperativa di farmacie e il rappresentante legale della società fornitrice ed importatrice sono stati denunciati alla Procura di Milano.
Erano invece tutti conformi i dispositivi venduti dal titolare di una società operante in provincia di Milano, a Segrate e a Pioltello, che le vendeva effettuando “una rilevante speculazione sui prezzi di vendita”. L’uomo è stato denunciato dalla Guardia di finanza di Lodi.
“La percentuale di ricarico, in alcuni casi, ha raggiunto anche il 700% rispetto al normale valore di mercato – ha precisato la Finanza – Guanti e camici mono uso e le famigerate mascherine sia chirurgiche sia di tipo Ffp1, Ffp2 e Ffp3 tutti conformi alla norma tecnica di riferimento, sono state poste in vendita con smisurati aumenti percentuali di prezzo, senza alcuna giustificazione tanto che il titolare dell’azienda, B.R. di anni 58 anni, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano, per violazione dell’articolo 501 bis del Codice Penale: “Manovre speculative sulle merci”. Le Fiamme gialle hanno sequestrato 500mila dispositivi di protezione. Proprio in tema di speculazioni ieri i carabinieri di Bari hanno denunciato in stato di libertà la titolare di un negozio autorizzato alla vendita di mascherine poiché erano state messe in vendita, in quest’ultimo periodo, con una percentuale di ricarico pari al 129%.
Negli ultimi giorni, nel corso di tre distinte attività investigative, le Fiamme gialle hanno sequestrato 21mila mascherine protettive, riportanti indebitamente il marchio CE o vendute, in maniera ingannevole, come dispositivi di protezione individuale. Le indagini hanno interessato un produttore, un importatore e un distributore dei dispositivi nonché una rivendita al dettaglio tra Montesilvano, Pescara, Manoppello Scalo e Lettomanoppello. Le mascherine, molte delle quali in poliuretano, recavano la marcatura CE pur essendo prive della prevista certificazione, non essendo mai stata conseguita dal produttore e dall’importatore. Inoltre, la maggior parte dei prodotti veniva pubblicizzata per la vendita, tramite brochure e video su siti internet, traendo in inganno gli ignari consumatori, convinti di acquistare veri e propri Dispositivi di Protezione Individuale efficaci con marcatura CE, mentre in realtà compravano dei semplici copri bocca.
“Le mascherine sono un bene prezioso e come avviene quando la domanda schizza e l’offerta è limitata, il prezzo si forma a un valore elevato. Credo sia necessario e doveroso – aveva detto appena ieri il capo della Protezione civile Angelo Borrelli – e questa è una scelta politica, prevedere un prezzo massimo per tipologia di mascherine per evitare fenomeni speculativi.”
“Da cittadino aggiungo che sono fenomeni speculativi altamente deprecabili e biasimevoli“, ha aggiunto il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli.