martedì 2 marzo 2021

La mossa di Mattarella è politica (verso destra). - Tomaso Montanari


Ora che il “governo del Presidente” è tutto sotto i nostri occhi, è possibile criticare il Presidente? I manuali di Diritto costituzionale spiegano che non si è mai stabilito un divieto legale di criticare il presidente della Repubblica perché lo scopo della tacita regola per cui il capo dello Stato non si critica è quello di indurlo ad agire in modo da non ricevere critiche. Se l’attività del Presidente diventasse insindacabile, verrebbe meno la garanzia che questi non faccia un uso politico dei suoi poteri.

Ora, la decisione di non sciogliere le Camere è stata frutto di una valutazione dello stato del Paese: come tale, quintessenzialmente politica. La scelta di non comunicare questa decisione al presidente del Consiglio Conte, che aveva appena ricevuto la fiducia dal Parlamento, è stata politica. La decisione di incaricare Mario Draghi senza ricavarne il nome da un ulteriore giro di consultazioni, e mettendo i partiti davanti a un fatto compiuto, è un’altra scelta politica di Sergio Mattarella. Tutto nei limiti formali della Costituzione, sia chiaro, ma, come ha osservato Gustavo Zagrebelsky, fuori dalle consolidate convenzioni che circondando l’attuazione della Carta. E con la chiara volontà politica di uscire dalla crisi “dall’alto”, e non “dal basso”. Verso l’oligarchia, non verso la democrazia parlamentare. Coerentemente, Mattarella si è assunto davanti al Paese la responsabilità dell’identità del nuovo esecutivo: “Di alto profilo” e “che non deve identificarsi in nessuna formula politica”.

Come mentore e garante di un “governo del Presidente di alto profilo”, Mattarella ha assunto su di sé (ancor più di quanto non preveda l’articolo 92 della Costituzione) la responsabilità della scelta dei ministri, e quindi dei sottosegretari: ben sapendo, tra l’altro, che il Consiglio dei ministri è organo collegiale il cui presidente è solo un primo tra pari. Ora, come pensare che la credibilità della Presidenza non sia intaccata dalla qualità infima, in molti casi disdicevole fino al rigetto, della compagine ministeriale? Da cittadino, sono francamente sconcertato che il Presidente, dopo aver promesso al Paese l’“alto profilo”, abbia firmato i decreti di nomina di ministri come Stefani o Gelmini, e di sottosegretari come Molteni o Sisto. Borgonzoni alla Cultura e Sasso all’Istruzione, poi, sono veri e propri schiaffi alle parti più sensibili del progetto costituzionale.

E veniamo alla formula politica: che, in realtà, esiste eccome. Anzi, quella larghissima formula fino a ieri impensabile potrebbe essere la base per la rielezione dello stesso Mattarella al Quirinale: in un cortocircuito che avrebbe implicazioni inedite. Ancor più se questo secondo mandato, di cui si inizia a sentir parlare, avesse termine precoce: magari proprio per permettere l’ascesa di un successore (lo stesso Mario Draghi) che sarebbe così in qualche modo un erede designato, in una torsione dal sapore monarchico. E inoltre: la scelta di portare la Lega in un governo del Presidente comporta un’assunzione di responsabilità politica per nulla neutrale, visti i molti nodi irrisolti nei rapporti di quel partito con i neofascismi e il suo sostanziale rigetto di gran parte dei principi fondamentali della Carta. E anche la scelta di affidare l’opposizione a un solo partito, ancor più compromesso col neofascismo, è gravida di conseguenze politiche (a mio avviso, nefastissime). In Cecità di Saramago (libro che, a rileggerlo oggi, mette i brividi) la radio finalmente trovata, diffonde “notizie non confortanti: correva voce che fosse prevista a breve scadenza la formazione di un governo di unità e di salvezza nazionale”. Credo che anche oggi, nell’Italia resa politicamente cieca dalla pandemia, la notizia più sconfortante sia proprio questa. La resa della politica; la teorizzazione, dal più alto colle della Repubblica, che di fronte all’emergenza si debba abbandonare qualsiasi “formula politica”. E non per il presunto commissariamento da parte dei tecnici (che sembrano in verità assai poco autorevoli), quanto proprio per la dimensione dirompentemente antipolitica del messaggio che ne scaturisce. Tutti i partiti insieme, a correre sulla monorotaia imposta dal mercato e dalle banche (Draghi): a far capire che davvero There Is No Alternative, nessuna scelta è possibile. E cioè di fatto affermando che è inutile (oggi e domani) votare, perché comunque le scelte sono obbligate, e prese in alto: per il bene dello Stato.

Come dimostrano le prime mosse di Draghi (dalla scelta dell’ultraliberista Giavazzi alla incomprensibile opposizione, in sede europea, alla donazione dei vaccini per il personale sanitario africano proposta da Francia e Germania), la formula politica c’è: l’asse della politica italiana si è ulteriormente spostato a destra. E non per un voto, ma per una decisione politica del presidente della Repubblica.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/02/la-mossa-di-mattarella-e-politica-verso-destra/6118313/


Io credo che Mattarella si sia consultato con Napolitano prima di decidere, ed ha deciso seguendo il consiglio ricevuto, senza commettere, però, lo stesso errore fatto da Napolitano quando nominò Renzi a capo del consiglio per le sue doti di yesman, (bravo soldatino), ma che, alla fine , è risultato poco adatto, poichè ammalato di protagonismo ed egocentrismo. Draghi è stato scelto per le sue doti di "mago della finanza" e, quindi, a disposizione del mondo della finanza, mondo nel quale si muove benissimo. Naturalmente essendo un drago, farà gli interessi di chi conta, non certo i nostri.

Ancora una volta, la politica ci ha dimostrato che ciò che chiamano democrazia è solo un'utopia, il nostro voto non ha alcun valore, andare a votare o non farlo produce lo stesso effetto, se votiamo chi vogliamo noi il governo cade, se votiamo chi vogliono loro il governo prosegue fino alla scadenza naturale. 

Mattarella mi ha molto deluso, pensavo fosse un buono, ma credo di aver confuso la sua bontà con una forma di debolezza, di mancanza di carattere.

Cetta.

Vogliamo i generali. - Marco Travaglio

 

Mancava giusto un bel generale, per far capire anche ai più duri di cervice il senso dell’Operazione Draghi. E il generale, anzi supergenerale Figliuolo, è puntualmente arrivato subito dopo il superbanchiere, i supertecnici e il superpoliziotto Gabrielli. Il generalissimo si occuperà di vaccini e di tutti gli altri acquisti anti-Covid al posto di Arcuri (troppo efficiente e soprattutto sprovvisto di uniformi, stivaloni, mostrine e codici Nato). Il poliziottissimo controllerà i servizi segreti dopo averli guidati al Sisde e all’Aisi, con la stessa logica che fa dell’avvocato di B. il sottosegretario alla Giustizia. Naturalmente il dittatore era Conte, che affidava le forniture a un manager pubblico esperto del ramo e il controllo degli 007 all’autorità politica. Ora, con la giunta bancario-tecnico-poliziesco-militare, basteranno un presentat’arm, un fianco destr, un avanti marsch, un “fermo o sparo!” e un paio di missili terra-aria con le colonne sonore di Full Metal Jacket e 007-Dalla Russia con Sputnik per far piovere una marea di vaccini e piegare alla resa i cattivoni di Big Pharma. L’esultanza delle destre – Lega, FI, Iv e financo FdI – è sacrosanta: erano loro, con giornali e talk al seguito, a chiedere la testa di Arcuri, pur non sospettando di essere scavalcati a destra con l’avvento di un militare. Troppa grazia.

Resta da capire che ci stiano a fare lì M5S, Pd e LeU, che avevano chiesto la conferma di Arcuri per l’ottima partenza delle vaccinazioni (fino al taglio delle dosi) e ieri hanno appreso dai tg che era saltato. Come già sui ministeri-chiave e sul cambio della guardia alla Protezione civile, noto a Lega e FI ma non a loro, relegati al ruolo di spettatori e donatori di sangue. Per l’angolo del buonumore, ci sovviene il monito di Mattarella: “Non si cambiano i generali in piena guerra”, intesi come Conte, Speranza, Gualtieri, Arcuri, Borrelli &C. Non n’è rimasto neppure uno, a parte Speranza, che apprende dalle agenzie la decimazione dei suoi bracci operativi. Ma in fondo di “generali” prima non ce n’erano: adesso sì. Intanto, mentre ci distraggono con le grandi manovre in alta uniforme, i 32 miliardi dei Ristori attendono il decreto da due mesi. Le task force, onta e disdoro di Conte, diventano orgoglio e vanto di Draghi, che ne ha fatte 8 in una settimana (ne ha una pure Brunetta). E il Recovery Plan? A novembre era già “in ritardo” sul 30 aprile e il tiranno Conte voleva “accentrarlo bypassando il Parlamento” fra gli alti lai dei partiti e dei Cassese. Ora Repubblica informa che Draghi “ha fretta” e “se lo riscrive da solo”, con l’ausilio di tali “Franco, Giavazzi e D’Alberti”, mai visti né sentiti in Parlamento. È, citiamo sempre Rep, il “ritorno della Costituzione”, che avanza a passo di marcia. Anzi, marcetta.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/02/vogliamo-i-generali/6118275/

La stampa estera su Renzi: “Una figura imbarazzante.” - Gianluca Roselli

 

Soldi insanguinati - E la Casa Bianca minaccia sanzioni al principe MbS.

Sarebbe scoppiato uno scandalo in qualsiasi Paese europeo. E si sarebbero chieste a Matteo Renzi giustificazioni sul suo operato e su quali siano i suoi rapporti politici ed economici con l’Arabia Saudita. Così i giornalisti stranieri che lavorano in Italia vedono il caso Renzi. Ovvero il viaggio a Riyad di fine gennaio e l’intervista a Bin Salman da parte dell’ex premier. Il tutto condito dagli 80 mila euro annui che il fondo saudita FII elargisce al leader Iv. Sabato pomeriggio l’ex premier si è difeso con una e-news in cui non ha sciolto i principali nodi, ribadendo di essere nel giusto. Tra l’altro proprio ieri gli Stati Uniti hanno fatto sapere di “riservarsi il diritto di imporre sanzioni contro Mohammed bin Salman”, per l’operazione che ha portato all’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, come rivelato due giorni fa dall’intelligence Usa.

Tornando a Renzi, dal punto di vista prettamente legale avrebbe potuto tenere la stessa condotta anche in altri Paesi. “In Inghilterra non c’è alcuna legge che vieta ai parlamentari di prendere soldi per attività esterne alla politica, a patto che tutto venga dichiarato e ci sia la massima trasparenza”, spiega Philip Willan, giornalista britannico del Times e del Sunday Herald. “Credo però che una legge per vietare questo genere di prestazioni economiche sarebbe sacrosanta, soprattutto in Italia dove i politici sono molto ben pagati. Così si eviterebbero figure imbarazzanti come quella di Renzi e si eliminerebbe qualsiasi sospetto di conflitto d’interessi”, aggiunge Willan. Che poi pensa a Tony Blair. “La sua immagine di ex premier che si è arricchito facendo conferenze ha offuscato la sua immagine. Per Renzi è diverso, visto che, non solo è senatore in carica, ma è uno dei principali protagonisti della scena italiana”. “Di sicuro il leader di Italia Viva ha sbagliato il timing. È andato a Riyad a intervistare Bin Salman proprio nei giorni cruciali della crisi del governo Conte-2, quando aveva tutti i riflettori addosso”, nota il cronista francese Dominique Dunglas, collaboratore del settimanale Challenges e di Tribune de Genève. Secondo Dunglas, “l’ex premier ha commesso un grave errore politico, perché un parlamentare dovrebbe stare attento ai Paesi con cui intrattiene relazioni economiche”. E il timing, aggiunge, “si è rivelato beffardo anche per la sopraggiunta notizia sull’omicidio Khashoggi”. Peggio non gli poteva andare.

“Anche in Germania non è vietato ai politici prendere soldi da lavori extra, tipo conferenze o attività di lobby per aziende, ma bisogna dichiararlo fin nei minimi particolari ed è vietato a ministri o membri del governo. Nel nostro Paese, però, c’è anche un’opinione pubblica molto sensibile su questi temi, con una soglia di attenzione più alta sui rapporti con Paesi autocratici dove vengono negati i diritti umani”, sostiene Tobias Piller, cronista economico del Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il fatto che la vicenda riguardi l’Arabia ha molta importanza per la giornalista finlandese Liisa Liimatainen. “È una monarchia assoluta dove l’unica legge vigente è la sharia. E dove molte persone non hanno diritti e si uccidono oppositori e giornalisti. Ora i loro rapporti con gli Usa si sono incrinati e sono alla ricerca di nuovi interlocutori in Europa”, spiega Liimatainen. Che sul regno ha scritto anche un libro: L’Arabia Saudita. Uno stato islamico contro le donne e i diritti, pubblicato nel 2016 da Castelvecchi. “Prendere soldi da una potenza straniera per un politico è sempre pericoloso. Sarebbe necessaria una legge che lo vieti. Così si taglia la testa al toro…”, aggiunge la cronista.

“In Spagna il caso Renzi avrebbe fatto molto clamore, perché l’Arabia per noi è un tallone d’Achille, vista l’inchiesta sulle tangenti prese dall’ex re Juan Carlos. Per il resto, la vicenda avrebbe creato lo stesso sconcerto che sto vedendo in questi giorni in Italia. Ma senza finte ipocrisie o eccessivi moralismi: si sa che i politici spesso non vivono solo di quello”, sostiene infine lo spagnolo Dario Menor Torres, cronista per il quotidiano basco El Correo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/02/la-stampa-estera-su-renzi-una-figura-imbarazzante/6118299/

Draghi nomina il gen. Figliuolo nuovo commissario per l'emergenza Covid.

Il generale Francesco Paolo Figliuolo.

 A Domenico Arcuri il ringraziamento del governo per l'impegno e la dedizione.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato il Generale di Corpo d'Armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. A Domenico Arcuri i ringraziamenti del governo per l'impegno e lo spirito di dedizione con cui ha svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese.

Arcuri, onorato di aver servito il Paese  - "Oggi si è conclusa la mia esperienza da Commissario per l'Emergenza Covid 19.

E' stato un anno straordinario e sono riconoscente a chi mi ha dato la possibilità di occuparmi della più grande emergenza che la storia recente ricordi. Sono onorato di aver potuto servire il mio Paese in una stagione così drammatica. Auguro al generale Francesco Paolo Figliuolo buon lavoro, certo che saprà affrontare con competenza il compito cui è stato chiamato". Così l'ex Commissario per l'Emergenza, Domenico Arcuri.

Figliuolo dal 2018 è comandante logistico esercito - Il generale Francesco Paolo Figliuolo, nominato da Draghi nuovo commissario all'emergenza Covid, è originario di Potenza, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nella Forza Armata dell'Esercito, interforze e internazionale. Ha ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, dal 7 novembre 2018 è Comandante Logistico dell'Esercito. In ambito internazionale ha maturato esperienza come Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell'ambito dell'operazione ISAF e come Comandante delle Forze Nato in Kosovo (settembre 2014 - agosto 2015). Il generale Figliuolo è stato insignito di numerose onorificenze. Tra le più significative la decorazione di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, la Croce d'Oro ed una Croce d'Argento al Merito dell'Esercito e Nato Meritorius Service Medal.

Salvini: 'Rimosso Arcuri. Grazie Draghi, missione compiuta' - "Rimosso il Commissario #Arcuri, al suo posto designato il Generale di corpo d'armata Francesco Paolo Figliuolo. Grazie presidente Draghi. Missione compiuta!". Lo scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini.

Tajani: 'Draghi ci ha ascoltato, bene Figliuolo' -  "Il governo ha recepito le proposte di Forza Italia a favore di un concreto cambio di passo e della nomina di un nuovo commissario per l'emergenza  Covid 19. Un successo politico che va nella direzione dell'interesse nazionale. Buon lavoro al generale Figliuolo!". Lo afferma Antonio Tajani, Coordinatore nazionale di Forza Italia.

Renzi: 'Scelta Figliuolo va in direzione chiesta da Iv' - "La scelta del Presidente Draghi di sostituire il commissario Arcuri con il generale Paolo Figliuolo, responsabile logistico dell'Esercito, va finalmente nella direzione che Italia Viva chiede da mesi. Bene! Servizi segreti, vaccini, Recovery plan: buon lavoro al Governo Draghi". Così Matteo Renzi su Fb.

Meloni: 'Bene rimozione Arcuri, Fdi la chiese per prima' - "Bene ha fatto il presidente Draghi a rimuovere Domenico Arcuri da commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. Come Fratelli d'Italia siamo stati tra i primi a chiedere di dare un netto segnale di discontinuità sulla pessima gestione del governo precedente". Lo dice la leader di Fdi Giorgia Meloni. "Lo abbiamo detto chiaramente già durante le consultazioni, quando abbiamo consegnato al presidente Draghi un dossier con tutte le anomalie e zone d'ombra della gestione commissariale. Buon lavoro al generale Francesco Paolo Figliuolo per questo importante e delicato incarico. Le nostre idee, le nostre proposte e il nostro contributo in Parlamento sono a sua disposizione", conclude.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/03/01/draghi-nomina-il-generale-figliuolo-nuovo-commissario-covid_fd10c515-225e-4620-a484-89b48979f47f.html