La mamma non ha fatto ricorso ad alcun trattamento di fertilità.
Alcuni pesano un chilo o giù di lì, altri appena cinquecento grammi. Ma sono complessivamente in buone condizioni i nove gemelli dati alla luce con una decina di settimane di anticipo da una donna maliana di 25 anni, protagonista in Marocco di un delicatissimo parto da record.
Le loro prospettive di vita dipendono anche da come si svilupperanno i corpicini al caldo di un'incubatrice, dove dovranno restare "per due o tre mesi", secondo la previsione del professor Youssef Alaoui, direttore della clinica Ain Borja di Casablanca in cui sono nati e restano ricoverati. Sono rari i casi in cui gemelli numerosi sopravvivono tutti. Ci erano riusciti per non più di pochi giorni quelli di altri due parti con nove figli, in Australia nel 1971 e in Malesia nel 1999.
Questo caso supera quello degli otto dati alla luce da una donna in California nel 2009, indicato finora come record dal Guinness dei primati. In quell'occasione, i bambini erano stati concepiti in vitro. Pare invece che in questo caso sia successo in modo naturale per le cinque femmine e i quattro maschi di Halima Cisse, la mamma maliana (che già aveva una figlia) la cui storia sta facendo il giro del mondo. E ciò rende la vicenda ancor più singolare.
"Mi viene difficile credere siano frutto di una gravidanza spontanea e che la madre non abbia fatto ricorso ad alcun trattamento di fertilità. Se così fosse sarebbe un miracolo. Se invece il trattamento c'è stato, è in ogni caso un primato", è il parere di Antonio Ragusa, direttore del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Fatebenefratelli di Roma, secondo cui "rimanere gravide spontaneamente di nove gemelli sarebbe davvero quello che gli scienziati chiamano il cigno nero, metafora di un evento raro, dal punto di vista statistico estremamente poco probabile, e poco prevedibile. Se invece - ha aggiunto - c'è stato il ricorso a inseminazione la situazione avrebbe potuto essere di enorme rischio di vita sia per la madre che per i feti".
Non ha fatto ricorso ad alcun trattamento di fertilità, secondo quanto risulta al professor Alaoui, direttore della clinica dove la donna è stata trasferita alla venticinquesima settimana di gravidanza, anche grazie all'intervento del governo del Mali, uno dei Paesi più poveri al mondo. L'équipe medica è riuscita a prolungare il termine fino alla trentesima, e poi è stato necessario un parto cesareo, per cui sono stati coinvolti 10 medici e 25 infermieri. Alaoui ha rivelato che i sanitari sono dovuti intervenire anche per riportare sotto controllo una forte emorragia. "La madre ora è in buone condizioni, non è più in pericolo - ha aggiunto il direttore della clinica marocchina -. Auguriamo a lei e ai bambini una rapida ripresa"
ANSA