domenica 20 giugno 2021

Il Corpus Domini. - Marco Travaglio

 

L’altra sera abbiamo seguito disciplinatamente la conferenza stampa del premier Draghi per fare chiarezza sul lievissimo casino dei vaccini. E ne siamo usciti più incasinati di quando non aveva ancora fatto chiarezza. Dopo mesi di ordini, contrordini e controcontrordini sui limiti di età per Astrazeneca, ci era parso di capire da Ema, Aifa, Cts & C. che almeno una cosa fosse assodata: chi ha fatto la prima dose di AZ, se ha più di 60 anni deve fare la seconda dose omologa con AZ; se ha meno di 60 anni, deve fare il richiamo eterologo con Pfizer o Moderna (Johnson&Johnson, monodose ma a vettore virale come AZ è al momento disperso, ma non sottilizziamo). Poi ha parlato Draghi: avendo più di 60 e anche di 70 anni ed essendo stato vaccinato con AZ, è “prenotato per l’eterologo” perché “la prima dose con AstraZeneca ha dato una bassa risposta immunitaria”. Oh bella: ma il suo Cts e il suo ministero della Salute avevano detto l’opposto: eterologo sotto i 60, omologo sopra. Infatti tutti i suoi coetanei, dopo la prima dose AZ, sono prenotati per la seconda dose AZ. E poi come fa Draghi a sapere che ha “una bassa risposta immunitaria”? A parte il fatto che il test sierologico sugli anticorpi dopo la prima dose non è probante, vuole forse dirci che prima del richiamo dobbiamo passare tutti dal medico? E perché nessuno è stato avvertito, né i medici né i pazienti? Non solo: siccome era pure assodato che gli under 60 non dovevano ripetere AZ ma passare al mix con Pfizer o Moderna, Draghi comunica che sono liberi di rifarsi AZ se muniti di “consenso informato”. Informato da chi? Dal medico. Che però può fornire solo consensi disinformati: sul mix vaccinale l’Aifa ha deciso di non decidere, per mancanza di studi scientifici. E quale medico, dopo un simile verdetto, rischierà di prescrivere l’omologo AZ agli over 60?

Mentre ci maceravamo nei dubbi, abbiamo letto i giornali di destra e scoperto che il problema era solo nostro: sono tutti estasiati per la cristallina chiarezza di Draghi, colto nell’estremo sacrificio di “metterci il braccio” (Libero), pardòn “il bazooka” (qualunque cosa voglia dire, Giornale), anzi di “offrire il suo corpo” (Repubblica): il famoso Corpus Domini. Intanto insigni scienziati spiegano quanto il mix sia molto meglio dell’omologo. A saperlo prima, si potevano far autenticare i vaccini da Vittorio Sgarbi. O affidare le fiale di Pfizer, Moderna, AZ e J&J a un battaglione di baristi per shakerarle tutte insieme già in prima dose, con una punta di spritz, una spruzzata di seltz, un’olivetta e una fettina d’arancia. E condire il tutto con un decreto chiarificatore di un solo articolo definitivo: “Fate un po’ come cazzo vi pare”.

ILFQ