LA SCRITTURA ILLEGIBILE.

 

Nel 1886, l'archeologo britannico Arthur Evans, un esperto di civiltà dell’Egeo, iniziò a raccogliere frammenti di ceramica a Creta che erano coperti da una misteriosa scrittura scritta. Potete vedere uno di questi testi nella foto del post. Siamo del 2023 e nessuno è stato ancora in grado di tradurre questa scrittura.

Evans scoprì che questa scrittura faceva parte di un sistema lineare - distinto dai geroglifici pittorici dell'antico Egitto o dai testi cuneiformi della Mesopotamia - collegato alla civiltà minoica. Ricordiamo che la civiltà minoica “saltò letteralmente in aria” a causa dell’esplosione del mega-vulcano Santorini, o Thera, verso il 1.600 a.C.

Tra l’altro, sembra che alcuni “segni” delle Dieci Piaghe d’Egitto siano state dovute proprio a questa tremenda esplosione, una delle più grandi esplosioni vulcaniche della storia umana. (Ad esempio, il giorno che diventa notte a causa delle ceneri vulcaniche, la pioggia di lapilli incandescenti, il Nilo che diventa rosso a causa dello smottamento dei depositi di argilla, gli sciami di insetti e animali che fuggono, e via discorrendo, interpretati come “piaghe” dagli egiziani prima, e dagli ebrei dopo).

Cosa ci fosse prima che il vulcano Santorini distruggesse completamente questa civiltà, ancora non lo sappiamo. Sappiamo solo, dai resti ritrovati, che era una civiltà estremamente avanzata dal punto di vista culturale, forse addirittura più avanzata degli stessi egizi. Per questo alcuni studiosi fanno coincidere, almeno in parte, la civiltà minoica con Atlantide. Ma secondo Platone, la storia di Atlantide sarebbe più antica di migliaia di anni.

Man mano che scaviamo in giro per il mondo, si trovano sempre più segni di antiche civiltà spazzate via da enormi cataclismi. Sicuramente la civiltà micenea era fra queste.

Quali sono state le altre civiltà a scomparire?

L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

Puoi trovare una copia del libro a questo link
https://www.amazon.it/dp/B0BLYBDF69 

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Tentativi di negoziato: Kiev li rifiuta, la stampa li censura. - Giuseppe Salamone

 

Se la situazione fosse a parti invertite, avremmo stampa, politica e intellettuali da strapazzo indignati a reti unificate. Invece vige un silenzio tombale e la "censura democratica" occidentale continua a fare egregiamente il proprio lavoro.

C'è il cardinale Zuppi che per conto del Papa continua a fare la spola tra Kiev e Mosca. L'intento è quello di portare avanti una mediazione con lo scopo di una risoluzione diplomatica al conflitto. È un evento molto importante perché il Vaticano, non essendosi schierato, potrebbe seriamente avvicinare le due parti per raggiungere un risultato che converrebbe a tutti. La pace!

Evidentemente qualcuno da dietro le quinte continua a lavorare per sabotare ogni iniziativa che non preveda armi, esattamente come fatto per gli accordi di Istanbul stracciati senza pudore da Zelensky su ordini dei "buoni e democratici occidentali". A parte che queste visite da parte di Zuppi non ricevono la giusta attenzione e diffusione da parte della stampa, infatti sono relegate a eventi di second'ordine e nel peggiore dei casi sottoposte a censure, c'è anche da dire che le dichiarazioni delle parti in causa sono nette e non lasciano spazio a interpretazioni.

Andriy Yermak, capo ufficio presidenziale Ucraino è netto, lo dice senza giri di parole e senza un minimo di vergogna: "Non abbiamo bisogno di mediazioni". Questo succede perché si sentono forti del sostegno occidentale e quindi si arrogano il diritto di portare per le lunghe una guerra che sta sventrando l'Ucraina sia in termini materiali, economici che umani. Per loro evidentemente l'importante è che arrivino miliardi, alla fine al fronte ci mandano la carne da cannone, mica ci vanno loro. Dall'altra parte invece, Peskov che è il portavoce del Cremlino, si pronuncia dicendo che la Russia esprime "alto apprezzamento per le iniziative del Papa per la soluzione del conflitto".

Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro anche perché dovrebbe essere assai evidente chi apre al corso diplomatico e chi, nettamente, sbatte la porta. Poi ci vengono a dire che quelli che sbattono la porta vogliono la pace, mentre chi la porta la apre è a prescindere un brutto e cattivo che fa di tutto per non avviare dei seri negoziati. La situazione è abbastanza evidente; chi si ostina a voltarsi dall'altra parte e non vuole capirla o è in malafede, oppure ha veramente bisogno di un bravo medico. Che non sia Atlantista complusivo però...

T.me/GiuseppeSalamone 

www.osservatoriosullalegalita.org

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giovedì 29 giugno 2023

CHI È VERAMENTE FLAVIO BRIATORE? - Andrea Scanzi

 

L’Espresso se lo chiese in questo articolo del 2010 a firma Mauro Munafò. Briatore ha sempre negato tale ricostruzione, mentre gli autori del libro “Il signor Billionaire" hanno sempre confermato. Ognuno legga bene l’articolo, non poco inquietante, e faccia (civilmente) le sue valutazioni.
“Le vittorie in Formula 1, il matrimonio con la Gregoraci e i flirt con le top model, lo yatch da sogno e il Billionaire, la discoteca dei ricchi in Sardegna. Quando si parla di Flavio Briatore, sono queste le parole d'ordine della cronaca nazionale, gossippara e non. Eppure nel passato del manager di Cuneo ci sono zone d'ombra che stonano con la vita super-pubblica che conduce adesso.
Sono gli anni '70 e '80, passati tra Cuneo e Milano, in cui un giovane assicuratore inizia a costruire quello che poi sarà Mr Billionaire. E nella sua cerchia non mancano i personaggi discutibili, il gioco d'azzardo, le truffe, la latitanza all'estero e le morti sospette. Una scalata al successo partita dal basso e dalla provincia che non si legge però nella biografia ufficiale di Briatore, che a quegli anni dedica qualche riga generica e poco convincente.
A scavare nella vita del manager ci hanno pensato Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma, tre giovani giornalisti autori di "Il signor Billionaire; ascesa, segreti, misteri e coincidenze", appena pubblicato da Aliberti Editore. I tre sono partiti da una serie di articoli di Gianni Barbacetto del '99 per approfondire i misteri del passato di Briatore. Un lavoro fatto alla vecchia maniera, cercando tutti i vecchi soci, i vecchi amici, le fidanzate e i conoscenti del rampante Flavio. E trovandosi spesso davanti un muro di omertà e di consigli a lasciar perdere questa storia, di non chiedere oltre perché ci sono verità "che fanno morti e feriti".
La storia di Briatore sembra il sogno americano, coniugato però alla realtà italiana. Figlio di maestri elementari, si diploma geometra, fa l'assicuratore e apre un ristorante (il Tribula) che chiuderà dopo poco per debiti. Ma la svolta arriva nei primi anni '70, quando lavora con Attilio Dutto, un costruttore locale che rileva la Paramatti Vernici. Nel frattempo Briatore si occupa per alcuni casinò (gestiti dalla malavita) di portare clienti ai tavoli, intascandosi una parte delle loro perdite. Al giro lo introduce Ilario Legnaro che con il boss catanese Gaetano Corallo (vicino al clan Santapaola) si occupa proprio di questo. Tra i clienti portati ai casinò da Briatore c'è proprio Dutto che perderà parecchie decine di milioni nelle sale di Nizza e della Costa Azzurra.
Nel 1979 Attilio Dutto salta in aria con la sua auto: un delitto che non ha mai trovato un responsabile. Dalle testimonianze raccolte nel libro si configura però la mano della mafia. Pare inoltre che lo stesso Dutto volesse "rovinare" Briatore per le truffe che gli aveva giocato. Di sicuro con Dutto scompare anche un capitale stimato in almeno 30 miliardi di lire, che non si sa dove vanno a finire.
Con la fine degli anni '70 e la morte di Dutto, Briatore si trasferisce nella nascente 'Milano da bere', dove conosce la sua prima moglie (fino a oggi tenuta quasi nascosta) e frequenta la gente che conta del capoluogo meneghino, non ultimo Bettino Craxi. Organizza feste e si mette in affari con il conte Achille Caproni, della cui moglie è nel frattempo amante. Con l'amico Emilio Fede, secondo gli autori del libro, organizzerebbe truffe ai tavoli verdi, finché la polizia non lo scopre e lui deve fuggire a St.Thomas, nelle isole Vergini, con moglie al seguito.
Latitante e costretto a rimanere fuori dall'Italia fino all'amnistia del 1990, Briatore si consola nella sua vita da sogno alle isole Vergini e apre e gestisce una rete di negozi per Benetton, un locale notturno e una gelateria. Da lì ci saranno la Formula 1, i mondiali con Schumacher e...mister Billionaire. Il "self made man" di Verzuolo in provincia di Cuneo ormai ce l'ha fatta: è diventato qualcuno, è famoso nel mondo, ricco e invidiato.
"E' il personaggio simbolo di un'intera classe dirigente", spiega Andrea Sceresini, uno degli autori. "La sua immagine pubblica non risente affatto del suo passato. Molte di queste storie sono state scritte anche dai giornali negli anni '70 e '80 e basta una ricerca in archivio per tirarle fuori. I media però si limitano a riportare quello che dice lui e la sua versione della storia".
Una versione che da copione prevede poche righe di biografia ufficiale e qualche risposta evasiva a chi gli chiede conto del passato. Una storia tutta italiana”.

(da "L'Espresso" dell''8 novembre 2010: https://bit.ly/2EE1y0t)


Intelligenza convergente, intelligenza divergente. - PofessorX - G.Middei

 

Lo sapevate che… esistono due tipi di intelligenza: convergente e divergente.

Chi sono gli individui dotati di intelligenza convergente? Sono i tecnici, i funzionari, i gregari, quelli che seguono sempre le regole, che non si pongono troppe domande, che pensano ciò che gli altri pensano, sono quelli che sanno benissimo come andare da A a B, ma non hanno idea che esista anche C, non si sognano neppure che nell’alfabeto esistano anche la F, la W, la Z. E poi ci sono le menti divergenti: sono i pazzi, gli artisti, i sognatori, i ribelli, quelli che non si adattano, che non hanno rispetto per lo status quo, che vedono le cose in modo differente.

Ma sapete una cosa? Sono le menti divergenti che fanno andare avanti la storia. L’intelligenza convergente è semplice, è logica: «comporta il cercare la soluzione di un problema a partire da come il problema è stato impostato; l’intelligenza divergente invece consiste nel risolvere il problema cambiando la sua stessa impostazione, capovolgendolo.»

Copernico, Galileo, Shakespeare, Edison cosa avevano in comune? Avevano un’intelligenza divergente. Ecco, magari qualcuno obietterà: va bene, ma erano dei geni. Eppure avevano due occhi, due orecchie, un cervello proprio come noi. Ascoltavano, osservavano, pensavano, tutto qui. Guardavano, non con superficialità, fretta, passività, ma sapevano guardare oltre per cogliere gli aspetti nascosti, meno evidenti delle cose.

Voi avete due strade davanti a voi: potete fare ciò che tutti fanno, non pensare, non porvi troppe domanda, accodarvi al pensiero degli altri, della massa. Lasciare che che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. Oppure potete ascoltare il vostro cuore, seguire le vostre intuizioni, alimentare in voi la creatività, lo slancio, i «forse». E fare lo stesso con i vostri figli, con i vostri nipoti.
Siate divergenti. Siate voci fuori dal coro. Siate, come diceva Russell, «il peso che inclina il piano».

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #cultura #istruzione #scuola #letteratura 

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Le regole alle quali si riferisce l'autore dello scritto sono quelle del pensiero comune indotto da chi ha interesse a regolarne il procedere e non alle regole del vivere civile e del rispetto della libertà di chi ci circonda.
cetta

Gianluca Vialli - Ettore Zanca

 

Questo è un disegno di Gianluca Vialli. L'ha fatto il Direttore Sanitario del Gaslini. Raffaele Spiazzi .
Quando gli ho chiesto come mai lo avesse disegnato mi ha detto "mi ha colpito l'espressione allegra eppure incavata del suo viso". L'ha realizzato con una biro.

Quel cogliere la sofferenza oltre l'apparenza osservando un particolare è quello che mi fa stare qui a non smettere di ascoltare storie come questa. Oggi mi ha raccontato un sacco di aneddoti. L'ospedale Gaslini è un posto che si racconta anche solo perché c'è. È come un nonno che si siede lì e aspetta i nipotini di cui prendersi cura.

È fatto di gente così. Che ogni mattina prima di andare al lavoro guarda la grande vetrata che osserva il mare e si sente meglio. È il posto dove senti odore di salsedine anche mentre vai da un reparto all'altro.

E il Direttore non lo sa ma Vialli è stato una presenza magica che insieme a chi mi è accanto mi ha portato a tentare di far parte di questa gente. A essere, spero a lungo, uno di quelli che guarda la vetrata, il mare, non si pente di nulla ed entra. 

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mercoledì 28 giugno 2023

Daniela Santanchè - Giuseppe Salamone

 

Macchine di lusso e appartamenti da migliaia di euro in centro. Tutto a nome della sua azienda, Visibilia Spa che continuava ad accumulare perdite nel bilancio.

Nello stesso momento, chi lavorava per lei, non veniva pagato così come i fornitori a cui chiedeva sacrifici e pazienza. E mentre la paladina ci veniva a fare la morale a reti unificate con pianti e vittimismo da due soldi perché nel suo bel locale estivo non trovava dipendenti con la scusa de "i ggggiovani non hanno voglia di lavorare" o "la ggggente preferisce stare sul divano a prendere il reddito di cittadinanza", metteva i dipendenti in cassa integrazione COVID a zero ore mentre continuava a farli lavorare.

Qua non siamo solo davanti al "non conoscere vergogna", siamo davanti a un personaggio che non dovrebbe avere accesso nemmeno al concorso pubblico per operaio Comunale (con tutto rispetto per gli operai Comunali), altro che Ministro di un Paese. Intanto in un paese serio si sarebbe già dimessa perché quando ci sono determinate testimonianze provate da parte dei dipendenti, non puoi stare un minuto in più nei vertici delle istituzioni.

Ma siccome siamo la Repubblica delle banane, anche la sua Presidente del Consiglio non dice mezza parola in merito tantomeno la accompagna alla porta. Un povero cittadino se dimentica di pagare mezza tassa si ritrova l'ufficiale giudiziario alla porta, questi invece fanno carriera. Incredibile!

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
Giuseppe Salamone 

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Mario Draghi, Francesco Paolo Figliuolo. - Giuseppe Salamone

 

Sembra Giorgia Meloni, in realtà è un Mario Draghi in una versione diversa. Sulla guerra agisce esattamente allo stesso modo e sulla politica economica non ne parliamo visto che questi scappati di casa che stanno al governo, applicano un'austerità più pesante rispetto a quella imposta dai falchi dell'UE.

Evidentemente non era abbastanza, serviva un altro messaggio per sciogliere ogni dubbio, far capire che nulla è cambiato e nulla cambierà. Infatti il governo Meloni si appresta a rispolverare un nome abbastanza noto: quel genio contemporaneo del generale Figliuolo sarà nominato commissario per la ricostruzione dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione.

Entrano ed escono da un posto all'altro con una facilità disarmante; cambiano i governi ma i nomi restano sempre gli stessi. Chissà perché dove ci sono miliardi da maneggiare con cura, gira e rigira ci vanno sempre gli stessi. È una domanda che mi pongo quotidianamente.

Ovviamente non contano i risultati, nella nostra bellissima democrazia conta solo ed esclusivamente quell' "affidabilità" che garantisce sonni tranquilli al potere. Poi se non sei capace nemmeno di prendere una decisione senza contraddirti due secondi dopo o di saper spiegare il motivo per il quale le scelte prese, hanno prodotto risultati distastrosi, fa niente. Alla fine a piangere saranno sempre i cittadini, mica chi bazzica tra le stanze dorate.

Non c'è niente da fare, cambia tutto per non cambiare nulla. Delle volte sento dire che "la nostra democrazia ha gli anticorpi". Credo sia vero, la nostra democrazia ha gli anticorpi i quali si mettono in moto ogni qualvolta ci sia un reale pericolo di essere contagiati dalla vera democrazia. Altrimenti non si spiega come non vada più nessuno a votare. Ed effettivamente, pensandoci bene, a cosa serve votare se poi a prescindere da dove metti la croce ti ritrovi con gli stessi risultati e le stesse facce?

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
Giuseppe Salamone 

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lunedì 26 giugno 2023

IL DEBITO PUBBLICO DELL'ITALIA È L'IGNORANZA. - Carlow (bloggher)




















Il vero debito pubblico che ci sta affondando è davvero l'ignoranza degli italiani. Un male diffuso che distrugge tutto. L'ignorante non paga le tasse perché non le capisce. L'ignorante fa il furbo perché non sa fare altro. L'ignorante non conosce nemmeno i propri diritti. L'ignorante vota chi gli somiglia. L'ignorante non conosce la Storia e si fa convincere dai ciarlatani. L'ignorante parla di sé attraverso oggetti costosi perché i suoi pensieri sono poveri come il suo vocabolario. L'ignorante è arrogante perché non conosce i propri limiti. L'ignorante si ammazza con le droghe o la velocità perché ha sensi di inferiorità che lo fanno soffrire. L'ignorante fa razzia della cosa pubblica perché non capisce che sta segando il ramo dove è seduto. L'ignorante è violento perché gli mancano le parole per dire la sua. L'ignorante odia il mondo perché lo ha messo ai margini. L'ignorante pensa che può riscattarsi solo facendo soldi, in qualsiasi modo.

Questo è il vero debito pubblico dell'Italia! Saremmo un Paese ricco entro due decenni, forse meno, se i governanti lo capissero e riversassero risorse, umane e materiali, per la soluzione del problema. Ma non sono molto fiducioso...vista l'ignoranza della nostra classe politica.

domenica 25 giugno 2023

Il Ksar Draa a Timimoun, in Algeria.

 

Lo Ksar Draa di Timimoun, in Algeria, è un'antica rovina che si staglia in mezzo a un oceano di dune. Ksar Draa è uno dei famosi monumenti in Algeria. Si trova all'interno del deserto di Timimoun ed è caratterizzato dal suo design circolare e si ritiene che risalga a circa 1.000 anni o più. È tra una serie di palazzi circolari costruiti nel deserto. Si dice che questo progetto miri a proteggere il palazzo dall'erosione e ad essere appropriato Con il movimento del vento, per quanto riguarda la storia del palazzo, le informazioni su di esso sono ancora sconosciute anche ai residenti locali.

Continua su: 

https://themindcircle.com/architecture-in-the-ancient-world/?fbclid=IwAR1ZM8XdB-aTHdoyKxQAb9_ruwDHXEAeBnGavEKtPradunPACrMJvcB-n-M

Il papà di Di Pietro salvato da Cartabia. - Luca Teolato

 

L’uomo fu condannato dalla Corte dei Conti, la consulta annullò i verdetti.

Negli ultimi giorni è balzata agli onori della cronaca la biografia di Paolo Di Pietro, papà di Matteo, lo youtuber indagato per omicidio stradale per l’incidente avvenuto alla periferia sud di Roma che mercoledì è costato la vita a Manuel Proietti, bimbo di cinque anni. 

Quasi tutte le testate nazionali, dopo la diffusione di un video in cui l’uomo, dipendente del Quirinale, partecipa a una delle challenge del figlio guidando una Ferrari senza cintura, hanno ricordato i suoi precedenti con la giustizia per un’indagine per distrazione di denaro dalle casse della Presidenza della Repubblica di oltre 4,5 milioni di euro.

Un ricordo incompleto per la maggior parte dell’informazione che ha sottolineato che il papà dello youtuber ne è uscito indenne, con le accuse a suo carico archiviate in udienza preliminare, insieme agli altri imputati (tra prescrizioni e assoluzioni), compreso Gaetano Gifuni, segretario generale della Presidenza della Repubblica per Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi.

Ma Paolo Di Pietro e un altro suo collega sono stati condannati dai giudici contabili in via definitiva per il danno erariale provocato alle casse del Quirinale (come già raccontato nell’aprile del 2021 dal Fatto, ma a questo particolare ha accennato solo Repubblica che ha citato il nostro vecchio articolo).

Inoltre Stefano Imperiali, il giudice della Corte dei Conti che ha emesso nel 2016 la condanna di secondo grado nei confronti dei due dipendenti del Quirinale, stabilendo il risarcimento dell’intero danno erariale accertato dal consulente tecnico nominato dal pm del Tribunale di Roma, durante il processo in sede penale per la medesima vicenda, ha dovuto attraversare una serie traversie – tra contestazioni, sanzioni, rarefazione delle udienze – che se non sono mobbing di sicuro segnano la fine di una carriera.

Tant’è che circa un anno dopo la sentenza ha deciso di andare in pensione anticipata: 64 anni appena quando normalmente la soglia è, al netto di proroghe eventuali, di 70 anni.

Sacrificio risultato vano perché nel giugno 2018 è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale, redatta da Marta Cartabia, allora giudice della Consulta, che ha annullato i verdetti di primo e secondo grado sui due dipendenti, accogliendo un ricorso della Presidenza della Repubblica per conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato, stabilendo che la giurisdizione spettava al Tribunale Civile anziché alla Corte de Conti.

Cartabia che in seguito diventerà presidente della Corte Costituzionale e poi ministro della Giustizia del governo guidato da Mario Draghi.

Imperiali ha presentato una denuncia alla Procura di Roma sulla vicenda per un verdetto che ha definito “incomprensibile” e che costituisce “un autorevole ‘precedente’ che certo porrà per lungo tempo tutti i dipendenti della Presidenza della Repubblica al gradito riparo da eventuali giudizi di responsabilità per danno erariale”.

Una denuncia che però è stata archiviata.

Intanto, Matteo Di Pietro ha deciso di lasciare Roma, in attesa di essere interrogato. Il giovane si è allontanato dall’abitazione dove solitamente risiede per recarsi in un appartamento di famiglia sul litorale.

F.Q. 20 giugno

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1148492862751786&id=100027732506122 

sabato 24 giugno 2023

«L’ignorante sa molto. L’intelligente sa poco. Il saggio non sa niente, ma l’imbecille sa sempre tutto». - ProfessorX G.Middei

 

Qualche giorno fa avevo scritto un post su Dante e Ulisse, citando la celebre frase: «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Al che un signore mi scrive: «Ignorante! Si scrive conoscenza non canoscenza (con la a)!» Non contento mi snocciola l’etimologia della parola conoscenza, seguita da tutta una serie di insulti e dall’invito a tornare sui banchi di scuola.
Ecco, anche i bambini sanno che Dante usò la parola «canoscenza» ma non ci fu verso di convincere il signore che era in errore. E non è la prima volta che mi capitano questi episodi. Una volta usai la parola «scancellare» per rendere omaggio alla Morante, e di di nuovo il saccente di turno con la massima arroganza possibile mi diede dell’ignorante.
Vedete, con il tempo ho notato una cosa. Le persone che magari hanno letto migliaia di libri, ma non hanno un diploma sono sempre umili. E lo stesso vale per i grandi. Ti parlano con semplicità, non si vantano mai di ciò che sanno. «È curioso a vedere» diceva Leopardi, «che quasi tutti gli uomini che valgono molto, hanno le maniere semplici.» Sono quelli convinti di sapere già tutto che sono presuntuosi. E pericolosi. Con i paladini delle grandi certezze non puoi ragionare. Non puoi dialogare.
Ecco, voi potete potete credere in ciò che volete, potete leggere, studiare, e aumentare di giorno in giorno la vostra conoscenza, ma siate sempre pronti a rimettervi in discussione. Siate umili soprattutto! Non c’è nessuna vergogna nel dire «credo, non so». Chi spara sentenze invece spesso finisce per essere come il signore di cui vi ho parlato prima: uno sciocco presuntuoso.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X

venerdì 23 giugno 2023

Giuseppe Salamone - 22.6.2023 Telegram

 

Se qualcuno oggi mi chiedesse cosa significa "non conoscere la vergogna", racconterei esattamente questa storia per spiegarglielo senza correre il rischio di non essere esaustivo.

Non bastano mai i sacrifici che ci chiedono, ci trascinano in guerra contro ogni nostra volontà, portano avanti una politica fatta di sanzioni che stanno affamando i popoli europei, pensano al riarmo e a stanziare soldi a gogò per la guerra e allo stesso tempo impongono politiche di austerità le quali costringono gli stati membri a tagliare sulle spese sociali.
Come se non bastasse si girano dall'altra parte quando si parla di salari e diritti della classe lavoratrice e per chiudere il cerchio consentono alle multinazionali di fare ciò che vogliono facendole pagare tasse ridicole. Tutto questo, evidentemente, non era abbastanza sufficiente.
Serviva quel qualcosa in più per dire senza dirlo "vi facciamo la pipì in testa e ve lo diciamo pure, tanto vi siete talmente rincretiniti al punto da non accorgervi che vi trattiamo come degli imbecilli!". Eccolo arrivato il messaggio, forte, chiaro e inequivocabile.
La Commissione Europea ha deciso di aumentare gli stipendi dei commissari del 28,3%, una cifra mostruosa se proporzionata agli stipendi che già percepiscono. Non ci fosse nulla di male se solo non ci fosse gente che è stata messa in condizioni, a causa delle loro politiche scellerate, di non poter fare due pasti completi al giorno o costretta a scegliere se curarsi o fare la spesa.
A loro tutto questo non interessa, se ne fottono altamente. L'importante che a pagare la crisi non siano loro, che quando vogliono sanno come si alzano gli stipendi. Ecco un altro tassello per mettere in evidenza i "valori Europei" rigorosamente custoditi nel "giardino occidentale". E anche per oggi è tutto. Si, tutto uno schifo...
Giuseppe Salamone

giovedì 22 giugno 2023

I promessi sposi? Meglio eliminarli dai programmi scolastici! - ProfessorX - G.Middei

 

Pochi giorni fa è uscito l’ennesimo articolo (stavolta su Repubblica) contro la letteratura italiana. Vi ricordate di Susanna Tamaro e della sua polemica contro Verga? E di Galimberti che disse che leggere I promessi sposi è nocivo per i giovani? Stavolta l’autore dell’articolo (un altro scrittore tra parentesi) ha tirato in ballo il femminismo per criticare Manzoni.

Secondo l’autore Lucia è un’eroina antiquata «che subisce e basta». Ma è anche «pericolosa» perché rappresenta un modello femminile troppo sottomesso. Vi confesso che la superficialità disarmante di queste parole a me fa spavento. Perché non è vero! Ecco, immaginatevi questo: c’è quest’uomo ricco, arrogante, un uomo che tutti temono e che nessuno osa contraddire. Nessuno ha il coraggio di dirgli di «no». E poi c’è questa ragazza semplice, di umili origini che rifiuta le avance dell’uomo potente, che dice «no!»

Ed è la forza d’animo di Lucia, la sua pazienza, la sua perseveranza, la sua volontà di non arrendersi «anche quando tutto è e pare perduto» che alla fine trionfano. Secondo voi è un messaggio pericoloso da dare ai giovani? Ma è comunque un libro ambientato in un’epoca diversa dalla nostra, obietteranno alcuni. E sapete una cosa? Hanno ragione! Perché sì nei Promessi sposi si parla di fede e di onore, vi sono concetti e idee che appartengono alla mentalità ottocentesca. Ed è assurdo pretendere che non sia così. Come è assurdo pretendere che i ragazzi si confrontino soltanto con ciò che è «familiare».

Vedete, gli antichi greci avevano una parolina curiosa per chiamare queste persone: «idiotes» (da cui deriva la parola idiota). L’idiotes era l’uomo che pensava soltanto al suo orticello. Non gli importa nulla di conoscere il mondo, di guardare oltre il palmo del proprio naso. Disprezza ciò che non conosce, teme ciò che non gli è famigliare. E la vera domanda è questa: vogliamo che i giovani conoscano il mondo, che sappiano dialogare e confrontarsi anche con chi non la pensa come loro, o che siano limitati, degli «idiotes» appunto?

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #letteratura #cultura #istruzione #scuola

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Certi illustri personaggi farebbero meglio a tacere, ma siamo in democrazia e abbiamo il dovere sacrosanto di concedere loro "il libero arbitrio" di dire ciò che pensano, anche se lo usano male. Ai giovani moderni, leggere Verga e Manzoni potrebbe solo aprire la mente e costringerli a "ragionare" verbo in disuso quasi totale al giorno d'oggi.
cetta


Uno dei classici più belli del Novecento? - G.Middei - Professor X

 

Quando mi domandano, c’è un libro che consiglieresti ad occhi chiusi? Un classico scritto in modo semplice, toccante e profondo al tempo stesso? A me viene subito in mente Il vecchio e il mare di Hemingway. Di cosa parla? Di un uomo che prende la sua barca e va a pesca, una semplicissima battuta di pesca. Non vi sembra una trama terribilmente banale? Ma la magia di questo libro non sta nella trama.

Hemingway riesce a trasformare una semplice battuta di pesca in un viaggio incredibile; e al termine della lettura scopri che questo libricino di appena cento pagine, ecco ti ha cambiato. C’è quest’uomo che fissa il mare e un cielo altrettanto immenso e infinito che sta sopra di lui; c’è la lotta per la sopravvivenza, c’è il bene, la solitudine, la bellezza e il male.

Vedete, ci sono momenti nella vostra vita in cui vorrete vedere con i vostri occhi ciò che ha visto chi si è arrampicato sulla montagna più alta del mondo; vi saranno momenti in cui avrete sete di poesia, «d’infinito» e sentirete in voi l’urgenza di dare un nome a quelle terribili domande che sentite dentro di voi, e in questi momenti sarete pronti per la musica de Il vecchio e il mare.

Un altro motivo per leggere Hemingway è che pochi scrittori sanno scrivere in modo tanto semplice e tanto bello al tempo stesso. Non farete alcuna fatica a leggerlo. Leggere Hemingway ti dà piacere, ti lascia un gusto dolcissimo in bocca; gli aggettivi che usa hanno un sapore unico. Perché un buon libro provoca innanzitutto uno sconvolgimento fisico. Ti fa avvampare, ti fa tremare, e c’è persino chi leggendo certe frasi avverte l’acquolina in bocca.

Vi ho incuriosito? Avete mai letto Hemingway?

G.Middei,anche se voi mi conoscete come Professor X #istruzione #letteratura #cultura

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Non conoscevo Manuel. - Simone Terreni

 

Cioè insomma, è successo quella roba lì.
E da quando è successo non penso ad altro. Fai le cose come se nulla fosse, ma non è così. Un magone allo stomaco, quasi un bruciore, un senso di angoscia.

Non conoscevo Manuel.
Ma il mio pensiero va continuamente a lui.
Come nel 2021 quando una bimba di Palermo di 11 anni morì in un’altra challenge di TikTok, una sfida fatta sui social.
Eh io cosa feci? Non lo accettai.
Invece di condannare i social e la tecnologia, come il coro dei perbenisti boomer benpensanti, mi dissi che dovevo fare qualcosa.
Invece di criticarli i ragazzi, mi dissi, proviamo a parlare il loro linguaggio.
Invece di criminalizzare i Social proviamo a riempirli di cose belle.

Così decisi di portare Dante su TikTok.
Tutta la Divina Commedia. E i ragazzi arrivarono e apprezzarono. E da allora mi sono impegnato come non mai. Libri, conferenze, incontri nelle scuole. Tanta tanta, cultura e divulgazione. Ci ho messo l’anima sempre gratis, sempre pensando di lasciare loro qualcosa.
La bellezza salverà il mondo, mi dicevo.

Poi, cioè insomma, succede quella roba lì.
Quando muore un bambino si blocca tutto. E mica ti rendi conto. Dici che non è possibile. Ed è inutile darti da fare, creare contenuti di qualità. È inutile dire che sotto i 13 anni si dovrebbero vietare i social, che servirebbe il Patentino Obbligatorio per lo Smartphone, che servono ore di Educazione Digitale obbligatoria nelle scuole, che è sempre una questione di EDUCAZIONE, che i primi a essere educati dovrebbero essere i genitori, che ogni like, OGNI SINGOLO LIKE che metti anche tu sui social, è importante.

Ma poi alla fine i ragazzi restano soli.
Preferiscono seguire e condividere le bravate web pericolose, fatte per monetizzare. E a te passa la voglia di fare tutto. Di arrenderti, di smettere. Capisci che hai perso. Perché a 5 anni davanti hai TUTTO. E tu non sai che cacchio sia questo “tutto”. Ma senti che era giusto che l’avesse questo cacchio di tutto.
Quando muore un bimbo non muore solo una persona.
Cioè insomma, succede quella roba lì.
Muore la possibilità per una nazione di essere migliore.

#fattinonfosteavivercomebruti

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10226741820803625&set=a.4108632366132


La morte di Manuel provoca dolore, chi ha commesso il disastro provoca pena. Pena per chi non ha cervello, coscienza, perchè non pensa, non ha rispetto degli altri. Sono gli stessi che bullizzano chi la vita la ama, perchè loro la disprezzano. Sono frustrati in cerca di riscatto, lo stesso riscatto che loro negano a chi ha la sfortuna di incontrarli durante l'arco della vita. Di chi la colpa? Ardua sentenza, poichè, ahimè, credo che sia da addebitare ai tanti fattori che hanno come base di vita l'ignoranza... e ce n'è tanta in giro al giorno d'oggi. 
cetta

martedì 20 giugno 2023

Giuseppe Conte - Manifestazione #BastaVitePrecarie.

 

Ventimila persone sfilano a Roma con il Movimento 5 Stelle per gridare #BastaVitePrecarie. Ventimila protagonisti, ventimila cittadini provenienti da ogni angolo di Italia che hanno ascoltato la voce di chi non arriva a fine mese, di chi vive di precarietà nella totale indifferenza del Governo.
Eppure, non si è voluto dare credito a questa straordinaria mobilitazione, a questa gente che ha portato in piazza la prima, vera manifestazione contro il Governo Meloni.
I media mainstream hanno provato a ignorare la piazza di Roma - strumentalizzando una frase del discorso tenuto da Beppe Grillo sul palco di chiusura.
Una frase estrapolata dal suo contesto e criminalizzata perché, accarezzando il gusto del paradosso, incitava i presenti a indossare il “passamontagna” per compiere non già azioni violente, bensì pacifiche e utili per la propria comunità.
E così un omaggio al lavoro socialmente utile di tanti cittadini attivi, che si prendono cura in prima persona del proprio quartiere, del verde pubblico che hanno sotto casa, delle strade che attraversano ogni giorno - sostituendosi troppo spesso ad uno Stato troppo assente - ha originato un ridicolo coro di indignazione.
Ovviamente in questo coro si distinguono anche gli esponenti della falsa opposizione.
Ma cosa pensano, di intimorirci con questi comunicati allarmati?
O forse mirano a coprire con questi giochetti il grido che si è levato oggi dalla piazza romana?
Non ci riusciranno.
Come diceva Fabrizio De André, “voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo”.


UNA BRUTTA STORIA ITALIANA. - Roberto Vallasciani

 

Stamattina una mia amica mi ha segnalato questo post.
Ho scritto una chiosa finale perché credo che quanto avvenuto sia tanto grave quanto emblematico.

"Sono Pasquale Tridico figlio di un padre analfabeta che, come cantava De Gregori, faceva il guardiano di mucche, non sapeva né leggere e né scrivere e che per buona parte della sua vita è stato sordomuto. Nel paese della Calabria dove siamo nati veniva considerato un ritardato.

Mentre studio, mia sorella scopre che la sindrome di mio padre è curabile, e che la mutua poteva passargli (addirittura gratis!) un apparecchio acustico. Papà ottiene la sua protesi e questo gli cambia la vita: recupera l’udito e persino la parola, anche se, per tutta la vita, parlerà come un bambino.

Ma non è finita: Un altro mio fratello, il secondo, va a studiare a Torino, dove scopre che c’è possibilità del ‘collocamento obbligatorio’ per le persone come lui; convince papà a fare domanda da bidello in una scuola di Torino. La presenta lui e papà viene assunto! Ci trasferiamo tutti.

Dai miei 15 anni, 4 mesi all’anno ho fatto vacanze-lavoro in Germania; ho fatto il lavapiatti, il lavapadelle, il cameriere, animatore e coordinatore nelle colonie estive.

Se non avessi avuto questa vita di lavoro alle spalle non mi sarei messo a studiare il reddito, non avrei desiderato realizzarlo con tanta forza. Se quando pubblicai il primo saggio scientifico, nel 2014, qualcuno mi avesse detto che cinque anni più tardi sarei stato a capo del soggetto che erogava il reddito avrei chiamato l’ambulanza per farlo ricoverare.
Sono figlio del welfare; senza stato sociale laverei le padelle in Germania!”
#PasqualeTridico

Pasquale Tridico è dal 2019 Presidente dell’INPS. La sua gestione in questi anni è stata virtuosa: la produttività è aumentata del 20% ed i tempi di liquidazione delle prestazioni si sono ridotti del 15%. E mai come adesso l’Istituto ha goduto di autonomia ed indipendenza.
Bene.
Qualche giorno fa il governo Meloni ha commissariato l’INPS ed ha deciso di sostituire Tridico con un uomo di propria fiducia. La colpa di Tridico…? Essere stato messo in quel posto nel 2019 dal governo presieduto da Giuseppe Conte, oggi leader del M5S.

Non essendo io mai stato un elettore grillino posso dirlo con molta serenità: Tridico è stato cacciato perché è un bravo professionista, favorevole al salario minimo, senza padrini né padroni. E, soprattutto, è una mente libera. Forse per la Meloni & co questo è un problema.

https://www.facebook.com/photo?fbid=10226155473165812&set=a.3181219521902