sabato 8 luglio 2023

The Remarkable Bete Giyorgis: una chiesa monolitica scavata in un'unica roccia in Etiopia. - Hassan Jasim

 

La Bete Giyorgis, conosciuta anche come la Chiesa di San Giorgio, è una chiesa monolitica che si trova a Lalibela, in Etiopia. La chiesa è una notevole opera di ingegneria e architettura, poiché è stata interamente scavata in un'unica roccia, senza l'uso di malta o materiali da costruzione. Si ritiene che la chiesa sia stata costruita alla fine del XII o all'inizio del XIII secolo d.C. ed è considerata uno degli esempi più notevoli di architettura etiope.

La chiesa si trova a Lalibela, una città nella regione di Amhara in Etiopia. Lalibela è famosa per le sue chiese monolitiche, costruite durante la dinastia Zagwe nel XII e XIII secolo d.C. Lalibela è un sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO ed è considerato uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti in Etiopia.

La Bete Giyorgis è una struttura unica che è considerata una delle più belle di tutte le chiese monolitiche di Lalibela. La chiesa ha la forma di una croce e presenta intricati intagli e decorazioni all'interno e all'esterno. È circondato da una profonda trincea, che si ritiene sia stata scavata per simboleggiare il fiume Giordano.

La chiesa ha tre porte, ognuna delle quali rappresenta la Santissima Trinità. La porta centrale è la più grande ed è considerata l'ingresso principale della chiesa. L'interno della chiesa è altrettanto impressionante, con splendidi affreschi e intagli che ricoprono le pareti e il soffitto. La caratteristica più impressionante della chiesa è la croce autoportante alta quattro metri che si trova al centro del santuario.

Il Bete Giyorgis è un importante sito religioso per i cristiani etiopi, che credono che la chiesa sia stata costruita con l'aiuto degli angeli. La chiesa è anche un importante sito storico e culturale, in quanto fornisce informazioni sull'abilità architettonica e ingegneristica del popolo etiope durante la dinastia Zagwe.

In conclusione, la Bete Giyorgis, o Chiesa di San Giorgio, è una chiesa monolitica scavata in un'unica roccia a Lalibela, in Etiopia. È un'impresa notevole di ingegneria e architettura ed è considerata uno dei più begli esempi di architettura etiope. La chiesa è un importante sito religioso, storico e culturale e fornisce informazioni sull'abilità architettonica e ingegneristica del popolo etiope durante la dinastia Zagwe.

https://hasanjasim.online/the-remarkable-bete-giyorgis-a-monolithic-church-carved-out-of-a-single-rock-in-ethiopia/?fbclid=IwAR1m7njlm-e6EvTJlo0HC11q-BFeFPPJBfmH0CY89Yw9wnbW3IWHWMvQ_pI

LE MULTE DELLA SANTANCHE'. - Gioacchino Musumeci L'opinione Contro

 

Santanché afferma che le multe ( oltre 400) non sono sue ma dei Carabinieri che avevano la sua macchina in comodato d'uso gratuito.
Se ne deduce una verità piuttosto singolare: il contratto di leasing era stato stipulato da Visibilia ma i Carabinieri, avendo il comodato d'uso gratuito, guidavano la Maserati della società della Santanché e non si preoccupavano di eventuali infrazioni.
Quindi passavano col rosso ai semafori, oppure sforavano i limiti di velocità durante le gare notturne ai navigli di Milano. Dovremmo indagare su qualche testa coda della famosa Maserati, guidata dai Carabinieri sia chiaro, nel piazzale del Duomo, tutto gratis.
Oppure 400 infrazioni potrebbero essere state necessarie quando i Carabinieri hanno inseguito i malviventi milanesi con la Maserati della Santanché.😁😁
Che matti questi Carabinieri, chi sono Daniè, se po sapè?
Un'altra cosa su cui non nutrire dubbi dato che parla la ministra, è che delle oltre 400 multe guadagnate dai Carabinieri, nulla è mai trapelato nella sede di Visibilia oppure nella sede della società con cui Visibilia ha formalizzato il leasing. Direi che è abbastanza strano...
Secondo una nuova prassi studiata appositamente per la Maserati della Santanché, gli avvisi delle infrazioni commesse dai Carabinieri, saranno sicuramente stati inviati dalla stradale, oppure da altri carabinieri, alla stazione dell'arma in cui veniva posteggiata la Maserati della Santanché.
I carabinieri, colpevoli, facevano finta di niente e scaricavano tutto sulla ministra odiata ingiustamente da tutti, Carabinieri compresi dato che vogliono rovinarle la reputazione. Tutto ciò almeno per 400 volte sempre che una parte dei verbali non sia stato addebitato agli alieni che usufruivano della Maserati in comodato d'uso gratuito. Insomma la verità mai, figure di merda sempre.

G. Musumeci 

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Il problema è che i carabinieri non possono neanche smentire la ministra, perché rappresenta un'istituzione; 

a me, intanto, pare più logico pensare che non si tratti di "comodato d'uso gratuito", come afferma la tizia, ma sequestro belle buono dell'auto per multe non pagate e che lei, per vendetta, abbia attribuito, ironicamente, le sue infrazioni ai carabinieri colpevoli di averla privata dell'auto.

cetta

Professor X - G-Middei

 

Lo sapevate che… un giorno un insegnante si presenta agli scrutini indossando una maglietta con la scritta: «Nella vita si può anche non capire».

Gli chiedo cosa significhi e me lo racconta. Alcuni giorni prima stava facendo lezione. Alla fine della spiegazione, chiede: Ragazzi, è tutto chiaro? Avete capito?».
Uno alza la mano: «No, prof, non ho capito. Mi può rispiegare?».
A quel punto i suoi compagni reagiscono con toni aggressivi: «Ma come è possibile che non abbia capito? È così semplice».
«Oh, calma, eh» si difende lui, «nella vita si può anche non capire».

Il professore è colpito da quella frase. E, per rafforzarne il valore, la scrive alla lavagna e la discute con loro. Sottolineando che ognuno ha i suoi tempi e che tutti dovremmo rispettare i tempi degli altri, soprattutto quando sono diversi dai nostri. Quella lezione rimane così impressa agli studenti che alla fine dell’anno scolastico decisero di regalare al professore una maglietta con la frase detta dal loro compagno, diventata ormai una sorta di motto della classe.

Questa storia apparentemente banale è in realtà carica di significati. Nello studente che rivendica il diritto a non capire è nascosto il senso profondo del nostro fare scuola perché ci ricorda il valore della diversità, l’importanza di tenere conto dei ritmi di apprendimento di ognuno. Nella vita esistono le persone che non sono geni e non hanno talenti eccezionali. Ma non importa. Tutti hanno diritto a stare nella società, ad avere un lavoro, ad essere accettati, rispettati.

La scuola ha il compito di pretendere il massimo dai suoi ragazzi. Ma deve accogliere tutti, a partire da chi ha difficoltà a capire. Anche perché quelli che ammettono di non capire sono spesso persone migliori di chi è sempre convinto di aver capito tutto.

(Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848

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