Per una pratica INPS di mia figlia Nicoletta devo accedere al suo portale. Una volta vi accedevo con PIN, ma ora ci vuole lo SPID, di Nicoletta. Andiamo alle poste, padre, madre e figlia per fare lo SPID minorenni, ma trovano diversi cavilli, in due diversi appuntamenti. Nel primo, un solerte impiegato si accorge che la tessera sanitaria di mia figlia è scaduta. Contattiamo allora un'impiegata all'ASP, che ci fornisce gentilmente una copia digitale del futuro documento plastificato, il quale sarà poi recapitato, chissà quando, al domicilio.
L'indomani ci rechiamo nuovamente alle poste, padre, madre e figlia, ma a un altro impiegato non va bene il documento digitale dell'ASP, lo vuole stampato; lo stampiamo, ma non va bene, perché deve essere stampato in verticale e non in orizzontale. Gli chiedo se mi sta prendendo in giro; abbandona lo sportello, si reca in ufficio, ritorna con un manuale enorme, dove a pagina tipo 746 c'è una foto dove si dice che la stampa deve essere verticale per non omettere la dicitura che sta in alto, scritta a caratteri maiuscoli: "STAMPA PRODOTTA DALLA TRANSAZIONE ESEGUITA SUL SISTEMA TESSERA SANITARIA". Obietto che nel digitale originale inviatoci dall'ASP tale dicitura è tagliata e incompleta. L'impiegato risponde che si intravede e questo basta. Stampiamo in verticale.
E fu sera e fu mattina terzo giorno. Ci rechiamo alle poste, padre, madre e figlia, ma un altro impiegato si accorge che nella carta di identità elettronica di nostra figlia non figurano i nomi dei genitori. Chiedo dove avrebbero dovuto scrivere i nostri nomi in quel minuscolo pezzetto di plastica già tutto pieno di dati e a che diamine serva il chip elettronico. Provo ad autocertificare, ma secondo il fiscalissimo sportellista non posso autocertificare che Salerno Nicoletta è figlia di Salerno Alessandro, ci vuole lo stato di famiglia.
E fu sera e fu mattina. Quarto giorno. Richiedo lo stato di famiglia on line, ma Nicoletta non risulta, perché sono separato, ci vuole lo stato di famiglia storico, ma costa 28€, oppure potrebbe rifare tutta la procedura la madre.
E fu sera e fu mattina. Quinto giorno. Prenoto appuntamento in un altro ufficio postale, sperando siano più clementi e duttili. Poco prima dell'appuntamento, incredibile dictu, mi telefona uno dell'Inps di Catania, presso la cui sede avevo prenotato un appuntamento per la pratica di cui al primo giorno e il tizio, parlando parlando, mi dice che è del tutto inutile fare lo SPID minorenni, perché per l'INPS ci vuole lo SPID-INPS e mi dice che devo chiamare il call center generale per fissare un appuntamento con l'INPS di Catania - lui non lo può fare - per avere lo SPID-INPS. Telefono al call center generale, dove una romanaccia mi dice che non esiste nessuno SPID-INPS; dopo avermi preso per cretino per cinque minuti, la telefonista mi spiega che forse alcuni impiegati lo chiamano SPID-INPS, ma in realtà è la DID, 'delega di identità digitale' e si può fare comodamente da casa. Che fortuna! Potevano dirmelo prima. Vado a casa. Digito tutto sul mio portale INPS, accedendo col mio SPID, ma arrivato al dunque il sistema mi dice che non posso avere la DID per mia figlia, perché da un controllo incrociato con l'ANPR, l'anagrafe nazionale on line, non risulta nel mio stato di famiglia. Tra parentesi è la stessa INPS che mi ha dato neanche un mese fa un generoso contributo per far partire mia figlia per un viaggio studio all’estero, in quanto è MIA FIGLIA e io sono un dipendente pubblico.
E fu sera e fu mattina. Sesto giorno. Faccio fare la pratica alla madre dal suo portale INPS. Fila tutto liscio, ma al momento di ricevere la DID, o SPID-INPS che dir si voglia, poiché avevo fatto io la registrazione di mia figlia ai tempi del PIN, il sistema manda a me un codice sul cellulare e uno sull'email per procedere e bisogna inserirli entrambi! Quindi, SPID con OTP su cellulare della madre e doppio OTP su cellulare e su email del padre. Così finalmente abbiamo accesso al portale INPS di nostra figlia. Penso che i parenti di Matteo Messina Denaro subiscano meno controlli e meno scocciature. Ora, per andare avanti con la pratica c'è solo un manuale di trentasette pagine che mi devo studiare. Il tutto per ottenere un diritto per una minorenne e non voler alimentare la “mafia” dei CAF (mi perdonino gli onesti, ma ce ne sono stati di quelli che mi mandavano teste di gallo mozzate ai tempi della mia candidatura a sindaco). Tutti i protagonisti di questa vicenda kafkiana hanno svolto pseudolavoro burocratico del tutto improduttivo. A me, a mia figlia, alla madre di mia figlia sono state rubate ore di vita e di possibile lavoro creativo e produttivo, arrecandoci fastidi, noie e stress. La questione non è ancora risolta. Continua…
(Il racconto con ulteriori dettagli e specifiche sarà inviato al Presidente dell’INPS, all’Amministratore delegato di Poste Italiane, al Direttore Generale dell’ASP di Catania).
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